La Mafia e i nostri giorni
Prima di inoltrarci sulle origini della “mafia”, riteniamo sia opportuno intrattenerci sul fenomeno che gli sta a monte e che prospererà per qualche tempo a fianco ad essa: il brigantaggio.
All’inizio di tutte le carriere brigantesche, stando alle “voci popolari” e ai ritagli di giornali della seconda metà dell’Ottocento, c’era sempre stato un delitto di sangue, che veniva a configurarsi come vendetta di un torto subito (=un furto, l’uccisione di un parente) cui il futuro brigante aveva dovuto rispondere nello stesso modo, sangue per sangue.
Succedeva, in quelle situazioni, che due famiglie contrapposte da odi e strascichi antichi davano vita a sequenze interminabili di reciproche uccisioni: la faida. A rendere complicato il cammino delle forze dell’ordine e della giustizia, in quel contesto, sopraggiungeva l’omertà, il rifiuto di rivelare alle forze dell’ordine contrasti e delitti, che in quel contesto socio-culturale dovevano trovare soluzione solamente col ricorso alla violenza privata.
E’ stato l’antropologo Giuseppe Pitre’ ad introdurre la parola omertà ricavata dalla parola “omu”, cioè uomo: colui che non tiene contatti con le forze dell’ordine e che si fa vendetta da solo (secondo la cultura popolaresca, quintessenza di virilità ).
= = = =
########
In una prossima pagina accenneremo il come, quando e perché si affermò il grave fenomeno della mafia.