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mercoledì 3 settembre 2014

Perchè ciò che vale per il Kossovo non deve valere per l'Ucraina dell'est ?

Ci è stato insegnato, sin dagli anni scolastici, che l’Occidente, le Democrazie, non perseguono la guerra bensì la pace e  il dialogo.
Troviamo stupore e difficoltà a capire cosa vogliano i paesi dell’Unione Europea, della Nato, dell’Occidente dalla Russia e pure dall’Ucraina.
E’ probabile che ci sia sfuggito qualche passaggio e perciò restiamo stupiti dal fatto che l’Ucraina possa e debba avere uno statuto differente dalla Serbia.
La Serbia ha creato la sua identità nelle terre del Kossovo dove per decenni tentò di bloccare le truppe ottomane. Con la crisi dell’impero sovietico nei Balcani si è assistito al crollo della Jugoslavia e pure alla volontà dell’Occidente di vedere separata la regione del Kossovo dal resto della Serbia. La motivazione adotta fu che nel Kossovo la maggior parte della popolazione era albanese.
Accettato questo principio, l’Occidente non può adesso pretendere che la popolazione russa dell’Ucraina debba aderire –per volontà di Kiev- alla Nato, all’Unione Europea e a tutte le organizzazioni che fanno capo all’Occidente.
Due pesi e due misure.
L’Occidente, ci fu insegnato da bambini, è portatore di civiltà, giustizia e pace. Quindi ?
Perché la Nato adesso deve far valere teorie valide ai danni della Serbia e non valide ai danni di Kiev ?
Le esercitazioni Nato che in questi giorni si svolgono nei confini orientali non sono altro che provocazioni e comportamenti intimidatorie nei confronti di Mosca.
A che prò ?
L’Occidente forse si scorda che la Russia, nonostante non possa considerarsi ancora la seconda potenza mondiale come ai tempi dell’Unione Sovietica è, e resta, la seconda potenza atomica mondiale.
Perché quindi la Nato dà la sensazione di voler giocare col fuoco ?
Mosca in caso di presenza delle truppe Nato ai suoi confini potrà legittimamente –fanno osservare alcuni osservatori- entrare con le sue truppe in Ucraina. Eviti quindi la Nato con i suoi quattromila soldati di nove Paesi (Italia compresa), con il supporto di blindati e aerei, di spingere le esercitazioni militari attualmente in corso sul fronte orientale fino ai confini russi.
Mai abbiamo assistito (se ben ricordiamo) a provocazioni delle Democrazie Occidentali sul suolo europeo che assumono caratteri inquietanti.

E’ verosimile che Putin sia un governante ambizioso, anzi lo è con certezza,  ma finora le carte a suo supporto glieli ha passati l’Occidente con gli esempi che restano validi in Kossovo e non validi in Ucraina dell’est, dove la popolazione è russa. 
Quanto voluto dall'Occidente in Kossovo potrà essere prima o dopo preteso pure in Alto Adige e poi in mille altre realtà. Fissata una regola, essa non può che valere per tutti. 
Venerdi i paesi Nato evitino nella riunione che si terrà in Galles di esigere per l’Ucraina ciò che per la Serbia non si è voluto. 
Essere coerenti preserva la credibilità futura.

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