Ci è stato insegnato, sin dagli
anni scolastici, che l’Occidente, le Democrazie, non perseguono la guerra bensì
la pace e il dialogo.
Troviamo stupore e difficoltà a
capire cosa vogliano i paesi dell’Unione Europea, della Nato, dell’Occidente
dalla Russia e pure dall’Ucraina.
E’ probabile che ci sia sfuggito
qualche passaggio e perciò restiamo stupiti dal fatto che l’Ucraina possa e
debba avere uno statuto differente dalla Serbia.
La Serbia ha creato la sua
identità nelle terre del Kossovo dove per decenni tentò di bloccare le truppe
ottomane. Con la crisi dell’impero sovietico nei Balcani si è assistito al
crollo della Jugoslavia e pure alla volontà dell’Occidente di vedere separata
la regione del Kossovo dal resto della Serbia. La motivazione adotta fu che nel
Kossovo la maggior parte della popolazione era albanese.
Accettato questo principio, l’Occidente
non può adesso pretendere che la popolazione russa dell’Ucraina debba aderire –per
volontà di Kiev- alla Nato, all’Unione Europea e a tutte le organizzazioni che
fanno capo all’Occidente.
Due pesi e due misure.
L’Occidente, ci fu insegnato da
bambini, è portatore di civiltà, giustizia e pace. Quindi ?
Perché la Nato adesso deve far
valere teorie valide ai danni della Serbia e non valide ai danni di Kiev ?
Le esercitazioni Nato che in
questi giorni si svolgono nei confini orientali non sono altro che provocazioni
e comportamenti intimidatorie nei confronti di Mosca.
A che prò ?
L’Occidente forse si scorda che
la Russia, nonostante non possa considerarsi ancora la seconda potenza mondiale
come ai tempi dell’Unione Sovietica è, e resta, la seconda potenza atomica
mondiale.
Perché quindi la Nato dà la sensazione di voler giocare col fuoco ?
Mosca in caso di presenza delle
truppe Nato ai suoi confini potrà legittimamente –fanno osservare alcuni
osservatori- entrare con le sue truppe in Ucraina. Eviti quindi la Nato con i suoi
quattromila soldati di nove Paesi (Italia compresa), con il supporto di blindati e aerei, di spingere le
esercitazioni militari attualmente in corso sul fronte orientale fino ai
confini russi.
Mai abbiamo
assistito (se ben ricordiamo) a provocazioni delle Democrazie Occidentali sul suolo europeo che assumono
caratteri inquietanti.
E’ verosimile
che Putin sia un governante ambizioso, anzi lo è con certezza, ma finora le carte a
suo supporto glieli ha passati l’Occidente con gli esempi che restano validi in
Kossovo e non validi in Ucraina dell’est, dove la popolazione è
russa.
Quanto voluto dall'Occidente in Kossovo potrà essere prima o dopo preteso pure in Alto Adige e poi in mille altre realtà. Fissata una regola, essa non può che valere per tutti.
Venerdi i paesi Nato evitino nella riunione che si terrà in
Galles di esigere per l’Ucraina ciò che per la Serbia non si è voluto.
Essere coerenti preserva la credibilità futura.
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