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venerdì 18 gennaio 2019

Post-terremoto '68. Ricordare e non dimenticare

Il Circolo Jan Palach
nel post-terremoto

Cinquant'anni fa moriva (17 gennaio 1969) Jan Palach, dopo essersi dato fuoco a piazza San Venceslao, nella Praga invasa tre giorni prima dalle truppe sovietiche e del Patto di Varsavia. Col suo atto ha voluto testimoniare fino alla fine che di fronte all'autoritarismo e alla illibertà ciascuno (secondo i suoi ideali) deve scegliere il bene contro il male.
Anche a costo della propria vita.

Quell'evento creò molta emozione in tutto il mondo, pure nella Contessa Entelliina post-terremotata dove di certo non mancavano disaggi e preoccupazioni per l'oggi ed il domani. La baraccopli cominciava a garantire un minimo di socialità, ma tutto era da rimodulare rispetto al precedente assetto di vita e paese prettamente contadino. Stavano nascendo nuovi modelli di vita.

Il Sindaco Di Martino assegnò ad un numeroso gruppo di giovani studenti il "Baraccone" di Via Palermo, che era posizionato di fronte all'ingresso dell'Edificio Elementare. Fu così che sorse l'Associazione-Circolo Jan Palach. Fu nominato un direttivo, un Presidente ed una Assemblea di soci.
Il Jan Palach ebbe durata per alcuni anni e ne "baraccone" furon organizzati vari Convegni ed Assemblee cittadine inerenti la difficile ricostruzione di Contessa Entellina e del Belice, ma anche l'attualità socio-politica che il tempo andava allora via via presentando.
Ricordo indicativamente i numerosi dibattiti, con personalità non solo locali ma provenienti da Bisacquino e Palermo sul tema, allora caldo, sul varo della legge in materia di divorzio e non solo di quella.

Più quegli studenti promotori del Circolo crescevano e percorrevano loro distinte strade professionali, culturali e politiche più lentamente e impercettibilmente arrivò la divaricazione sulla base entusiastica dell'origine giovanilistica.
Il Circolo, molto bene arredato di mobili e arredi e apparecchiature donati in quel post-terremoto da un Organismo civile, nel periodo di carnevale organizzò per più anni pure le serate di ballo a cui partecipava l'intero paese (e/o l'intera baraccopoli).

Fu un periodo di crescita.

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