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lunedì 14 gennaio 2019

Hanno detto ... ...

Cori antisemiti negli stadi:
«Giallorosso ebreo», 
«questa Roma qua sembra l'Africa».
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Chi ha paura costruisce muri, 
chi ha fiducia costruisce ponti 
(Antonio Polito)

OSCAR GIANNINI, giornalista. "Sarà, ma io capisco così: la linea Salvini di non penalizzare cori razzisti negli stadi spiana la strada a che pazzi ed estremisti ora li intonino ogni domenica certi di non creare alcuno scandalo né di averne conseguenze. A me pare incivile".

GENNARO MIGLIORE, deputato: Due fascisti a Pisa hanno sfregiato con l’acido un ragazzo senegalese. Poi ovviamente sono scappati su un motorino. Sono tutti così delinquenti e vigliacchi.

NICOLA ZINGARETTI, presidente regione Lazio: Cesare Battisti era un criminale ed è un bene che sia stato arrestato. Chiedo al ministro Salvini di avere un atteggiamento di rigore, sempre, anche quando dei giornalisti vengono picchiati quando vanno ad assistere ad una manifestazione.

Foto Corriere della Sera
ANTONIO POLITO, editorialista del Corrier della Sera
Trent’anni fa la caduta di un Muro chiuse la Guerra Fredda. Trent’anni dopo l’America chiude i battenti, la più lunga serrata della storia, pur di costruire un Muro. Fino al 1989 l’Occidente voleva abbattere le barriere per liberare chi vi era rimasto dentro. Nel 2019 vuole innalzarle per tenere fuori chi vuole entrare. Non c’è niente di più simbolico di una semplice parete di cemento per capire come è cambiata la storia del mondo in soli tre decenni. Con il Muro di Berlino finì la grande illusione del comunismo; quella di un nuovo ordine liberale sta svanendo adesso.
Scambiammo la globalizzazione con il cosmopolitismo, e ne stiamo pagando il prezzo con la rivincita delle nazioni. La storia, che al professor Fukuyama sembrava finita, si è rimessa in moto, ma all’indietro. Quando i berlinesi si liberarono del loro, di muri nel mondo ce ne erano 16. Trent’anni dopo sono 63. Una recinzione per tener fuori i messicani si erge già per più di mille chilometri, con tanto di sensori elettronici e visori notturni, ma a Donald Trump non basta. Dal canto loro i messicani se ne sono fatta una per tenere fuori i guatemaltechi. L’Ungheria, il Paese che rese inutile il Muro di Berlino smantellando il filo spinato elettrificato che sbarrava la frontiera con l’Austria, e aprendo così un varco verso Occidente ai tedeschi in fuga dall’Est, si è ora rifatta la sua barriera di filo spinato, lunga 175 chilometri e alta tre metri e mezzo, sul confine con la Serbia, per fermare gli immigrati.

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