Da qualche tempo non mi capitava di assistere alle sedute del Consiglio Comunale. Già all'insediamento dell'attuale sindacatura, da pubblico, da cittadino seduto fra i banchi del pubblico, mi era capitato di essere oggetto di attenzione dal nostro bene amato sindaco, Sergio Parrino. Per tre o quattro sedute, preliminarmente ad ogni avvio di seduta, per un cinque minuti a seduta, le attenzioni del sindaco erano tutte rivolte a me. Ero una persona estranea ai lavori consiliari, però su di me pendeva una colpa, una macchia pesante, al limite del codice penale ... avevo rapporti politico-amministrativi, rapporti di amicizia, con i consiglieri comunali della minoranza. Immaginate voi, agli occhi del sindaco-giurista, come una così grave colpa potesse passare innosservata. Nella Russia di Breznev una tale colpa avrebbe implicato il gulag in Siberia, nella Contessa di Sergio Parrino invece la citazione, con gli occhi infuocati, per cinque minuti all'inizio di ogni seduta consiliare. Ovviamente accettavo, compiacendomi, la sanzione contenuta nel codice mentale del giudice. Mio proposito era di rafforzare l'amicizia con tutto il mondo ostile al sindaco in modo che quei cinque minuti potessero divenire ventiquattro ore su ventiquattro.
Ieri sera mi è capitato di assistere ancora una volta alla discussione e alla votazione sul documento contabile "Bilancio di Previsione 2010". Gli spazi a sedere che dovrebbero ospitare il pubblico erano vuoti, o quasi: la mamma del Sindaco, il figlio della signora ..., Carmelo Pecoraro, Teodoro Schirò e qualche altro concittadino. Sedevo al primo posto, a breve distanza dalla mamma del Sindaco-giurista-giudice.
Svolgimento della seduta:
1) Tocca al Ragioniere tracciare un breve ritratto del "bilancio": a sentirlo si ha la sensazione che si tratti di un normalissimo bilancio "ingessato", cioè di quelli che il regime berlusconiano impone: cioè, al centro, a Roma si grida "non devono aumentare le tasse" però in periferia (ai comuni) deve essere tolto l'ossigeno, tagliando le risorse. Il Ragioniere dice che le spese sono tutte, più o meno obbligatorie. Il Sindaco non è soddisfatto del quadro e sollecita il funzionario a riferire delle manutenzioni previste: il ragioniere, imperturbabile, soddisfa il sindaco: €. 7.000,oo per ... €. 12.000,oo per ... e si ferma non c'è altro. Il Sindaco è soddisfatto: il bilancio contempla €. 30.000,oo per tenere in funzionalità il territorio di 13.000 ettari. Solo un siffatto sindaco, pare dire il nostro Parrino, poteva disporre di tanta disponibilità: possono venire alluvioni e frane e lui interverrà con potenza, disponendo di tante risorse. Ovviamente non farà includere Contessa nelle delimitazioni di "calamità", secondo il cui contesto gli interventi sono a carico di Regione e Stato. Il Sindaco-giurista non ha bisogno (unico in Provincia di Palermo) di beneficiare degli interventi regionali. Con 30.000 euro egli terrà il territorio immacolato. Ecco la ragione per cui nel Febbraio scorso Contessa non è stata inclusa fra i comuni danneggiati. Il nostro sindaco-giurista è furbo.
Sollecita il Ragioniere a riferire dei mutui per alcune opere pubbliche: cose faraoniche. Anche in questo caso il sindaco autosufficiente non ha bisogno di finanziamenti nè comunitari, nè statali, nè regionali. Infatti il nostro Comune è stato escluso, ancora una volta, dalle recenti assegnazioni curate dalla Regione il 3 maggio scorso. Sarebbe umiliante farsi finanziare dagli Enti sovracomunali. Con i mutui Egli punta a realizzare un ponte sullo stretto, o meglio da Contessa alla luna.
Il Ragioniere può chiudere.
Interviene ancora il Sindaco: mutui (n. 3, per decine di migliaia di euro, tali da finanziare una nuova autostrada del Sole, o l'irrigazione del territorio con le acque della Diga Garcia ...) e nuovamente a elencare le irrisorie voci delle manutenzioni.
La cosa grave che a lui non viene di scoppiare dalle risate per le cose che dice. Egli davvero crede di 'rinnovare' Contessa con il nulla che il suo "bilancio" contiene. Arriva a chiedere un confronto fra il nulla da lui fatto in due anni di "percezioni di indennità" ed il poco fatto dai predecessori (dall'unità d'Italia...). Egli è il sindaco che ha fatto di più. Egli ci crede, e non scoppia dalle risate. Incredibile !
Interviene il consigliere della minoranza Anna Fucarino. Con la pacatezza che è sua caratteristica dice di capire che i tempi, per gli enti locali, sono tristi. Ritiene che piuttosto che puntare a voler assolvere la vastità dei compiti che competono ai Comuni è preferibile fissare uno o due obiettivi e lavorare su di essi. Nulla di terribile, quindi. Poi suggerisce, di risparmiare sulle spese applicando una recente legge della Regione che consente di ridurre gli assessori da quattro a tre: a suo dire non ne sarebbe intaccata la funzionalità dell'Ente. Invita il Sindaco a puntare sui finanziamenti delle opere pubbliche a carico della Regione. Pure Giusy Cannizzaro suggerisce, al fine di reperire risorse per i bisogni cittadini, di fare in modo che almeno due degli assessori comunali vengano fatti pagare dalle Unioni a cui aderisce Contessa (Unione di Corleone e Besa di Piana degli Albanesi).
Replica del Sindaco
A fronte degli interventi corretti sul piano amministrativo e moderati sul piano dei contenuti dei due consiglieri di minoranza, il sindaco risponde con acredine, con presunta sapienza: Sapete voi quanto costano due assessori ? bazecole. Pertanto non intendo fare deleghe ai miei assessori per ragioni politiche che non sto a spiegarvi.
Nella risposta non poteva mancare il riferimento a me, Mimmo Clesi, che sedevo fra i banchi del pubblico:
C'è qualcuno che ha fatto sì che 200 concittadini presentassero ricorso alla tarsu 2008. Premetto che la tarsu così elevata è stata fissata da un altro sindaco, quando io Sergio Parrino facevo il vice-sindaco in Sud-Africa. Lei, Anna Fucarino, deve sapere che io contro questi 200 ho affidato l'incarico ad un avvocato che mi costerà (lo precisa il ragioniere) poco meno di €. 500,oo a ricorrente. Io non intendo risparmiare risorse mandando, ad esempio, a difendere in Commissione un funzionario comunale, che costerebbe nulla, io voglio una difesa pagando l'avvocato. Perchè quel signore che vuole il dissesto del Comune deve sapere che io i soldi per pagare gli avvocati li ho e so trovarli fra le pieghe del bilancio, e non li userò mai per ridurre la Tarsu. Infatti, voi consiglieri della minoranza, quando avete presentato la mozione di indirizzo per ridurre la tassa, non avete indicato da dove pigliare i soldi. Io i soldi so dove pigliarli e pertanto con essi pago l'avvocato e dò una lezione ai 200 e al sobillatore. Così chiunque impara a non farmi affronti !
Ovviamente abbiamo usato ironia ed accentuato i concetti del sindaco; ma la sostanza è lì. Il sindaco-giurista ritiene che avvalersi dei ricorsi per far giudicare ad un organo terzo (la commissione Tributaria) se il procedimento usato per aumentare del + 160% una tassa sia legittimo o meno costituisce affronto da punire con costi superiori, per la collettività, all'oggetto del contendere.
Infatti la mia cartella (di Mimmo Clesi) di pagamento è inferiore a €. 200,oo e però il Sindaco-giurista per sviscerare le sue ferme convinzioni che sia giusto pagare il +160% dà ad un avvocato il compenso di quasi €. 500,oo, in modo che -nelle sue intenzioni- i contribuenti mettano giudizio.
Così è fatto il sindaco del 37% dei consensi elettorali.
Si passa ad un emendamento dalle modeste dimensioni, come evidenzia una delle firmatarie, Anna Fucarino. Secondo la Fucarino l'emendamento è un messaggio all'Amministrazione perchè prima di varare un bilancio, che interessa tutti, vengano coinvolte sia le forze di maggioranza che di minoranza e poi pone l'accento su una voce che in realtà nasconde grosse operazioni.
Il Sindaco, in ossequio a promesse elettorali, deve introdurre negli uffici di questo Comune una persona (egli parla di due, una delle quali.... ingegnere) perchè i quaranta dipendenti attuali non ce la fanno a tirare il carretto e serve quindi la bravura di una figlia di ... questa terra. Si tratta di una sorella .... che eviterà di viaggiare per recarsi in un comune a noi vicino e darà una mano al nostro Sindaco. Nulla di strabiliante.
La Fucarino nel suo pacato intervento chiede che:
-si offra la possibilità di rientro a tutti i concittadini che lo desiderino (cosa che lei stessa ritiene impossibile) oppure si formino graduatorie in base all'anzianità di servizio, al carico di famiglia, alle mansioni e così via. Il tutto nello spirito della Costituzione che esige dall'operato della Pubblica amministrazione "imparzialità", "trasparenza" e "neutralità".
La risposta del Sindaco è sconvolgente per un esperto-giurista:
I dipendenti LSU li posso chiamare senza fare graduatorie o altri congegni. Io sono il Sindaco ... inchinatevi. C'è un certo .... (fa il nome di un congiunto della Fucarino) che nei miei uffici, negli uffici di questo Comune, ha presentato una domanda di trasferimento. Nulla da fare per lui, non è LSU .... io ho individuato chi deve venire a Contessa, prescindendo da graduatorie.
Anche in questo caso abbiamo accentuato i toni e gli schemi mentali emersi. La sostanza è lì. Il sindaco del funzionamento della Pubblica Amministrazione, affidata alle sue cure, ha un concetto chiaro: egli è il sindaco e fa ciò che gli pare, compreso quello di citare in Consiglio Comunale nomi di persone assenti e comunque impossibilitate ad intervenire. Egli è il Sindaco e della privacy ne fa brodo.
In effetti egli è sindaco senza cosensi (37% ??) e pertanto deve procurarseli nell'unico modo conosciuto in Sicilia.
Mimmo Clesi