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domenica 23 agosto 2009

2009 fortunato per la pubblicistica su Contessa. Si apre un filone di approfondimenti culturali ? (Parte Prima)

Si, il 2009 è un anno fortunato per la pubblicistica su Contessa Entellina. Sul nostro tavolo abbiamo quattro novità editoriali che arricchiscono quella che, per la verità, è la ridotta biblioteca sulle cose di Contessa. Ci auguriamo che l’avvenire ci dischiuda tante pagine della vicenda della nostra gente. La nostra gente è arbresh, che per chi si ostina a non voler capire, non significa “albanese” ma italo-albanese. Arbresh vuol quindi significare gente con ascendenze in parte albanesi ed in parte sicule. Il 95% della gente di Contessa, o per parte di madre o per parte di padre, nel proprio albero geneaologico si imbatte in capostipiti di entrambi le provenienze. Se non fosse così non saremmo arbresh, potremmo essere italici ovvero squiptara (=albanesi d’Albania). Siamo invece arbresh, avendo ovviamente tutti la cittadinanza italiana. In quanto arbresh siamo per la Costituzione Italiana una minoranza da tutelare, da apprezzare e da rivalutare. Per la coscienza del nostro Stato, della nostra Repubblica, non siamo quindi da ghettizzare, da meritare la chiusura delle porte in faccia, ma da additare come gente ricca di una coscienza propria, quella coscienza ed identità che invece in altre parti del paese, altre etnie (normanni, spagnoli etc.) e altre realtà umane hanno perso.
In uno dei quattro libri che nel 2009 vengono a portare chiarezza sul nostro passato, in quello curato da Rosa Cuccia Genovese ci piace leggere la riflessione iniziale “Quando un popolo non ha più un senso vitale del suo passato si spegne. La vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato” –C. Pavese-. Probabilmente nel riportare il messaggio sulla testata del nostro sito siamo stati guidati da Rosa Cuccia Genovese e dalla sua scelta rievocativa del pensiero di Pavese.
Ma torniamo ai nostri quattro libri, di cui nel tempo ci proponiamo di dedicare a ciascuno un post di commento. In questo ci limitiamo a prendere atto che qualcosa si va facendo avanti nelle nostre coscienze di abresh, gente normale che non è e non intende essere né fanatica, né fantasiosa (sarà l’altro libro del 2009 di Matteo Mandalà a ricordarcelo, invitando taluni che sono portati naturalmente a sognare passati inesistenti a porre i piedi per terra), né respinta da gente che non fa nessuno sforzo per aprirsi, che dell’ignoranza fa un idolo. Nessuno può pretendere che dovremmo essere omologati al resto dei paesi vicini, perché siamo cittadini della repubblica al pari (qualcuno dice con tutela maggiore) di chi presume di essere italiano normale di Caropepe. Tutti gli italiani abbiamo, nelle varie realtà del paese, qualcosa che ci caratterizza rispetto ad un’altra zona del paese. Noi rispetto ai discendenti (!) dei normanni di Cefalù abbiamo la fortuna, opportunità, di beneficiare dell’art. 6 della Costituzione “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”. Le apposite norme sono arrivate ad oltre cinquant’anni dalla Costituzione con la legge 482/1999 (merito, sia pure indiretto, anche del nostro Fr.sco Di Martino). A noi non resta che dedicare un pochettino di orgoglio in più per ciò che siamo, ossia italo-albanesi (arbresh e non skiptara). L’orgoglio e l’entusiasmo lo trasfonde Anna Fucarino a chi legge l’altro libro di questo 2009 su Contessa, da lei curato nell’ambito dell’Istituto Scolastico Statale “F. Di Martino”. E per capire l’approccio di Anna Fucarino ci piace riportare un brano di un suo recente scritto diffuso su un foglio della locale Camera del Lavoro. “La nostra etnia è un bene prezioso che ci è stato tramandato per sei secoli e noi abbiamo il compito di farlo conoscere e tramandarlo alle generazioni future … Sembra strano che questo discorso sia fatto da una contessiota i cui progenitori non erano di origine arbresh, ma che nel tempo, naturalizzandosi in questa cultura che li ha accolti, hanno trasmesso a noi figli e nipoti la lingua e la cultura da loro appresa durante gli anni di permanenza a Contessa”. Fucarino ha sinteticamente spiegato, in poche righe, chi sono gli arbresh: non i greci da soli, non i latini da soli, non i protestanti da soli. Gli arbresh sono tutti gli abitanti di Contessa Entellina. L’ultima novità editoriale è realizzata grazie ai fondi che originano da quell’articolo costituzionale, il 6, sopra richiamato. Il libro realizzato col coordinamento del Comune è stato finanziato in entità non disprezzabile proprio perché Contessa è arbresh e non perché una parte di Contessa è arbresh. Di tutti abbiamo citato l’autore, di quest’ultimo riportiamo solo il titolo “Origine e storia di Contessa Entellina” a causa di una probabile omissione editoriale.
I 4 libri su Contessa e la realtà arberesh (italo-albanesi) del 2009, quindi, sono:
-I Capitoli Matrimoniali stipulati a Contessa tra XVII e XVIII secolo di Rosa Cuccia Genovese
-La donna nella cultura minoritaria tra tradizione e innovazione – Contessa Entellina – Istituto Scolastico Statale “F. Di Martino”, coordinato da Anna Fucarino
-Origini e Storia di Contessa Entellina – Comune di Contessa Entellina
-Mundus vult decipi – I miti della storiografia arbereshe di Matteo Mandalà
Il Contessioto

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