giovedì 31 agosto 2023

Italiani e costo della vita

L’inflazione inghiotte 

stipendi, salari e pensioni

L'inflazione erode
il potere d'acquisto
di stipendi e
pensioni.

Grave problema per gli italiani, è divenuto il carovita da inflazione.  Da tempo ci siamo assorbito l’aumento dei carburanti, poi quello delle bollette di luce (tra il 7 e il 10% secondo Nomisma da ottobre scorso) e gas (2% circa, già da settembre). Gli alimentari  dallo scorso luglio restano invariati al +10,4% e non riconoscono alcun al ribasso dell’inflazione attestato al 5,9 per cento dall’Istat. I prodotti alimentari e le bevande analcoliche (+10,7%) sono quelli che corrono di più’ verso l’alto. 

Umanità’ in movimento

Ruolo dell’uomo nel 

corso dei millenni (2)


La storia e l’avvento dell’agricoltura
ha avuto origine in Mesopotamia 
circa 11mila anni fa. Successivamente
le pratiche di coltivazione e allevamento
del bestiame sono emerse in modo
indipendente in una altra decina di
territori. Quel contesto viene dagli
storici definito “la rivoluzione
agricola neolitica”.

Vengono meno le norme sociali
relative al cacciatore-raccoglitore e
comincia lentamente ad
affermarsi la proprietà privata.




 Con l’introduzione dell’Agricoltura e sopratutto dell’allevamento l’uomo cambia, se così si può scrivere, il suo stile di vita. Da raccoglitore di frutti selvatici  e da cacciatore si trasforma in agricoltore/coltivatore e allevatore. Il cambiamento non fu ne’ rapido né omogeneo su tutte le aree. Passarono, lungo il periodo definito del “Neolitico”, secoli e secoli da quello che all’inizio fu in qualche area del pianeta una sorta di orticoltura volta ad assecondare la natura fino alla piena padronanza  delle tecniche agricole e alla diffusione di queste.

   Storici ed economisti sostengono che fino a 10mila anni a.C. l’uomo viveva semplicemente raccogliendo cereali selvatici e verosimilmente cominciava a utilizzare le sementi, quasi a voler semplicemente aiutare la natura. Quella iniziale fase dell’umanità che comincia ad “apprendere” non deve essere stata troppo lunga per consolidarsi sul piano psichico e tecnico  per poi far nascere l’agricoltura. Sicuramente pero' non tutto fu facile ne’ fu rapido.  Dalla autosemina di cereali selvatici, alla mietitura delle spighe prima che maturassero e poi allo sviluppo della consapevolezza che dovesse arrivarsi  alla maturazione e -grazie a questi passaggi- poi a costituire scorte per il corso dell’anno ne dovettero passare  di secoli a centinaia e persino a migliaia.

 Gli archeologi-botanici chiamano questo lunghissimo periodo “agricoltura pre-domestica”. Anche l’addomesticamento degli animali è avvenuto attraverso una lunga, o lunghissima, serie di progressi graduali. L’acquisizione che via via veniva sviluppandosi in un’area non godeva che lentissimamente della diffusione in zone diverse. Le popolazioni “iniziate” ovviamente godevano del privilegio nel venire a contatto con altre “tradizionali” e facevano pesare a loro beneficio le avvenute acquisizioni negli “scambi” e persino iniziando le “colonizzazioni” che tuttavia si presentano come primi fenomeni di “acculturazione”. Il tutto e’ comunque avvenuto in un lasso di tempo lunghissimo, misurabile in millenni.

Un personaggio

Aldo Cazzullo: 
è un giornalista e scrittore italiano. 
Nascita: 17 settembre 1966 (età 56 anni), Alba






Italiani di pelle
scura





..italiani di pelle scura ce ne saranno 

sempre di più, anche perché facciamo 

pochi figli e a due ore di gommone c’è 

un continente che ne fa molti, 

e sbarchi o non sbarchi l’osmosi ci sarà.

mercoledì 30 agosto 2023

Uomini e religioni.

 Ci avviamo, noi di Contessa E., 

verso la festività dell'8 Settembre. Una festa religiosa.

Ci siamo mai seriamente interrogati cosa significa essere religiosi ? cosa è la religione ?  
Celebrazione cattolico-bizantina
a Contessa Entellina nella
ricorrenza della  "natività della
Beata Vergine Maria" che
cade l'8 Settembre di ogni
anno.

Su questi aspetti di vita proveremo a riflettere, a pensare e probabilmente a capire qualcosa in più. Lo faremo nell'ottica storico-culturale per alcune settimane.

= = = 

Essere religiosi significa, dovrebbe significare, un poco di tutto del nostro vivere. Le religioni hanno infatti a che fare col complesso del nostro vivere e del nostro morire. 

Da migliaia e migliaia di anni, probabilmente dal "Neolitico", di cui ci stiamo interessando su altre pagine del Blog, i popoli, l'uomo singolo e l'uomo in comunità, si sono sempre interrogati sul senso della morte, del loro vivere, dell'universo e sulle stesse religioni, le quali tutte hanno a che fare col complesso della vita e della morte dell'uomo.

Le stesse scienze naturali che oggi studiamo con ottica prettamente laica all'Università, dall'alba dell'Umanità fino a poco più di trecento anni fa, costituivano branche o discipline religiose. E' infatti da appena trecento anni che religione e scienza procedono su piani separati, e frequentemente divergenti.

Ai nostri giorni, gente credente o non, guarda alle religioni come "comunità di persone" che condividono fra loro certi costumi di vita e certe credenze (in un Dio o in più dei) che si riuniscono in particolari templi per celebrare, meditare e studiare in un modo che ciascuno ha fatto proprio.

Alcune statistiche assicurano che almeno i 3/4 dell'umanità aderiscono ad una religione, indipendentemente se ne traggono le conclusioni o continuano a vivere indipendentemente.

(Segue)

Umanità in movimento.

Ruolo dell’uomo nel 

corso dei millenni


Il neolitico è stato una
vera e propria rivoluzione,
i cambiamenti sono stati così
radicali da rappresentare una
 nuova concezione della vita e
del progresso, avvicinando
 sempre più l'uomo 
della
 preistoria alla storia
.




 Da sempre sul Blog ci siamo dedicati a studiare, a provare di capire l’uomo. Abbiamo frequentemente provato a seguire i percorsi della religione nel solco Ebraico/Cristiano e al contempo i percorsi di varie branche della scienza.  Ci proponiamo  ulteriormente di interpellare, ai fini del ruolo da noi assegnato al blog,  per alcuni mesi, i  passaggi della storia dell’umanità ed in particolare quelli che vanno dall’affermarsi del Neolitico, ossia del periodo in cui l’uomo abbandona la vita nomade per dedicarsi alla  vita segnata da allevamento, agricoltura e pastorizia, circostanza capitata circa 10.000 anni fa, al sorgere delle prime civiltà.

 A caratterizzare la nuova era è stata l’avvenuta affermazione dell’uomo sul resto del mondo animale e l’avvio del dominio sulla natura che lo vide conservare  una parte del raccolto da usare lungo lo svolgimento delle stagioni. Detto in breve ed in altro modo il Neolitico segna il periodo dell’affermarsi dell’Agricoltura e dell’insediamento stabile dell’uomo, da nomade che era stato.

Una ulteriore riflessione che possiamo evocare in questa breve introduzione è che da almeno due/tre secoli l’agricoltura in Europa e negli Stati Uniti non è più la colonna portante dell’economia e dell’occupazione dell’Occidente. In questa parte del pianeta l’occupazione è ormai dominata dall’industria, dal prosperare  delle iniziative commerciali, dalle istituzioni bancarie/ finanziarie, dalle strutture amministrative e dai servizi pubblici e da quelli dell’economia privata.

Ai nostri giorni, specialmente nel mondo occidentale, è divenuta presente e persino pervasiva la presenza della “rivoluzione tecnologica” (= introduzione dell’intelligenza artificiale in apparecchiature elettroniche molto sofisticate). Addirittura nei paesi più avanzati dell’Occidente ormai l’uomo vive nell’epoca post-industriale, ove a prevalere è il lavoro nel “terziario” rispetto a quello industriale. Ed è consolidata la centralità della “conoscenza”  e delle “applicazioni scientifiche”.

Dal Novecento in poi la maggioranza della popolazione mondiale vive, per la prima volta, in stragrande maggioranza nelle città piuttosto che in campagna. 

*  * *

 Sul nuovo mondo che prossimamente attende l’umanità e che già è presente in più’ parti del pianeta ci proponiamo di riflettere, non prima però di avere tratteggiato la vicenda umana, cominciata nelle caverne e da cui lentamente e’ uscita con l’avvento del Neolitico.

((Segue))

Un Personaggio

Luigi Luca Cavalli-Sforzaè stato un genetista italiano. Professore emerito all'Università di Stanford in California, divenne noto per la sua attività di ricerca nell'ambito della genetica delle popolazioni. Si è occupato anche di antropologia e di storia, nei suoi studi sulle migrazioni dell'uomo. Per quarantacinque anni, con una squadra di altri scienziati, si è dedicato all'impresa magistrale e poderosa, esposta in Storia e geografia dei geni umani.

Nascita: 25 gennaio 1922, Genova
Morte: 31 agosto 2018, Belluno






Esiste un solo uomo


"Se utilizziamo semplicemente i nomi

che gli uomini si sono dati, riconosciamo

migliaia di popolazioni, che hanno qualche

esile differenza con le altre.

C'è sempre un motivo perché una popolazione

si voglia dare un nome diverso.

La differenza è all'origine, o si forma poiché quelli

che si credono diversi vogliono restare se stessi,

e questa intenzione è sufficiente per generare

differenze, genetiche e culturali, anche se di

solito molto piccole.

E' interessante domandarsi come questa diversità

sia nata, quali forze abbiano agito, quale sia stato

il susseguirsi degli avvenimenti -in due parole- la

storia di questa evoluzione".


martedì 29 agosto 2023

La vita in una comunità cinquecentesca

 Contessa cinquecentesca era una comunità di poche centinaia di unità residenti, prevalentemente coltivatori della terra, qualche artigiano, qualche esponente del clero e di gente al clero legato. Sulla fase iniziale, nei primi decenni dall’insediamento, non c’è di certo -attraverso carteggi, archivi e testi vari- modo di cogliere, quello che oggi i sociologi o gli economisti definiscono, il “tessuto sociale”.

 Se ciò non è, ai nostri giorni, fattibile si può almeno provare a tratteggiare quale fu il quadro umano e quello produttivo di Sciacca, sede di riferimento per qualche tempo amministrativo-politico e commerciale per i “coloni” del territorio di Calatamauro. Proveremo a farlo, a grandi linee, per alcuni giorni sul blog.

 Possiamo con molta certezza affermare che Sciacca, agli occhi di quei coloni arrivati dalle coste greche e dal sud Albania e stanziatisi nell’area di Calatamauro era una piazza importante di importazione e contemporaneamente  nodo di distribuzione sui territori dell’interno centro-meridionale della Sicilia. 

 Sciacca era (e in qualche modo resta se pensiamo ai pescivendoli che settimanalmente arrivano -anche- sino a Contessa per la commercializzazione del pescato) luogo di residenza di “venditori” di vari generi che da lì si spostavano per recarsi nei mercati o nelle fiere dell’interno dell’Isola. Non v’è dubbio che i panni e i prodotti essenziali necessari al nascere e svilupparsi della prima comunità arbereshe di Contessa provenivano da quella Sciacca dove i Peralta-Cardona e loro aventi titolo arrivarono, per qualche tempo, ad insediare una zecca che coniava moneta.

 Sulla scorta di  alcuni elementi documentari pervenutici proveremo più dettagliatamente di cogliere il tipo di osmosi commerciale e, per alcuni tempi, politica intercorsa fra la cittadina portuale e la realtà feudale di Calatamauro.

Dirigenti ben pagati. Pubblica Amministrazione nel caos

 Situazioni surreali

All’INPS, almeno fino ad un anno fa i dirigenti dell’Ente erano fra i più ben pagati dell’intero e vasto mondo della Pubblica Amministrazione. Ci sarebbe da presumere che quell’Ente dovrebbe funzionate come un “orologio svizzero” con tanti cervelli ben sodisfatti nelle attese economiche.

 Sergio Rizzo, in un suo fortunato libro “Il Titanic delle pensioni” riferisce di un caso, che pare non sia l’unico. Il nome viene presentato in sigla.

 “ F.M.L, è baciata dalla fortuna. Per ben dodici anni, dal 2006 al 2018, incassa all’inizio di ogni mese  la pensione da ex insegnante e alla fine di ogni mese il regolare stipendio da insegnante. Che cosa sia esattamente accaduto non sono riusciti a scoprirlo  nemmeno i giudici della Corte dei Conti cercando di ricostruire la sconcertante vicenda. Intendiamoci le responsabilità sono chiare. C’è un dirigente della scuola xy di xyz che a quanto pare non ha spedito il modello D con il quale si comunica all’amministrazione che un’insegnante se ne va in pensione. E c’è una funzionaria che dovrebbe seguire la pratica, accertandosi che tutto vada per il verso giusto, però se n’è dimenticata. Questo, almeno, viene appurato.

 Ma la ricostruzione dei fatti non spiega come sia stato possibile che per dodici anni nessuno si sia posto il problema di un dipendente statale che figura contemporaneamente in servizio e in pensione. La questione avrebbe potuto sollevarla la protagonista. Mettetevi però nei suoi panni: quanti l’avrebbero fatto, pur sapendo che la cosa non sarebbe rimasta priva di conseguenze? 

Nella fattispecie il caso non riguarda l’insegnante  Franca Maria Lucentini  deceduta all’inizio del 2019. Bensì i suoi eredi, ai quali la Ragioneria generale dello Stato chiede i soldi indietro. Anche se dovrebbe  farseli dare da qualcun altro, e non soltanto, come hanno sentenziato  il 14 Novembre 1922 i magistrati  della sezione d’appello della Corte dei conti,  dalle presunte responsabili del pasticcio alla scuola di Belpasso. Una di loro l’ha detto chiaramente ai giudici, che non hanno potuto non condividere  le sue rimostranze  sulla “incomprensibile mancanza di controlli  protrattasi per ben dodici anni, durante i quali gli enti pagatori  della pensione e dello stipendio  non hanno riscontrato  la macrostorica irregolarità “.  Sembra impossibile che nessuno abbia notato non soltanto l’anomalia di pensionato che continua a ricevere lo stipendio, ma pure l’assurdità che lo Stato paghi uno stipendio ad una signora fino a 78 anni. Ben oltre la massima età pensionabile di chiunque.

Per questa serie di inconcepibili negligenze non ci sono colpevoli.


Un Personaggio

Tonino Guerra: è stato un poeta, scrittore e sceneggiatore italiano. 
Nascita: 16 marzo 1920, Santarcangelo di Romagna
Morte: 21 marzo 2012, Santarcangelo di Romagna




La fame patita 
nei lager nazisti



"Contento proprio contento/ 

sono stato molte volte nella vita/ 

ma più di tutte quando mi hanno liberato/

in Germania/

 che mi sono messo a guardare una farfalla/ 

senza la voglia di mangiarla".

 

lunedì 28 agosto 2023

Contessa Entellina. Giornata culturale

Busto marmoreo
dedicato a Papas
Janni Di Maggio
situato nello
Spiazzo Greco

Tre profili di parroci 

Ieri, 27 Agosto 2023, su iniziativa del dott. Calogero Raviotta, animatore da sempre dei fatti cultural-locali a sfondo civile e religioso e sempre rievocativi  della vicenda locale, si è svolta a Contessa Entellina la giornata culturale incentrata sulla figura di tre parroci locali: Papas Michele LoIacono, Mons. Antonino Lala, Papas Giovanni Di Maggio. Tutte figure storiche risalenti al Novecento e tuttavia ancora parte viva della memoria locale.

 Alla Liturgia dedicata ai tre parroci, nella Chiesa Madre, ha partecipato il cardinale Francesco Montenegro, che dal giugno scorso assolve al ruolo di amministratore apostolico dell'Eparchia di Piana degli Albanesi.

 A conclusione della funzione religiosa domenicale, nell'adiacente spiazzo Greco, è stato inaugurato un busto marmoreo realizzato dall'artista Vincenzo Muratore che rievoca la figura di Papas Janni Di Maggio, parroco di Contessa dal 1942 al 1967. L'opera è stata commissionata a ricordo del parroco e a beneficio della comunità locale dal dottor Antonio Ragusa, contessioto che da decenni svolge la professione medica in Piemonte.

 Nel pomeriggio nell'Aula Consiliare, introdotta dal sindaco Leonardo Spera, si è svolta  la parte della giornata culturale dedicata alla rievocazione dei parroci  che hanno guidato le comunità cattoliche locali in un lungo scorcio del Novecento, a cavallo del periodo della seconda guerra mondiale. Il sindaco ha sottolineato l'impegno culturale e sociale svolto dai tre parroci a cui l'Amministrazione, ai nostri giorni e nel diverso quadro civile, non manca di attenersi con interventi e valorizzazioni a beneficio collettivo della comunità locale.

Il dott. Calogero Raviotta, animatore dell'Associazione Culturale "Nicolò Chetta" e promotore del Convegno rievocativo, ha tracciato gli scopi ed ha evocato le iniziative che da decenni persegue l'Associazione;  ha ricordato che all'origine dell'indizione  del Convegno sta il diario, pluridecennale, di Papas Janni Di Maggio dove sono rievocate situazioni, impegno e vocazione cristiana di quei lontani decenni e giorni.

A rievocare meriti e impegno culturale profusi in decenni non certo facili della vicenda umana e socio-politica di Contessa Entellina nel primo cinquantennio del Novecento e poi fino agli anni sessanta, è stato il dott. Elio Musacchia che di Mons. Antonino Lala, parroco della Chiesa della Favara,  ha evidenziato la propensione per l'apertura socio-umano nel periodo della seconda guerra mondiale ed in favore delle condizioni della popolazione contadina, tratteggiando quindi i binari culturali e di vita a cui il sacerdote, padre Lala, si è attenuto.

Il prof. Antonio Castello, ha ricordato Papas Lino, parroco  della Chiesa Madre di Contessa E.  dal 1932 al 1942 e poi, fino al 1957, parroco della Chiesa della Martorana a Palermo, Concattedrale dell'Eparchia di Piana degli Albanesi, col titolo di Archimandrita. Ha tratteggiato Papas Lino, come uomo aperto e connotato culturalmente, ricordando che  egli è stato promotore e relatore di numerosi convegni ed editore di riviste finalizzate alla migliore conoscenza della ritualità bizantina.  Papas Lino, per il diffuso approccio culturali, il vasto impegno e le relazioni umane, è stato fra le figure di primo piano adoperatosi per l'erezione dell'Eparchia.

Il dott. Antonio Ragusa ha sottolineato il ricordo devoto che egli personalmente deve alla figura di Papas Janni Di Maggio perché da ragazzo, e fino agli studi superiori,  ha sempre avvertito la vicinanza umana di quel parroco. Figura questa mai lontana dalle esigenze religiose, umane e civili della comunità di quegli anni.

 Il Convegno si è concluso con l'intervento del Cardinale Montenegro, che in qualche modo ricalcava l'omelia pronunciata nel corso della Liturgia svoltasi a metà giornata nella Chiesa Madre che era centrata sui benefici umani e sociali nell'esercitare la bontà, la solidarietà e la prossimità.

Paesi di Sicilia. Un paesino con poco più di mille abitanti


I piccoli paesi
di SICILIA
sono schiacciati tra
marginalità, intesa
non solo come
lontananza da servizi
e funzioni vitali
ma anche come
carenza di opportunità
di lavoro e di vita,
e nuovi fenomeni
migratori che
interessano soprattutto
giovani con buona
formazione
scolastica, di cui
quasi la metà è
donna.

Il fenomeno riguarda
 soprattutto i comuni
sotto i 5.000 abitanti




 Lo scorrere della vita 

in un paesino dell’entroterra.

La marginalità 

Vorremmo provare a fotografare sul blog la realtà di un piccolo centro della periferia siciliana, di quella periferia dove per arrivarci si rischia di rovinare l’automobile nuova che in tanti comprano a rate e quindi con sacrificio. Da ovunque si voglia arrivare, dal palermitano o dall’agrigentino, le strade provinciali sono un disastro e -proprio in quanto “disastro”- costituiscono uno dei ricordi indelebili di chi, per avventura, decide di fare “un salto” a Contessa Entellina.

A prescindere dalle strade provinciali, altri disastri -molto più gravi e quindi rischiosi li evidenziano le strade che nel tempo andato venivano definite “consortili”. In queste ultime mancano persino i cartelli a preannunciare l’intransitabilità totale, assoluta.

 Ancora più allarmante è la realtà umana, al punto che quel poco più di un migliaio di residenti effettivi ha, da decenni, come smarrito il senso della “cittadinanza repubblicana”. Nessuno possiede più’ la voglia di, non diciamo, protestare, ma di lamentarsi, di parlare del quadro di trascuratezza entro cui in tanti ci si trova. Ormai è assodato che lamentarsi o “protestare” non serve a niente. 

Fatalismo? Non sappiamo.

 La politica? Qui si sono svolte le elezioni amministrative, pochi mesi fa, con la presenza sulla scheda di votazione di un solo simbolo di lista. Non sapremmo dire se la lista fosse di destra, sinistra o qualunquista. Nessuno dei candidati ha manifestato pubblicamente fede per una o l’altra filosofia di prospettiva politica e di vita. Sono lontanissimi -d’altronde- i tempi in cui il termine “partito politico” significava visione e percorso politico-amministrativo differente e pieno di motivazioni rispetto ad altre formazioni avverse. La competizione fra gruppi ideali inevitabilmente, produceva partecipazione di massa, spesso passione e persino  “mobilitazione” per denunciare le sempre esistenti situazioni anomale ed ingiuste, e ovviamente alimentavano pure confronto franco fra i valori e le tendenze ideali di “destra”, “centro”, “sinistra”.

 Certo, alcuni amici evidenziano il lato positivo del vivere isolati, lontani dai rumori ed i frastuoni della città, ossia vivere il rapporto  ravvicinato  dei paesini, entro cui tutti conoscono tutti e dove tutti comunicano (in linea generale) fra loro amichevolmente e con l’uso del pronome “tu”.

*   *   *

 Avremo tempo di ulteriormente fotografare e registrare la vita di una piccola, e purtroppo in prospettiva minuscola, comunità’ che mostra di non accorgersi, o comunque di essere disinteressata rispetto al navigare in direzione del porto dell’inconsistenza politico-sociale rispetto al Paese, quello con la P maiuscola.

(Segue)

 

Un Personaggio

Enrico Ruffiniavvocato, dal 31 gennaio 2020 direttore dell'Agenzia delle Entrate e dell'Agenzia delle entrate-Riscossione. Ha già ricoperto gli stessi incarichi da luglio 2017 a settembre 2018, dopo essere stato amministratore delegato di Equitalia a partire da giugno 2015.

Nascita: 21 giugno 1969 (età 54 anni)



La figura dell'esattore




«Da cattolico, so che fin dai tempi 

del pubblicano Levi la figura dell’esattore, 

comprensibilmente, non ha mai riscosso 

particolare simpatia. 

Ma oggi, in una democrazia, 

i soldi dell’evasione si recuperano non 

per conto dell’imperatore, ma a vantaggio 

della collettività. 

Compresi coloro che le tasse non le pagano»

domenica 27 agosto 2023

Una parola, tante ripercussioni

Denaro non significa successo.

senatori in carica in questa legislatura hanno presentato richiesta, per sé medesimi, perché i loro vitalizi vengano calcolati con il metodo retributivo anziché con il contributivo, metodo quest’ultimo che è valido da tempo per tutti i comuni cittadini, per tutti gli italiani. 

Qualsiasi studente sa che le riforme di natura retributiva non possono essere retroattive; e d’altronde le riforme delle pensioni hanno danneggiato sia i comuni mortali che i parlamentari; parlamentari che però hanno il vantaggio -in Italia-  di poter scrivere da se stessi le regole e persino le leggi che li riguardano. 

Gli incassi dei parlamentari non sono solamente quei 4.718 euro al mese, come ha provato a far credere in aula l’onorevole Fassino (parlamentare pd) alcune settimane fa. Sappiamo tutti che le varie e vere voci del cedolino dei parlamentari sono il triplo, cifre che non le guadagna nessun lavoratore dipendente e  (lo scrivono i giornali) neppure i chirurghi che salvano vite e i magistrati che decidono sulle vite.

 Certo, il discorso sull’avidità riguarda tutti, politici e non. Qualcuno ha detto: «Il metro del successo è il denaro». Forse costui potrebbe avere ragione se solo aggiungesse contestualmente la capacità di creare lavoro, innovare, lasciare traccia di sé, partecipare nel garantire la sanità, l’istruzione, la sicurezza ai propri compatrioti. 

 Riflettiamo: se la misura del successo dell’uomo è il denaro, allora i più grandi italiani  — san Francesco che si spoglia dei suoi averi, Dante che muore in esilio, Cristoforo Colombo che si spegne in povertà, Garibaldi che dal Regno di Napoli porta via solamente un sacco di sementi e uno scatolone di merluzzo secco — erano dei falliti.

E' domenica

Fitta di impegni cultural-religiosi

la domenica contessiota

 Secondo notizie che circolano in paese alla Liturgia domenicale nella Chiesa Madre, dedicata in questo fine settimana alla memoria di tre storiche figure sacerdotali locali, di Contessa Entellina, partecipera' il cardinale Montenegro, nella veste di amministratore apostolico dell'Eparchia di Piana degli Albanesi fino a quando sarà insediato il successore di Mons. Gallaro, posto a riposo per raggiunti limiti di età.

 A conclusione della celebrazione liturgica nella Chiesa Madre, nello spazio antistante l'ingresso dell'antico collegio delle suore basiliane, in via Scanderbergh, sara' scoperto un busto marmoreo dedicato 
a Papas Janni Di Maggio, parroco della Chiesa Greca dagli anni quaranta agli anni sessanta inoltrati del Novecento.

 Nel pomeriggio, nell'aula Consiliare si svolgerà un convegno nel corso del quale verranno ricordate le figure di tre storici parroci locali: Papas Lino Lojacono, Mons. Antonino Lala e Papas Janni Di Maggio. I rispettivi relatori, nell'ordine, saranno: il prof. Antonio Castello, il dott. Giuseppe Musacchia e il dott. Antonio Ragusa.

 Infine, per quei contessioti che vogliono chiudere religiosamente la giornata, segnaliamo che a borgo Piano Cavaliere nel corso della serata si svolgono i tradizionali festeggiamenti della domenica di fine agosto.

Un Personaggio

Fëdor Michajlovič Dostoevskij:
 in passato in italiano indicato anche come Teodoro Dostojevski è stato uno scrittore e filosofo russo. È considerato, insieme a Tolstoj, uno dei più grandi romanzieri e pensatori russi di tutti i tempi.
 
Nascita: 11 novembre 1821, Mosca, Russia
Morte: 9 febbraio 1881, San Pietroburgo, Russia



Il cristiano ed il bello


L’idea fondamentale è la rappresentazione 

di un uomo veramente  bello e perfetto.

E questo è più difficile che qualsiasi altra 

cosa nel mondo, oggi in particolare.

Tutti i poeti, e non solo i nostri, ma anche gli

stranieri, che hanno tentato la rappresentazione

dello spirito veramente bello, non erano all’altezza

del compito, perché infinitamente difficile.

Il bello è l’ideale: ma l’ideale da noi, come

nell’Europa civilizzata da molto tempo, non

è più fisso e sicuro.

Esiste nel mondo una sola ed unica figura 

positivamente bella, Cristo.

Questa figura infinitamente bella è senza 

dubbio un miracolo perpetuo (l’intero

 vangelo di Giovanni è pieno di questa

idea: Giovanni vede il miracolo 

dell’Incarnazione, nell’apparizione 

del bello). Sono andato troppo oltre 

in queste mie dichiarazioni.

sabato 26 agosto 2023

Denatalità ed emigrazione. I giornali titolano sull'Inverno demografico

Lo sbilanciamento tra le generazioni

conduce all'invecchiamento del Paese

  Se a Contessa Entellina ci accorgiamo di restare in pochi, e per giunta quelli delle fasce anziane via via più alte, nel resto del Paese Italia le cose pare che non vadano meglio. L'ex presidente dell'Istat, Blangiardo, in questi giorni fa sapere ai media che l'Italia sta vivendo "un crollo drastico dal 2008" e spiega che questo nuovo andamento ha portato "fino a 393mila nati nel 2022: sono 9 anni che ogni anno facciamo il record della più bassa natalità di sempre nella storia del nostro Paese".

 Secondo lo studioso il peggio non sarebbe ancora arrivato "I primi 5 mesi del 2023  sono ancora più bassi, la variazione è circa 1,5%, rispetto agli stessi mesi dell'anno precedente: quindi anche il record del 2022, 393 mila nuovi nati, siamo destinati a migliorarlo al ribasso". In effetti i dati Istat, tra gennaio e maggio, ci dicono che sono nati 148,249 persone, contro le 150.315 dei primi mesi del 2022.

 Secondo la studiosa di questioni demografiche, Letizia Mencarini, che ha coniato il termine  "Trappola demografica", l'origine del processo demografico negativo ha origini lontane: " In Italia, il 1977 è stato l'ultimo anno in cui la generazione dei figli è riuscita a sostituire numericamente la generazione dei genitori, con circa due figli nati per coppia. Dal 1985 in poi, in maniera velocissima, la fecondità italiana è scesa sotto l'1,5 figli per donna, per non tornare più a questo livello. Negli anni sessanta sono nati più di un milione di bambini, negli anni '90 meno di 600mila, mentre i dati dello scorso anno non arrivano neanche a 400mila"

 La conclusione da trarre è che gli italiani fanno meno figli perché ci sono sempre meno persone in grado di generare figli. I genitori di oggi sono in media quei, già, pochi nati negli anni '90, e gli studiosi ci dicono che a "fecondità costante", si avranno via via sempre meno nati ogni anno. I pochi figli dei decenni trascorsi ed i pochi genitori di adesso fanno, adesso, pochi figli che, a loro volta nella generazione che segue faranno ancor meno figli.

     

 Se il quadro generale del Paese Italia è quello che deriva dai dati Istat, quale è il quadro e la riflessione che possiamo sviluppare (secondo la scienza demografica) nel caso di un paesino (Contessa Entellina) che di anno in anno, quasi allegramente, va perdendo non solo i suoi figli più giovani, ma persino gli anziani genitori di questi che ormai,  frequentissimamente, decidono di andare a vivere con i figli residenti in Germania, Svizzera ... ?

(Segue)

Un Personaggio

Francesco Alberoni; è stato un sociologo, giornalista e scrittore italiano, rettore dell'Università di Trento dal 1968 al 1970 e della IULM dal 1997 al 2001. 

Nascita31 dicembre 1929, Borgonovo Val Tidone
Morte14 agosto 2023, Milano



La politica


«Metà dei danni di un Paese 

dipendono dall’accanimento con cui 

i cattivi capi frenano, ostacolano e paralizzano 

quelli intraprendenti ed attivi»

venerdì 25 agosto 2023

Leggere i giornali

Fermare l’inflazione

Il primo gennaio 2024 tornerà in vigore il Patto di Stabilità, l’accordo dell’Unione europea sulle regole di bilancio sospeso in seguito alla pandemia di Covid, che serve a evitare eccessivi aumenti del debito dei Paesi dell’Ue e a garantire così la stabilità della moneta comune, attualmente percorsa dalla febbre dell’inflazione.

La versione attuale prevede che i disavanzi pubblici degli Stati membri non debbano superare il 3% del Pil e che il debito debba rimanere sotto al 60% del Pil. Gli Stati che non rientrano in questi parametri devono rimborsare il 5% annuo del debito che eccede il limite del 60%. Troppo per l’Italia, che ha un debito pubblico molto alto, e chiede da tempo nuove regole, puntando sull’alleanza con Spagna e Francia.

Flash sulla realtà albanofona in Italia

l'uso dell'arbereshe

Le comunità albanesi d’Italia sono distribuite in Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria e Sicilia e si riconoscono dal mantenimento della lingua.

  Nel sud Italia l’arbëreshe si parla tuttora in 49 comuni.

In Sicilia, 3 comuni, in Provincia di Palermo, con complessivi 15.000 residenti continuano nel terzo millennio a comunicare fra loro con l’uso dell’arbereshe.

*  *  *

Povincia di PALERMO

(1) Contessa Entellina Kundisa
(2) Piana degli Albanesi Hora e Arbëreshëvet

(3) Santa Cristina Gela Sëndahstina