martedì 29 agosto 2023

Dirigenti ben pagati. Pubblica Amministrazione nel caos

 Situazioni surreali

All’INPS, almeno fino ad un anno fa i dirigenti dell’Ente erano fra i più ben pagati dell’intero e vasto mondo della Pubblica Amministrazione. Ci sarebbe da presumere che quell’Ente dovrebbe funzionate come un “orologio svizzero” con tanti cervelli ben sodisfatti nelle attese economiche.

 Sergio Rizzo, in un suo fortunato libro “Il Titanic delle pensioni” riferisce di un caso, che pare non sia l’unico. Il nome viene presentato in sigla.

 “ F.M.L, è baciata dalla fortuna. Per ben dodici anni, dal 2006 al 2018, incassa all’inizio di ogni mese  la pensione da ex insegnante e alla fine di ogni mese il regolare stipendio da insegnante. Che cosa sia esattamente accaduto non sono riusciti a scoprirlo  nemmeno i giudici della Corte dei Conti cercando di ricostruire la sconcertante vicenda. Intendiamoci le responsabilità sono chiare. C’è un dirigente della scuola xy di xyz che a quanto pare non ha spedito il modello D con il quale si comunica all’amministrazione che un’insegnante se ne va in pensione. E c’è una funzionaria che dovrebbe seguire la pratica, accertandosi che tutto vada per il verso giusto, però se n’è dimenticata. Questo, almeno, viene appurato.

 Ma la ricostruzione dei fatti non spiega come sia stato possibile che per dodici anni nessuno si sia posto il problema di un dipendente statale che figura contemporaneamente in servizio e in pensione. La questione avrebbe potuto sollevarla la protagonista. Mettetevi però nei suoi panni: quanti l’avrebbero fatto, pur sapendo che la cosa non sarebbe rimasta priva di conseguenze? 

Nella fattispecie il caso non riguarda l’insegnante  Franca Maria Lucentini  deceduta all’inizio del 2019. Bensì i suoi eredi, ai quali la Ragioneria generale dello Stato chiede i soldi indietro. Anche se dovrebbe  farseli dare da qualcun altro, e non soltanto, come hanno sentenziato  il 14 Novembre 1922 i magistrati  della sezione d’appello della Corte dei conti,  dalle presunte responsabili del pasticcio alla scuola di Belpasso. Una di loro l’ha detto chiaramente ai giudici, che non hanno potuto non condividere  le sue rimostranze  sulla “incomprensibile mancanza di controlli  protrattasi per ben dodici anni, durante i quali gli enti pagatori  della pensione e dello stipendio  non hanno riscontrato  la macrostorica irregolarità “.  Sembra impossibile che nessuno abbia notato non soltanto l’anomalia di pensionato che continua a ricevere lo stipendio, ma pure l’assurdità che lo Stato paghi uno stipendio ad una signora fino a 78 anni. Ben oltre la massima età pensionabile di chiunque.

Per questa serie di inconcepibili negligenze non ci sono colpevoli.


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