giovedì 31 agosto 2023

Umanità’ in movimento

Ruolo dell’uomo nel 

corso dei millenni (2)


La storia e l’avvento dell’agricoltura
ha avuto origine in Mesopotamia 
circa 11mila anni fa. Successivamente
le pratiche di coltivazione e allevamento
del bestiame sono emerse in modo
indipendente in una altra decina di
territori. Quel contesto viene dagli
storici definito “la rivoluzione
agricola neolitica”.

Vengono meno le norme sociali
relative al cacciatore-raccoglitore e
comincia lentamente ad
affermarsi la proprietà privata.




 Con l’introduzione dell’Agricoltura e sopratutto dell’allevamento l’uomo cambia, se così si può scrivere, il suo stile di vita. Da raccoglitore di frutti selvatici  e da cacciatore si trasforma in agricoltore/coltivatore e allevatore. Il cambiamento non fu ne’ rapido né omogeneo su tutte le aree. Passarono, lungo il periodo definito del “Neolitico”, secoli e secoli da quello che all’inizio fu in qualche area del pianeta una sorta di orticoltura volta ad assecondare la natura fino alla piena padronanza  delle tecniche agricole e alla diffusione di queste.

   Storici ed economisti sostengono che fino a 10mila anni a.C. l’uomo viveva semplicemente raccogliendo cereali selvatici e verosimilmente cominciava a utilizzare le sementi, quasi a voler semplicemente aiutare la natura. Quella iniziale fase dell’umanità che comincia ad “apprendere” non deve essere stata troppo lunga per consolidarsi sul piano psichico e tecnico  per poi far nascere l’agricoltura. Sicuramente pero' non tutto fu facile ne’ fu rapido.  Dalla autosemina di cereali selvatici, alla mietitura delle spighe prima che maturassero e poi allo sviluppo della consapevolezza che dovesse arrivarsi  alla maturazione e -grazie a questi passaggi- poi a costituire scorte per il corso dell’anno ne dovettero passare  di secoli a centinaia e persino a migliaia.

 Gli archeologi-botanici chiamano questo lunghissimo periodo “agricoltura pre-domestica”. Anche l’addomesticamento degli animali è avvenuto attraverso una lunga, o lunghissima, serie di progressi graduali. L’acquisizione che via via veniva sviluppandosi in un’area non godeva che lentissimamente della diffusione in zone diverse. Le popolazioni “iniziate” ovviamente godevano del privilegio nel venire a contatto con altre “tradizionali” e facevano pesare a loro beneficio le avvenute acquisizioni negli “scambi” e persino iniziando le “colonizzazioni” che tuttavia si presentano come primi fenomeni di “acculturazione”. Il tutto e’ comunque avvenuto in un lasso di tempo lunghissimo, misurabile in millenni.

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