martedì 31 gennaio 2023

Capita

Il 41/bis in cosa consiste? 

Fu formulato per contrastare, o addirittura, per sconfiggere la mafia, in seguito alle stragi di Capaci e di via D’Amelio, ritenendo che la detenzione ordinaria non fosse sufficiente a interrompere la catena di comunicazione tra i boss che stavano in galera e l’organizzazione che resisteva all'esterno.

L’origine del 41 bis, il regime detentivo speciale (dall’art. 41 bis, comma 2 dell’ordinamento penitenziario) di cui tutti i media riferiscono e commentano nelle intenzioni del legislatore, doveva avere carattere «emergenziale», ossia, temporaneo, però lo si rese  permanente nel 2002). 

Sono 728 i soggetti cui è riservato attualmente questo regime (12 le donne), su un totale di una popolazione carceraria che si aggira attorno alle 56mila unità (ovvero, l’1,3%): 184 sono detenuti in attesa di giudizio, 332 sono condannati definitivi, 208 sono soggetti con «posizione mista» e 4 internati.

La logica che disciplina il 41 bis sarebbe sorta il 10 ottobre 1986 con la legge n. 663 introdotta per il contrasto al terrorismo e poi fu esteso con un decreto del 1992 anche ai mafiosi, col trasferimento di molti boss dal carcere dell’Ucciardone a quello dell’Asinara.  L’intento del 41 bis non è spingere alla collaborazione con la giustizia i detenuti, ma piuttosto di impedire la comunicazione dei boss mafiosi con l’esterno.

Per i magistrati si tratta di uno strumento più che efficace e -peraltro- non conflige con la normativa europea. 

Le carceri che possiedono sezioni di «41 bis» sono 12: la più importante è quella de L’Aquila, dove -appunto- è stato da pochi giorni recluso Matteo Messina Denaro.  

Mafia e Riflessioni. Messina Denaro in auto in paese due giorni prima dell’arresto

 Il boss mafioso Matteo Messina Denaro, sembrerà incredibile, ma girava tranquillamente con la sua "Giulietta Alfa Romeo" per le vie di Campobello di Mazara (è stato persino ripreso dalle telecamere di sorveglianza) senza che nessuno, in quel grosso centro del trapanesse sapesse o si accorgesse di nulla.

Quanto è credibile questa versione ?

 Il boss è stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza nelle vie del centro abitato a bordo della sua Alfa Romeo Giulietta, poi ritrovata e sequestrata, sabato 14 gennaio alle ore 11, due giorni prima dell’arresto a Palermo davanti alla clinica dove si era recato per la chemioterapia alla quale deve continuare a sottoporsi. Ovviamente il filmino recente non deve essere l'unico. E Campobello non è New York perché nessuno sapesse della sua presenza. Campobello registra appena 11 mila abitanti.

  Sarebbe tempo che i cittadini, gli italiani, sapessero più di quanto viene loro finora somministrato. Chi ha coperto per decenni e decenni il boss?

IL NOVECENTO = Il secolo dell'ottimismo, del grande sviluppo e pure di due guerre mondiali (14)

 La Cultura di massa

Mentre iniziano a volare i primi aeroplani, nell'etere inizia la corsa per catturare e dominare le onde elettromatgnetiche che si affiancano allo sviluppo del sistema telegrafico (già in uso a fine Ottocento).

Al telegrafo inizia presto ad affiancarsi il telefono che collega diverse città. L'intento in questo campo sarà quello di arrivare all'alternativa senza fili sia per il telegrafo che per il telefono (che necessitavano di cavi sottomarini per i collegamenti transoceanici). Gugliemo Marconi a fine '800, dopo più esperimenti di invio di onde lunghe a più di un chilometro, vendette il sistema telegrafico da lui intuito senza fili alla British Post Office in quanto il Ministero italiano delle Poste e Telecomunicazioni non volle prenderlo in considerazione. Sempre Marconi nel 1901 riceve in Canada il primo messaggio transatlantico senza fili inviato dalla Cornovaglia.

Grazie alle nuove tecniche di informazione, inizia lentamente quella che diventerà la cultura di massa. La cultura della notizia consolida il nuovo corso professionale del giornalismo; la stampa quotidiana raggiunge livelli di milioni di copie nel primo decennio del Novecento ed il sorgere di varie decine di quotidiani in Italia. Da qui l'avvio, soprattutto nel settentrione, di quella che verrà definita la cultura di massa.

Sempre all'inizio del '900 nascono i grammofoni, le prime compagnie e professionisti del canto che registrano e producono i primi dischi.

A Contessa Entellina ?

 Ciò che vogliamo ricordare è la circostanza secondo cui l'Ufficio Postale fu localmente relativamente abbastanza attivo. Il successo di pubblico e di attività capitò soprattutto perché la corrispondenza, le rimesse ed i pacchi dagli Usa  (ove già stavano migliaia di contessioti) fu piuttosto intenso.

 Nel 1952 la conduzione delle sedi locali divenne uniformemente pubblica, come in tutta Italia.

Curiosità nel e dal mondo

 In attesa dell'Unità d'Italia (4) 

Stiamo procedendo sulla base di un recente studio diffuso dall'Istat.

Il Sud Italia possiede infrastrutture di trasporto inferiori per qualità e quantità rispetto al Nord. 

 Evidenzia l’Istat: «La densità della rete ferroviaria è nettamente più bassa, soprattutto nell’alta velocità (0,15 Km ogni 100 Km2 di superficie; 0,8 al Nord; 0,56 al Centro)». 

 Negli ultimi decenni l’ampliamento è stato modesto (+0,3% contro +7,1% del Centro-Nord) mentre è aumentato il gap qualitativo (58,2% di rete elettrificata; 79,3% del Centro-Nord).

 In materia di strade intercomunali l'Istat non si intrattiene a sufficienza. Noi di Contessa E. però abbiamo l'obbligo di soffermarci. Ci pare che possiamo affermare senza rischio di smentita che -sostanzialmente- non possediamo una vera rete stradale sul nostro territorio: la Fondo Valle Palermo-Sciacca  per noi ha significato solo quasi esclusivamente per raggiungere il capoluogo; per il resto del territorio siamo fermi, o quasi, alle trazzere e alle strade provinciali che definire "s-c-a-s-s-a-t-e" è poco. Pochi dei residenti possediamo automobili che restino in buone condizioni per lungo tempo, stante  che devono percorrere strade provinciali (e, peggio ancora, ex-consorziali) che addirittura sfigurano rispetto a ciò che resta delle storiche regie trazzere, quelle fatte curare l'ultima volta dai Borboni.

 I servizi essenziali?

 «L’obsolescenza delle reti idriche — spiega l’Istat — è un fattore critico data la sempre più grave siccità che interessa il Paese. Nel Meridione spesso si registrano perdite per circa la metà dell’acqua per uso civile. Livelli di inefficienza superiori alla media caratterizzano tre quarti delle province del Mezzogiorno (1/4 nel Centro-Nord)».

Nel Mezzogiorno mancano adeguati servizi per l’infanzia. Nonostante l’offerta di nidi e asili nido sia in crescita su tutto il territorio nazionale, i gap restano significativi. «Due terzi dei bambini (0-3 anni) nel Mezzogiorno vive in contesti con livelli di offerta inferiori agli standard nazionali e il 17,8% in zone con una dotazione molto bassa o nulla (5,3% nel Centro-Nord)», aggiungono da Istat. Nel livello più critico, spesso risultano serviti meno di un terzo dei Comuni: è il caso delle 5 province calabresi; di tutta la Sardegna (eccetto Cagliari), di Caltanissetta e Potenza. Fra le 10 maggiori città italiane, solo quelle meridionali si collocano ampiamente sotto la quota dei 30 posti ogni 100 bambini minori di 3 anni. E' bene evidenziare su questo tema, che Contessa E. possiede l'offerta che soddisfa -per quanto ci viene riferito- l'utenza.

 Nel dettaglio: Catania (6,8); Palermo (11,8); Napoli (12,8); Bari (16,3). Firenze (49,4) è la città con l’offerta più ampia, cui seguono: Bologna (47,6); Roma (47,1); Torino (40,7); Genova (37,9); Milano (37,8).

Sanità.

Sul fronte della sanità i giornali forse da sempre scrivono di emigrazione ospedaliera da Sud a Nord. Tra le ragioni c'è la bassa spesa sanitaria, che in Italia continua a essere inferiore alla media Europea. Situazione che per l’Istat ha prodotto una “contrazione del sistema sanitario”, più accentuata nel Mezzogiorno dove il finanziamento pubblico è più basso. 

 Nel 2018, le regioni con una spesa pubblica per abitante superiore alla media nazionale (1.911 euro/ab.) erano quasi tutte del Centro-Nord con Calabria (1.705) e Campania (1.783) nelle posizioni di coda

 «Nel Mezzogiorno soprattutto in alcune regioni coinvolte dai Piani di Rientro (6 su 7 in questa ripartizione) la contrazione della spesa pubblica ha inciso negativamente sui Lea (Livelli essenziali di assistenza). Non stupisce quindi la diffusa “emigrazione sanitaria”: i ricoveri extra-regionali sono il 9,6% di quelli interni (6,2% nel Centro-Nord). In oltre 1 Provincia su 5 (21,1%; 7,2% nel Centro-Nord) tale mobilità sanitaria è molto intensa», sostiene l’Istat.


lunedì 30 gennaio 2023

La Politica che non c'è. In Italia manca la Sinistra politica, manca la cultura riformista

Il Pd, il partito che si sbriciola da solo. 

In 15 anni, dal 2007 a oggi, i segretari sono 8: Walter Veltroni, Dario Franceschini, Pierluigi Bersani, Guglielmo Epifani, Matteo Renzi, Maurizio Martina, Nicola Zingaretti ed Enrico Letta. Di questi sono stati veri uomini con cultura di Sinistra non più di un paio. 

Il Pd privo di linea politica ... necessita di tornare ad essere Sinistra. Riuscira'? Tanti osservatori ne dubitano.



Mafia e riflessioni. Sul programma "Non è l'Arena" il pentito Gaspare Mutolo e le ombre sull'arresto di Matteo Messina Denaro

 Ieri sera sul canale Tv L7


«L’arresto di 
Messina Denaro mi è sembrato più un appuntamento, non c’era la concitazione vista in altri arresti di grandi boss».
Così il pentito Gaspare Mutolo, intervistato da Massimo Giletti a Non è l’Arena su La7.

«Spero che questo arresto segni l’inizio della fine di Cosa Nostra», ha aggiunto Mutolo.

IL NOVECENTO = Il secolo dell'ottimismo, del grande sviluppo e pure di due guerre mondiali (13)

Le comunicazioni 

La fine dell'Ottocento consegnò al Novecento una grande varietà di scoperte, invenzioni, miglioramernti che in gran parte avevano a che fare con l'energia, con l'utilizzo dell'energia e pure col motore a scoppio.

Raffigurazioni del periodo della
Belle Epoque
Il passaggio dall'illuminazione a gas a quella elettrica non fu visto come una questione di efficienza o di economicità per le tasche cittadine ma piuttosto come una dimostrazione di efficienza (modernità) dagli amministratori locali (sia di Contessa Entellina dove, dopo il soffocamento del Movimento dei Fasci siciliani, erano tornati gli scontri fra Bianchi e Neri, che nei grossi centri come Palermo, dove il confronto fu ripreso all'interno del mondo liberale, distinto fra conservatori e liberal-democratici).

Ai nostri giorni, in cui paghiamo il costo energetico in misura non a lungo tollerabile per le tasche della gran parte della popolazione, è bene sapere che allora -nel primo Novecento- l'energia era a bassissimo costo, anche perché l'uso che se ne faceva consisteva per una o due lampade nelle case della maggior parte della gente, sia nelle città che nelle periferie.

Era -quello- il periodo della Belle Époque, il periodo che vide accanto ai carretti e alle carrozze trainate da muli e cavalli anche quello delle prime automobili, non solamente a Palermo, ma anche lungo le prime strade provinciali (a Contessa E. il comune fu incaricato, nel primo Novecento, con ruolo significativo di primo piano, di curare e vigilare sui lavori di realizzazione della Contessa E.-Santa Margherita Belice). La prima auto a Contessa comunque la si vedrà sul finire degli anni '20.

Il lato oscuro della Belle Epoque

Nel Meridione il Latifondo e la
Mafia costringono vastissime masse
di famiglie contadine a lasciare
la terra d'origine in direzione
delle Americhe
A dire il vero il primo Novecento fu il periodo storico che infuse il bisogno di muoversi e di comunicare con i mezzi più veloci possibili, rispetto ai decenni passati dell'Ottocento. Non per nulla via via fu avviato lo sviluppo delle ferrovie, piroscafi, telegrafi.

La Daimler nel 1889 inventò e poi perfezionò il motore a scoppio, supporto tecnico del nuovo sistema del trasporto motorizzato di massa, per non dire del successivo sviluppo industriale, tecnologico e sociale (petrolio, acciaio, gomme, strade, stazioni....).

Non è bene evidenziarlo, ma va detto che fu la prima guerra mondiale a rappresentare il momento di svolta per l'affermazione del comparto industriale. All'industria competeva accellerare la produzione e il miglioramento delle singole parti dei nuovi apparati (inizialmente) militari tra autocarri, ambulanze etc.

Il 7 dicembre 1903 Orville Wright, assieme al fratello, costruì il primo aereo che si levò in cielo nel North Carolina, ma per appena un solo minuto. Ma da quel primo tentativò non passò molto tempo perchè l'aeroplano non conquistasse i cieli. Quella fine dell'Ottocento e quel primo Novecento furono pure il tempo delle grandi navi, con le quali la stragrande maggioranza dei contessioti (più dei 3/4 della popolazione) lasciò il paese nativo per raggiungere New Orleans. I mari venivano ormai solcati da grandi navi. Ai primi del Novecento il primo dirigibile, costruito in Germania, solcò i mari e nel nel 1912 capitò -però-  il disastro del Titanic, proprio nel suo viaggio innaugurale. Quella tragedia produsse l'effetto di perfezionare ed usare più efficacemente le trasmissioni radiotelegrafiche.

(Segue)

Curiosità nel e dal mondo

 In attesa dell'Unità d'Italia (3)

Secondo la lettura che gli economisti e conseguentemente la Stampa fanno sul permanere -ad oltre 150 anni dall'Unità del Paese- indietro (e persino con frequenti balzi all'indietro) del Mezzogiorno, una delle criticità di primo grado sta sul fronte della scuola e delle conoscenze. 

 Scrive l’Istat: «Il livello d’istruzione nel Mezzogiorno conferma una grave arretratezza: migliora nelle giovani generazioni, ma lo svantaggio è ancora molto ampio». Nel 2020, un terzo (32,8%) dei meridionali in età 25-49 anni (24,5% nel Centro-Nord) ha concluso al più la terza media; il 22,6% (27,6% nel Centro-Nord) ha un titolo terziario.

 Le competenze degli studenti del Sud risultano più basse in tutte le discipline con un gap che si allarga nei diversi gradi d’istruzione. «Nel 2021-22 il 42,7% degli studenti meridionali di V superiore presenta competenze “molto deboli” in matematica (28,3% in Italia; 15% nel Nord-Est) e solo il 6,7% si colloca a un livello “molto buono” (14,9% in Italia; 22,6% nel Nord-Est)».

 La digitalizzazione incompleta. 

 Posto che nel 2000 dichiarava di avere accesso alla rete dalla propria abitazione solo il 15,4% delle famiglie (nel Mezzogiorno 11,1%), negli ultimi 20 anni il quadro indica: 2010 oltre la metà delle famiglie italiane (52,4%) aveva accesso alla rete e nel 2020 circa 8 su 10 (79%).  Ai nostri giorni al Sud il 60% circa dei residenti «ha opportunità ridotte di accesso alla Banda ultra-larga, e circa 1 su 5 (17,3%) vive in contesti molto distanti da questo standard (4,2% nel Centro-Nord)».


domenica 29 gennaio 2023

Capita


 Campobello di Mazara: la gente comincia a parlare

 Negozianti, ristoratori, pazienti della clinica. sono tante le persone che si presentano spontaneamente agli investigatori. 
 I timori di tanti, secondo alcuni giornali, sono che possano essere le forze di polizia -prima o dopo- a recarsi a casa di chi ha avuto contatti col boss del trapanese, Messina Denaro.

 Dopo decenni e decenni di omertà in tanti, nella cittadina del trapanese, pare che stiano per ritrovare la memoria. Agli investigatori stanno -via via- a raccontando i loro rapporti, le frequentazioni, gli incontri, a volte occasionali, con il boss mafioso Matteo Messina Denaro. 

 Gli inquirenti davanti alla robusta sfilata di testimoni, tra Palermo, Campobello, Trapani, che si muovono probabilmente angosciati dal timore di finire tra i sospettati di collusioni e connivenze con il padrino di Castelvetrano, cominciano a studiare la rete di relazioni con il supporto di gente nemmeno convocata. 

 Tanta gente,  onde prevenire conseguenze spiacevoli che potrerbbero sortire dalle agende con numeri di telefoni e telefonini appartenenti al bosse,  sta anticipando le mosse degli investigatori e pare che stiano parlando. 

 Nei covi di Matteo Messina Denaro sono state rinvenute oltre ad agende con numeri telefonici  altre carte d’identità intestate a prestanomi, che il boss avrebbe utilizzato per coprire la latitanza: secondo le notizie di stampa risulterebbero cinque in tutto.

 Si presentano alle forze dell'ordine, in linea generale, pazienti che Messina Denaro ha incontrato alla clinica Maddalena in cui è stato arrestato il 16 gennaio e con cui il boss faceva la chemio (condividevano una chat con lui), cittadini che l’avevano incontrato in un negozio, ristoratori, il concessionario che gli ha venduto l’auto e pure una donna che ha sostenuto di aver stretto con il padrino una relazione amorosa di qualche mese non sospettando che il suo amante fosse il ricercato italiano numero uno. 

Unione Europea e Balcani. In Kossovo vige un clima non proprio sereno


Chi non ricorda i gravi fatti di quanto accadde alcuni decenni fa in Kossovo (uno stato, oggi indipendente a maggioranza di etnia albanese ) ?

Il 17 febbraio 2008 il Kossovo (realtà conosciuta e frequentata più volte da più contessioti, fra cui dalla amica di noi contessioti Giuseppina Cuccia ed da Anna Fucarino, la quale in quella Università ha acquisito dei titoli universitari di ordine linguistico) dichiarò unilateralmente l’indipendenza dalla Serbia, mai accolta ed accettata da Belgrado.  I serbi infatti considerano questo territorio culla -in secoli lontani-  della loro nazione. 

Ai nostri giorni -comunque- lo Stato kosovaro è riconosciuto nel consesso degli stati del pianeta da 98 dei 193 Paesi Onu, Italia compresa

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Cosa accade?

In queste settimane in Kossovo si stanno vivendo effetti collaterali della guerra ucraina: l’Europa, e con esso l'intero Occidente, sta accelerando sull’allargamento ai Balcani occidentali dei suoi confini e, in questo quadro geo-politico sono già candidati all’ingresso nella Ue: Albania, Montenegro, Serbia e Macedonia del Nord, e dal 15 dicembre 2022, il Kossovo ha avanzato richiesta allo status di Paese candidato, status già accordato alla Bosnia ed Erzegovina. L'Italia è fra i paesi patrocinatori dell'ammissione, nel rispetto dei prefissati passaggi, del Kossovo nell'U.E.

Non è scontato che la richiesta avanzata dal Kossovo il 15 dicembre u.s. trovi facile percorso. Infatti numerosi sono i paesi UE che non sembrano benevoli e fra questi:  Cipro, Grecia, Romania, Slovacchia, Spagna. 

Il Kossovo in quanto stato indipendente non è riconosciuto dalla Cina e dalla Russia, che invece è il grande protettore della Serbia.

La stampa internazionale sa che sulle gravi tensioni recentemente esplose nel Nord Kossovo c'è in prima fila la Serbia e dietro a questa la Russia.

Alle radici dell'Umanità

IL MONDO ALL'ALBA DELL'UMANITA' pag. 4

Leggi pag. 1   

Leggi pag. 2

Leggi pag. 3

Siamo ancora alle premesse di un percorso che riteniamo, se possibile, sarà lungo. 

Le scritture del libro della Genesi vogliono proporsi di dare un senso al vivere dell'uomo. Vogliono descrivere il come è avvenuta il sorgere della Terra e come è stata originata la vita umana. Non è sul piano scientifico che esse tuttavia si propongono di descrivere e riflettere; lo scopo è quello di dare significato alla vita, al vivere dell'uomo; a quell'essere frutto di milioni di anni già vissuti da ominide =( rif. all'Ardipithecus ramidus di 4,4 milioni di anni fa, scoperto in Etiopia). Le descrizioni della Bibbia, che leggiamo, vogliono descrivono le origini del mondo per opera di Dio in vista dello successivo sviluppo della preistoria e successivamente della vicenda di Israele attraverso le vite dei padri costituenti di quel popolo.

Tema di primo piano del Libro (Genesi)  è che il creatore (Dio) è onnipotente, ma fedele all'uomo che è, e deve ritenersi, custode della natura creata. Quando fra gli uomini si andrà sviluppando la corruzione, l'egoismo e persino la malvagità ai danni di altri uomini, il Libro -come a voler additare un modello ottimale- individua una persona, Abramo e poi i suoi discendenti, a modo di custodi e fedeli esecutori del patto proposto per rimediare alla malvagità del mondo, creato e voluto da una divinità.

Il percorso che, dalle origini del cosmo e dell'Umanità, passando -come vedremo- attraverso patriarchi, liberatori, profeti e sapienti per arrivare alla fine all'Apocalisse, addita la città della pace e della speranza, sarà attraverso la Bibbia un percorso di simbolismi, di eventi di gloria e di drammi, scoperta di messaggi che stimolano la coscienza e, secondo tanti fedeli un martello che spacca le rocce del corso della vita.

(Segue)

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 Il credente cristiano: 

OLIVER CLEMENT

dal testo Dio è Simpatia

Cristiani tra secolarità e liturgia

3. La Velocità, modernità e teologia dell'amicizia

 C'è una grande spinta, nella nostra società, a pensare a noi stessi. E solo a questo. E' l'unico mandra che non attenua la sua voce neppure nei grandi cambiamenti in cui siamo immersi, quelli della società virtuale, della fretta delle grandi città, della fine dell'ottimismo che è seguita all'11 settembre 2001. Velocità e individualismo sono due grandi.

 La fraternità cristiana non può prendere le distanze da una società veloce, individualista, poichè essa implica la durata ed un certo grado di comunione. Implica il fermarsi accanto a un altro. In esperienze cristiane, come la Comunità di Sant'Egidio, l'amicizia è una dimensione fondamentale. Nell'Antico Testamento, "essere senza amici si avvicina molto all' "essere fuori di Dio". L'uomo della società liberale non ha che raramente amici: ha relazioni, conoscenze, di cui si serve al meglio per i suoi interessi. Nell'Antico Testamento, in particolare nell'Ecclesiaste e nel Libro dei Proverbi, troviamo una concezione abbastanza simile all'amicizia: l'amico è un sostegno, una difesa, ma ben presto tutto è retto da una concezione spirituale dell'amicizia. La linea orizontale, utilitaristica: è intrinsecata dalla linea verticale che indica la trascendenza.  Aiutare un amico diventa "un'offerta al Signore" (Eccl. 14,11),  "il fratello confortato dal fratello è saldo come una fortezza" (Prov. 18,19). Con l'amicizia di Davide e di Gionata, ci alziamo al di sopra di ogni concezione utilitaristica: " l'anima di Gionata si era talmente legata all'anima di Davide che Gionata lo amò come se stesso" (1 Sam 18,1). E compare un elemento tragico, come un'anticipazione della croce.

 Gesù realizza in sé l'unità di tutti gli uomini. Tale unità si esprime a vari livelli di coscienza e d'intensità per culminare nelle amicizie personali di Cristo, soprattutto con Marta, Maria e Lazzaro. E' significativo che l'unico adulto che Gesù  abbia strappato alla morte, Lazzaro, fosse uno dei suoi amici personali. Alla vigilia della sua passione, chiama amici i suoi apostoli. "Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt. 18,19-20). L'amicizia appare come un'espressione privilegiata della comunione cristiana. Ciò che evidenzia il carattere personale, e non semplicemente comunitario, dell'amicizia in Cristo, è che egli manda gli apostoli a portare la loro testimonianza a due a due. LO stesso accade per i settantadue discepoli.

 E' in questo quadro evangelico che i Padri della Chiesa hanno ripreso e sviluppato le belle analisi di Aristotele sull'amicizia (soprattutto l'Etica Nicomachea). Hanno sottolineato la necessità, oltre all'agàpe, l'amore dato dall'alto con un carattere universale, anche l'amicizia personale, la philìa. Usano qui il verbo stérgein che indica  un sentimento tranquillo e costante, pieno di pace. Stèrgein e agdpàn  si congiungono per indicare che l'amicizia è un servizio comune, che pone la persona, allo stesso tempo, nella sua unicità, nell'insieme della comunità e, finalmente, in Cristo e nell'insieme dell'umanità. Per San Gregorio di Nazanzio l'amicizia consiste nel sopportarsi, perdonarsi, e soprattutto nel " portare le difficoltà gli uni degli altri". Per definizione, "l'amicizia condivide" (Ep. Exort. ad Hellenios, PG 37 1468). E Gregorio mostra che, tutto sommato, l'amicizia "proviene dalla Trinità, che comunica l'unità e la pace" (Disc. 23 sulla pace, 3). Già San  Paolo aveva esortato i cristiani a " portare i pesi gli uni degli altri" (Gal. 6,2). I piccoli racconti dei Padri del Deserto mostrano che l'amicizia ignora il mio ed il tuo. Due monaci erano legati dall'amicizia. Uno dice all'altro: dovremmo tentare di capire perché la maggior parte degli uomini litigano rivendicando l'uno contro l'altro gli stessi beni. Prendo questo mattone, lo metto in mezzo a noi e dico: è mio! Tu resisti e rispondi ostinatamente dicendo con altrettanto vigore: no, è mio! Hanno iniziato così, ma presto ognuno ha detto all'altro: se lo vuoi, prendilo, è tuo!

 Un grande fisico e filosofo religioso russo, Paul Florensky, fucilato nel 1937, ha abbozzato una teologia dell'amicizia nella sua grande opera La Colonna e il Fondamento della Verità (Mosca, 1913). Al capitolo intitolato Lettara 12, egli analizza in particolare il rito della fraternizzazione, a metà strada tra l'ecclesiale ed il popolare, nell'ufficio dell'adelphopoièsi. Non abbiamo bisogno di un rito, abbiamo però di certo bisogno di vivere ciò che esso simboleggia.

Curiosità nel e dal mondo

 In attesa dell'Unità d'Italia (2)

Tavola diffusa dal Corriere della Sera

La “questione meridionale”, quella che da oltre centocinquant'anni tutti i governi hanno -vanamente- provato  di affrontare, è per l'ennesima volta parte rilevante, anzi un punto centrale del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che ha destinato il 40% delle risorse per finanziare riforme e interventi per tutte le 8 regioni del Sud. 

Vistoso è sempre stato e lo è tutt'oggi il gap -che anzi si è aggravato- rispetto al Nord per quanto riguarda mercato del lavoro e chance occupazionali. Apparirà incredibile ma «Dal 2000 in poi si registrano circa 3 occupati ogni 10 in meno nel Mezzogiorno rispetto al Centro-Nord (25-34 anni). 

 L’intero Mezzogiorno (tranne piccole oasi) presenta tassi di occupazione giovanile molto inferiori alla media come evidenzia la tavoletta. Se la fase più critica per l’occupazione si è vista tra il 2008 e il 2013 — periodo in cui in Italia, nella fascia d’età 15-64 anni, si passa da 22,6 milioni di occupati a 21,4 milioni con una perdita concentrata nel Mezzogiorno (626mila; 51,1%) — va detto che la leggera crescita dal 2014 è poi crollata inseguito alla pandemia

 Sta scritto: «Ad aprile 2021, al netto della stagionalità, il numero di occupati (22,34 milioni) resta inferiore del 3,5% (814mila unità) rispetto al febbraio 2020». L’Istat ricorda ancora come il Sud paghi la diffusione del lavoro atipico o non standard e quindi del lavoro nero. Preoccupa anche il futuro dei territori e delle nuove generazioni. Nel 2021 in Italia risultano occupati 7 giovani su 10, che salgono a circa 8 su 10 nel Centro-Nord (82,4% al Nord e 74% nel Centro Italia) mentre calano a circa 5 nel Mezzogiorno.

sabato 28 gennaio 2023

Russia - Ucraina. Verso dove marcia l'umanità ?

 • = La guerra in Ucraina è arrivata al 339esimo giorno.

• = Il ministro Crosetto annuncia nuovi aiuti militari da parte dell'Italia e dichiara: «I russi a Kiev? Sarebbe la Terza Guerra mondiale». Ed ancora replicando a critiche russe ha detto: «Se è "sciocco" aiutare una nazione aggredita a difendere la sua esistenza, allora lo sono. Lo avrei fatto anche a parti invertite. Medvedev pensi piuttosto a metter fine alla guerra»

•=  Raid (=incursioni) russi a Kherson e nel Donetsk: 5 morti.

• = Il primo ministro polacco Morawiecki ha accusato Putin di «costruire nuovi campi a est».

• = L’intelligence estone ritiene che la Russia possa condurre attacchi missilistici contro l’Ucraina ancora per mesi.
Ed Ancora

 =  «Spero di sbagliarmi, ma l’istinto mi dice che combatteremo nel 2025». È la previsione del generale Mike Minihan, capo dello US Air Mobility Command. Con chi rischiano di dover scendere in guerra gli Stati Uniti? L’ufficiale dell’aeronautica ha in mente la Cina. Teatro del conflitto sarebbe Taiwan, l’isola democratica che Xi Jinping ha giurato al Partito e alla nazione cinese di «riunificare».

Capita

  I media in questi giorni hanno abbondantemente trattato di un fenomeno dagli aspetti socio-economici rilevanti: oltre 1,6 milioni di persone in Italia hanno dato le dimissioni nei primi nove mesi del 2022 dall'occupazione fino ad allora svolta.  

 Chi in un Paese come l'Italia, dove abbondano i disoccupati, chi decide di lasciare il lavoro?

La Fondazione studi dei consulenti del lavoro cui si fa riferimento sul fenomeno, fa sapere che nel 2022 le dimissioni -in quanto fenomeno- si sono accentuate in quelle categorie professionali qualificate che cercano un’occupazione migliore sia in termini di retribuzione che di equilibrio vita-lavoro. Si va quindi dagli ingegneri ai medici e infermieri, ai geometri e agli operai specializzati. 

  
Il confronto tra i primi tre trimestri del 2019 e del 2021 evidenzia infatti un incremento soprattutto tra i segmenti dei laureati e dei lavori qualificati. Tra i settori più interessati dal fenomeno c’è l’edilizia in cui si contano il 9,7% delle dimissioni tra 2019 e 2021. Si stima che nelle costruzioni, l’incremento delle persone che si sono dimesse tra 2019 e 2021 sia stato pari al 47,1%, mentre nel comparto sanità e assistenza sociale la crescita è stata del 33%.


 

Curiosità nel e dal mondo

In attesa dell'Unità d'Italia
 L'Istat, l'Istituto di statistica, ha diffuso un report “I divari territoriali nel Pnrr”.  Il documento mette in fila 10 indicatori-chiave che mettono in chiaro il gap tra il Nord e il Sud del Paese. 

 Il Meridione appare come un territorio «arretrato» che ha sofferto «in modo accentuato la Grande crisi del 2008 e, da ultimo, l’impatto della pandemia».

 Nel report però non mancano prospettive di «un contesto dalle grandi potenzialità e differenziazioni interne, dove risiedono oltre 20 milioni di abitanti (circa un terzo della popolazione italiana), con un tessuto produttivo che – pur debole e incompleto – potrebbe generare effetti positivi per il Paese». 

 Il divario fra Nord-Sud si traduce così in numeri. Ed il primo elemento che merita di essere analizzato è il Pil 2021. La regione più ricca del nostro Paese è il Trentino-Alto Adige con 40.904 euro di Pil pro-capite. La regione che sta in coda nella classifica è la Calabria con 16.168

 L’Istat ci fa ancora sapere: «Da oltre un ventennio il Pil pro-capite dell'intero Mezzogiorno si aggira intorno al 55-58% del Centro-Nord; e nel 2021 il Pil reale pro-capite è stato di circa 18mila euro a Sud (33mila nel Centro-Nord)». Tutto il Mezzogiorno si colloca sotto la media nazionale.


venerdì 27 gennaio 2023

Capita


Meno burocrazia per chi vuole

iniziare una attività

Chi vuole iniziare l’attività di idraulico, sarto o altra piccola attività commerciali in base ad un nuovo decreto ad hoc non dovrà necessariamente imbattersi nella burocrazia e nemmeno nei gangli delle raccomandazioni messe in atto dai poiccoli politicanti. Nell’ottica della semplificazione amministrativa, infatti, la sperimentazione interesserà 36 categorie di artigiani che per avviare l’attività potranno farlo con una semplice comunicazione,  via Pec al proprio comune e dove si dovrà operare.

Il decreto dovrebbe essere già operante entro la fine di febbraio.

Il provvedimento rientra nell’impegno per la  semplificazione, in ambito delle azioni contenute nel Pnrr. Il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo ha sostenuto: «Entro il mese di gennaio saremo in grado di definire circa 30 procedure di semplificazione amministrative, relative al comparto dell’artigianato e delle attività produttive, alla disabilità, ad ambiente ed energia, a edilizia e telecomunicazioni».

Verrà meno, conseguentemente: 

_=_la Comunicazione Unica d’Impresa, che include il modello per il Registro Imprese, il modello per l’Agenzia delle Entrate, il modello per l’Inps, il modello per l’Inail e l’eventuale eventuale Scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) per lo Sportello Unico delle Attività Produttive.

  Tutti passaggi che salteranno grazie ad una semplice Pec. 

Tra le attività che beneficeranno ci sono i comparti delle costruzioni (muratori, carpentieri, idraulici, fabbri), gli  elettricisti e piastrellisti, nonché i riparatori di elettrodomestici, le sartorie e i calzolai.

Rievocazioni. La Shoah fu un unicum in una storia di barbarie

L'Interpretazione delle più alte cariche dello Stato
Sergio Mattarella 
nella giornata della Memoria

«Un impegno oggi ci unisce e ci interpella. Mai più a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra. Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti. Mai più a una società che discrimina, divide, isola e perseguita. Mai più a una cultura o a una ideologia che inneggia alla superiorità razziale, all’intolleranza, al fanatismo». 

 «Ogni anno, il Giorno della Memoria, istituito con legge nel 2000, ci sollecita a ricordare, a testimoniare e a meditare sui tragici avvenimenti che attraversarono e colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso, il Novecento; definito, da alcuni storici, non senza ragione, come «il secolo degli Stermini». Lo facciamo, sempre, con l’animo colmo di angoscia e di riprovazione. Gli anni che sono passati da quegli eventi luttuosi, infatti, non attenuano il senso di sconforto, di vuoto esistenziale, di pena sconfinata per le vittime innocenti che si prova di fronte alla mostruosità del sistema di sterminio di massa - degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni di vivere - pianificato e organizzato dal nazismo hitleriano e dai suoi complici in Europa».

 «Il sistema di Auschwitz e dei campi a esso collegati fu l’estrema, ma diretta e ineluttabile, conseguenza di pulsioni antistoriche e antiscientifiche, istinti brutali, pregiudizi, dottrine perniciose e gretti interessi, e persino conformismi di moda. Tossine letali - razzismo, nazionalismo aggressivo, autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello Stato - che circolarono, fin dai primi anni del secolo scorso, dalle università ai salotti, persino tra artisti e docenti, avvelenando i popoli, offuscando le menti, rendendo aridi cuori e sentimenti».

«È fondamentale — ha proseguito il presidente Mattarella — mettere in luce come la persecuzione razziale poggiasse su un complesso sistema di leggi e provvedimenti, concepiti da giuristi compiacenti, in spregio alla concezione del diritto, che nasce - come sappiamo - dalla necessità di proteggere la persona dall’arbitrio del potere e dalla prevaricazione della forza. La Shoah, infatti, ossia la messa in pratica di una volontà di cancellare dalla faccia della terra persone e gruppi ritenuti inferiori, è stato un lento e inesorabile processo, una lunga catena con molti anelli e altrettante responsabilità. La scelta nazista, con le famigerate leggi di Norimberga, e quella fascista - che la seguì omologandovisi - di creare una gerarchia umana fondata sul mito della razza e del sangue fornì i presupposti per la persecuzione e il successivo sterminio».

«Il regime fascista, nel 1938, con le leggi razziali agì crudelmente contro una parte del nostro popolo - ha sottolineato il Capo dello Stato — . È di grande significato che la Costituzione volle sancire, all’articolo 3, la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione «senza distinzione di razza». Taluno ha opinato che possa apparire una involontaria concessione terminologica a tesi implicitamente razziste. I Costituenti ritennero, al contrario, che manifestasse, in modo inequivocabile, la distanza che separava la nuova Italia da quella razzista. Per ribadire mai più». «Nel nord e nel centro Italia, dopo i drammatici fatti seguiti all’8 settembre del 1943, le milizie fasciste parteciparono alla caccia e alla cattura degli ebrei, che furono consegnati alle SS tedesche. Ci furono tanti italiani, i «giusti», che rischiando e a volte perdendo la propria vita, decisero di resistere alla barbarie nazista, nascondendo o aiutando gli ebrei a scappare. Rendendo oggi onore a questi italiani, non possiamo sottacere anche l’esistenza di delatori, informatori e traditori che consegnarono vite umane agli assassini, per fanatismo o in vile cambio di denaro».

«La Shoah fu un unicum nella storia dell’uomo, pur segnata da sempre da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. Nessuno Stato aveva mai, come scrisse lo storico tedesco Eberhard Jackel, deciso e annunciato, con l’autorità e sotto la responsabilità del proprio leader, di voler uccidere, il più possibile e senza sosta, un determinato gruppo di esseri umani, inclusi gli anziani, le donne, i bambini e i neonati; e mai aveva messo in atto questa decisione con tutti i mezzi possibili al potere statale. Questo gruppo era costituito soprattutto dagli ebrei, considerati il livello più basso nella folle gerarchia umana, concepita dai nazifascisti. Ma nei campi di sterminio perirono anche prigionieri di guerra, oppositori politici, omosessuali, rom e sinti, testimoni di Geova, appartenenti ad altre minoranze etniche o religiose. Gli ebrei italiani vittime delle persecuzioni razziste sono migliaia di persone, la maggioranza delle quali scomparse nell’oscuro universo di Auschwitz».

«La parte maggiore della responsabilità delle leggi e della politica razzista, in Germania e in Italia va attribuita ai capi dei due regimi, Hitler e Mussolini. Ma il terribile meccanismo di distruzione non si sarebbe messo in moto se non avesse goduto di un consenso, a volte tacito ma comunque diffuso, nella popolazione. Un consenso con gradi e motivazioni diversi: l’adesione incondizionata, la paura, ma anche, e spesso, il conformismo e quell’orribile apatia morale costituita dall’indifferenza. Poche e isolate furono le figure illuminate che, in Germania e in Italia, levarono la propria voce per condannare il razzismo e la sua letale deriva». «Il 27 gennaio di 78 anni fa, con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo ha visto con i suoi occhi l’orrore della Shoah, il deliberato piano nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico. 


Giorgia Meloni

Presidente del Consigliuo dei Ministri

 «La Shoah rappresenta l'abisso dell'umanità. Un male che ha toccato in profondità anche la nostra Nazione con l'infamia delle leggi razziali del 1938»: lo scrive la premier Giorgia Meloni in un messaggio, sottolineando il «nostro dovere fare in modo che la memoria di quei fatti non si riduca a un mero esercizio di stile». 

«Il 27 gennaio di 78 anni fa, con l'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo ha visto con i suoi occhi l'orrore della Shoah, il deliberato piano nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico. Oggi l'Italia rende omaggio alle vittime, si stringe ai loro cari, onora il coraggio di tutti i giusti che hanno rischiato o perso la loro vita per salvarne altre e si inchina ai sopravvissuti per l'instancabile servizio di testimonianza che portano avanti» scrive Meloni.

«La Shoah rappresenta l'abisso dell'umanità» ribadisce Meloni. «È nostro dovere - aggiunge -  fare in modo che la memoria di quei fatti e di ciò che è successo non si riduca ad un mero esercizio di stile perché, come ha recentemente ricordato Ferruccio de Bortoli dalle colonne del `Corriere della Sera´, `la memoria è come un giardino. Va curata. Altrimenti si ricoprirà di erbacce. E i fiori dei giusti scompariranno. Divorati». «È esattamente questa la sfida che tutti noi ( Istituzioni, società civile, agenzie educative, organi di informazione e mass media) abbiamo davanti: coltivare ogni giorno il nostro impegno per la memoria, accrescerne la consapevolezza nelle giovani generazioni e intensificare lo sforzo per combattere l’antisemitismo in ogni forma nella quale si manifesta.

Ignazio La Russa

Presidente del Senato

«Il Senato è stato e sarà sempre in prima linea per diffondere il profondo significato del Giorno della Memoria. Sarà interprete, messaggero, promotore di iniziative, perché respingere ogni forma di odio, di razzismo, antisemitismo, antisionismo è e deve essere una priorità. Tutti abbiamo il dovere di non dimenticare e di far conoscere alle generazioni più giovani il dramma e le atrocità vissute dagli ebrei, a partire dall’infamia delle leggi razziali, affinché simili tragedie non possano più ripetersi. Il mio auspicio è che una ricorrenza cosi importante come quella che oggi celebriamo, possa entrare nella quotidianità, nelle scuole, nel cuore dei giovani e che ogni giorno dell’anno sia il Giorno della Memoria».

Lorenzo Fontana

Presidente della Camera dei Deputati


«Ricordiamo una delle pagine più buie e dolorose della storia. Per non dimenticare mai gli orrori del nazifascismo»

 Antonio Tajani

Ministro degli Esteri

«Conoscere e comprendere la Shoah, anche arginando ogni forma di negazionismo, significa preservare i valori fondanti della Repubblica e della casa comune europea, costruita sulle radici giudaico-cristiane. Ricordare sempre, affinché tragedie simili non si ripetano». 

In una foto con sullo sfondo l'ingresso al campo di concentramento di Birkenau, che pubblicata sul sito del Ministero, Tajani, che è anche vice presidente del Consiglio dei ministri, ha pubblicato un’immagine raffigurante sullo sfondo l’ingresso al campo di concentramento di Birkenau (Polonia), che sta non lontano da dove è stato prigioniero in quanto militare italiano fatto prigioniero dopo l'8 settembre '43, anche un contessioto, Pietro Clesi- e in primo piano una frase di Anna Frank, autrice del noto Diario che fu poi pubblicato postumo, dopo la sua morte nel campo di concentramento di Bergen-Belsen avvenuta nel 1945: «Quel che è accaduto - recita la citazione - non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo».

Per Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia: «La Shoah non è stata soltanto una grande tragedia. È un delitto che non può essere assimilato a nessun altro, perché è l’unico tentativo scientifico di cancellare la memoria stessa dell’esistenza di un popolo dalla faccia della terra. Per questo non dobbiamo mai banalizzare quello che è successo, neppure paragonandolo ad altri grandi crimini contro l’umanità. 

Enrico Letta, segretario Pd: «Dimenticare il proprio passato ed essere condannati a riviverlo. Dalle parole di Primo Levi la necessita’ e il dovere assoluto di non dimenticare per evitare quel rischio di stanchezza che con coraggio Liliana Segre ha denunciato. Giornata della Memoria». 

Adolfo Urso, ministro per le Imprese: «Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare». 

Carlo Calenda, leader di Azione: «Camminare attraverso il male assoluto, dove la polizia fascista e i nazisti hanno mandato a morire migliaia di persone caricandole come bestie sui vagoni piombati. Siamo stati complici del piu’ grande crimine della storia. Sentirsi colpevoli e’ inutile, esserne consapevoli e’ un obbligo morale». 

Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana: «Guai a imprigionare il Giorno della Memoria nella gabbia della ricorrenza burocratica. Dal 27 gennaio di ogni anno e per 365 giorni la Shoah deve essere ben viva ed attuale nel ricordo e nella conoscenza di quello che è stato, che potrebbe ripetersi e che deve essere impedito che si ripeta».

Maria Elisabetta Casellati, ministra per le Riforme: «Il ricordo delle persecuzioni nazifasciste contro gli ebrei ci deve spingere a riflettere sulla brutalità e la follia di ogni guerra. Il Giorno della Memoria non sia solo commemorazione ma un’occasione per soffermarsi sul sacrificio di tutti i perseguitati che nel mondo lottano per la libertà e la dignità. La tragedia dell’Olocausto, una delle più drammatiche nella storia dell’umanità, deve essere un monito affinché gli errori, commessi non solo per crudeltà, ma per indifferenza e complicità, non si ripetano mai più». 

Matteo Salvini, ministro alle Infrastrutture: «Oggi è la Giornata della Memoria. La Lega ha portato avanti una proposta, già approvata in Senato, per la creazione di un fondo per i `Viaggi della memoria´ dedicato a visite d’istruzione, scuole e studenti. Per mantenere vivo il ricordo di queste atrocità anche tra i più giovani, perché non si ripeta mai più».