venerdì 27 gennaio 2023

Rievocazioni. La Shoah fu un unicum in una storia di barbarie

L'Interpretazione delle più alte cariche dello Stato
Sergio Mattarella 
nella giornata della Memoria

«Un impegno oggi ci unisce e ci interpella. Mai più a un mondo dominato dalla violenza, dalla sopraffazione, dal razzismo, dal culto della personalità, dalle aggressioni, dalla guerra. Mai più a uno Stato che calpesta libertà e diritti. Mai più a una società che discrimina, divide, isola e perseguita. Mai più a una cultura o a una ideologia che inneggia alla superiorità razziale, all’intolleranza, al fanatismo». 

 «Ogni anno, il Giorno della Memoria, istituito con legge nel 2000, ci sollecita a ricordare, a testimoniare e a meditare sui tragici avvenimenti che attraversarono e colpirono l’Europa nella prima metà del secolo scorso, il Novecento; definito, da alcuni storici, non senza ragione, come «il secolo degli Stermini». Lo facciamo, sempre, con l’animo colmo di angoscia e di riprovazione. Gli anni che sono passati da quegli eventi luttuosi, infatti, non attenuano il senso di sconforto, di vuoto esistenziale, di pena sconfinata per le vittime innocenti che si prova di fronte alla mostruosità del sistema di sterminio di massa - degli ebrei e di altri gruppi considerati indegni di vivere - pianificato e organizzato dal nazismo hitleriano e dai suoi complici in Europa».

 «Il sistema di Auschwitz e dei campi a esso collegati fu l’estrema, ma diretta e ineluttabile, conseguenza di pulsioni antistoriche e antiscientifiche, istinti brutali, pregiudizi, dottrine perniciose e gretti interessi, e persino conformismi di moda. Tossine letali - razzismo, nazionalismo aggressivo, autoritarismo, culto del capo, divinizzazione dello Stato - che circolarono, fin dai primi anni del secolo scorso, dalle università ai salotti, persino tra artisti e docenti, avvelenando i popoli, offuscando le menti, rendendo aridi cuori e sentimenti».

«È fondamentale — ha proseguito il presidente Mattarella — mettere in luce come la persecuzione razziale poggiasse su un complesso sistema di leggi e provvedimenti, concepiti da giuristi compiacenti, in spregio alla concezione del diritto, che nasce - come sappiamo - dalla necessità di proteggere la persona dall’arbitrio del potere e dalla prevaricazione della forza. La Shoah, infatti, ossia la messa in pratica di una volontà di cancellare dalla faccia della terra persone e gruppi ritenuti inferiori, è stato un lento e inesorabile processo, una lunga catena con molti anelli e altrettante responsabilità. La scelta nazista, con le famigerate leggi di Norimberga, e quella fascista - che la seguì omologandovisi - di creare una gerarchia umana fondata sul mito della razza e del sangue fornì i presupposti per la persecuzione e il successivo sterminio».

«Il regime fascista, nel 1938, con le leggi razziali agì crudelmente contro una parte del nostro popolo - ha sottolineato il Capo dello Stato — . È di grande significato che la Costituzione volle sancire, all’articolo 3, la pari dignità ed eguaglianza di tutti i cittadini, anche con l’espressione «senza distinzione di razza». Taluno ha opinato che possa apparire una involontaria concessione terminologica a tesi implicitamente razziste. I Costituenti ritennero, al contrario, che manifestasse, in modo inequivocabile, la distanza che separava la nuova Italia da quella razzista. Per ribadire mai più». «Nel nord e nel centro Italia, dopo i drammatici fatti seguiti all’8 settembre del 1943, le milizie fasciste parteciparono alla caccia e alla cattura degli ebrei, che furono consegnati alle SS tedesche. Ci furono tanti italiani, i «giusti», che rischiando e a volte perdendo la propria vita, decisero di resistere alla barbarie nazista, nascondendo o aiutando gli ebrei a scappare. Rendendo oggi onore a questi italiani, non possiamo sottacere anche l’esistenza di delatori, informatori e traditori che consegnarono vite umane agli assassini, per fanatismo o in vile cambio di denaro».

«La Shoah fu un unicum nella storia dell’uomo, pur segnata da sempre da barbarie, guerre, stragi ed eccidi. Nessuno Stato aveva mai, come scrisse lo storico tedesco Eberhard Jackel, deciso e annunciato, con l’autorità e sotto la responsabilità del proprio leader, di voler uccidere, il più possibile e senza sosta, un determinato gruppo di esseri umani, inclusi gli anziani, le donne, i bambini e i neonati; e mai aveva messo in atto questa decisione con tutti i mezzi possibili al potere statale. Questo gruppo era costituito soprattutto dagli ebrei, considerati il livello più basso nella folle gerarchia umana, concepita dai nazifascisti. Ma nei campi di sterminio perirono anche prigionieri di guerra, oppositori politici, omosessuali, rom e sinti, testimoni di Geova, appartenenti ad altre minoranze etniche o religiose. Gli ebrei italiani vittime delle persecuzioni razziste sono migliaia di persone, la maggioranza delle quali scomparse nell’oscuro universo di Auschwitz».

«La parte maggiore della responsabilità delle leggi e della politica razzista, in Germania e in Italia va attribuita ai capi dei due regimi, Hitler e Mussolini. Ma il terribile meccanismo di distruzione non si sarebbe messo in moto se non avesse goduto di un consenso, a volte tacito ma comunque diffuso, nella popolazione. Un consenso con gradi e motivazioni diversi: l’adesione incondizionata, la paura, ma anche, e spesso, il conformismo e quell’orribile apatia morale costituita dall’indifferenza. Poche e isolate furono le figure illuminate che, in Germania e in Italia, levarono la propria voce per condannare il razzismo e la sua letale deriva». «Il 27 gennaio di 78 anni fa, con l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo ha visto con i suoi occhi l’orrore della Shoah, il deliberato piano nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico. 


Giorgia Meloni

Presidente del Consigliuo dei Ministri

 «La Shoah rappresenta l'abisso dell'umanità. Un male che ha toccato in profondità anche la nostra Nazione con l'infamia delle leggi razziali del 1938»: lo scrive la premier Giorgia Meloni in un messaggio, sottolineando il «nostro dovere fare in modo che la memoria di quei fatti non si riduca a un mero esercizio di stile». 

«Il 27 gennaio di 78 anni fa, con l'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, il mondo ha visto con i suoi occhi l'orrore della Shoah, il deliberato piano nazista di persecuzione e sterminio del popolo ebraico. Oggi l'Italia rende omaggio alle vittime, si stringe ai loro cari, onora il coraggio di tutti i giusti che hanno rischiato o perso la loro vita per salvarne altre e si inchina ai sopravvissuti per l'instancabile servizio di testimonianza che portano avanti» scrive Meloni.

«La Shoah rappresenta l'abisso dell'umanità» ribadisce Meloni. «È nostro dovere - aggiunge -  fare in modo che la memoria di quei fatti e di ciò che è successo non si riduca ad un mero esercizio di stile perché, come ha recentemente ricordato Ferruccio de Bortoli dalle colonne del `Corriere della Sera´, `la memoria è come un giardino. Va curata. Altrimenti si ricoprirà di erbacce. E i fiori dei giusti scompariranno. Divorati». «È esattamente questa la sfida che tutti noi ( Istituzioni, società civile, agenzie educative, organi di informazione e mass media) abbiamo davanti: coltivare ogni giorno il nostro impegno per la memoria, accrescerne la consapevolezza nelle giovani generazioni e intensificare lo sforzo per combattere l’antisemitismo in ogni forma nella quale si manifesta.

Ignazio La Russa

Presidente del Senato

«Il Senato è stato e sarà sempre in prima linea per diffondere il profondo significato del Giorno della Memoria. Sarà interprete, messaggero, promotore di iniziative, perché respingere ogni forma di odio, di razzismo, antisemitismo, antisionismo è e deve essere una priorità. Tutti abbiamo il dovere di non dimenticare e di far conoscere alle generazioni più giovani il dramma e le atrocità vissute dagli ebrei, a partire dall’infamia delle leggi razziali, affinché simili tragedie non possano più ripetersi. Il mio auspicio è che una ricorrenza cosi importante come quella che oggi celebriamo, possa entrare nella quotidianità, nelle scuole, nel cuore dei giovani e che ogni giorno dell’anno sia il Giorno della Memoria».

Lorenzo Fontana

Presidente della Camera dei Deputati


«Ricordiamo una delle pagine più buie e dolorose della storia. Per non dimenticare mai gli orrori del nazifascismo»

 Antonio Tajani

Ministro degli Esteri

«Conoscere e comprendere la Shoah, anche arginando ogni forma di negazionismo, significa preservare i valori fondanti della Repubblica e della casa comune europea, costruita sulle radici giudaico-cristiane. Ricordare sempre, affinché tragedie simili non si ripetano». 

In una foto con sullo sfondo l'ingresso al campo di concentramento di Birkenau, che pubblicata sul sito del Ministero, Tajani, che è anche vice presidente del Consiglio dei ministri, ha pubblicato un’immagine raffigurante sullo sfondo l’ingresso al campo di concentramento di Birkenau (Polonia), che sta non lontano da dove è stato prigioniero in quanto militare italiano fatto prigioniero dopo l'8 settembre '43, anche un contessioto, Pietro Clesi- e in primo piano una frase di Anna Frank, autrice del noto Diario che fu poi pubblicato postumo, dopo la sua morte nel campo di concentramento di Bergen-Belsen avvenuta nel 1945: «Quel che è accaduto - recita la citazione - non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo».

Per Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia: «La Shoah non è stata soltanto una grande tragedia. È un delitto che non può essere assimilato a nessun altro, perché è l’unico tentativo scientifico di cancellare la memoria stessa dell’esistenza di un popolo dalla faccia della terra. Per questo non dobbiamo mai banalizzare quello che è successo, neppure paragonandolo ad altri grandi crimini contro l’umanità. 

Enrico Letta, segretario Pd: «Dimenticare il proprio passato ed essere condannati a riviverlo. Dalle parole di Primo Levi la necessita’ e il dovere assoluto di non dimenticare per evitare quel rischio di stanchezza che con coraggio Liliana Segre ha denunciato. Giornata della Memoria». 

Adolfo Urso, ministro per le Imprese: «Coltivare la Memoria è ancora oggi un vaccino prezioso contro l’indifferenza e ci aiuta, in un mondo così pieno di ingiustizie e di sofferenze, a ricordare che ciascuno di noi ha una coscienza e la può usare». 

Carlo Calenda, leader di Azione: «Camminare attraverso il male assoluto, dove la polizia fascista e i nazisti hanno mandato a morire migliaia di persone caricandole come bestie sui vagoni piombati. Siamo stati complici del piu’ grande crimine della storia. Sentirsi colpevoli e’ inutile, esserne consapevoli e’ un obbligo morale». 

Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra italiana: «Guai a imprigionare il Giorno della Memoria nella gabbia della ricorrenza burocratica. Dal 27 gennaio di ogni anno e per 365 giorni la Shoah deve essere ben viva ed attuale nel ricordo e nella conoscenza di quello che è stato, che potrebbe ripetersi e che deve essere impedito che si ripeta».

Maria Elisabetta Casellati, ministra per le Riforme: «Il ricordo delle persecuzioni nazifasciste contro gli ebrei ci deve spingere a riflettere sulla brutalità e la follia di ogni guerra. Il Giorno della Memoria non sia solo commemorazione ma un’occasione per soffermarsi sul sacrificio di tutti i perseguitati che nel mondo lottano per la libertà e la dignità. La tragedia dell’Olocausto, una delle più drammatiche nella storia dell’umanità, deve essere un monito affinché gli errori, commessi non solo per crudeltà, ma per indifferenza e complicità, non si ripetano mai più». 

Matteo Salvini, ministro alle Infrastrutture: «Oggi è la Giornata della Memoria. La Lega ha portato avanti una proposta, già approvata in Senato, per la creazione di un fondo per i `Viaggi della memoria´ dedicato a visite d’istruzione, scuole e studenti. Per mantenere vivo il ricordo di queste atrocità anche tra i più giovani, perché non si ripeta mai più».

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