sabato 30 aprile 2011

I° Maggio. Il sacrario di Portella della Ginestra rischia di essere macchiato da una presenza ‘scomoda’.


Domani è il primo maggio, e da noi in Sicilia, questa data porta inevitabilmente il pensiero  alla strage di Portella della Ginestra del 1° maggio 1947, quando 12 contadini furono ammazzati dalla banda Giuliano, dietro mandato politico mai svelato, mentre erano andati lì per la festa dei lavoratori.
Da allora quel luogo è stato rispettato come un sacrario. Tutti i sindaci di Piana degli Albanesi e dei paesi della zona si sono sempre ritrovati lì, anno dietro anno, ogni 1° maggio per ricordare il sacrificio di quei poveri contadini, il cui torto era stato di voler celebrare la festa del lavoro -come da tradizione- attorno alla pietra di Nicolò Barbato, leader storico dei fasci dei lavoratori. Da qualche anno il sindaco berlusconiano di Piana, Gaetano Caramanno, diserta l'appuntamento per non ritrovarsi in mezzo ai sindacalisti e alle bandiere rosse, simbolo del mondo del lavoro.
Per quest'anno Caramanno ha pensato di fare ancora di più: su quel luogo deve celebrare, il 7 maggio, un atto, un episodio,  della festa del cannolo e allo scopo intende scoprire un affresco nel piazzale di Portella, alla presenza (o comunque nel contesto di manifestazioni a cui partecipa) ........ sentite un poco .....  di Lele Mora, ossia di quel personaggio attualmente agli onori delle cronache perchè accusato dalla Magistratura di avere condotto ragazze minorenni all'uomo .... più ricco d'Italia.
Noi non commentiamo questa notizia, su cui ognuno si può da solo fare un giudizio; lasciamo però che alla voce di disgusto del segretario della Camera del Lavoro di Palermo, Maurizio Galà, diffusa dai media si aggiunga quella di un nostro caro sacerdote, di un vecchio papas di Piana degli Albanesi.
Dice Papas Stefano Plescia: "Portella è un avvenimento doloroso che va ricordato in altri modi, con convegni, libri e ricerche, non certo con una festa del cannolo che è solo uno sciupio di denaro. Sul sangue e sul pianto dei familiari delle vittime non si può organizzare un evento mondano. Come si fa a mettere insieme queste due cose per me è incomprensibile e lo dico come sacerdote e come persona. Non sono favorevole a questo spreco di denaro: anziché dare cannoli gratis, il denaro si può usare in modo più edificante e costruttivo".

Momenti di gioia per padre Giorgio Ilardi, responsabile della parrocchia della Favara

Concelebrazione
In una Chiesa affollata di fedeli, accorsi per manifestare vicinanza a padre Giorgio, ieri sera è stato ricordato l'11° anniversario della sua ordinazione sacerdotale. Hanno concelebrato con lui padre Pietro Gullo (che ha tenuto un interessante discorso sulla missione del sacerdote), e papas Nicola Cuccia oggi parroco bizantino di Palazzo Adriano. Erano presenti oltre ai familiari di padre Giorgio numerosi fedeli venuti appositamente da Palazzo Adriano, paese dove il festeggiatro ha svolto i primi dieci anni di attività religiosa.


In Chiesa

In Chiesa


Padre Giorgio, il festeggiato



Padre Pietro - Ha svolto una interessante riflessione

e poi ... tutti nel Salone parrocchiale per momenti di convivialità
 

Il sindaco abbandonato anche dai ... consiglieri a lui vicino ed il Conto Consuntivo 2010 non passa alla prima lettura

 In Consiglio Comunale ieri sera è andata come era prevedibile. Il Sindaco "faccio tutto io", "sono il più bravo del mondo", ieri sera è rotolato come un gomitolo: tutta l'attività amministrativa del 2010 -ossia il nulla- è stata bocciata dal Consiglio Comunale, che nella sfilza di numeri del Conto Consuntivo non ha intravisto nient'altro che le indennità percepite dal Sindaco e dai suoi fidati del "tirare a campare".
  Il Sindaco è anche intervenuto per criticare l'Opposizione e che noi, con sarcasmo, riconduciamo in questo modo: quando io vi ho chiesto la collaborazione, voi mi avete controbattuto di mandare a casa i miei assessori per insediare assessori a voi vicini. Ciò non accadrà mai perchè .... i miei assessori sono i più bravi del mondo.
  Noi l'abbiamo buttata sul comico, però la situazione amministrativa locale è seria: Contessa Entellina ha un Sindaco privo di maggioranza in Consiglio e che -però- non è disposto ad aprirsi alle istanze dell'Opposizione, perchè -come è normale ovunque- questa chiede per rinnovare la conduzione amministrativa di essere rappresentata in Giunta.
  Con un sindaco che ci ricorda Don Gesualdo e la sua roba, il paese va purtroppo a rotoli.
  Il bello di tutta la vicenda è che nemmeno i consiglieri vicini al Sindaco (i Tamburello, i Montaleone, etc.) si sono presentati in Consiglio Comunale, nè ieri sera nè prima. Il sindaco non gode nemmeno del sostegno dei consiglieri che sulla carta sono a lui vicini.
  Però il Sindaco mostra di non avere nulla da eccepire sull'eclatante assenteismo dei suoi consiglieri e avrebbe voluto ( ... vallo a capire!) che l'Opposizione lo sostenesse sull'operato di un anno ... inconcludente, durante il corso del quale egli ha disatteso tutte le mozioni di indirizzo votate dal Consiglio Comunale, spesso all'unanimità (Opposizione e consiglieri vicini al sindaco). 
  Cosa succede adesso ?
Il termine effettivo per approvare il Consuntivo ancora esiste: in provincia di Palermo nessun comune l'ha ancora varato.
  E' prevedibile che il Sindaco avvii un serio dibattito con l'Opposizione e che mandi a casa gli assessori di cui attualmente si circonda ?
  Ne dubitiamo. 

venerdì 29 aprile 2011

Auguri a padre Giorgio Ilardi, responsabile della parrocchia della Favara: da 11 anni è presbitero dell'Eparchia

Padre Giorgio festeggia questa sera, con la solenne celebrazione della messa alle 18,30, i suoi undici anni di sacerdozio.
Venuto a Contessa Entellina nell’ottobre scorso dalla parrocchia di rito romano di Palazzo Adriano, dopo che -con un ritardo protrattosi per un triennio- le Autorità ecclesiastiche hanno deciso di porre termine all'esperimento della “teologia delle porte chiuse”, che come i lettori ricorderanno era stata imposta dell'ex incaricato Bellanca, padre Giorgio ha saputo farsi apprezzare sia dai parrocchiani che dalla cittadinanza intera. Il suo carattere di apertura e disponibilità, ma soprattutto la sua radicata Fede cristiana, hanno reso possibile che greci e latini possano seguire i riti liturgici nella Chiesa della Favara senza che nessuno abbia motivo di rievocare ridicole ed anticristiane precedenze o priorità.
La solida e coinvolgente fede di padre Giorgio è alimentata anche dal suo essere devoto componente  della “Comunità dei servi della Misericordia” di Piana degli Albanesi, di cui è fondatore padre Emilio.
A padre Giorgio giungano i nostri migliori auguri per una lunga e proficua missione cristiana a Contessa Entellina.

Eravamo un popolo di lavoratori. Adesso lo siamo di pensionati (di cui tanti dirigenti della Regione Sicilia cinquantenni)

In Italia ci sono mezzo milione di baby-pensionamenti (persone più o meno cinquantenne) che costano 9,5 miliardi di euro l’anno.
Lo sconcio della Regione siciliana, il cui legislatore ha approvato norme di chiaro stampo clientelare, (ossia pigliando le misure -come fanno i sarti- dei beneficiari) è del tutto evidente quando viene agli onori della cronaca il caso di questo o quel dirigente, di questo o quel dipendente che va in pensione a poco più di 50 anni con ricchi assegni mensili.
Perchè neanche su queste problematiche scatta l'indignazione ?
La risposta è semplice. In Italia, vi sono più pensionati che lavoratori. La cosa strana, ma non molto, è che i sindacati ( i gloriosi sindacati degli anni settanta del Novecento) che dovrebbero occuparsi di lavoro oggi rappresentano invece i pensionati. Fra essi bisogna distinguere quelli del settore privato, dipendenti o autonomi, che percepiscono assegni in base ai contributi versati e comunque dopo almeno 37 anni di servizio e taluni del pubblico impiego  (dirigenti che ricominciano dopo il pensionamento a fare l'assessore regionale per il pd, il partito che anticamente era il partito dei lavoratori) che vanno in pensione (prevalenbtemente nella Regione Sicilia) con 50 anni di età.

La seduta consiliare di ieri sera è andata deserta. Sergio Parrino è stato capace infatti di perdere la "maggioranza consiliare" su cui aveva ottenuto tre anni fà il consenso elettorale. Siamo arrivati al Sindaco solitario

   La Giunta Municipale di Contessa Entellina, il cui motivo di esistere (lo abbiamo ribadito più volte) è quello di consentire ai suoi componenti di percepire la pensione-indennità di carica, non dispone dei numeri in Consiglio Comunale ed infatti la seduta prevista per la serata di ieri sera è andata deserta.
  L'ordine del giorno non conteneva nulla di propositivo. Erano iscritte all'ordine del giorno quattro interrogazioni dell'Opposizione con cui si chedeva ragione dell'inerzia amministrativa nella gestione di Sergio Parrino (ovviamente su probblematiche varie) ed il consuntivo della malamministrazione del 2010, caratterizzata dal dolce far nulla e dall'emissione periodica di volantini e manifesti delle cose da fare: sempre le stesse, stante che mai nulla si muove. Tempo fà avevamo suggerito al Sindaco di allargare la sua compagine fino a comprendere l'Opposizione.
  Nulla ha ritenuto Egli di dover fare perchè, riteniamo noi, ciò avrebbe implicato il venir meno di alcune rendite-indennità di carica ai pesi inoperosi dell'attuale assetto. Inoltre, pensiamo noi, il Sindaco non è abituato ad avere collaboratori attivi e intraprendenti che gli facciano ombra. Egli infatti vuole solamente dei "Signorsì", che ogni 27 di mese incassino l'indennità e stiano zitti. Null'altro è richiesto agli assessori.
 E' immaginabile che questa sera, alle 20,oo in seconda seduta, i lavori consiliari per prendere atto del Consuntivo 2010 si svolgano regolarmente e che -ovviamente- l'Opposizione voti contro il "nulla" che esso riporta.

giovedì 28 aprile 2011

Quando i tunisini eravamo noi, noi italiani - Quando si perde la memoria storica

«Vattene dal tuo paese, dalla tua patria
e dalla casa di tuo padre,
verso il paese che io ti indicherò Genesi, 12,1.
Il più grande esodo della Storia moderna e contemporaneas è stato quello degli Italiani. 
I numeri dell'emigrazione italiana sono impressionanti; quando si parla come hanno fatto Maroni e Bossi di esodo biblico per ventimila tunisini arrivati a Lampedusa o di quattromilioni di extracomunitari che starebbero in Italia non ci rendiamo conto di quello che diciamo, eppure l'esodo è la nostra storia, la storia degli Italiani. 
Dal 1861 fino al 1985 più di 29 milioni di italiani sono emigrati ma le cifre più sicure si hanno a partire dal 1876, anno in cui si iniziarono a rilevare con regolarità le partenze degli italiani. Da quella data fino al 1985 sono più di 27 milioni gli italiani che hanno lasciato il proprio paese per andare a "cercare fortuna" altrove.
Dal 1876 al 1915 più di 14 milioni di italiani lasciarono l'Italia a fronte di 2,5 milioni di rientri. Nel giro di 30 anni emigrò quasi metà della popolazione italiana che nel 1900 contava circa 33,5 milioni di abitanti.
Un episodio che i libri di Storia trascurano
Nel 1893 la Compagnia delle saline francesi aveva assunto 600 Italiani e 150 Francesi .Gli Italiani avevano accettato una paga di due terzi inferiore a quella dei francesi pur di lavorare, vivevano a circa dieci chilometri dal luogo di lavoro, sistemati in capanne, molti dormivano all’aperto. Il 17 Agosto 1893 oltre cinquecento francesi attaccarono i capanni degli Italiani, dando l’assalto ai loro rifugi e massacrando un italiano a colpi di mattoni. Una ventina di piemontesi rimase imprigionata nella melma e fu bersagliata dalle pietre che vennero loro lanciate dai francesi: se ne salvò uno solo. La caccia all italiano continuò per altri due giorni. E'difficile stilare il bilancio esatto delle vittime: il loro numero oscilla dai nove, secondo la stampa francese, fino ai cinquanta, con circa un centinaio di feriti. I superstiti delle violenze di Aigues  Mortes furono avviati alla frontiera di Ventimiglia e rimpatriati. Una storia poco nota, trascurata dagli storiografi ma che è di profonda attualità e sulla quale oggi che l'Italia è terra di immigrazione bisognerebbe meditare.

La Costituzione Italiana: articolo 5

Cosa è il
DECENTRAMENTO AMMINISTRATIVO ?
Principio secondo cui la Repubblica non agisce soltanto con organi centrali (lo Stato), ma si articola in enti autonomi locali (come i Comuni, le Province, le Città metropolitane e, in particolare, le Regioni) ed esercita le sue funzioni amministrative attraverso organi e uffici periferici (per esempio, il provveditorato agli studi, con competenza provinciale, rispetto al Ministero della Pubblica istruzione). Nei maggiori Comuni, il decentramento è stato attuato con l'istituzione dei Consigli circoscrizionali o di quartiere.

ARTICOLO 5  della Costituzione Italiana
La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi e i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
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Commento
Mentre si riconosce che l'Italia non è uno Stato federale, ma unitario e indivisibile, si affermano due principi che perseguono un modello diverso da quello dello Stato centralizzato, prevalente fino alla proclamazione della Repubblica. Il primo è il decentramento, in base al quale l'amministrazione pubblica è affidata anche a organi periferici dello Stato (come il provveditorato agli studi, l'agenzia per le entrate ecc.); il secondo è quello dell'autonomia, in base alla quale devono esistere enti pubblici, distinti dallo Stato, che amministrano parti del territorio e le popolazioni che vi abitano (Comuni, Province, Regioni: vedi artt. 114-133).

Cosa significa AUTONOMIE LOCALI  ?
Dal greco autós ("da sé") e nomos ("legge"), indica gli enti pubblici territoriali (Regioni, Città metropolitane, Province, Comuni) che possono emanare norme giuridiche (anche leggi nel caso delle Regioni e regolamenti negli altri casi) e perseguono interessi propri delle comunità che amministrano.

In serata convocazione del Consiglio Comunale - "Thirrje e këshillit Bashkiak në seksion e zakonshëm

 L'ordine del giorno dell'odierna sessione consiliare riporta quattro interrogazioni presentate dai consiglieri dell'Opposizione, una mozione, la costituzione della commissione per la compilazione dell'elenco dei giudici popolari e l'esame degli elaborati del Conto consuntivo 2010.
  Come è abituale  da qualche anno in quà, il Presidente del Consiglio, Enzo Spera, ha fatto diramare gli avvisi di convocazione scritti sia in Italiano che in Arbëreshe.

mercoledì 27 aprile 2011

A proposito. Il clero uxorato nelle Chiese cattoliche

C’è celibato e celibato. Un teologo spiega le inquietudini della chiesa

intervista Basilio Petrà a cura di Paolo Rodari
in “il Foglio” del 10 febbraio 2011

Continua a fare discutere l’appello degli oltre 150 teologi tedeschi, austriaci e svizzeri che in risposta alla “crisi” della chiesa cattolica in Europa (crisi di vocazioni e di fedeli) propone una riforma della chiesa che ha, tra i suoi capisaldi, la revisione del celibato ecclesiastico. In Italia un esperto del tema è il docente di Morale alla Facoltà teologica dell’Italia centrale (Firenze) Basilio Petrà. Dice: “Nel memorandum dei teologi non viene usata mai la parola celibato. Parlano delle difficoltà nelle parrocchie per il rapporto sempre più sproporzionato tra il numero di fedeli e sacerdoti. Così dicono che ‘la chiesa ha bisogno anche di preti sposati e di donne nel ministero ecclesiale’.
La frase, detta così, può significare tante cose. Come sappiamo la chiesa cattolica è una comunione di chiese. Ci sono molte chiese cattoliche di rito orientale dove uomini sposati sono ordinati preti; nella stessa chiesa cattolica di rito latino si hanno sacerdoti sposati: si tratta in questo caso di ministri sposati di confessioni non cattoliche che sono stati ordinati al momento della loro conversione al cattolicesimo. Per quanto riguarda il ministero femminile, è largamente accettata la tesi che si possa arrivare, come era nelle comunità antiche, all’ordinazione diaconale delle donne.
Sono realtà già esistenti o possibili; se dunque i teologi tedeschi si riferiscono all’ampliamento o all’attuazione di queste realtà non dicono cose scandalose.
Se invece intendono altro, e cioè che i preti celibi si possano sposare e che le donne siano ordinate preti, allora propongono una prassi che oggi non esiste in nessuna chiesa della comunione cattolica e nemmeno nelle chiese ortodosse”.

A Roma esistono pressioni contrarie a una ridiscussione del celibato?
“Molti ritengono che il celibato sia una specie di conditio sine qua non della chiesa cattolica di rito latino. Ciò porta a misure strane. Se viene in Italia un sacerdote ortodosso per servire i propri fedeli emigrati viene aiutato. Se invece viene un prete greco-cattolico sposato non solo non gli si permette di essere inserito nell’Istituto di sostentamento del clero, si arriva al punto che la Cei non gli dà il permesso di esercitare il suo ministero.”

Quando è diventato legge il celibato?
“E’ un’imposizione che comincia a strutturarsi nell’XI secolo anche se si realizza in modo pieno solo con il Concilio di Trento. I sostenitori del celibato ricordano che precedentemente esisteva la lex continentiae secondo la quale quando uomini sposati venivano ordinati erano tenuti ad assumere l’impegno di interrompere ogni rapporto sessuale con le proprie consorti. Si hanno prove della presenza di questa prassi in diverse parti dell’occidente (e qualcuna d’oriente) almeno dal IV secolo. All’inizio non si esigeva la separazione dalle mogli; poi la separazione fu sempre più richiesta. Con la riforma dell’XI secolo venne attaccato il clero uxorato perché non rispettava la separazione e la continenza e si venne introducendo la legge del celibato”

Flash sulla nostra Storia

Notizie della Scuola Normale di Pisa
Entella: La città
Le rovine di Entella - riportate alla luce dagli scavi del Laboratorio di Storia, Archeologia e Topografia della Scuola Normale Superiore di Pisa - sorgono sul pianoro sommitale di Rocca d’Entella, ad Ovest del ramo sinistro del fiume Belice, l’antico Crimiso.
I resti visibili appartengono soprattutto a due fasi della lunga vita della città, quella di prima età ellenistica (IV-III sec. a.C.) - la fase dei decreti - e quella medievale (XII-XIII sec.), ma sono noti anche contesti di età tardoarcaica, classica e romana, nonché tracce di insediamento di epoca preistorica.
L’articolazione urbanistica e la densità insediativa di Entella nelle varie età non è ancora interamente nota per vari motivi, quali i tempi lunghi imposti dalle indagini archeologiche, se raffrontati alla vastità dell’area intramuranea (40 ettari ca.), le caratteristiche geo-morfologiche della Rocca, a prevalente substrato gessoso, che limitano le possibilità di acquisire dati attraverso indagini non invasive (prospezioni geoelettriche e magnetiche, con geo-radar, fotointerpretazione ecc.).
 Le prime evidenze di una urbanizzazione del sito sono di età tardoarcaica e classica (fine VI-V sec. a.C.): risalgono a questo periodo tratti della cinta muraria – con le sue porte e le sue torri  –, i resti imponenti di un edificio di culto e tracce di una capanna nel vallone orientale, fornaci per ceramica ed una cava di gesso in area extraurbana, ad Ovest della necropoli. 
Molto più cospicue sono le emergenze dell’insediamento della prima età ellenistica: tratti delle fortificazioni, il grande magazzino pubblico e gli edifici a Nord di esso in una seconda fase, un edificio situato immediatamente ad Ovest del castello medievale e la necropoli sono i principali contesti che parlano dell’intensa vita della città fra IV e III sec. a.C.
Alla città ellenistica - ben difesa dalle mura e dalle inaccessibili pareti naturali, nelle quali si aprivano soltanto alcune scalette tagliate nella roccia per scendere alle necropoli e al fiume - si accedeva da due punti principali; una via pavimentata collegava forse fra loro le porte di Nord-Ovest e Nord-Est, raggiungendo sia gli edifici acropolici al centro del pianoro sia l’agora, da ubicare nel vallone orientale. In quest’area, lungo il versante Est, si allineavano con prospetti monumentali vari edifici pubblici, dal Pizzo della Regina fino ad una fontana non lontana dalla porta Nord-Est. Altri edifici pubblici e non, erano ubicati sugli altri versanti: non si può escludere che in questo settore si trovassero anche il bouleuterion, attestato dai decreti di Entella e, verosimilmente, il teatro.

Alle più rarefatte testimonianze di una continuità di vita della città fra III e I sec. a.C. seguono evidenze riferibili alla prima età imperiale romana, scarse e concentrate in un’area sommitale prossima al palazzo fortificato medievale di quota 542 s.l.m.  È questo uno dei castelli della città medievale, l’unico messo interamente in luce con il suo notevole alzato (ultimo quarto XII-metà XIII sec.); altri due sono ubicati in posizione dominante sui rilievi più elevati della Rocca, il Pizzo della Regina e il Cozzo Petraro. Di questa fase è noto soprattutto il materiale, meno conosciuti sono invece l’abitato e le mura che certamente anche in questo periodo fortificavano Entella, una delle roccaforti della resistenza araba a Federico II.

Una notizia che ormai in Sicilia non fa notizia

 Il deputato regionale siciliano dell'Mpa Riccardo Minardo, presidente della I commissione dell’Ars Affari istituzionali ed ex parlamentare nazionale è stato arrestato per "Associazione per delinquere, truffa aggravata e malversazione ai danni dello Stato" dalla Guardia di Finanza, insieme ad altre quattro persone, nell’ambito di un’inchiesta su una presunta truffa legata a finanziamenti statali ed europei.
  Nessuno in Sicilia è rimasto sorpreso o indignato: è scontato nella coscienza della gente che a Palazzo dei Normanni non si ci va se ....si è santi, tuttavia il pd continua a tenere in piedi questa struttura governativa.

martedì 26 aprile 2011

Storia. Costantinopoli-Nuova Roma, capitale dell'Impero Romano (1)

La posizione geografica di Costantionopoli nei primi secoli dell'era cristiana appariva essere il centro del mondo, perchè lì si incontravano l'Asia e l'Europa.
Su questo presupposto, Roma, la prima capitale dell'Impero, perse il ruolo di prima città a favore di Costantinopoli-Nuova Roma, quella che diventerà la "città" per eccellenza.
Costantino nel 324 ha voluto che la vecchia Roma cedesse il passo alla Nuova Roma.
Per la verità con la Nuova Roma non ascendeva ad importanza solamente una nuova città, ma si innescava una nuova civiltà nel solco della cultura romana: l'Impero che fino allora era stato pagano diventa cristiano e necessita di una nuova capitale, la Nuova Roma.
Nella Nuova Roma, all'incrocio dell'Europa e dell'Asia, vengono meno, non esisteranno i dualismi, perchè gli opposti qui diventano concordia.
La chiave interpretativa della Civiltà bizantina, la sua diversità rispetto a quello che in seguito diventerà l'Occidente latino sta proprio qui, nel crollo dei dualismi.
La civiltà che scaturirà dalla Nuova Roma e che durerà per oltre un millennio (per proseguire poi ad opera dell'Ortodossia-cristiana) non ha conosciuto la contrapposizione e la lacerazione che invece ha sempre segnato l'Occidente:
-Cielo-Terra
-Chiesa-Impero (o stato)
-Ragione-Fede
-Antichi-Moderni etc.
Sì, durante il millennio bizantino segnato dalla continuità della cultura ellenistica, non è stata la contrapposizione a dominare la società bensì l'armonizzazione.
Noi oggi della Civiltà bizantina conosciamo solo il rito religioso, che ci lascia intuire una diversità dal rito romano-occidentale; ma Bisanzio è stata una Civiltà millenaria che aveva in sè una visione ed una lettura del mondo, che per secoli era unica e condivisa da tutti i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, Italia e Roma compresa.
Col tempo e mediante parecchi interventi-flash tenteremo di individuare cosa ha caratterizzato quella civiltà e perchè l'Occidente-latino l'ha -per tanto tempo- contrastata e avversata.
Dall'Irlanda alla Spagna, dal Nord Africa a Costantinopoli, a Damasco in Siria, a Gerusalemme, a Roma, prescindendo dalle differenze di lingua fino all'VIII secolo il Cristianesimo veniva inteso in un unico e medesimo modo, sulla base del coordinamento di tutti i Vescovi che veniva garantito dall'Imperatore Cristiano, residente a Costantinopoli.
Era lui, l'Imperatore, che convocava e spesso presiedeva i Concili Ecumenici.
E' col sorgere del Sacro Romano Impero dei Franchi (popolazioni barbariche) che l'Occidente latino-germanico interrompe, gradualmente, il comune sentire con Costantinopoli. E' l'Occidente del papa che comincia a staccarsi, sempre più, dalla comunione con Costantinopoli fino a riuscire a costruire una propria via al Cristianesimo a cominciare dal 1054, via al Cristianesimo che invano tentò di imporre pure ai successori di Costantino.

Il Sindaco per fini di propaganda usa Stemma e denominazione del Comune, però non rende la dovuta Relazione semestrale al Consiglio Comunale

Le festività pasquali sono passate; è passata pure la celebrazione del 25 aprile festa, della Liberazione dal Nazi-fascismo e adesso sappiamo che noi italiani andremo a bombardare i libici amici di Gheddafi, strafottendoci di quanto sta scritto sull'art. 11 della Costituzione, l'Italia ripudia la guerra come mezzo di soluzione dei contenziosi internazionale. Nessuno, nè a destra nè a sinistra contesta. Italiani, brava gente !
Il pd non bazzica perchè vuole apparire moderno, filo-Obama, il pdl necessita di recuperare i rapporti con gli alleati europei.
Il ceto politico non capisce che nell'elettorato c'è nausea montante, che non può essere fermata nè dall'opportunismo di Bersani nè dalla cialtroneria di Berlusconi.
Riflessione
*I partiti, di destra e di pseudo-sinistra ricevono rimborsi spese, dopo ogni campagna elettorale, più di quanto spendono, quindi lucrando la differenza. Inoltre se una legislatura si interrompe prima del tempo, i rimborsi spese continuano ad essere pagati per cinque anni. Cosicché, per esempio, quando la XV legilastura 2006-2008 si è interrotta, i rimborsi per la tornata elettorale di quell’anno sono continuati per i due anni successivi.
*Se il Sindaco di Contessa Entellina deve far conoscere agli elettori l'inconcludenza di tre anni di amministrtazione non usa l'unico sistema previsto dalla legge:
Presentare in Consiglio Comunale la Relazione illustrativa dell'attività svolta. No, sarebbe qualcosa di lecito e di legittimo.
Figurarsi !, un berlusconiano che ....
Cosa fà il Sindaco-pensionato di indennità di carica ?
Ordina in tipografia (a spese di cappiddazzu, è da presumere) di stampare con tanto di stemma e denominazione del Comune di Contessa Entellina un cartoncino di AUGURI DI BUONA PASQUA a sei risvolti: in uno ci sono gli auguri, nelle altre cinque pagine ci sono cifre, cifre, cifre, dell'incredibile. Tutti a Contessa Entellina sappiamo che il mandato di Sergio Parrino è iniziato e proseguito nell'inconcludenza assoluta. A leggere quelle cinque pagine, fatte stampare per propaganda di parte con i soldi del Comune, stante la presenza dello Stemma e della denominazione, infatti, il committente non può che essere il Comune, sembra che il sindaco sia un sognatore di computisteria che enfatizzi cantieri scuola (di Lombardo), recuperi di centri storici da lasciare marcire con i topi che li occupano e li occuperanno, ....
A Contessa Entellina abbiamo un sindaco che non si accorge che in questi ultimi anni c'è stata una accellerazione della fuga dal paese dei giovani (in particolare di diplomati e laureati).
Costui è convinto di avere fatto!
Invece Sergio Parrino snocciola, a carico di cappiddazzu, numeri e dati, compresi quelli che risalgono ai precedenti sindaci e snocciola pure le cose che auspica possano capitare ma che non hanno attualmente concretezza.
Non compete a noi stabilire se la Corte dei Conti abbia o meno qualcosa da dire per l'uso, a fini di propaganda di parte, del denaro pubblico. Nè compete a noi stabilire, ove il sindaco dovesse pagare -alla fine- di tasca propria questa "fantasiosa" propaganda (cosa che auspichiamo), se la magistratura ordinaria abbia qualcosa da dire per l'uso arbitrario e di parte dei simboli della Comunità: stemma e denominazione. Simboli che appartengono a tutti e non alla demagogia di un uomo scollegato dal rispetto delle istituzioni. Uomo che, -sotto il profilo religioso-, piega alla "propaganda di parte" pure gli AUGURI PASQUALI.
Le casse pubbliche, i beni materiali ed immateriali della comunità, non devono sostenere i partiti o le parti politiche che stanno in gioco. Specie se lo fanno ai danni della parte politica che sta all'opposizione (cfr. un precedente manifesto pubblico di alcuni mesi fà).
La vergogna  ha ormai raggiunto livelli dell'indescrivibile. Siamo alla demagogia che sfrutta pure la Pasqua, la memoria della Resurrezione del Cristo. E' demagogia di bassissimo livello.

Cosa fare per richiamare di nuovo l’attenzione degli elettori?
Cambiare modo di fare politica cioè di governare le istituzioni nell’interesse dei più, tagliando l’interesse dei pochi e di chi è "una parte" rispetto al tutto.
 Facile a dirsi, difficile a farsi. Eppure ormai non c’è più scelta. Occorre smetterla  di fare personalismi usando in un modo o l'altro beni pubblici. 
Nell’attuale scenario della pseudo-politica vi è esasperazione di personalismo. Il Sindaco non è il Comune; il Comune siamo tutti, compreso chi scrive queste note critiche e che non ha esitazione a dichiararsi censore ed avversario politico del Sindaco.
Mimmo Clesi

lunedì 25 aprile 2011

La Costituzione Italiana - Articolo 4

Cosa è il MERCATO DEL LAVORO  ?
Con "mercato del lavoro" si intende l''insieme della domanda e dell'offerta di lavoro che insistono all'interno della comunità locale (o nazionale) e dei congegni che hanno influenza su di esso (l'insieme delle leggi in materia lavoristica, dei contratti di lavoro, il collocamento pubblico e la ricerca del posto di lavoro, le condizioni degli occupati, i licenziamenti e la disoccupazione, la mobilità dei lavoratori e così via).
Il lavoro -sulla base della nostra Costituzione- è principio fondante della Repubblica stessa e criterio ispiratore dell'emancipazione sociale, oltre che oggetto di forte tutela.
Il primo articolo della Costituzione sottolinea in modo particolare come la Nazione sia fondata sul lavoro ("L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”)
Fu il democristiano Amintore Fanfani a presentare all'Assemblea Costituente la formula attuale, che fu appoggiata dal Partito Socialista Italiano e dal Partito Comunista Italiano.
-L'articolo 1 della Costituzione Italiana venne approvato nella sua interezza il 22 marzo 1947 dando un'identità alla nascente Repubblica. Da questo articolo emerge che il lavoro non è solo un rapporto economico, ma anche un valore sociale.
-L’articolo 3, comma 2, pone alla Repubblica il compito di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese;
-L’articolo 35, comma 1 ribadisce il principio della tutela da parte della Repubblica del lavoro “in tutte le sue forme ed applicazioni”; il comma 2 e 3 garantisce una cura particolare per la formazione e l’elevazione professionale del lavoratore nonché una regolamentazione internazionale dei diritti del lavoro.
-L’articolo 36 (diritto alla giusta retribuzione, alle ferie e al riposo, limite della giornata lavorativa);
-L’articolo 37 (diritto e tutela della donna lavoratrice e dei minori);
-L’articolo 38 (previdenza sociale);
-L’articolo 40 (diritto di sciopero);
-L’articolo 46 (collaborazione dei lavoratori alla gestione delle aziende);
-L’articolo 51 (conservazione del posto di lavoro per chi è chiamato a funzioni elettive).

ARTICOLO 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
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COMMENTO
Il riconoscimento del diritto al lavoro non significa che ogni cittadino debba aspettarsi che lo Stato gli trovi un lavoro, ma invece che non si può impedire di lavorare (non contrastano con questo principio le norme che, a difesa della collettività, impongono esami e licenze per svolgere un certo lavoro) e che devono esserci degli interventi a favore dell'occupazione. Essi riguarderanno le norme sul collocamento, l'assunzione obbligatoria di invalidi, i lavori pubblici, i finanziamenti alle imprese e altre misure di politica economica. Quanto al dovere di lavorare, non si vuole imporre una scelta, ma invitare i cittadini a contribuire al benessere generale o con un'attività economica (manuale o intellettuale, dipendente o autonoma) o svolgendo una funzione avente valore sociale e/o culturale (il religioso, la madre di famiglia, l'artista ecc.).
Cosa significa DIRITTO AL LAVORO ?
Dall'articolo 4 della Costituzione, si riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e si promuovono le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Questo vuole significare che lo Stato non limita l'esercizio del lavoro, anche se può richiedere particolari requisiti (abilitazioni, iscrizioni ad albi, concessione di licenze) per esercitare professioni, arti, mestieri, oppure può limitare l'autonomia contrattuale (collocamento pubblico, obbligo all'assunzione di invalidi e così via).
Quanto alla promozione, in questo concetto si inquadrano tutti i provvedimenti di politica economica che tendono ad ampliare l'occupazione e a restringere la disoccupazione (contributi alle aziende, agevolazioni creditizie e fiscali, cassa integrazione guadagni e mobilità per i casi di difficoltà e così via).

Piccola scossa di terremoto al largo di Palermo

Una cossa di terremoto è stata registrata stamane alle 9 e 44  al largo di Palermo.  La scossa sarebbe stata di magnitudo 4.2 della scala Richter. Una scossa forte,che comunque non ha causato danni a edifici o persone.
 La scossa sarebbe stata registrata al largo delle coste siciliane, all'incirca all'altezza di Ustica, e a una profondità di 35 chilometri, profondità tale che ha evitato fortunatamente ogni possibile rischio tsunami.
Non è la prima volta che il capoluogo siciliano è sottoposto a queste situazioni.
 In mattinata si era verificata un'altra scossa, di magnitudo 3.3, sempre in mare ma a sud dell'Isola, al largo di Scicli, nel Ragusano.

25 Aprile. Occasione per riflettere sul futuro del nostro paese

Il 25 aprile, lunedì dopo Pasqua, qui da noi è giornata che tradizionalmente si dedica alla scampagnata e alla riunione fra amici e parenti che assieme riscoprono i luoghi campestri generalmente ereditati dai progenitori.
E' anche l'anniversario della Liberazione, del crollo del Nazi-fascismo.
Ricordarsi di questa data sarebbe opportuno visto che da più parti viene messa in discussione la Carta Costituzionale che proprio nella lotta al fascismo affonda le sue radici.
Il 25 Aprile è richiamo al popolo italiano, per ricordargli che è un dovere quello di difendere la democrazia, oggi insidiata da forze retrive della maggioranza di governo che si adoperano per stravolgere l’impianto della Costituzione repubblicana che determina la comunanza tra stato di diritto e stato sociale e garantisce a ciascuno e alla collettività le libertà fondamentali.
Il 25 aprile  ha significato preminentemente politico che fa di quell’evento di Liberazione il punto di riferimento del nostro ordinamento statuale, della centralità della persona umana, della convivenza civile, dello sviluppo della comunità mondiale.
Uno degli aspetti più inquietanti dell'odierna situazione politica è dovuto ai vari focolai di guerra.
La nostra carta costituzionale si esprime per il ripudio della guerra stante che non può essere, come la storia insegna, il modo di regolare le vertenze tra le nazioni e soprattutto perché comporta la perdita di vite umane non solo tra i militari ma anche tra la popolazione civile. Già nella Prima Guerra Mondiale era caduta la distinzione tra militari e civili nelle operazioni belliche. Colpire i civili, anche vecchi, donne, bambini diventa sistema connesso con la lotta armata nel secondo conflitto mondiale, con i bombardamenti intenzionali di interi quartieri delle città tedesche, come Dresda, da parte degli Alleati, di Londra da parte dei nazisti, e la cancellazione di quasi tutti gli abitanti di due città giapponesi da parte americana con l’uso delle bombe atomiche. A ciò si aggiungano le rappresaglie e le uccisioni di civili anche scopo intimidatorio perpetrate dai tedeschi anche organizzando i campi di sterminio degli oppositori politici, di etnie giudicate indegne di vivere, di milioni di prigionieri di guerra.
Altro motivo sul quale riflettere: l’inserimento della festa del 25 aprile di quest’anno tra le celebrazioni del 150mo dell’Unità, inserimento a pieno titolo perché fu la Guerra di Liberazione a concludere il processo unitario risorgimentale dando vigore patriottico alla Resistenza, e senso al termine Patria in contrapposizione alla retorica nazionalista fascista.

domenica 24 aprile 2011

Pasqua 2011. Cantare il Kristòs Anesti nella Chiesa della Favara non è ... peccato. Il nuovo Amministratore parrocchiale accoglie ciascun greco-bizantino con un abbraccio




La Processione dei greco-bizantini al canto del Kristòs Anesti

Il responsabile della parrocchia della Favara accoglie con un abbraccio ciascuno dei fedeli della processione greco-bizantina
Ragazze vestite col costume albanese
Tutti, greci e latini, cantano il Kristòs Anesti
La processione dei greco-bizantini lascia la Chiesa della Favara
Particolare di un costume albanese

Rientro dei greco-bizantini nella Chiesa dell'Annunziata

sabato 23 aprile 2011

Regione. Se questa è politica sarebbe il caso che tutti tornassero a casa

La Regione Sicilia a fine 2010 risultava indebitata per 4,9 miliardi di euro. Gli interessi sul bilancio dell’ente incidono per circa 700 milioni annui.
Il bilancio 2011, ancora da varare, prevede un ulteriore mutuo di 855,964 milioni. Conseguentemente aumenteranno ancora gli interessi da pagare.
Poiché il bilancio in procinto di essere varato (entro fine mese) è triennale, per il 2012 è previsto un ulteriore mutuo di 405 milioni e per il 2013 un altro ancora di 610 milioni.
Normalmente, buona regola vuole per le famiglie come per gli enti pubblici, che si ricorra all'indebitamento per effettuare investimenti. Cioè per fare sviluppo, creare occupazione e fare ricchezza.
La Regione Sicilia, invece, sta ulteriormente per indebitarsi per fronteggiare la spesa corrente, per pagare stipendi, per pagare indennità ai 90 …, per impoverire la realtà siciliana.
Su questo strano percorso intrapreso, la nostra regione è nel Meridione la più indebitata, la più illogica.

Java e Madhe - Megàli Evdomàs - Settimana Santa (Alcune Immagini)

La processione
Il paese

La processione
La Chiesa del Venerdì Santo


Sabato mattino: il celebrante cosparge di foglie di alloro la Chiesa


Domenica delle Palme

Domenica delle Palme

I nostri amministratori locali quando parlano di 'cultura' .......

Mercoledì 13 aprile 2011 alle ore 18.00, presso la prestigiosa Cattedrale di Monreale è stato inaugurato il Museo Diocesano di quella cittadina.
Sono intervenuti importanti personalità del mondo dell'arte, dei beni culturali e della politica:
-Sebastiano Missineo (Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana),
-Salvatore Di Cristina (Arcivescovo di Monreale),
-Gesualdo Campo (Dirigente del Dipartimento dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana),
-Maria Concetta Di Natale (Direttore del Museo Diocesano di Monreale),
-Gaetano Gullo (Soprintendente Beni Culturali di Palermo) 
-Raffaele Lombardo (Presidente della Regione Siciliana).
Si tratta di un ambiente (quello del nuovo Museo) sicuramente suggestivo e per la cui realizzazione si sono adoperati anche alcuni dei predecessori dell'attuale Arcivescovo, Mons. Di Cristina. Il loro impegno, la loro intelligenza, la loro lungimiranza è stata sicuramente gratificata con la realizzazione di questo spazio espositivo, ove oggi si raccolgono preziose opere provenienti da un ampio territorio della provincia di Palermo. Si ritrovano lì opere  che non hanno nulla a che spartire col Museo diocesano ma che, pensandoci bene, è preferibile che stiano in un ambiente dove sono apprezzate, desiderate e valorizzate.
  Stiamo pensando, in particolare ad un opera di inestimabile valore che appartiene al territorio di Contessa Entellina:
Andrea Della Robbia,
Madonna col Bambino, terracotta invetriata, 1485-1490,
provenienza: Calatamauro, Abbazia di Santa Maria del Bosco.
  In quale altro posto potrebbe stare quest'opera ? La nostra risposta è: lì, dove di arte ne capiscono e dove l'ignoranza non è gradita.
  
La responsabilità di chi amministra
  Amministratori di Contessa Entellina hanno deciso che il nostro paese non deve avere nè un passato nè un futuro e perciò hanno cancellato (con tre deliberazioni di Giunta dell'Ottobre scorso) la realizzazione di un Museo (già finanziato, il cui progetto oltre che già pronto -salvo i dovuti aggiornamenti di prezzi- è stato pure pagato al professionista).
  Gli amministratori nostrani hanno deciso di non realizzare il Museo perchè a idearlo e a fargli muovere i passi iniziali è stato un precedente Sindaco (Piero Cuccia) che di intuito ne possedeva certamente più degli attuali che si sono assunta invece la responsabilità della revoca.
 I Motivi degli attuali amministratori ?:   "avversione" politica.
 Il Museo che fu richiesto a Piero Cuccia un pò di anni fà dal grande professore Nenci, avrebbe dovuto avere sia ambienti adeguati per i reperti archeologici di Entella, che della Storia successiva dell'intero territorio, fino all'arrivo degli arbereshe.
  La Cultura, nell'impostazione dell'attuale Amministrazione locale, purtroppo non si spinge oltre la dazione del  contributo  per lo svolgimento della festa dell'8 Settembre o quella di organizzare "una mangiata" con il sindaco che 'di sua mano' consegna la "vastedda".  Questo è il limite massimo!  dopo .... nulla.
Se questa è la "cultura" degli amministratori locali sarebbe desiderabile che il Vescovo di Monreale (che la cultura sa cosa sia) venisse a prendersi il resto dei beni culturali locali perchè li valorizzizzi nel suo Museo.
Ovviamente scriviamo ciò con molta amarezza nel cuore, ben sapendo quanto abbia influito l'incuria "degli uomini" per il crollo della Chiesa di Santa Maria del Bosco.
 Come non pensare che oggi a questo nostro territorio è inibita la crescita agricola e manca la possibilità di uno sviluppo che non sia quello della valorizzazione territoriale ?
  Ma il Sindaco invece ci darà, prima o dopo, una ennesima mangiata di "vastedda", con consegna dalle proprie mani !

venerdì 22 aprile 2011

I Consorzi di bonifica saranno ridotti

 Un disegno di legge presentato all'Ars prevede la riduzione degli attuali 11 Consorzi di bonifica a 5. 
Immagine parziale della Diga Garcia

L'obiettivo di questa volontà di accorparli, è quella di ridistribuire il personale secondo le esigenze "aziendali". In qualche caso, infatti, il personale attualmente non si trova nei Consorzi per esigenze reali di risorse umane ma in conseguenza delle incrostazioni del passato.
 L'accorpamento dei Consorzi in pratica deve servire a distribuire ed impiegare meglio il personale. L’altro obiettivo che si vuole perseguire riguarda le opere irrigue.
Recentemente sono state avviate alcune opere irrigue per un importo di circa 150 milioni di euro. I lavori sarebbero dovuti partire con i Piani irrigui nazionali del 2003 e del 2005, ma per vari motivi non sono stati realizzati.
  Finalmente, dopo un lungo iter, si stanno quindi sbloccando opere che determineranno l’ammodernamento degli impianti siciliani e porteranno ossigeno anche sul fronte dell’occupazione nel settore delle costruzioni.
  Nulla esiste invece per l'ipotetica irrigazione di alcune parti del territorio contessioto.

La disoccupazione non si combatte col clientelismo ma effettuando investimenti

In questi giorni è scoppiata all'interno della maggioranza di governo una polemica contro Tremonti perchè avrebbe tenuto la "borsa" della spesa chiusa rispetto alla fame che i nostri politici hanno (da sempre).
E' notorio che se non vogliamo fare la fine della Grecia e del Portogallo bisogna tagliare tanti, ma tanti, miliardi di sciupii. Bisognerà farlo con senso dello Stato, cioè a cominciare dai privilegi di tutti coloro che percepiscono pensioni d’oro, emolumenti d’oro, o che godono di servizi come segreterie, auto blu, rimborsi, viaggi, indennità e via dicendo.
Il primo taglio dovrà essere dato a quello che si chiama costo della politica cioè a dire a quell’insieme di spese pazzesche rispetto alla media europea che costituisce un privilegio feudale, fuori dai tempi.
Il debito pubblico italiano supererà i 1.900 miliardi e dovrà essere dimezzato entro 20 anni ad una media di 40 miliardi l’anno.
In tutto questo un ruolo importante lo avrà il recupero dell’evasione fiscale che viene stimata in 120 miliardi l’anno e che potrebbe essere destinato all’abbattimento del debito. Tutto ciò sarà possibile se si resta sordi alle cicale.
Una volta tanto ci sentiamo quindi di condividere la posizione di Tremonti.
Il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha approvato il Documento di economia e finanza (Def). I principali elementi di valutazione (2011) sono i seguenti:
=il Pil nominale dovrebbe ammontare a 1.593 miliardi;
=la spesa complessiva prevista è di 725 mld,
=le entrate di 739 miliardi.
Per la prima volta da qualche anno vi è un saldo o avanzo primario di 14 miliardi. Tutto bene? No, perché il documento prevede di pagare interessi sul debito statale per 76,1 miliardi.
In base a queste previsioni, il deficit dell’anno ammonterà a 64,9 miliardi che dovrà essere finanziato con l’aumento (e l’emissione) di nuovi titoli di Stato, nuovo debito.
Emergono dal Def  2011 due elementi positivi:
=l’aumento delle entrate rispetto al 2010 di 15 miliardi e il taglio delle spese di 9 miliardi.
Tuttavia questa inversione rispetto agli anni precedenti è palesemente insufficiente in base all’ultimo accordo dei capi di Stato e di Governo dell’Ue del 25 marzo.
Tutte le amministrazioni prossimamente dovrebbero redigere un Piano aziendale e dovrebbero farsi certificare i bilanci da società iscritte alla Consob, e non dai soliti revisori compiacenti e corruttibili, se non altro perchè vogliono essere riconfermati.
In tutto il mondo una sana amministrazione privilegia gli investimenti tagliando ancor di più la spesa corrente e soprattutto quella clientelare, il che non significa ridurre i servizi sociali o quelli per la cultura, ma appunto quel clientelismo che si nasconde dietro queste due macrovoci di spesa, e che prospera nei grossi come nei piccoli paesi (Contessa Entellina non fa eccezione, anzi).
Come sarebbe buona cosa se, in Sicilia, venisse abrogatas la legge 65/44 che equipara i deputati regionali ai senatori, e sparisse dal bilancio l'assistenzialismo e la collusione fra ceto politico e ceto imprenditoriale (tangenti, quelle sull'eolico anche).
Servono da noi opere pubbliche e investimenti. La burocrazia regionale deve essere capace di spendere nei tempi previsti, e anche prima, tutti i fondi europei a disposizione, che invece rischiano di tornare a Bruxelles.
Entro 8 giorni se il bilancio della Regione non sarà approvato, questa Assemblea e questo Governo Regionale andranno a casa.
Non sarebbe male.