giovedì 31 maggio 2012

Come si fa a non provare disgusto ?

L'assessore regionale siciliano alle Risorse agricole, Elio D'Antrassi, tecnico in quota Mpa, si é dimesso.
Gli subentra Francesco Aiello, ex sindaco di Vittoria (RG) ed ex deputato regionale del Partito comunista.
La sostituzione di D'Antrassi era data per certa già due giorni fa ma sarebbe stata "congelata" per le quasi contemporanee dimissioni di un altro assessore, Giosué Marino.
Sono 4 gli assessori che si sono dimessi quest'anno dall'esecutivo guidato da Raffaele Lombardo.
Ciò che rileva on questa notizia è che "compagni" (si fa per dire) ed indagati per fatti di mafia in Sicilia, nel terzo millennio, vanno a braccetto.

L'Italia che non tollera il parassitismo e l'ignoranza dell'attuale classe dirigente

Un rapporto della Uil ci informa che il settore dei politici, a tutti i livelli (statale, regionale e locale), in Italia assicura da mangiare a 1,3 milioni di persone, la maggioranza delle quali sono senzamestiere; solamente dalle indennità costoro percepiscono di che vivere, non sapendo o non volendo fare altro.
Questa massa enorme di persone che vivono di “politica” costano agli altri italiani -costretti invece a lavorare- 24 miliardi di euro.
Teniamo conto che in Italia la corruzione ha un giro di affari che supera i 70 miliardi di euro e che la gran parte di questa montagna di soldi finisce, pure essa, nelle tasche dei politicanti corrotti (oltre che dei burocrati mascalzoni).
 
 L’indignazione popolare deve esigere dal Governo tecnico attualmente in carica di  tagliare senza pietà questa uscita di denaro pubblico, almeno del 50 per cento, con un risparmio plurimiliardario.
Per la verità, la Legge n. 191/2009 e la Legge 148/2011 avevano previsto tagli di assessori e consiglieri comunali e circoscrizionali, nonchè di una parte (minima) delle loro indennità, ma le Regioni a Statuto speciale, fra cui primeggia la Sicilia, non hanno recepito nessun taglio, perchè la pressione clientelare e parassitaria di chi pascola nel torbido prato della partitocrazia e del malaffare della corruzione è talmente forte che i politicanti regionali sono ricattati e cedono alle richieste abnormi dei suddetti senzamestiere.

D’altronde anche i 90 "nullafacenti" di Palazzo dei Normanni sono pure essi (in gran parte) senzamestieri che incassano €. 20.000,oo al mese; perché quindi dovrebbero tagliare le indennità dei colleghi senza mestiere che presidiano le province ed i comuni ?
Fra di loro senzamestiere si intendono e si favoriscono.
Sono i cittadini che non tollerano più il parassitismo dei senzamestieri.

Sanità in Sicilia. Siamo -come su tutto- anomali

Secondo l'Istat, i siciliani sono insoddisfatti dei servizi sanitari sul piano
-dell’assistenza,
-della degenza
-e dei risultati.
Un giudizio negativo che nel dettaglio riguarda i servizi igienici, la professionalità medico-sanitaria, le strutture, le liste d’attesa, il rapporto paziente-medico.

Per quanto riguarda le disuguaglianze nella qualità dei servizi sanitari, il Rapporto Istat evidenzia che nel 2010 il Servizio sanitario nazionale ha speso 111.168 milioni di euro, pari a 1.833 euro pro capite.
A livello regionale, si osserva uno scarto di circa 500 euro pro capite tra la provincia autonoma di Bolzano, che spende mediamente 2.191 euro per ogni residente, e la Sicilia, che ne spende 1.690.
Il “Patto della salute 2010-2012” aveva stabilito, come parametri di riferimento, una quota pari
-al cinque per cento delle risorse complessive da destinare all’assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro,
-una pari al 51 per cento all’assistenza distrettuale
-e il restante 44 per cento per l’assistenza ospedaliera.
Rispetto a questa ripartizione delle risorse, solo Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana presentano una distribuzione della spesa sanitaria molto prossima ai parametri di riferimento, mentre per le altre regioni le risorse risultano ancora troppo spostate verso l’assistenza ospedaliera (soprattutto Lazio, Abruzzo e Sicilia) a discapito delle attività di promozione della salute e dell’assistenza distrettuale.
I principali squilibri tra regioni si osservano, in particolare, per i servizi preposti alla presa in carico di pazienti cronici e alla gestione della post acuzie, in larga misura rivolti agli anziani ed ai disabili.

mercoledì 30 maggio 2012

Terremoto in Emilia

Patto di stabilità senza vincoli e proroga delle date di scadenza dei mutui.
Sono due misure urgenti adottate dal Consiglio dei ministri per affrontare l’emergenza del terremoto in Emilia e nelle regioni vicine. 
Il Governo ha approvato un decreto legge nel quale, dichiarando il 4 giugno giornata di lutto nazionale, si provvede agli interventi immediati di soccorso e a sgravare le popolazioni colpite dal sisma da oneri amministrativi e fiscali.
DEROGA AL PATTO DI STABILITA’. Per quanto riguarda le amministrazioni e gli enti locali, il Consiglio dei ministri ha deciso di consentire la deroga ai vincoli di spesa imposti dal Patto di Stabilità. Le eccezioni saranno consentite entro un certo limite e solo per le spese per la ricostruzione.
A copertura degli interventi a sostegno dei terremotati, il Consiglio dei ministri ha deciso l’aumento di 2 centesimi dell’accisa sui carburanti per autotrasporto e di destinare all’emergenza i fondi resi già disponibili dagli interventi di revisione della spesa (la cosiddetta spending review).
L’aumento dovrebbe scattare dalla mezzanotte di oggi e varrà fino al 31 dicembre.

martedì 29 maggio 2012

Regione. Crisi e questione sociale in una realta' da sempre malagestita

Si avvicinano le elezioni e spunta fuori un progetto della Regione Sicilia, che vuole portare al tavolo della conferenza con lo Stato una norma che prevede la stabilizzazione dei 18.497 precari che lavorano nei comuni.
Si tratta del personale che da anni lavora negli enti locali e che rischia di perdere il posto: i contratti scadranno infatti il 31 dicembre 2012.
L'emendamento, che prevede una deroga al patto di stabilità - argomento delicato sul quale il governo gia' oggi ha subito un scivolone - e la proroga per un anno dei contratti nelle more della stabilizzazione, è frutto del lavoro svolto da una commissione intergruppo dell'Assemblea regionale.
 «È una norma a costo zero per lo Stato», ha assicurato il relatore Leanza, «in quanto la Regione già provvede col proprio bilancio a coprire la spesa».
Il costo è pari a 241,97 milioni di euro. La maggioranza di questi precari (14.457) ha un età compresa tra i 40 e i 50 anni.
«È chiaro che se perderanno il posto di lavoro difficilmente questi lavoratori potranno ricollocarsi», ha aggiunto Leanza.
IN CAMPO CGIL, CISL E UIL.
Il piano è sostenuto da diverse forze politiche, sociali e istituzionali: «Cgil, Cisl e Uil si sono attivate nei confronti del ministro Patroni Griffi e con l'impegno di Anci e Upi possiamo raggiungere l'obiettivo. Approvata la norma di deroga al patto di stabilita', l'Assemblea regionale la recepirà e legifererà dal punto di vista finanziario".
Per quasi 20 mila lavoratori sarebbe la fine della condizione di incertezza eterna.
Il problema e' che la deroga del patto di stabilita' per la Sicilia implica restrizioni per altre regioni.
Chi ci sta ?

Solidarieta' ai terremotati dell'Emilia

Al momento il bilancio del terremoto che ha colpito in particolare la provincia di Modena è di 15 morti certi e 12 dispersi. Lo ha detto il ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri al termine di un incontro con il capo della Protezione civile Franco Gabrielli e del presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani. 
Al momento non è possibile fare una stima degli sfollati: "La gente è scossa e smarrita - ha detto Gabrielli - un punto sarà possibile farlo entro sera".

Acqua pubblica. Nonostante l'esito del referendum c'e' chi ancora ci prova

Rappresentanze di molti Comuni siciliani, con sindaci in testa, hanno manifestato di fronte all’Assemblea regionale siciliana per ribadire per l'ennesima volta la gestione pubblica delle reti idriche. Insieme a loro anche i rappresentanti di alcuni comitati.
I sindaci hanno sollecitato il varo della relativa disciplina legislativa, gia' esaminata in Commissione ed il rispetto dell’esito del referendum popolare di un anno fa, che di fatto impedisce la privatizzazione dell’acqua.
“Prima che l’Ars venga sciolta a causa delle annunciate dimissioni del Presidente Lombardo – ha dichiarato Michele Botta, sindaco di Menfi (Ag), firmatario del disegno di legge d’iniziativa dei consigli comunali – i deputati regionali spingano sull’acceleratore per approvare una legge che interpreta pienamente la volonta’ popolare espressa con il referendum del giugno scorso”.

lunedì 28 maggio 2012

Leonardo Sciascia. E' sempre attuale quando parla dei politici della terra italiana

Leonardo Sciascia: “Il dato più probante della corruzione italiana non risiede nel fatto che che si rubi nella cosa pubblica e nella privata, quanto nel fatto che si rubi senza l’intelligenza del fare e che persone di assoluta mediocrità si trovino al vertice delle istituzioni. In queste persone, la mediocrità si accompagna ad un elemento maniacale, di follia, che nel favore della fortuna non appare se non per qualche innocuo segno, ma che alle prime difficoltà comincia a manifestarsi e a crescere fino a travolgerli. Sono dei cretini con qualche lampo di imbecillità: solo che nel contesto in cui agiscono l’imbecillità appare - e in un certo senso è - fantasia. In un società ordinata non sarebbero andati oltre la qualifica di impiegati d’ordine; in una società in evoluzione, sarebbero stati subito emarginati, non resistendo alla competizione con gli intelligenti; in una società non società come la nostra arrivano ai vertici, e ci stanno fin tanto che il contesto stesso che li ha prodotti non li ringoia”.

Casta. Nessuno di loro sa cosa sia il lavoro

In qualsiasi paese Occidentale un politico che fallisce nelle elezioni si ritira, si dedica ad altre occupazioni. 
Da noi, in Sicilia, accade che chi fallisce, chi appare il piu' scadente, chi non arriva nemmeno al 10% dei consensi in una tornata elettorale comunale, viene NOMINATO assessore regionale, in attesa di essere NOMINATO scilipodi al Parlamento nazionale. 
 Il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ha nominato due nuovi assessori in sostituzione dei dimissionari Andrea Piraino e Sebastiano Di Betta. Sono Alessandro' Arico' (8% consensi alla corsa per sindaco di Palermo) con delega al Territorio e Ambiente e Giuseppe Spampinato che guidera' l'assessorato regionale alla Famiglia e al Lavoro. 
I decreti di nomina sono stati notificati agli interessati durante un incontro a Palazzo d'Orleans, nel corso del quale il presidente Lombardo ha conferito loro gli incarichi.

domenica 27 maggio 2012

I partiti pigliano soldi pubblici e poi tengono riunioni riservate, da occultare a chi paga le tasse

Il Partito Democratico in Sicilia ha perso da gran tempo la bussola.
Oggi è in corso l'assemblea di partito -regionale- per fare il punto sull'esito davvero fallimentare della recente tornata elettorale che ha visto il partito, a Palermo, al 7% dei consensi.
La cosa strana che fino a stamattina si conosceva era che l'assemblea si sarebbe dovuta tenere a porte chiuse, per evitare che all'esterno si potesse avere sentore di come si sarebbe svolta la "resa dei conti".
Fra i tanti temi da discutere infatti c'e' la mozione di sfiducia al segretario Lupo.
Immaginate! 
in quale parte del mondo le riunioni di partito, di un partito che vuole essere di governo, si tengono a porte chiuse? in nessun paese dell'Occidente.
Questo partito -il pd-, si e' adoperato nei giorni scorsi per far escludere il movimento di Grillo dal finanziamento pubblico, perche' esso non sarebbe sufficentemente democratico.
Ed allora ! svolgere dibattiti a porte chiuse sulla linea da tenere col governo Lombardo e' democratico ?
Cambio di rotta
Positivamente quindi e' da giudicare la notizia secondo cui e' avvenuto un cambio di comportamento. Si stanno svolgendo a porte aperte, a Palermo, i lavori dell'assemblea regionale del Partito democratico, sulla mozione di sfiducia al segretario Giuseppe Lupo, firmata circa tre mesi fa da 188 dei 370 membri, la maggioranza dei componenti.
La decisione di svolgere l'assemblea a porte aperte e' stata presa dopo la presentazione di una mozione in tal senso, primo firmatario Giovanni Bruno, responsabile in Sicilia dell'area che fa capo al senatore Ignazio Marino.

n. 4 - Accanto all'economia dei mercati e del profitto esiste l'economia sociale

Per saperne di più (4)
Cosa sono 'Le organizzazioni di volontariato'
Sono un sottoinsiene di istituzioni nonprofit. Per questo motivo ad esse si applicano le definizione e classificazioni gia' viste nel post pubblicato il 10 maggio scorso.
http://www.blogger.com/blogger.g?blogID=6763167267352133705#editor/target=post;postID=4459040010061527994
La definizione di "organizzazione di volontariato" fa comunque riferimento a quanto riportato nella legge 266/1991, istitutiva dei registri regionali. Questa legge afferma che, indipendentemente dalla forma giuridica assunta e dal modello organizzativo utilizzato per l'espletamento delle attivita', l'iscrizione nei registri regionali delle organizzazioni di volontariato e' concessa allorche' esse
- si avvalgono in modo determinante e prevalente di prestazioni volontarie e gratuite dei propri aderenti;
- utilizzino lavoratori dipendenti o prestazioni di lavoro autonomo "esclusivamente nei limiti necessari al loro regolare funzionamento, oppure 
occorrenti a qualificare o specializzare l'attivita' comunque svolta".
- prevedano espressamente, negli accordi fra gli aderenti, nell'atto costitutivo o nello Statuto dell'organizzazione, "l'assenza di fini di lucro, la democraticita' della struttura, l'elettivita' e la gratuita' delle cariche associative, nonche' la gratuita' delle prestazioni fornite dagli aderenti, i criteri di ammissione e di esclusione di questi ultimi, i loro obblighi e diritti".
- rispettino "l'obbligo di formazione del bilanci, dal quale devono risultare i beni, i contributi o i lasciti ricevuti, nonche' le modalita' di approvazione dello stesso da parte dell'assemblea degli aderenti".
La stessa legge dice che per qualificare l'attivita' di lavoro volontario occorre che esso:
- venga prestato in modo spontaneo e gratuito esclusivamente per fini di solidarieta';
- non possa essere retribuito in alcun modo, nemmeno dal beneficiario delle prestazioni;
- il carattere di volontario sia incompatibile con qualunque forma di rapporto di lavoro subordinato o autonomo e con ogni altro rapporto di contenuto patrimoniale con l'organizzazione di cui egli fa parte.
Nelle organizzazioni ora descritte accanto ai "volontari" operano e vengono generalmente utilizzate altre risorse umane:
= i religiosi
= gli obiettori di coscienza
= i dipendenti a tempo pieno o part-time
= i collaboratori.

Assemblea Regionale del "mangia tu che mangio anch'io"

da "La Repubblica"
Ars, 3 mila euro in più di stipendio per lavorare dieci minuti al mese
Il caso della commissione "per la qualità della legislazione":
il presidente Orazio Ragusa intasca un'indennità di 3 mila euro mensili ma l'organismo si è riunito due volte in tutto dalla vigilia di Natale, per complessivi cinquanta minuti.
Di sole indennità la commissione è costata 250 mila eurodi   EMANUELE LAURIA

Martedì sarà finalmente il loro giorno. Si ritroveranno come vecchi amici che si sono un po’ persi di vista, nei corridoi di un Parlamento in attesa di uno scioglimento anticipato. Si sederanno attorno a un tavolo per affrontare un argomento miracolosamente finito all’ordine del giorno (il disegno di legge sugli oratori) e, voltandosi alle spalle, forse avranno le vertigini nel rivedere il vuoto: due sedute negli ultimi cinque mesi, dalla vigilia di Natale alle porte dell’estate. Cinquanta minuti in tutto, dieci ogni mese. Tanto hanno lavorato, nel 2012, i nove deputati della commissione per la qualità della legislazione. La loro attività, nell’anno solare in corso, è consistita nell’esame del disegno di legge sulle Province (mai approdato in aula) e sui "lavori in economia nel settore forestale".

Pentecoste: Nell’iconografia e nell’innografia della tradizione bizantina

testo ripreso da L'Osservatore Romano
di MANUEL NIN

La Pentecoste è una delle feste più antiche del calendario cristiano. Già nel III secolo ne parlano Tertulliano e Origene, e la indicano come festa celebrata annualmente. L’icona della Pentecoste normalmente ritrae gli apostoli, in due gruppi, presieduti da Pietro e Paolo. Si tratta soprattutto di un’icona liturgica; in essa gli apostoli sono radunati come nella celebrazione della liturgia, come una concelebrazione attorno al trono vuoto, preparato per Cristo. La presenza di Pietro e Paolo nell’icona sottolinea la presenza di tutta la Chiesa in attesa dello Spirito Santo e da lui stesso radunata. L’icona mette in luce come la Chiesa nasce in una situazione di profonda comunione tra gli apostoli, in un contesto da cui dovrebbe scaturirne anche la comunione per tutta la Chiesa, per tutto il mondo.

Diversi testi liturgici fanno un parallelo tra Babele e Pentecoste; la prima luogo di confusione e di divisione, la seconda luogo di concordia e di lode: «Un tempo si confusero le lingue per l’audacia che spinse a costruire la torre, ma ora le lingue sono riempite di sapienza per la gloria della scienza divina. Là Dio condannò gli empi per la loro colpa, qui il Cristo illumina i pescatori con lo Spirito. Allora si produsse come castigo l’impossibilità di parlarsi, adesso si inaugura la concorde sinfonia delle voci per la salvezza delle anime nostre.

Quando discese a confondere le lingue, l’Altissimo divise le genti; quando distribuì le lingue di fuoco, convocò tutti all’unità. E noi glorifichiamo ad una sola voce lo Spirito tutto santo».

Nei testi della festa troviamo due tropari a loro volta entrati nella celebrazione quotidiana della liturgia bizantina. Ecco il primo: «Re celeste, Paraclito, Spirito della verità, tu che ovunque sei e tutto riempi, tesoro dei beni ed elargitore di vita, vieni e abita in mezzo a noi, purificaci da ogni macchia e salva, o buono, le anime nostre». Questo testo è diventato l’invocazione iniziale dello Spirito Santo che apre tutte le celebrazioni dell’anno liturgico, eccetto il periodo pasquale. Il secondo — «Abbiamo visto la luce vera, abbiamo ricevuto lo Spirito celeste, abbiamo trovato la fede vera, adorando l’indivisibile Trinità: essa infatti ci ha salvati» — è quello che si canta subito dopo aver ricevuto la comunione ai santi doni del Corpo e del Sangue di Cristo. I doni santificati dallo Spirito Santo diventano per coloro che li ricevono luce veritiera, fede vera e lode alla santa Trinità.

«Benedetto sei tu, Cristo Dio nostro: tu hai reso sapientissimi i pescatori, inviando loro lo Spirito santo, e per mezzo loro hai preso nella rete l’universo. Amico degli uomini, gloria a te». Questo tropario inquadra tutta la festa della Pentecoste nella tradizione bizantina e la sua stessa icona. Grazie al dono dello Spirito Santo i discepoli portano al mondo la buona novella: il Padre, per mezzo del Figlio manda lo Spirito Santo alla Chiesa, a ognuno dei suoi discepoli sparsi nel mondo.

sabato 26 maggio 2012

Vita civica. Alla terza prova non esiste un accordo per nominare il revisore dei conti

E' andata ancora una volta a "vuoto" la sessione d'urgenza del Consiglio Comunale di oggi, il cui unico punto all'ordine del giorno era la nomina per il prossimo triennio del 'revisore dei conti'.
Il candidato finora ripetutamente proposto dai Consiglieri di opposizioni (i più compatti) è stato un professionista del luogo, Rino Nicolosi, che però non ha coagulato il quorum della maggioranza assoluta dei consiglieri assegnati al Comune, ossia i 7 consensi. Quorum che scaturirebbe da una interpretazione dominante della norma. Molto meno dal punto di vista numerico hanno comunque accumulato altri professionisti che, teoricamente, erano preferiti dalla inesistente maggioranza consiliare a sostegno del sindaco.
Essendo quella di oggi la terza occasione andata a vuoto, sulla problematica "revisore", è probabile che la scelta adesso venga fatta da un Commissario nominato ad hoc dall'Assessorato per le Autonomie.

Provincia Regionale. Non viene curata la viabilità, però l'auto blu viene esibita

Frana nascosta aglio occhi indiscreti: da mesi, tanti mesi, anni.
Due giorni fa, in tv durante i funerali di Stato in onore di Placido Rizzotto, abbiamo visto inquadrato più volte un visone allegro, sorridente, con sulle spalle un fascia blù.
A Contessa Entellina non lo conosce nessuno, se non meno di dieci persone che nel 2008 per quel faccione si sono dati da fare (a Contessa E, i consensi elettorali hanno raggiunto livelli da plebiscito: 75%) per posarlo al vertice dell’ente più parassitario di Sicilia: La provincia regionale di Palermo.
Sotto la sabbia le cose da non mostrare
Il faccione, predestinato a quel posto da un tipo come Totò Cuffaro, è un personaggio sempre sorridente, generoso  e dalla borsa sempre aperta. L’auto blù non se la fa mancare, le “ripesature”  economiche a favore dei suoi amici scelti “a piacere” nella struttura dell'ente vengono gratificati con aumenti da €. 10.000,oo al mese.
E’ un personaggio dal cuore grande.
Nessuno sa, però, cosa ci stia a fare al vertice della Provincia, oltre che ad elargine stipendi da favola, riconoscere compensi di lavoro straordinario a dipendenti spalatori di neve in pieno agosto, e a girare con l’auto blu.
La Provincia molto tempo fa si occupava della viabilità provinciale.
Ormai però quelli appaiono tempi passati.
Da 40 anni, forse anche di più, la viabilità provinciale (provenienza ex-consorzio) nel territorio di Contessa Entellina non riceve manutenzione.
Certo, la pioggia e l'allargarsi del cedimento stradale succhiano la sabbia.
Però arriveranno presto altri carichi di sabbia
La strada provinciale Campofiorito-Contessa Entellina- Santa Margherita Belice è in più punti intarsiata di frane.
Il nostro “allegrone” a Contessa Entellina, dove nessuno lo conosce –se non dieci anime che nel 2008 hanno fatto carte false per raccogliergli i consensi elettorali- non è mai venuto. I consiglieri provinciali e gli assessori provinciali qualche tempo fa organizzarono una festicciola perché la strada provinciale (da qualche ventennio in abbandono) veniva passata in manutenzione (si fa per dire: infatti dopo qualche mese è arrivata una ulteriore frana).
Cosa fa l’allegrone, in mancanza di risorse per la viabilità, ma in abbondanza di risorse per affollare con amici la “segreteria del presidente”, ed in abbondanza di risorse per “ripesare” le retribuzioni di altri amici ?
Nessuno l'avrebbe immaginato: "Le frane tenta di nasconderle".
E’ la tecnica dell’allegrone !
Strada di pertinenza della Provincia Regionale di Palermo in territorio di Contessa Entellina. Da oltre quarant'anni non esiste manutenzione

Palermo. La città d'Italia col Consiglio Comunale più numeroso.

A Palermo erano in corso le elezioni amministrative ed il vecchio Consiglio Comunale (quello che congiuntamente all'ex sindaco Cammarata ha portatto al collasso il Municipio) continuava a riunirsi.
Ognuno penserà: che gente responsabile !!
No, Quella era la peggiore espressione del sicilianismo, come viene comcepito in giro per il mondo. Quella gente giornalmente si riuniva da cinque anni, o in Aula o nelle Commissioni, solamente e semplicemente per far "mancare il numero legale", dopo aver apposto la propria firma di presenza. E pur anche non mancasse (raramente) il numero legale si discuteva del nulla,; si chiudevano gli occhi davanti al disastro "Cammarata".
Attenzione !
Non era un giochetto di parte; no, maggioranza pdl e minoranza pd giocherellavano pur di portare il "pane" a casa.
Obiettivo ?
Portare -appunto- a casa, mensilmente, 4.000,oo/5.000,oo euro netti di gettoni di presenza.
Più mascalzoni di così ?

In Sicilia il denaro pubblico è ritenuto, dalla gran parte delle coscienze, meritevole di essere rubato.

Il neo eletto Consiglio Comunale è il affollato d'Italia.
Nella Sicilia dello Statuto Speciale (Statuto Speciale affidato da sempre a personaggi della risma di Totò Cuffaro, Raffaele Lombardo) le cose si fanno sempre in grande, infatti.
A Roma, a Milano, città con una popolazione tripla di quella di Palermo, il Consiglio Comunale non ha più di 40 componenti.
Palermo, città del "mangia tu, che mangio anch'io" ha 50 componenti che siedono in Consiglio Comunale.
Se osserviamo quanto è accaduto nel quinquennio passato possiamo dire che quello di consigliere comunale non è un esercizio civico, è un mestiere per campare con €. 4.000,oo al mese, apponendo giornalmente le firme e facendo mancare il numero legale.

venerdì 25 maggio 2012

Borgo del Cavaliere. Locali che sul territorio insistono

di Nino Montalbamo
NON E’ SEMPRE IL COMUNE
Borgo Eras di Piano Cavaliere (per approfondimenti vedi http://contessioto.blogspot.it/2010/03/i-borghi-eras-nel-territorio-di.html) la Caritas diocesana quasi dieci anni fa chiede in gestione l’edificio dell’ex scuola al comune per ristrutturarlo e utilizzarlo per un progetto.
La convenzione viene fatta in breve tempo, la ristrutturazione viene eseguita e anche bene, e tutto è pronto.
Angolo della piazza principale di Contessa Entellina
Ma Dieci anni dopo dalla convenzione a quanto pare il progetto non è potuto partire, soldi buttati? Fondi pubblici o privati? Per evitare che finisca come tutte le altre opere pubbliche del territorio cerchiamo di capire se con l’associazione Vivere Slow potevamo averlo in uso per sviluppare qualche progetto di ricezione turistica per ragazzi o come punto di riferimento per escursioni di trekking verso il castello di Calatamauro o altro.
Avviamo un giro di chiamate quasi interminabile all’interno della diocesi, tutti d’accordo per trovare una qualche forma di utilizzo, anche se ci dicono che è il parroco che deve dare l’assenso. Cerchiamo il parroco della chiesa di Contessa Maria SS. Annunziata e San Nicolò il quale dà una risposta evasiva e dice che a Contessa Entellina ci sono troppe associazioni. Io rispondo che spero che lui possa almeno fare qualcosa per utilizzare la struttura.
Dieci anni sono quasi passati e a parte qualche festa, la struttura è rimasta chiusa, il comune a breve potrebbe richiederla e magari inviare un altro progetto (se non lo ha già fatto con i fondi destinati ai borghi) perché in Sicilia e a Contessa Entellina (Pa) quello che conta è spendere perché forse non sono soldi presi dalle nostre tasche altrimenti sarebbe tutto utilizzato.

Corleone. Si riaprono le indagini sull'assassinio di Placido Rizzotto

La procura della Repubblica di Palermo ha riaperto le indagini sul rapimento e l'omicidio del sindacalista di Corleone Placido Rizzotto.
L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ignazio De Francisci e dal pubblico ministero Francesca Mazzocco, e' a carico di ignoti.
Rizzotto, ex partigiano, socialista e segretario della Camera del lavoro di Corleone, venne rapito dalla mafia la sera del 10 marzo '48 massacrato di botte e buttato in una foiba di Rocca Busambra.
A chiedere la riapertura delle indagini sono stati i familiari di Placido Rizzotto e la Cgil nazionale.

La "Margherita" ed il denaro pubblico

I giornali riportano le dichiarazioni della segretaria di LUSI, il tesoriere margherita.
Francesca Fiore, ha consegnato ai pubblici ministeri che indagano sugli ammanchi, pari a 25 milioni, dalle casse "margherita", una chiavetta usb che contiene i file in cui sono documentate tutte le fatture saldate nel tempo dall'allora tesoriere ai diversi capi corrente.
Stella e Rizzo: due bravi giornalisti che conoscono il malaffare dei politicanti
Racconta la donna: "Nel 2009, Lusi mi parlò della necessità di trattare alcune spese distinguendole dal resto, in quanto rimborsi della politica. Io cominciai a raccogliere queste fatture, segnando anche le persone che le portavano: Bocci e in generale le persone di riferimento dei vari politici. Verso il 2010 o il 2011, Lusi mi disse che occorreva essere precisi, anche nelle imputazioni delle fatture, perché c'era un accordo per suddividere le spese in termini di 60/40". Nel dettaglio, prosegue la segretaria, "Bianco, Bindi, Bocci, Fioroni, Franceschini, Letta e Marini erano "popolari". Gentiloni, Renzi e Rutelli, invece rutelliani".
I leader non trattavano le fatture da rimborsare di persona.

Avevano i loro addetti.
"Per Bindi, veniva il segretario, un certo Paolo. Per Bocci, il suo assistente Paolo Martellini e a volte lui stesso. Per Marini, c'era ben poco. Per Fioroni, me le dava lo stesso Lusi o Giovanni Iannuzzi, che portava le fatture in busta chiusa. Per Franceschini, veniva Giacomelli. Per Letta, credo se ne occupasse lo stesso Lusi. Per Rutelli, le fatture me le dava Lusi. Per Renzi, veniva un certo "Gavini" (si riferisce in realtà a Bruno Cavini ndr)". Uomo, quest'ultimo, dello staff del sindaco di Firenze e che, ieri sera, l'entourage di Renzi definiva "persona erroneamente ritenuta mandatario di Matteo".

Contessa Entellina. Vita civica

Domani il Consiglio Comunale di Contessa Entellina terrà seduta, su convocazione d'urgenza, per adempiere all'onere di "Nomina del Revisore dei Conti".
Finora -in un paio di sedute precedenti- non è stato raggiunto il quorum che si ritiene necessario alla nomina.

Sicilia. La facciatosta in passato era apprezzabile perchè indice di furbizia; oggi fa semplicemente pena

Il governo Monti ha recentemente impostato il piano di restituzione alle imprese di 20/30 miliardi di euro a fronte di prestazioni di beni o servizi resi alla Pubblica Amministrazione.
E’ ovvio che un simile ammontare non è addebitabile all’attuale governo bensì a chi negli ultimi anni ha retto il Belpaese, regioni, province etc, comprese.
Saggezza vuole che se il governo nazionale si imbarca in una iniziativa enorme, come sono 20/30 miliardi, pigli delle precauzioni, nel senso di imporre che chi continua a “scialacquare” prima mostri “serietà” e poi verrà ammesso nel piano.
I quattro decreti del governo, al momento, escludono la possibilità di certificare i debiti per le imprese delle regioni sottoposte a ‘piani di rientro’, tra le quali c’è –non c’era dubbio alcuno- la Sicilia di Raffaele Lombardo.
“Abbiamo più volte evidenziato al governo nazionale - dice Armao - che la Sicilia è la Regione con le performance più positive nel miglioramento dei conti in materia sanitaria ed è ormai fuori dal piano di rientro. D’intesa con il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, chiederemo l’estensione immediata alle imprese siciliane delle misure di accelerazione dei pagamenti della pubblica amministrazione”.
“La Sicilia- aggiunge l’assessore regionale per la Salute Massimo Russo - non può essere inserita tra le regioni italiane che rischiano di essere escluse dai benefici economici previsti dal provvedimento del ministro Passera. La nostra Regione, infatti, con grandi sacrifici ha brillantemente superato il Piano di rientro già nel 2009 e ha anche rispettato gli impegni assunti con il successivo Programma Operativo firmato con il Ministero e che scadrà alla fine di quest’anno: il 2011 si è chiuso con lo squilibrio programmato di circa 40 milioni di euro, abbondantemente compensato dai circa 330 milioni di euro provenienti dalle addizionali è stata più volte additata in campo sanitario come esempio virtuoso per il risanamento economico e la riqualificazione del sistema”.
Si, deve essere proprio come dicono i due assessori.
In Sicilia, lo sappiamo tutti, la finanza pubblica è in buone mani. Sono mani che nel bacino Mediterraneo esistono solamente qui.



giovedì 24 maggio 2012

Regione. I legali di Lombardo hanno chiesto il rinvio dell'udienza del gup

E' stata rinviata al prossimo 28 giugno l'udienza del Gup di Catania che deve decidere sul rinvio a giudizio per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato del governatore Raffaele Lombardo e di suo fratello Angelo, deputato nazionale Mpa.
I legali di Lombardo hanno chiesto un termine a difesa per esaminare alcuni atti depositati oggi dalla Procura.

Corleone. Funerali di stato per Placido Rizzotto, vittima della mafia - Mons. Di Cristina però non lo sa

Predicare la "verità" è una cosa, riconoscere la "verità" in terra di Sicilia è altra cosa.

Sull'omelia di mons. Salvatore Di Cristina, arcivescovo di Monreale, ai funerali di stato svoltisi oggi a Corleone in onore di Placido Rizzotto è già polemica
E' Riccardo Nencini, segretario nazionale del Psi, a scagliare bordate sul taglio dell'omelia sviluppata dal presule.
E’ stata la mafia ad uccidere Placido Rizzotto. Non dicendolo, lo uccideremo due volte”. 
Quell'omelia a Nencini è apparsa priva di "anima"  e le esequie  del sindacalista socialista -di cui sono stati ritrovati i resti pochi mesì fà- a  Nencini è sembrata -con quell'omelia-  di altri tempi, quando in Sicilia nessuno osava accusare la mafia.
 “Monsignor Di Cristina, durante le esequie, non ha mai citato la parola ‘mafia’. Rizzotto morì per la libertà e la giustizia, sprezzando un clima mafioso di omertà, per difendere i più deboli. 
Restituiamogli l’onore e la dignità. 
Caro Monsignore -conclude Nencini- lo ricordi ai suoi figli!”.

La mafia. Sosteniamo sempre che è fuori da noi, invece la incontriamo dietro ogni angolo

L'esempio viene dall'alto; nessuno ne dubita.
Quando si pensa alla mafia molti pensano ad un corpo estraneo rispetto a quello della società che ci sta attorno, estraneo al nostro modo di vivere.
Non è così, questo è un errore gravissimo. 
La mafia collude, coinvolge e incarta uomini delle istituzioni, imprenditori, professionisti, politici, in qualche caso, anche uomini delle forze dell’ordine e magistrati. La mafia lambisce e indirizza il nostro modo di vivere con i suoi falsi valori ed i suoi abitudinari luoghi comuni.
Quando, troppo spesso, cediamo alle lusinghe, all’inganno, alle promesse, quando non opponiamo nessuna ferma barriera di valori etici alle avances di tanti colletti bianchi (politicanti da quattro soldi, specialmente)  che sono al servizio delle mafie, ognuno di noi è colpevole di reati sociali e morali, anche se non hanno rilevanza penale. 
La mafia, le mafie, sono un modo di pensare, un modo di agire. Si tratta di culture. Culture che pensano che la legalità sia un impaccio e che invece è più facile forzare le regole, nell'interesse del "particolare".
Placido Rizzotto   
E' ovvio che di gran lunga colpevoli sono quegli uomini politici, o meglio i partitocrati o i politicanti da quattro soldi, quando per ottenere i consensi e farsi eleggere, pur di occupare uno scranno qualsiasi, vendono la propria coscienza e promettono, offrono, additano beni e risorse pubbliche.
Sia che offrano una lavatrice o un posto di impiego alla Regione è più che ovvio che siamo in presenza di uomini che della disonestà fanno uno strumento di vita.
E' probabile, è certo, che quel improvvisato benefattore, è un colluso che alla Mafia, alle mafie, una volta eletto offrirà molto di più di una lavatrice o un posto alla Regione, offrirà se stesso inserendosi in ingranaggi criminali. 

Placido Rizzotto
Il suo esempio ha continuato a vivere ispirando le lotte in difesa della legalità di migliaia di cittadine e cittadini siciliani e il suo impegno ha alimentato il coraggio di desiderare una società migliore. 
Le esequie si terranno nella chiesa madre di San Martino. 
Dopo il rito, Napolitano si recherà a Portella della Ginestra, un altro luogo simbolo della lotta alla mafia, per la deposizione di una corona al Sasso di Barbato mentre, dalla Chiesa Madre di Corleone, partirà un corteo fino al cimitero per deporre nella tomba l’urna con i resti di Rizzotto. 
L’esempio di Placido Rizzotto è un modello per tutte le persone oneste, per coloro che credono nella libertà e la giustizia: il suo sacrificio ha reso l’Italia un Paese migliore, più libero e più civile.

Regione. I 90 non trovano soluzione ai loro danni che quella di ampliare il debito pubblico

Martedì notte l’Assemblea regionale ha approvato una manovra da 300 milioni di euro che consentirà di erogare risorse per
- i teatri,
- i forestali,
- i comuni,
- i dipendenti Eas
- ed enti della cosiddetta tabella H. 
Somme da recuperare attraverso un mutuo da 140 milioni di euro e con i tagli che riguardano i contributi al buono scuola e la partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie. 

Il lenzuolo è davvero stretto. La classe dirigente regionale, fra le peggiori del bacino del Mediterraneo, non trova soluzione ai danni da essa creati che fare ricorso ai "mutui" per coprire spese correnti. 
Ripetere quanto già nel breve volgere di un mese il Commissario dello Stato ha impugnato.
Quanto sarebbe stato dignitoso tagliare le spese, o meglio gli sperperi, della politica (indennità carica, mantenimento di Palazzo dei Normanni a livelli cinque volte superiori al Consiglio lombardo, abolizione province, estinzione per venti anni del ricorso alle consdulenze di compari, amanti e parassiti.

mercoledì 23 maggio 2012

Sicilia. Le istituzioni rendono omaggio alle vittime di mafia, ma noi siciliani quando ci libereremo della cultura mafiosa ?

Il presidente del consiglio Mario Monti, prima di lasciare l'aula bunker dell'Ucciardone in cui si sono tenute le commemorazioni della strage di Capaci, ha incontrato, in una saletta riservata, i familiari del sindacalista socialista Placido Rizzotto, ucciso dalla mafia 64 anni fa.
Domani a Corleone, dalle 10,00, si celebreranno i funerali di Stato a cui prendera' parte anche il presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Saranno inoltre presenti il segretario generale della cgil Susanna Camusso ed una delegazione della segretaria nazionale del Partito Socialista.
 Il Capo dello Stato successivamente, a Piana degli Albanesi, in localita' Portella delle Ginestre rendera' omaggio alle vittime della strage del 1947. 

Riflettiamo: 
-Placido Rizzotto, sindacalista socialista del secondo dopoguerra fu ucciso dalla mafia perche' lottava per una societa' piu' giusta e perche' col suo impegno entrava in contrasto con la prepotenza dei boss mafiosi del momento (Navarra, Liggio etc.). I suoi resti sono stati identificati appena alcuni mesi fa. -Falcone e Borsellino furono assassinati 20 anni fa', in scenari stragisti, perche' credevano nel dovere delle istituzioni statali, che essi incarnavano, di dover estirpare la malapianta mafiosa.
-A Portella delle Ginestre, 65 anni fa' vennero sterminati dei pacifici contadini che nel primo maggio auspicavano un mondo socialmente piu' giusto. 

 Nella visita di Giorgio Napolitano e' facile leggere: Falcone, Borsellino, Rizzotto sono storie esemplari di tre siciliani che raccontano la scelta di vita di chi sposò la libertà e la giustizia e in nome di entrambe si oppose ai soprusi, alle prevaricazioni, al dominio di un pugno di uomini-bestie sull’intera comunità, comunita' leggibile anche nelle vittime dell'eccidio di Portella.

20 anni dalla strage. Nulla è cambiato in meglio fra noi

 "Si muore generalmente perche' si e' soli o perche' si e' entrati in un gioco troppo grande. 
Si muore spesso perche' non si dispone delle necessarie alleanze, perche' si e' privi di sostegni. 
In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non e' riuscito a proteggere"
Giovanni Falcone 

Giovanni Falcone e Francesca Morvillo
Giovanni Falcone nasce a Palermo il 20 maggio 1939. Muore nella strage di Capaci il 23 maggio 1992 quando la mafia ha fatto saltare in aria un tratto dell'autostrada A29 (Mazara-Palermo) uccidendo, oltre al magistrato, anche la moglie, Francesca Morvillo, e gli agenti di scorta, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. E' un eroe, medaglia d'oro al valor civile in quanto pur "consapevole dei rischi cui andava incontro quale componente del *pool antimafia*, dedicava ogni sua energia a respingere con rigorosa coerenza la sfida sempre piu' minacciosa lanciata dalle organizzazioni mafiose allo Stato democratico", come riportato nella motivazione. Si e' laureato in giurisprudenza nel 1961 ed e' entrato nell'ordine giudiziario tre anni dopo. Viene assegnato alla pretura di Lentini e poi al tribunale di Trapani, dove svolge il ruolo di pubblico ministero per dodici anni. Nel 1978 viene assegnato alla sezione fallimentare di Palermo. Chiede quindi di essere assegnato all'ufficio istruzione allora guidato da Rocco Chinnici. Questi lo chiama nel maggio 1980 e gli assegna un fascicolo di rilievo: "Rosario Spatola". Una inchiesta sul traffico di droga Palermo-Usa che coinvolgeva le famiglie Inzerillo e Gambino. Un fascicolo che era costato la vita al Procuratore Gaetano Costa, trovatosi solo a a firmare i mandati di cattura. Falcone lavorando su questo fascicolo scopre la grande importanza che possono rivestire le "indagini patrimoniali". Cosi' sul finire del 1980, ha in mano tutte le distinte di cambio di valuta estera dal 1975 in poi e scopre un assegno di centomila dollari scambiato in una banca palermitana che prova come Michele Sindona si trovasse in Sicilia, smontando la storia del sequestro del bancarottiere. Delineati i contorni di una organizzazione enorme, Falcone si teca in Usa, dove incontra Victor Rocco, assistente del distretto est di New York. Con l'arrivo a Palermo di Antonino Caponetto, Falcone diventa la punta di diamante del "pool antimafia" e chiama a lavorare con se' Paolo Borsellino; Giuseppe Di Lello e Leonardo Guarnotta si uniranno al gruppo. La svolta arriva con l'arresto e l'estradizione di Tommaso Buscetta, che si decide di collaborare con la giustizia e chiede di parlare proprio con Falcone. Il primo interrogatorio, avvenuto a Roma, mette in campo che dopo le dichiarazioni rese, il conto che il magistrato aprira con 'cosa nostra' si chiudera' con la morte. Falcone dispone dei blitz e la mafia capisce che Falcone fa sul serio; vengono nel breve volgere di tempo due suoi collaboratori, Ninni Cassara' e Beppe Montana. In questo contesto Falcone e Borsellino vengono condotti nell'isola dell'Asinara al fine di completate il lavoro istruttorio del maxiprocesso a Cosa Nostra. La Corte d'assise accoglie la tesi accusatoria di Falconi e piovono 360 condanne per oltte duemila anni di carcere. Nel 1987 Falcone si candida per dirigere l'ufficio istruzione. Ma il CSM gli preferisce Antonino Meli. E' una doccia fredda per il magistrato, ma anche una frattura resa pubblica all'opinione del paese del fronte antimafia. E' segno che l'operato del magistrato non e' condiviso all'interno della magistratura di governo. Meli si insedia a Palermo e procede allo scioglimento del pool antimafia. Falcone subisce inoltre la delusione di vedere preferito Domenico Sica alla guida dell'Alto Commissariato per la lotta alla mafia. Conclude l'inchiesta con Rudolph Giuliani, procuratore distrettuale di New York. Il 21 giugno 1989, mentre si trova nella sua villa all'Addaura (Palermo), viene scoperto un borsone pieno di tritolo pronto a scoppiare. Il magistrato ospita i colleghi svizzeri Carla Dal Ponte e Claudio Lehmann. La bomba non scoppia ma Falcone ne resta preoccupato.   
Falcone e Borsellino
A Palazzo di giustizia scoppia la stagione dei "veleni" con le lettere anonime del "corvo" che mirano a screditare il magistrato. Ma il veleno non si ferma a Palazzo di giustizia. Nel 1990 il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, intervenendo alla trasmissione "Sammarcanda", denuncia Falcone - gia' divenuto procuratore aggiunto - di aver "tenuto nei cassetti" le carte sui grandi delitti di mafia. Ormai il fronte antimafia e' definitivamente spaccato e Falcone viene pure ostacolato a diventafe consigliere del CSM. Esistono forti dissensi col procuratore Giammanco e in simile quadro Falcone accoglie la proposta di Claudio Martelli di dirigere l'Ufficio Affari penali del Ministero di Grazia e Giustizia. Inizia contro di lui una ulteriore stagione di attacchi per essersi allineato al socialista Martelli. Egli comunque lavora alacremente sulla predisposizione della legge per l'istituzione della procura nazionale antimafia, per favorire il pentimento degli uomini di Cosa nostra e per inasprite le condizioni carcerarie dei boss di mafia. Nell'ottobre 1991 il CSM lo chiama a dare ragione delle accuse mosse dal sindaco Orlando. Viene candidato, nonostante l'ostracismo di tanti colleghi magistrati, a dirigere la SuperProcura antimafia. Una delle sue ultime testimonianze la rende alla giornalista Marcelle Padovani: "Si muore generalmente perche' si e' soli o per he' si e' entrati in un gioco troppo grande. Si muore spesso perche' non si dispone delle necessarie alleanze, perche' si e' privi di sostegni. In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non e' riuscito a proteggere". 
E cosi e'. 
Alle 17,58 del 23 maggio 1992 Falcone salta in aria sull'autostrada Palermo-Mazara del Vallo. 
testo estrapolato dal libro 
"La mafia dalla A alla Z" di Angelo Vecchio

martedì 22 maggio 2012

Imu. Era nata come imposta comunale ed invece ... per il 50% andra' allo stato

“Durante la manifestazione di Venezia anche i sindaci siciliani protesteranno contro l’Imu, una tassa iniqua che, anche se riscossa dai comuni, per il 50% verra’ versata nelle casse statali. Agli enti locali, dunque, tocchera’ solo un ruolo di esattori senza avere la possibilita’ di utilizzare queste risorse a beneficio dei cittadini migliorando i servizi per la comunita’. Questa politica “miope” danneggia lo sviluppo e la crescita del territorio mettendo in seria difficolta’ il lavoro di tutti gli amministratori”. In questi termini si esprime Giacomo Scala, dell’AnciSicilia, che giovedi’ partecipera’ alla manifestazione dell’Anci organizzata nel capoluogo veneto. L’Anci chiama a raccolta gli 8100 Comuni italiani per far sentire la loro voce e proporre al Paese una grande alleanza per la crescita. Si vuole mettere in evidenza che nonostante il federalismo fiscale sbandierato l'Imu e' una ‘tassa statale’ che non porta vantaggi alle casse dei comuni e alla vita dei cittadini.

Prodi ci aveva riempito la testa parlandoci del "cuneo fiscale".... poi trovò un tesoretto

L'Italia possiede la pressione fiscale più alta sul fattore lavoro: 
l’ennesima conferma giunge da Eurostat. 
Nel 2010, in base ai dati resi noti oggi, il peso ‘implicito’ - ovvero tributi più oneri sociali - dello Stato sul costo del lavoro è salito dal 42,3 del 2009 al 42,6%. 
Nei 17 Paesi dell’Eurozona il tasso medio è stato invece del 34%. 
Quest’anno (2012) il peso del fisco sulle spalle degli italiani è destinato a crescere passando dal 45,6 al 47,3%.
E' palese pure a somari quali sono i 900 parlamentari "nominati" che siedono a dormire sui banchi di Montecitorio  e Palazzo Madama che si persegue -con accanimento- una politica per dissuadere gli impieghi lavorativi.

E' tramontata la seconda repubblica, ma la terza non nasce ancora

In Sicilia, domenica e lunedì, hanno votato 531.631 elettori, pari al 47,46% degli aventi diritto. Rispetto al primo turno elettorale (15 giorni prima) la riduzione è stata del  20,11%
A Palermo per il secondo turno ha votato solamente il 39,73% (-23,46% rispetto al primo turno). Il Comune con la percentuale di affluenza più alta è stato Alcamo (Tp) con il 66,42%, quello con la più bassa, invece, Palermo con il 39,73%.
Che i partiti abbiano vinto o abbiano perso in un Comune, con questi dati ricordati, emerge una verità: i siciliani, come anche il resto degli italiani, disapprovano quessti partiti, queste strutture mangiasoldi.
Nulla hanno dei partiti scuole di educazione civica, di ambiti di cultura di avanzamento sociale.
Chi oggi, 2012, frequenta una segreteria di partito di un "politicante" (purtroppo in Sicilia una persona seria, competente, ricca di valori da chiamare "politico" non esiste), avrà modo di notare anticamere zeppe di ingegneri, avvocati, commercialisti, (colletti bianchi, insomma) che devono richiedere di essere insediati in un consiglio di amministrazione, in un collegio sindacale, in una equipe di progettisti. Eppure era stata varata una legge che distingueva la politica dalla gestione.
Il politicante a tutti promette, a tutti rassicura, a tutti schiaccia l'occhio.
Il politicante non mostra di possedere "visioni", progettualità, prospettive sociali da raggiungere. 
La sua unica preoccupazione è di apparire "in gamba", "furbo", mostrare di essere una persona che ci sa fare.
Proprio da questi comportamenti si coglie quanto il personaggio sia piccolo, sia inadatto al ruolo di "rappresentanza" che dovrebbe svolgere.

La gente in Sicilia ha reagito non andando a votare. Lo stesso Orlando, uscito dalle urne con oltre il 70% dei consensi dei palermitani, deve tenere conto di avere avuto il 70% di solamente il 39% degli aventi diritto. Ossia poco o nulla per autorizzare entusiasmi.
Ieri sera la Rosy Bindi in un programma televisivo sembrava una marziana venuta a cantare vittoria. 
Ha comunque promesso -alla conduttrice che ha chiesto cosa il suo partito di ieri e quello di oggi abbia fatto del finanziamento pubblico- ha promesso, dicevamo, che entro qualche settimana porterà nel medesimo programma televisivo i giustificativi di centinaia e centinaia di milioni incassati negli ultimi 10 anni (dai suoi partiti).
Dichiarava pure che il finanziamento pubblico necessita di ritocchi perchè risulta già ridotto del 50% rispetto ad un indeterminato tempo, ritenuto  probabilmente ideale. Di abolizione, come chiesto dagli italiani in un referendum, manco a parlarne.
Al partito della Bindy per fare cattiva politica servono decine e decine di milioni, mentre al movimento di Beppe Grillo per vincere a Parma sono serviti €. 4.600,oo.

Purtroppo con questi personaggi, con queste persone che da 30 anni siedono in Parlamento, non esiste possibilità di "ravvedimento".
Fra un anno il Parlamento sarà forse affollato di grillini. Ci auguriamo almeno che siano tutte persone serie ed oneste e che abbiano in odio la "furbizia" oggi in auge nelle segregterie dei partiti siciliani.
Più competenti dei 900 scilipodi attuali non è difficile esserlo.

lunedì 21 maggio 2012

Elezioni amministrative. I partiti che fanno gli "affari propri" puniti

-Parma avrà un sindaco grillino: Federico Pizzarotti
-Genova avrà un sindaco di centro-sinistra (non pd): Marco Doria
-Palermo avrà un sindaco di centro-sinistra (non pd): Leoluca Orlando.

Gli italiani stanno punendo i partiti dai visi "sempre gli stessi", privi di sensibilità civica.
Siamo convinti che Pd e Pdl non si correggeranno. Alle prossime elezioni avremo ancora i visi di D'Alema, Veltroni, Berluscono, Scajola, Casini, Alfano, Cosentino, Cammarata ed altre simili sconcezze.
Ma potrebbe capitarci di peggio:  trovare  in lista i nomi di Filippo Penati ed del senatore Di Gregorio.

domenica 20 maggio 2012

Scorrettezze. Il denaro non piace solamente ai politicanti

Con provvedimento papale e' stato sollevato dalla guida della diocesi di Trapani il vescovo mons. Francesco Miccichè sostituito da un amministratore apostolico, mons. Alessandro Plotti, ex vescovo di Pisa. 
La diocesi siciliana era stata al centro di una visita apostolica dal giugno 2011, compiuta dal vescovo di Mazara del Vallo monsignor Domenico Mogavero, in seguito a un'inchiesta della Procura di Trapani su ammanchi relativi e due Fondazioni gestite dalla Curia, e a dissidi tra Miccichè e alcuni prelati. L'inchiesta della Procura, che aveva prima innescato il 7 giugno 2011 l'invio del «visitatore apostolico» e in queste ore la rimozione del vescovo, riguarda un presunto ammanco di denaro - oltre un milione di euro - nella fase di incorporazione da parte della Fondazione «Auxilium» di un'altra fondazione gestita dalla Curia, la «Campanile». 
L'indagine è stata condotta dalla sezione di polizia giudiziaria della guardia di finanza per la Procura trapanese. Monsignor Plotti, nato a Bologna, compirà 80 anni il prossimo 8 agosto. È stato arcivescovo di Pisa dal giugno 1986 al febbraio 2008.

Piana degli Albanesi. Napolitano durante la visita in Sicilia si recherà a Portella della Ginestra

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il 24 maggio renderà omaggio ai caduti della strage di Portella della Ginestra nel luogo stesso dell'eccidio. Ad invitare il capo dello Stato, oltre alla Cgil, anche uno dei sopravvissuti: Mario Nicosia, classe 1925. 
Al Presidente della Repubblica Nicosia aveva scritto «Egregio signor presidente, sono un vecchio sopravvissuto della strage di Portella della Ginestra che insieme ad alcuni compagni testimoni e familiari delle vittime (Concetta Moschetto, Serafino Petta e Giacomo Schirò) ogni anno incontra decine di scolaresche provenienti da tutta Italia e di ragazzi dei campi di lavoro antimafia organizzati dall'associazione Libera di don Ciotti per raccontare la nostra triste esperienza. E non le nascondo che spesso ci viene chiesto come mai il nostro amato Presidente della Repubblica, che spesso e giustamente ha reso omaggio qui in Sicilia alle vittime delle stragi mafiose, non ha ancora avuto modo di visitare il suolo sacro di Portella della Ginestra per onorare i nostri caduti dell'1 maggio 1947. Non le nascondo che le giustificazioni che sempre, per rispetto alle nostre Istituzioni, abbiamo tentato di dare, non hanno mai convinto i giovani volontari antimafia».

La Spina di Palermo

Riceviamo e volentieri pubblichiamo
 
LA “SPINA” DI PALERMO
 E’ ormai il “caos” a Palermo.
Caos “democratico” (per il Partito Democratico, s’intende…).
Chiusasi fragorosamente la stagione del berlusconismo (anche nelle sue diramazioni -“metastasi”, per alcuni- locali: dalla Moratti a Milano, a Cammarata a Palermo…), tutti i segnali convergevano in un’unica direzione: l’irripetibile opportunità per il Pd, principale forza d’opposizione in questi anni, di capitalizzare elettoralmente da un lato la “frustrazione pidiellina” (per quel promesso “miracolo economico” trasformatosi in incubo!), dall’altro la “rabbia leghista” (di chi è passato dall’orgoglio di gridare “padroni a casa nostra!” alla vergogna di scovare “ladroni in casa propria”!).
Test politico di primordine era rappresentato dalle amministrative di Palermo (quinta città d’Italia), dove dieci anni di mala amministrazione Cammarata (macchiata da svariati scandali e da una “gestione privata” della Cosa pubblica) avevano fatto lievitare le ambizioni del centrosinistra di governo cittadino.
Per il Pd, dopo essere entrati a Palazzo dei Normanni “furtivamente” dalla finestra, la prospettiva di entrare a Palazzo delle Aquile dall’ingresso principale appariva alquanto “allettante”… (in molti già pregustavano di dare il “benservito” al Pdl).
Nello stesso Popolo della Libertà tutti davano per persa la “fortezza palermitana” (previsione quanto mai azzeccata).
Avendo “perso la faccia”, del resto, il Pdl non si era fatto scrupoli a “chiederla in prestito” al giovane Massimo Costa, il candidato col volto da tronista prescelto come agnello sacrificale dai “berluscones” (tanto corteggiato prima del voto… quanto scaricato immediatamente dopo!).
Tutto sembrava già scritto…
Nessuno, però, aveva fatto i conti con una legge che non ammette sconti, quella di Murphy, secondo la quale se ci sono due o più modi di fare una cosa, e uno di questi può condurre alla catastrofe, allora qualcuno la farà in quel modo”.
Ebbene, questo “qualcuno” si è concretizzato nel Partito Democratico!
L’autolesionismo proverbiale del Pd si è spinto al punto di seminare “tanta polvere” da raccogliere “solo vento” da quello che si preannunciava come il più grande raccolto dopo il “bunga bunga”!
Ecco spiegato come, in vista delle elezioni cittadine, i Democratici si sono cimentati in un “triplo salto mortale” mai riuscito prima:
- in primis, PERDERE LE PRIMARIE (Bersani in persona si era speso a sostegno della candidatura di Rita Borsellino -altro errore strategico, trattandosi di una personalità degnissima ma praticamente scomparsa dalla scena politica locale, dopo l’elezione di ripiego all’Europarlamento-);
- in secundis, PERDERE LE “SECONDARIE” (ossia le elezioni, quelle “vere”), pur avendo a malincuore appoggiato il candidato premiato da discusse primarie, Fabrizio Ferrandelli;
- in tertiis, CADERE SOTTO I COLPI DEL “FUOCO AMICO”, ovvero perdere contro un ex alleato, Leoluca Orlando (di fatto una “costola” della sinistra palermitana e “candidato in pectore” di quella parte del Pd più “malpancista”).
Mentre molti già pregustavano il “dolce sapore” della vittoria… alla fine ci si è dovuti accontentare del “gusto amaro” della sconfitta!
Nemmeno appellarsi a Santa Rosalia è servito a molto di fronte al “masochismo democratico”.
Nessuna “corona d’allori” per i dirigenti del Pd (già pronti a sfilare sul carro del vincitore): in compenso, tante “corone di spine”!
Uno spot pubblicitario recentemente andato in onda recitava: “ti piace vincere facile?”.
Prendendo spunto da questa réclame, proporrei al Partito di Bersani di adottare il seguente slogan alle prossime elezioni: “ti piace perdere facile???”
Il Partito Democratico siciliano (“diviso” per costituzione, “perdente” per vocazione!) esce dalla prova delle urne “bocciato senza appello”.
Ridottosi ad una “banda post-democristiana” alla ricerca di una qualche sistemazione personale, il Pd (meno “L”) è apparso:
- in primo luogo, del tutto carente di un’idea alternativa di politica e di società (come si può, ad esempio, far da stampella ad un Presidente di Regione fino a poco tempo fa definito “degno erede del cuffarismo”?);
- in secondo luogo, scevro di un minimo di spessore politico e culturale (l’unica idea dominante nella sua classe dirigente non sembra “cambiamo il Sistema”, bensì “facciamoci strada nel Sistema”!).
I Democratici dell’Isola hanno mostrato così poco riguardo nei confronti dei propri elettori da impedire con ogni pretesto lo svolgimento del referendum consultivo chiesto a gran voce dalla base per avallare o meno la scelta verticistica dell’“appoggio esterno” ad un Governatore indagato per “concorso esterno” in associazione mafiosa.
Ma come dargli torto, in effetti?
Che necessità vi è di svolgere un referendum per certificare ciò che è “alla luce del sole” (ovvero l’insofferenza del suo elettorato)???
Tornando al clamoroso responso delle amministrative, Fabrizio Ferrandelli, presentatosi in un primo momento col volto da bravo ragazzo impegnato in politica e nel sociale, probabilmente vittima delle sue ambizioni, si è abbandonato all’“abbraccio mortale” dei Cracolici & Company non valutandone le conseguenze.
Quella che doveva essere la candidatura civica di una giovane promessa della politica è divenuta ben presto diretta emanazione della fronda più “inciucista e lombardista” del Partito.
Ferrandelli, così, ha finito col perdere -dico bene, ritenendo ormai segnato l’esito del ballottaggio- non solo in virtù della grande popolarità di Orlando ma anche perché apparso una “pedina” nelle mani di “vecchi marpioni” della politica, pronti a sponsorizzare la sua candidatura ad uso e consumo proprio!
“Sguaiate”, baldanzose, supponenti, poi, sono apparse le sue prime reazioni post voto:
1- Che senso ha accusare Orlando di aver sottratto voti al centrodestra, macinando consensi al di fuori del proprio bacino elettorale di riferimento?
Ciò, più che un’“infamia” di cui render conto, appare il principale merito dell’ex Sindaco!
Quale altro sarebbe l’obiettivo di un candidato se non conquistare la fiducia anche di coloro che, fino a ieri, non lo avrebbero votato?
2- Come può, inoltre, l’aspirante sindaco di una Città così problematica definire “cialtrone” un uomo che, nel bene e nel male, ha già amministrato il Capoluogo siculo per ben tre consiliature?
Se persino la senatrice Finocchiaro (candidata del Pd alle ultime regionali) è arrivata ad ipotizzare un suo appoggio ad Orlando, c’è da credere che Ferrandelli, più che muovere all’attacco, dovrebbe lavorare molto sulla “difensiva”…
3- Come si può, infine, illudere gli elettori prospettando il ballottaggio come il secondo tempo di una partita che riprenderà da uno “0 a 0” e palla al centro?
Onestà intellettuale suggerirebbe, piuttosto, l’immagine calcistica dello “0 a 3” e palla al centro (considerando lo striminzito 17% di consensi di Ferrandelli al primo turno -a fronte del 47% di Orlando- e gli “oltre 60 mila” voti di scarto registrati tra i due candidati!).
Sgombrando il campo da equivoci, lungi da me vendere “fumo per arrosto”!
Leoluca Orlando:
- in primo luogo, non rappresenta la “panacea di tutti i mali” (meglio diffidare, piuttosto, da chi vanta “poteri salvifici” o si presenta come l’“unto del Signore”!);
- in secondo luogo, se ha scelto di scendere in campo lo ha fatto più con un occhio a Roma che a Palermo (in buona sostanza, per non farsi troppo oscurare all’interno dell’Idv -partito eminentemente “leaderistico”- da personaggi quali l’evergreen Di Pietro e l’emergente De Magistris).
L’ex Sindaco non è certo “il nuovo che avanza”… semmai “l’usato sicuro” (per citare l’infelice battuta di Bersani).
Ma, se in così tanti palermitani lo hanno preferito al primo turno -e, son sicuro, faranno altrettanto al secondo-, evidentemente i volti nuovi che la politica palermitana ha espresso (o, meglio, gli “apparati” reggenti le loro spalle) sono apparsi un’alternativa ben poco credibile…
Auguriamoci solo che il probabile nuovo, vecchio Sindaco si confermi all’altezza delle aspettative di una Città “assetata di futuro” e “affamata di legalità”…
Gaspare Serra
                                                                                                                                                         Blog “Panta Rei