sabato 31 agosto 2024

Contessa Entellina. Appunti e riflessioni

  Assetto del governo locale
nella Contessa delle origini
 Come in tutti i centri baronali del Regno di Sicilia a Contessa il palazzo del Signore (che sorgeva sul sito dell’attuale Municipio, trasformato nell’attuale diverso assetto negli anni cinquanta del Novecento), non pare sia mai stato adibito, nemmeno per particolari occasioni, a residenza  del feudatario del territorio che come e’ noto e’ appartenuto alla famiglia dei Cardona, poi dei dei Gioeni e poi dei Colonna. Sappiamo però che fino ai primi decenni del Settecento -in regime ancora prettamente feudale, prima quindi delle riforme del Caracciolo- in esso operavano:

===La Corte Secreziale,… …. oggi diremmo:   l’Amministrazione feudale

===La Corte Giuratoria ……..oggi diremmo:   l’Amministrazione comunale

===La Corte Capitaniale ….…oggi diremmo:   l’Amministrazione giudiziaria

   Tutte e tre le amministrazioni erano diretta emanazione del feudatario del tempo.

  In una stanza dell’edificio, che veniva definita “cautelata”, vi era la Cancelleria, dove stavano custoditi i Capitoli di concessione agli arbereshe e pure i libri dell’annuo importo d’introito, ed esito dell’Universita’.  

   L’assetto che regolava la vita amministrativa e giudiziaria  del Regno di Sicilia era uniforme in tutte le Università (= in ogni comunità di origine baronale).

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   Avremo modo nel più lungo termine di capire come funzionava l’apparato baronale locale, composto sempre da personaggi che in via di fatto hanno tracciato la storia di Contessa Entellina e contestualmente, pur in mancanza di legislazione a tutela della realtà linguistica e religiosa degli arbereshe, si sono molto adoperati perché l’identità fosse salvaguardata, e sia arrivata fino ai nostri giorni. Avremo modo di capire come e perché ciò sia stato possibile, al punto che sia stato favorito al massimo nel periodo feudale il mantenimento dell’identità arbereshe e completamente -se non volutamente- contrastato da alcune amministrazioni ufficialmente democratiche del periodo repubblicano (da alcune, seppure non da tutte).

   Adesso che la Costituzione repubblicana e la legislazione ordinaria prescrivono obblighi di salvaguardia identitaria e linguistica attraverso le scuole stiamo assistendo all’estinzione accelerata di ogni specificità locale. Di chi la colpa?  della scuola, delle famiglie o del modello di società in cui ci ritroviamo? o forse dell’intero complesso?

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