domenica 5 marzo 2023

Terzo millennio. La guerra in Ucraina ... ad oggi non ha ancora sensibilizzato i politici?

 La sensazione è che nel terzo millennio 

di veri politici -forse- non ne esistono !

 Scrive Eric I. Hobsbawn ne "Il secolo breve 1914-1991": 


Sarajevo. 

Il 28 giugno del 1992, senza preannuncio, il presidente francese Mitterand fece
un'improvvisa e inattesa comparsa a Sarajevo, centro di una guerra balcanica che doveva provocare nel resto di quell'anno la morte di 150.000 uomini. Il suo scopo era di ricordare all'opinione pubblica mondiale la gravità della crisi bosniaca. Infatti la presenza di un anziano e prestigioso statista in condizioni di salute assai precarie, che sfidava il fuoco delle artiglierie e delle armi leggere, fu un evento degno di nota e fu oggetto di ammirazione. Tuttavia, un aspetto della visita di Mitterand passò quasi in silenzio, benché fosse uno dei più importanti: la data. Perché il presidente francese aveva scelto di andare a Sarajevo proprio quel giorno? Perché il 28 giugno era l'anniversario dell'assassinio dell'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando, avvenuto a Sarajevo nel 1914, un episodio che condusse, nel giro di qualche settimana, allo scoppio della prima guerra mondiale. Per ogni europeo colto dell'età di Mitterand balzava agli occhi il nesso tra la data, il luogo e il ricordo di una catastrofe storica innescata da errori di valutazione politica. Scegliere la data così simbolica era il modo più efficace  per drammmatizzare le possibili implicazioni catastrofiche della crisi bosniaca. Ma quasi nessuno colse l'allusione, se si eccettuano pochi storici  di mestiere e qualche cittadino anziano. La memoria storica non era più viva.

La distruzione del passato, o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l'esperienza dei contemporanei a quella delle generazioni precedenti, è uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani  degli ultimi anni del Novecento. La maggior parte dei giovani alla fine del secolo è cresciuta in una sorte di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con il passato storico del tempo in cui essi vivono. Questo fenomeno fa sì che la presenza e l'attività degli storici, il cui compito è di ricordare ciò che gli altri dimenticano, siano ancora più essenziali alla fine del secondo millennio di quanto mai lo siano state nei secoli scorsi. Ma proprio per questo motivo gli storici devono essere più che semplici cronisti e compilatori di memorie, sebbene anche questa sia la loro necessaria funzione. Nel 1989  tutti i governi, e soprattutti i ministeri degli Esteri, avrebbero tratto grande beneficio da un seminario  di storia sugli accordi di pace successivi  alla prima guerra mondiale, accordi che la maggior parte di loro dimostrarono di aver dimenticato.

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Oggi i politici, ossia coloro che possiedono la responsabilità del pianeta, dovrebbero ricordare come da crisi locali sono sempre esplosi disastri molto più ampi; così avvenne dopo Sarajevo (1° guerra mondiale), così avvenne dopo l'occupazione tedesca del corridoio di Danzica (2° guera mondiale).

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