domenica 5 marzo 2023

Alle radici dell'Umanità (9)

IL MONDO ALL'ALBA DELL'UMANITA' pag.9

-Noè e il Diluvio

 Secondo gli studiosi il nome Noè potrebbe derivare dalla parola "niham" (=quiete, riposo). Noè sopravvisse grazie ad una ampia imbarcazione. Dio avrebbe dato precise indicazioni su come costruirla: "trecento cubiti di lunghezza, cinquanta di larghezza e trenta di altezza. Farai nell'arca un tetto e, a un cubito più sopra, la terminerai (...). Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell'arca due di ogni specie" Genesi 6,15-19).

Allora Dio disse a Noè ... Fatti un'arca
di legno di cipresso; dividerai l'arca
in scompartimenti e la spalmerai di
bitume dentro e fuori.




 Gli archeologi si sono posti l'interrogativo se fosse possibile -ancora all'alba della vicenda storica- tecnologicamente realizzare un barcone secondo quei dati. E proprio pochi decenni fa, nel 2000, ad Abydos (antica città dell'Alto Egitto, ed era capoluogo dell'VIII distretto, ad 11Km. ad Ovest del Nilo) fu scoperta una flotta di imbarcazioni, sulla cui base gli archeologi hanno desunto che già nel 3000 a.C. gli egizi erano in condizione di costruire con tavole ricurve , incastrate fra loro con giunti e sigillate con giunchi, degli scafi; barche leggere che forse avrebbero pure viaggiato lungo le coste del Mediterraneo orientale.

 Stando a Genesi Noè ebbe tre figli: Sem, Cam e Iafet, che divennero nuovi genitori della popolazione terrestre. I figli di Iafet popolarono la Grecia e l'Asia Minore, i discendenti di Cam il Nord Africa, Canaan e la Mesopotamia. Sem divenne il padre degli abitanti del deserto (o nomadi), ma taluni sostengono all'origine della parola "ebreo" (Genesi 10,21).

 Tornando al diluvio bibblico, pare che l'Arca non avesse nè un timone nè una vela e che essa servisse semplicemente per reggersi sulle acque semplicemente affidandosi alle mani protettive di Dio. Piovve per quaranta giorni (Genesi 7,11-12)  e gli storici intendono questo passaggio come una sorta di sequenza della creazione in cui le acque furono separate. Quando le acque si furono placate l'arca si fermò sul monte Ararat (Genesi 8,4), da taluni individuato nel monte più alto al confine Turchia-Armenia.

 La Scienza, l'Archeologia, in merito al diluvio biblico ritiene che si tratti di una ispirazione sorta dall'imprevedibilità dei fiumi medio-orientali Tigri ed Eufrate i cui livelli potevano innalzarsi al punto da devastare le stesse reti irrigue realizzate. Esistono testi di epica medio-orietali secondo cui gli dei decidono di sterminare l'umanità con le inondazioni, seppure poi certi dei, per pietà, intervengono a favore degli uomini. 

 L'epopea di Gilgamesh riporta alcuni paralleli con la storia di Noè, qui le misure del battello da realizzare sono : "Ecco le misure del battello come lo costruirai" ordina il dio Ea: "Che la sua larghezza sia pari alla sua lunghezza, il suo ponte abbia un tetto come la volta  che copre l'abisso; conduci quindi nella nave il seme di tutte le creature viventi".

 Secondo gli scienziati, ricerche al  radiocarbonio relativamente recenti mettono in chiara evidenza tracce di un'inondazione di straordinarie dimensioni, verosimilmente, avvenuta intorno al 2900 a.C. , nell'area delle nascenti città-stato del Sumer. Area non lontana dall'antica città di Ur, presunta località di nascita di Abramo.

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I Tempi scientifico-storici:

Circa 3000 a.C     Circa 3000 a.C.____  Circa2920_______Circa 2920________Circa 2900 a.C.

Uruk diventa        Gli egizi costruiscono  Narmer  unifica    Inizio della        Una enorme inondazione

città-stato più        imbarcazioni con         l'Egitto in un        I° dinastia          distrugge la maggior

importante del        giunti a tenone            unico regno           d'Egitto.           parte delle città del

Sumer                    emortasa                                                                             Sumer

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 Il credente cristiano: 

OLIVER CLEMENT

dal testo "I volti dello Spirito"

 Il termine "spiritualità" non significa altro che "vita nello Spirito". Attraverso la grazia della croce lo spazio della morte diventa spazio dello Spirito. Inizia nell'uomo la respirazione dilatata dello Spirito che lo rende capace di "fare eucarestia in tutte le cose" (cf 1Ts 5,18). Lo Spirito ci introduce "nelle profondità di Dio" (1 Cor 2,10), ci permette di confessare che "Gesù è il Signore" (Rm 10,9) e di chiamare l'Inaccessibile "Abbà, Padre (Rm 8,15). E' lo Spirito che ci svela l'essenza della vera paternità, sacrificale e liberante; infatti Dio, in Gesù, ci libera dalla separazione e dalla morte e ci comunica il suo respiro, lo spazio infinito della vita, della gioia, della libertà.

 Per un verso lo Spirito dilata l'uomo, lo effonde in libagione nell'unità del corpo di Cristo, dove l'umanità intera si trova, nel senso più realistico, "ricapitolata". E' allora che più l'uomo fa umilmente esperienza dei propri limiti, più viene dilatato dallo Spirito: tutti gli uomini sono in lui, come l'universo stesso, che il Soffio porta con sé. "Il mondo è interiore", diceva Pierre Emmanuel.

 Per un altro verso lo Spirito ricentra l'uomo su quel punto di unificazione e trasparenza che è il cuore. Per il risveglio del cuore occorre che il respiro dell'uomo si unisca al Respiro di Dio nell'invocazione del nome di Gesù: infatti il Soffio, nell'interiorità di Dio come in quella dell'uomo, è "potenza manifestatrice del Verbo". Cristo ci rende "pneumatici" e lo Spirito ci rende "cristici", fino a quella misteriosa unità dei Due che conducono al Padre, unità che Paolo suggerisce quando dice: "Il Signore è lo Spirito" (2Cor 3,17). Scrive Simeone il Nuovo Teologo:

Lo Spirito santo diventa per i santi quello che le Scritture dicono a proposito del regno di Dio: la perla, il granello di senape, il lievito, l'acqua, il pane, la bevanda di vita, la camera nuziale , lo Sposo, l'Amico, il Fratello, il Padre ...

Interamente immerso nella profondità dello Spirito, l'uomo è come deposto al centro di un abisso infinito  di acque luminose ...

 So che non morirò, perché sono all'interno della vita e la sento irrompere  dentro di me in tutta la sua pienezza.

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