giovedì 30 aprile 2020

Siamo alla conta dei danni. La "ricostruzione" del dopo coronavirus può competere ad un governo semi-populista ?

Una indagine condotta in questi giorni asserisce che 788.000  famiglie siciliane hanno visto calare il proprio reddito a causa del Covid-19. La fotografia dà la sensazione che uno tsunami si è abbattuto sulla nostra Isola.
Oltre il 15% dei riferimenti presi in esame, pari a 218.000 nuclei familiari, ha visto contrarsi di oltre il 50% il reddito familiare, il 10%, corrispondente a più di 145 mila famiglie, ha perso il 100% delle entrate. 
Hanno sostanzialmente visto contrarsi  il proprio reddito circa 365.000 famiglie.
Viene da chiedersi; cosa accadrà nella non breve fase di "uscita" dallo thunami ?
 Da dove ripartire?  A parte che (è un nostro pensiero) a guidarci fuori e a studiare come impostare il domani non potrà essere un governo palesemente incompetente, sovraffollato come è di populisti. Troppi errori esso ha commesso nella fase iniziale dell'epidemia e lo dimostrano le gravissime difficoltà.
L'uscita dalla grave situazione non può essere quella che vede il governo dispensare elemosine e mance, l'antica strada democristiana dell’assistenzialismo che consente di raccogliere voti. Questo è un percorso disperato e senza sbocchi di risolvere  le gravi criticità del nostro Meridione, oltre che presagio di ulteriori disastri.
Una prima indicazione, che andrebbe accolta sarebbe quella che oggi alcuni giornali propongono è quella di sburocratizzare la vita pubblica; nessun cittadino deve essere messo in condizione di non avere bisogno dei Comuni, degli enti, e degli apparati che creano clientelismo. Bisogna mettere ciascuno di poter camminare con le proprie gambe. 
Leggiamo su un quotidiano che la quarantena in Sicilia è  costata due miliardi e 100 milioni al mese in termini di minor valore aggiunto, con un terzo degli occupati colpiti dal blocco, di cui poco meno di 165 mila lavoratori autonomi. La perdita di fatturato solo per gli autonomi è stata pari a ben un miliardo e 635 milioni di euro circa. In un solo mese di lockdown un lavoratore autonomo siciliano, e molti sono tali, ha perso mediamente 1.740 euro, che i 600 euro compensati ad aprile dallo Stato ristorano per circa un terzo. 
Serve -per la ripartenza-  la liquidità necessaria non solo con prestiti garantiti ma anche con  contributi a fondo perduto. 
Va assicurata ampia tutela a tutti i lavoratori, precari, temporanei, intermittenti o in nero, che rischiano di perdere tutto con conseguenze sulla tenuta sociale dell’area. Serve un sistema di tutela universale dalla disoccupazione legato a percorsi di riemersione dalle situazioni "in nero". Non è il reddito di Cittadinanza perpetuo che consentirà al Meridione di ricostruire una società sana, civilmente ed economicamente.
Per gli economisti va certamente curata la ricostruzione dell’apparato produttivo del Nord  per evitare che si spenga il motore che finora ha trainato il Paese, ma va posta -adesso, subito- cura al Meridione che da decenni (da sempre ?) procede a folle.  Tutto andrà pensato -leggiamo su testi universitari-  orientandosi verso una politica complessiva orientata alla ricostruzione dei diritti di cittadinanza del Mezzogiorno, dai trasporti, alla sanità, all’istruzione attraverso un’accelerazione della spesa per gli investimenti in infrastrutture sociali. Da noi mancano le strade soprattutto. Benissimo la rapida ricostruzione in pochi mesi del ponte di Genova, ma da noi quando le trazzere diventeranno s-t-r-a-d-e ?
E necessario però adottare un modello di politica industriale  che consenta di cogliere le opportunità che già esistono nel Sud attorno alla green economy. La Sicilia deve essere al centro di questo processo. Altro che l'assistenzialismo di marca democristiana, clientelare, quella che ci terrà inchiodata ancora per decenni nel sottosviluppo.
La crisi affidata semplicemente al commercio e al turismo frazionato, è fragile. Lo abbiamo visto in anni recenti. Che fare? Non è vero che in Sicilia non si può fare impresa. Tanto per iniziare deve iniziarsi dall’agro-alimentare, settore di punta del sistema regionale. Non basta che ogni mattina gli autotreni superino con carichi lo Stretto di Messina. Gli stessi devono varcare lo stretto dopo le lavorazioni industriali che oggi -su di essi- avvengono nel continente.
 Finora il governo semi-populista ha concesso la facoltà di sospendere i versamenti fiscali e contributivi relativi ai mesi di marzo e aprile. Apparentemente tale flessibilità concede un respiro e dall’altra il posticipare i versamenti nasconde un potenziale soffocamento. Le imprese, intanto quelle che esistono ed in seguito quelle che dovranno sorgere, devono essere sostenute, iniziando come dicevamo dalle infrastrutture ed in seguito con gli incentivi aggiuntivi a quelli europei (che esistono ma quasi regolarmente tornano, per mancato utilizzo, a Bruxelles).

30 Aprile

30 Aprile 1945
Adolf Hitler ed Eva Braun si suicidano dopo essere stati sposati per un giorno; il grandammiraglio Karl Dönitz diventa nuovo presidente del Reich.

Ancora oggi, persistenti leggende storiche seguitano ad accreditare la tesi secondo la quale Adolf Hitler non sarebbe morto, suicida, il 30 aprile 1945, insieme alla moglie Eva Braun, ma riuscì a mettersi in salvo, trovando rifugio in qualche sperduta landa del pianeta, in Brasile, in Giappone o sulle Ande argentine. Il primo a essere non del tutto persuaso di avere messo le mani sui resti carbonizzati del Führer, fu lo stesso Stalin, i cui soldati si erano impossessati dei macabri trofei di guerra della cancelleria, compresa l’intera famiglia Goebbels. L’autocrate del Cremlino credette, o finse di credere, alla versione secondo cui Hitler avrebbe clamorosamente beffato i nemici, facendo trovare il cadavere di un sosia.
 Il 4 maggio 1945, i sovietici rinvennero, nel luogo in cui erano già stati scoperti i resti dei Goebbels, nelle immediate vicinanze degli accessi esterni al bunker della Cancelleria, i corpi combusti di due altre persone, che vennero identificate come Hitler ed Eva Braun. I russi, compiendo la ricognizione sulle spoglie del despota nazista, notarono che mancava circa un quarto della calotta cranica.
Un anno dopo, nel maggio del 1946, Stalin, proprio per accertarsi della sicura morte del Führer, ordinò una contro-inchiesta che portò al fortunoso rinvenimento, a una profondità di 60 centimetri, nello stesso punto in cui erano stati trovati i corpi bruciati di Hitler e della moglie, di alcuni pezzi di cranio. Questi reperti ossei, che rappresentano la parte posteriore sinistra del teschio (due frammenti parietali e uno occipitale), paradossalmente, sono gli unici resti organici tuttora esistenti del dittatore, insieme alla dentatura, peraltro quasi interamente protesica: e ciò per la semplice ragione che sono giunti a Mosca per essere conservati

mercoledì 29 aprile 2020

Il ponte di Genova. Pare sia possibile realizzare opere in tempi ordinari, accettabili.


La struttura del ponte che unisce Genova è -in questa fase storica- un segnale forte e di speranza per un’Italia messa in ginocchio da un virus invisibile. 

La struttura, progettata dal senatore a vita Renzo Piano, con le sue 19 campate, i 18 piloni, 1067 metri collega di nuovo il levante e il ponente genovese, anche se ci vorrà ancora qualche tempo per l’apertura al traffico. 
Se tutto andrà bene lo si potrà fare a luglio.

Il premier di allora -di venti mesi fa- è lo stesso di oggi ed ha presenziato al completamento dell’opera con caschetto, gilet rifrangente e mascherina. Giuseppe Conte ha detto che «La ferita non potrà essere completamente rimarginata perché ci sono 43 vittime e non dimentichiamo». Genova è «un modello per l'Italia che si rialza».

Come funzionerà la Fase 2 ? Si starà attenti agli indici statistici e si piglieranno provvedimenti di volta in volta

Nel consentire la libera circolazione all’interno dei comuni, ma non da una regione all'altra, i governanti è segno che si atterranno al  trial & error; provaci e guarda se ci hai azzeccato, o no. 
Il sistema sottintende: se no, riprova di nuovo, finché non ci riesci. 
Si vuole -praticamente-  rassicurare il paese che non si sta procedendo alla cieca. 
Nella fase II, il trial è il tentativo di allargare progressivamente le maglie della rete di contenimento (prendendo tutte le precauzioni possibili), aspettare un certo intervallo di tempo, valutabile in un paio di settimane, e osservare le conseguenze di ogni ulteriore allentamento delle restrizioni. 
La stella polare che guiderà questo cammino sarà quindi il controllo dei nuovi contagi. Che vanno contenuti al di sotto di un “fattore di riproduzione” di 1.

In pratica bisogna tenere presente che
==L’epidemia non è ancora finita, ci sarà un aumento fisiologico dei casi. 
==Si procederà -come riportato sopra- con il metodo del “trial & error”: si vede come va e si decide di conseguenza. Ogni 15 giorni, a partire dal 4 maggio, si farà il punto per capire se continuare ad ampliare le libertà, oppure restringerle. 
== Nessuna ovviamente immagina che non ci saranno nuove infezioni. La statistica, una metodica che sta avendo tanto successo in questi giorni, assicura che ci saranno altre vittime. Ma non si poteva restare ancora chiusi in casa e tenere fermo il Paese.
== L'impegno sarà tutto dedicato a ridurre la circolazione del covid e di valutare il rapporto tra rischi e benefici.

Le novità:
Si potranno fare le visita ai “congiunti” ed è consentita la ripresa delle attività sportive all’aperto.
Le progressive riaperture delle varie attività commerciali sono scadenzate al 18 maggio e al primo giugno.

La Statistica, scienza matematica che ha a che fare con l'epidemia ?
Si presume che Conte, e chi per lui, si sia attenuto alla teoria scientifica per le svariate condizioni. 
La teoria permette di eseguire calcoli necessari alla valutazione degli effetti conseguenti alle possibili azioni che saranno compiute.  Ma non sempre esistono teorie che possano guidare la scelta.  Si possono pertanto avere indicazioni, ma non vie certe.
Si potranno pertanto ancora verificare casi più o meno sporadici, ma essi andranno riducendosi al minimo.

Come capire 
L’evoluzione dell’epidemia di Covid 19 può essere spiegata ipotizzando che all’inizio ogni malato infettasse due soggetti sani (in realtà un po’ di più), corrispondente a un “fattore di riproduzione” R0=2. 
Questo meccanismo di propagazione comportava l’aumento esponenziale dei malati. Se, anziché due persone, un malato ne infettasse tre, ovvero R0=3, l’aumento sarebbe sempre esponenziale e ancora più veloce. 
Al contrario, per un R0 minore di 2, l’aumento esponenziale sarebbe più lento, fino al valore limite di R0=1.
 Il valore 1 è uno spartiacque: per R0 minore di 1 l’epidemia si spegne da sola, perché al virus viene a mancare il terreno di caccia.  
R0 minore di 1 significa che, a ogni passaggio infettivo, il numero dei malati diminuisce e, alla fine, nessuno è più contagiato. 
L’immunità di gregge, che si realizza quando molti soggetti diventano immuni, perché guariti (o, quando possibile, vaccinati), corrisponde proprio a questa condizione: il valore di R0 che, in assenza di soggetti immuni, sarebbe stato maggiore di uno, viene ridotto a un valore inferiore a uno e il contagio, un po’ alla volta, cessa. 
Le misure igieniche, la sanificazione degli ambienti, la separazione tra gli individui e l’adozione dei dispositivi di protezione svolgono una funzione analoga alla presenza dei soggetti immuni, cioè abbassano il coefficiente R0 sotto la soglia critica di 1. 
Viceversa, dove non si dovessero rispettare queste prescrizioni, R0 tornerebbe rapidamente al suo valore naturale e si accenderebbe un nuovo focolaio epidemico.

Cosa si immagina ?
L’Istat stima circa diecimila decessi all’anno collegati all’influenza stagionale, o alle sue complicanze, e alcune di esse sono proprio polmoniti acute. 
Oggi siamo consapevoli della presenza del virus e attentissimi a ogni possibile rischio di nuove insorgenze dell’epidemia. Nel malaugurato caso che dovessero verificarsi, il paese è in grado di circoscriverle ed estinguerle senza dover estendere le misure di contenimento, come è stato necessario fare in queste settimane ultime.

Contessa E. e il territorio.

Santa Maria del Bosco -1-

Maria Antonietta Russo è dottore di ricerca in Storia Medievale. Nel 2000 ha organizzato un convegno internazionale di cui ha curato la pubblicazione degli atti "Giuliana e i Peralta tra Sicilia e Navarra" (2002). 

Secondo la predetta studiosa chiunque vuole risalire alla vicenda storica di Santa Maria del Bosco deve avvalersi del tabulario del monastero custodito presso l’Archivio di Stato di Palermo che è costituito da 719 pergamene e 18 documenti cartacei che abbracciano un arco cronologico compreso tra il XIII e il XVIII secolo.
Altra fonte imprescindibile è la cronaca di Padre Olimpio da Giuliana, abate del monastero (Padre Olimpio da Giuliana, Memorie antiche del monastero di Santa Maria del Bosco. Manoscritto del 1582 postillato da Torquato Tasso, a cura di A.G. Marchese, Ila Palma, Palermo-São Paulo, 1995). 

Alla ricchezza di notizie offerte dal tabulario e dalla cronaca, vanno aggiunti:
-M.R. Lo Forte Scirpo, Dietro la facciata del monastero di Santa Maria del Bosco di Calatamauro: un esempio di utilizzazione di fonti archivistiche e librarie, 
-A.G. Marchese (a cura di), L’abbazia di Santa Maria del Bosco di Calatamauro, tra memoria  e recupero. Atti del Convegno di Studi (Chiusa Sclafani e Santa Maria del Bosco, 17-18 aprile 2004), Provincia Regionale di Palermo, Palermo, 2006; 
-I. Mirazita, Il monastero di Santa Maria del Bosco di Calatamauro e Corleone nel registro dell’amministratore Filippo de Livigni (secoli XIV-XV), 
- M. Neglia, Il tabulario del monastero di Santa Maria del bosco di Calatamauro,

Motivi per riflettere. Noi gente del XXI secolo

Fatti e detti vari

Anna Falcone, avvocato e attivista politico
E con oggi abbiamo visto tutto: fascisti dichiarati che rivendicano la centralità del Parlamento, finti cattolici che cercano di superare (sempre a destra) Papa e vescovi sulla riapertura delle chiese e Renzi che, da Floris, si erge a paladino della Costituzione!

Emiliano Fittipaldi, giornalista
Con ancora 300 (!) morti e migliaia di contagiati al giorno, protestano tutti. I vescovi, che vogliono fare messa. Le famiglie, che chiedono scuole aperte. I congiunti. E la Meloni, che accusa il governo di fascismo. Mai amato Conte. Ma inizia a starmi simpatico.

Fra 80 giorni si potrà
viaggiare sul nuovo ponte ricostruito a Genova
Chicco Testa, dirigente d'azienda
Il Ponte di Genova è stato ricostruito a tempo di record perché non si è rispettata praticamente nessuna delle norme ordinarie. Il che vuol dire che le norme ordinarie non funzionano.

Mauro Berruto, allenatore di pallavolo italiano
L'80% dei casi totali COVID19 sta sopra il 44° parallelo (La Spezia/Rimini). Il 20% da lì giù, fino a Lampedusa. Tutto il Paese sta aspettando il Nord. Se fosse successo il contrario sarebbe già scoppiata una guerra civile. Lezioni di civiltà e solidarietà dal Sud, da ricordare.

Gianfranco Bettin, sociologo
Crisanti, che ha salvato il Veneto e politicamente Zaia stesso, oggi è inascoltato. Riaprire è la strada, ma guidati da chi la conosce meglio.

Edward Luttwak, storico, saggista, economista
"Si deve accettare il contagio fino al limite delle capacità di gestire i malati più gravi. Il virus non sarà fermato da Padre Pio e finché il vaccino arrivi ci saranno miliardi di morti. In Italia si poteva fare di più all'inizio".

Gennaro Carotenuto, storico, giornalista
Il coronavirus inaugura una nuova normalità, che comporta la drastica riduzione a lungo termine del fatturato di alcune filiere. Una parte del lavoro che c'era non tornerà, accelerando il processo di "fine del lavoro" di massa.
Con buona pace del dibattito sull'Europa, MES ed Eurobond, l'indiscussa necessità di un vastissimo piano di aiuti, sussidi e cassa integrazione (anche le destre le esigono a gran voce) non può essere fatto esclusivamente a debito, cioè a spese dei millenials.
La ricchezza c'è, concentrata in pochissime mani, ma c'è. La riconversione post covid19, una nuova forma di occupazione, può essere solo ambientalista e, per essere sostenibile, può solo basarsi su di un solido processo redistributivo.
L'alternativa è l'assalto ai forni.

Mario Ricciardi, editore
Ci sono cose su cui non siamo stati, e forse non siamo, d’accordo, ma credo che tutti dovremmo riconoscere l’impegno, e l’ingegno, con cui Stefano Ceccanti sta lavorando in difesa del parlamento e del suo ruolo in questa crisi per tanti versi senza precedenti.

29 Aprile

29 aprile 1945
Seconda guerra mondiale/Italia: 
Nella Reggia di Caserta, l’armata tedesca si arrende senza condizioni alle forze alleate anglo-americane. 
Nel frattempo a Milano i cadaveri di Mussolini e Claretta Petacci vengono appesi per i piedi ad un distributore di benzina in Piazzale Loreto e vilipesi dalla folla.

La circostanza di massima disumanità ed inciviltà venne subito condannata dal Comitato di Liberazione Alta Italia e sopratutto da uno dei suoi massimi esponenti, Sandro Pertini:

‎”Quando mi dissero che il cadavere di Mussolini era stato portato a piazzale Loreto, corsi con mia moglie e Filippo Carpi. I corpi non erano appesi. Stavano per terra e la folla ci sputava sopra, urlando. 
Mi feci riconoscere e mi arrabbiai: «Tenete indietro la folla!». Poi andai al CLN e dissi che era una cosa indegna: giustizia era stata fatta, dunque non si doveva fare scempio dei cadaveri. 
Mi dettero tutti ragione: Salvadori, Marazza, Arpesani, Sereni, Longo, Valiani, tutti. E si precipitarono a piazzale Loreto, con me, per porre fine allo scempio. Ma i corpi, nel frattempo, erano già stati appesi al distributore della benzina. Così ordinai che fossero rimossi e portati alla moglie. 
Io, il nemico, lo combatto quando è vivo e non quando è morto. 
Lo combatto quando è in piedi e non quando giace per terra“. (Sandro Pertini)


martedì 28 aprile 2020

Attività ed Informazioni dal Comune

"Riteniamo utile dedicare di tanto in tanto piccoli stralci di vita ed informazioni dal e sul nostro Ente più vicino, il Comune.
Se lo desiderano, la pagina può contenere punti di vista ed interventi degli amministratori e dei consiglieri che siano di maggioranza e/o di minoranza".

AGGIORNAMENTO
Sia la formazione amministrativa maggioritaria in Comune che quella minoritaria hanno accolto la possibilità di fruire (in autogestione) della pagina del Blog per periodicamente riflettere sui temi locali, per informare, per divulgare, per dibattere sulla nostra realtà comunitaria.
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Dall'Amministrazione Comunale

📍SANIFICAZIONE

si comunica che nella giornata di Mercoledì 29 Aprile 2020 dalle ore 17.30, avrà luogo la sanificazione del centro abitato e borghi  eseguito dal Corpo Forestale della Regione Siciliana.

Si consiglia alla cittadinanza di tenere chiuse porte e finestre, di non lasciare all'esterno delle abitazioni biancheria, animali domestici e piante ad uso alimentari, inoltre evitare la circolazione pedonale lungo le strade del centro abitato durante le suddette operazioni.

IL SINDACO
Leonardo Sper


Fede e coronavirus. Per i Vescovi Italiani non si può compromettere l'esercizio della libertà di culto

Vincenzo Paglia è arcivescovo, dal 15 agosto 2016 è pure presidente della Pontificia accademia per la vita e gran cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II. 
È inoltre consigliere spirituale della Comunità di Sant'Egidio e presidente della Federazione Biblica cattolica internazionale.

Sui giornali di oggi vi un suo testo che esprime il disaggio di parte del mondo cattolico circa l'impossibilità -in forza di disposizioni dello Stato- in tempo di coronavirus di poter manifestare la Fede.

Riportiamo alcuni stralci del lunghissimo articolo.


"«Sine dominico non possumus» rispondevano nell’anno 304 alcuni cristiani di Abitene nell’attuale Tunisia quando, sorpresi nella celebrazione eucaristica domenicale, che era proibita, furono portati davanti al giudice e fu loro chiesto perché avevano tenuto di domenica la funzione religiosa cristiana, pur sapendo che era punita con la morte. E nell’anno 2020 dell’Era Cristiana, le esigenze sanitarie impongono il «niente messe domenicali»? 
Bene fa il comunicato della Conferenza Episcopale Italiana a ribadire che «la Chiesa esige di poter riprendere la sua azione pastorale». Benissimo fa a richiamare «il dovere di distinguere tra la loro responsabilità (governo e comitato tecnico) – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quella della Chiesa, chiamata a organizzare la vita della comunità cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia».
I Vescovi italiani «non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale». 
Dunque ritorniamo a quel «senza la celebrazione domenicale non possiamo vivere» dell’anno 304. Era chiarissimo allora, tempi in cui si rischiava la vita e infatti i 49 di Abitene sono stati uccisi e riconosciuti martiri dalla Chiesa. E poniamoci oggi la domanda: in una democrazia, si possono sospendere le cerimonie religiose? La Messa domenicale soprattutto? 
I  vescovi italiani – e non solo – hanno accettato una decisione imposta dai motivi sanitari a marzo. Abbiamo visto Papa Francesco accettare la limitazione imposta e i riti della Settimana Santa si sono svolti in assenza di fedeli. Motivi stringenti di ordine sanitario. Ed è andata bene in qualche modo: si è supplito con un aumento delle celebrazioni in tv, via social, on line in qualche caso, e sempre con le chiese aperte per i momenti di preghiera personale. 
È stata una decisione sofferta, imposta dall’alto, dettata dalla ricerca del «bene comune», perché la Chiesa non è al di fuori della convivenza civile. Anzi è impegnata a favorire la convivenza civile. E se le autorità di uno Stato democratico chiedono e motivano, occorre rispondere. Ma si tratta di emergenza, destinata a durare il tempo strettamente necessario". 
....    ...
 "Una diversa riflessione di fondo riguarda in modo particolare le celebrazioni liturgiche. Per loro costituzione esse richiedono la presenza fisica del popolo credente. La vicinanza dei corpi in queste celebrazioni è indispensabile. Si potrebbe dire che è la condizione perché possano realizzarsi. L’assemblea riunita è la prima presenza reale di Gesù sulla terra. Come disse: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Matteo 18, 20). È una dimensione irrinunciabile, senza la quale non c’è né cristianesimo né Chiesa. È ovvio che nella condizione che stiamo vivendo si debbono studiare le forme per rendere «sicure» le celebrazioni dal punto di vista sanitario. E non possiamo accettare che ci siano «criticità ineliminabili». Tutto è possibile, purché ci sia intelligenza e creatività. La vita della comunità cristiana si esprime nella partecipazione. Non ci sono alternative. Il valore della «incarnazione» del Figlio di Dio è il cardine della fede cristiana."
....    ....
" La celebrazione della Domenica – memoria della Pasqua - è questione fondamentale di vita della comunità cristiana. E i cristiani non possono transigere. Disponibili, ovviamente, a immaginare e realizzare tutti gli opportuni accorgimenti. Tra l’altro le nostre chiese sono grandi e consentono una partecipazione senza pericoli. 
La Chiesa ha fatto opportunamente la sua parte nell’emergenza più stringente. Con un uso consapevole delle risorse che abbiamo, degli spazi, degli strumenti sanitari, le celebrazioni domenicali non devono più venire interdette. Vanno regolate, non proibite. Si potrà, se ritenuto opportuno, continuare a chiedere alcuni sacrifici, come limitare il numero dei fedeli a ciascuna celebrazione. Certamente scopriamo e riscopriamo la preghiera personale, come anche l’ascolto della Parola di Dio ovunque siamo; così pure il servizio di carità per i più poveri. E non c’è dubbio che in questo tempo possiamo riscoprire dimensioni religiose che abbiamo anche trascurato. Ma allo stesso tempo la dimensione comunitaria è ineludibile. Papa Francesco è appositamente intervenuto: «La Chiesa, i sacramenti, il Popolo di Dio sono concreti. È vero che in questo tempo dobbiamo fare questa familiarità con il Signore in questo modo (attraverso i media), ma per uscire dal tunnel, non per rimanerci. Questa è la familiarità degli apostoli: non gnostica, non egoistica per ognuno di loro, ma una familiarità concreta, nel popolo». Insomma, il rapporto con Dio, per il cattolicesimo, è sempre legato alla comunità dei credenti. Altrimenti si corre il rischio di trasformarlo in un individualismo religioso e in una sorta di religione gnostica."
....   ....
" La salvezza non è mai individuale: è sempre di tutto il popolo. Oggi il «popolo di Dio» può continuare a radunarsi in sicurezza: gli spazi ci sono, la volontà delle persone, le regole democratiche lo consentono. Sarebbe ora di dare ascolto alla voce del Papa e dei vescovi e dei sacerdoti e dei fedeli: tutti sappiamo che senza la celebrazione domenicale non possiamo vivere perché ci porta oltre il difficile e complesso presente. Radunarci come popolo di Dio (in piena sicurezza, lo ribadisco; gli spazi dei nostri edifici sacri lo consentono!) apre uno spiraglio grande nella nostra vita. E l’Apocalisse la rivela mostrandoci la città nuova della Gerusalemme del cielo, comune destinazione dei popoli della terra, al termine della storia. E potrei dire che uno dei contributi più significativi che la Chiesa può dare ad una società che rischia la polverizzazione dei rapporti è proprio la Messa della domenica: è un fermento di salute anche per la stessa società."

Contessa Entellina oggi. Chiusi bar e negozi, aperti alimentari e banche

Sicilia
A) Il Papa, a Santa Marta questa mattina ha invitato alla “prudenza” e alla “obbedienza” alle disposizioni perché non torni la pandemia. Qualcuno ha letto un invito al clero ad abbassare i toni nei confronti dei politici che provano a disincagliare, fra iniziative appropriate ed altre errate, il Paese dalla crisi del coronavirus. “In questo tempo nel quale si incomincia ad avere disposizione per uscire dalla quarantena – dice il Papa nell’intenzione di preghiera durante la celebrazione della messa a Santa Marta – preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni”.
B) L’avvio della cosiddetta Fase 2 del contrasto al Coronavirus, a molti è sembrata simile alla Fase 1. Molti giornali l'hanno voluta denominare Fase 1.1 .
I tanti che speravano di iniziare a intravedere una luce alla fine del tunnel sono rimasti delusi, così come sono esplose ancora di più le preoccupazioni per il futuro economico del Paese. Nessuno crede che l'Italia possa farcela con il fardello di debiti che peseranno sulle spalle di ciascuno. Si, di ciascuno. Nessuno infatti può immaginare che i disastri finanziari creati dai politici italiani negli anni trascorsi li vorrà pagare la Francia, la Germania o altri. Al di là delle grida populiste, ogni aiuto all'Italia corrisponde e corrisponderà in una partita di giro (di sovranità, di settori, di solidarietà, di situazioni). E nessuno si scandalizzi; i cattivi politici li abbiamo scelti noi, non i tedeschi, non i danesi, non ... 
Le attività che potranno riaprire già in questi giorni e a partire dal 4 maggio sono certamente meno di quelle che ci si aspettava e il timore che tantissime realtà aziendali possano non farcela a superare questo momento difficile diventa giorno dopo giorno più concreto.
Uno dei settori che può già iniziare a lavorare è quello dell’edilizia, delle costruzioni,  è proprio da qui che si deve avviare una difficilissima risalita la Sicilia, aprendo nel più breve tempo possibile tutti i cantieri (pubblici e privati) per dare nuovamente ossigeno all’economia.
L'edilizia, nel Meridione, ancora oggi è il comparto che fa ingranare gli altri comparti.
Contessa
Per gli enti locali attualmente è sospesa la riscossione di tributi come Imu, Tari e Tosap;  è congelata, ma prima o dopo arriverà e bisognerà pagare.
Il timore è che da alcuni non si attenda altro che tornare alla normalità amministrativa, che detta in poche parole significa: incassiamo, facciamo un bilancio classico, minimo, e sopravviviamo. 
Pensiamo in questo modo perché da almeno un quindicennio abbiamo assistito a questa metodica conservatrice e minimalista di gestione. 

Conosciamo bene i limiti finanziari degli enti locali. Una cosa sono i limiti dell'ente ed altra cosa sono i confini della politica, delle visioni del "bello" e del perseguire un modello socio-economico più avanzato; entro i limiti inviolabili della legalità e degli aspetti giuridici.
I comuni che in Sicilia si trovano all'avanguardia non hanno mai violato norme, anzi hanno saputo cogliere il senso ed il significato della Politica e pure lo spirito della Costituzione che vuole la crescita e lo sviluppo del popolo italiano.
Su questo solco abbiamo da giorni invitato, col Blog, gruppi di maggioranza e minoranza ad incontrarsi e ad immaginare di uscire dalle strettoie di sterili contrapposizioni che, quando vanno bene, sanno più di personalismo che di interesse pubblico.

Incontrarsi perchè ognuno porti le proprie buone idee su Contessa. Incontrarsi perchè si sappia cogliere nella legislazione più recente come ripartire e iniziare un nuovo processo economico che necessiti di immigrazione di chi lo desidera piuttosto che di emigrazione di chi vive il disaggio e deve trovare altrove ciò che il paese natale non gli sa dare.
Non si tratta di sogni. Sono idee e progetti che stanno nelle leggi, sulle gazette che finora in pochi consultano. 
Sono idee che stanno nella mente e nel cuore di chi crede nella Politica.

28 Aprile


Il 28 aprile 1945, intorno alle 4 del pomeriggio, Benito Mussolini e la sua amante Claretta Petacci furono uccisi con una serie di colpi di mitra e di pistola esplosi da un commando partigiano di cui facevano sicuramente parte Walter Audisio “colonnello Valerio”, Aldo Lampredi “Guido” e Michele Moretti “Pietro”. 
La fucilazione avvenne a Giulino di Mezzegra, vicino a Menaggio sul lago di Como, davanti ad un cancello ancora oggi conservato come era settanta anni fa.  

Tra le ipotesi formulate dagli storici revisionisti vi è quella che ipotizza l’intervento di uno o più agenti segreti inglesi incaricati di uccidere Mussolini e recuperare un ipotetico carteggio intercorso tra Mussolini e il Primo Ministro inglese Winston Churchill. 
Una tesi questa che non  ha mai del tutto convinto gli storici e che ha trovato molti oppositori come Franzinelli. 
Secondo Franzinelli, il presunto carteggio tra Mussolini e Churchill è "una leggenda" revisionista, per togliere al Duce la responsabilità della guerra. Guerra che era, sostiene lo storico, "nel dna del Fascismo". 

lunedì 27 aprile 2020

Malumori e dissensi. Confcommercio Sicilia ritiene che il governo favorisca il nord

Non sono solamente gli ambienti ecclesiastici
a non condividere la FASE 2.
Nel mondo dei servizi vanno spuntando altre critiche
e pure dal mondo scientifico c'è chi la vede diversamente.
«La Sicilia sta sprofondando e il Governo nazionale, con le ultime decisioni, ha evidentemente deciso di farci morire di fame. Basta, la situazione è insostenibile. Faccio appello alle istituzioni regionali per una forte presa di posizione in favore della Sicilia, penalizzata in modo ingiustificabile e irresponsabile. E’ un Dpcm inaccettabile che mette l’Italia del Sud in ginocchio e che premia le lobby del Nord, che possono riaprire industrie e cantieri, mentre qui si tengono chiuse le attività con cui si regge prevalentemente la nostra economia». A diffondere questo testo è Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo.

«In queste ore - spiega Di Dio - sta montando il malumore dei nostri associati e di tutto il mondo delle imprese del commercio, del turismo, delle professioni e dei servizi che sono il motore della nostra economia. Così si rischia una rivoluzione che non potremo più contenere. Siamo stati responsabili, non vogliamo diventare martiri di un sistema distorto».
«Il popolo siciliano - aggiunge - ha dimostrato senso di responsabilità e del rispetto delle regole, la situazione sanitaria è assolutamente sotto controllo, siamo la regione che in percentuale ha il minor numero di contagi ma sembra che questo non sia stato oggetto di valutazione da parte di chi ha deciso il calendario della ripresa. 
Anzi, il messaggio di Conte è letteralmente "esploso" nelle case dei siciliani che attendevano con speranza e fiducia un immediato ritorno al lavoro. Non possiamo certo aspettare il 18 maggio! La maggior parte dei siciliani da fine febbraio, ovvero da quando è iniziata la crisi sanitaria in Italia, non può contare sui ricavi della propria attività, non è stato erogato nemmeno un euro di indennità a fondo perduto, non si è ancora vista la cassa integrazione, ottenere i finanziamenti dalle banche per la maggior parte degli imprenditori è un’impresa. In questa situazione mi sembra molto più preoccupante per la Sicilia l’emergenza economica e sociale che non quella sanitaria».
«Sono certa - conclude Di Dio - che il Governo regionale assumerà una posizione forte a tutela dei siciliani contro questa ennesima ingiustizia sulle categorie e sui territori e si batterà per una riapertura anticipata delle attività produttive, con il dovuto rispetto di tutte le misure precauzionali».
Pare che il premier Conte col discorso lunghissimo di ieri sera in tv abbia scontentato oltre che alcuni ambieti dell'economia e della chiesa, anche politici della maggioranza. 
La Parlamentare PD, Alessandra Moretti, così si è espressa: "Ma è possibile che 15 task force per un totale di 450 teste non abbiano partorito una strategia per la ripartenza? Ogni settimana che siamo fermi perdiamo 10 miliardi, il turismo ha un crollo verticale e perde 20 miliardi di euro solo dagli stranieri , l’appello delle associazioni di categoria del commercio e dei sindacati è disperato: solo nel settore moda rischiano di chiudere 17 mila negozi. Tre mesi di stop non se li può permettere nessuno".
"Adesso Conte deve avere molto più coraggio perché a scegliere la via più facile, quella di chiudere in casa le persone, sono capaci tutti: il difficile è riaprire in sicurezza. Eppure l’Italia delle piccole e delle grandi imprese, del manifatturiero eccellenza nel mondo, il paese delle libertà democratiche deve accettare questa sfida e vincerla. Ed allora, invece del metodo "tante teste e nessuna decisione", diamo la regia delle riaperture in mano agli imprenditori: sono loro che creano ricchezza e posti di lavoro e saranno loro a garantire la massima sicurezza dei lavoratori, organizzando al meglio i luoghi di lavoro".
"Se i negozi non riaprono subito, chi compra la merce? Perché posticipare le riaperture degli esercizi commerciali dopo il 18 maggio? Perché non consentire ai negozianti di organizzare con "conta persone" e materiale sanitario, la ripresa delle attività?Trovo inoltre scandaloso che non si sia parlato dei bambini e dei loro diritti. Non c’è Fase 2 se non riapriamo le scuole o pensiamo ai servizi 0-6, altrimenti le donne come tornano a lavoro? Siamo il paese che ha chiuso per primo e che riapre per ultimo: qualcosa non mi torna e chiedo più coraggio e più ascolto."
Anche reazioni negative arrivano da alcuni scienziati. Tra questi Matteo Bassetti, direttore di Malattie infettive al Policlinico San Martino di Genova e componente della task force della Regione Liguria: «Il governo ha osato poco rispetto ai numeri in riduzione, mi aspettavo una ripartenza, si è voluta mantenere invece una cautela».
 «Occorre guardare cosa fanno gli altri, io sono a Genova a pochi chilometri dalla Francia, a Nizza tra 15 giorni ripartono Non si possono chiudere gli occhi rispetto a quello che fanno gli altri Paesi. Forse Conte ha voluto permettere anche una certa indipendenza alle Regioni, e questo non è del tutto sbagliato, perché ci sono Regioni che stanno decisamente meglio rispetto ad altre che invece hanno numeri ancora non troppo buoni»

Giorni da ricordare. Gireremo con le mascherine

Coronavirus, anche la Sicilia pronta alla "fase 2": sì alle visite ai parenti e a vendita cibo d'asporto

Sarà possibile fare visita ai familiari, ma indossando la mascherina il cui prezzo, nei paesi in cui non tutti le avranno gratuitamente, sarà comunque calmierato. 

Via libera anche allo sport lontano da casa. Resta ancora il divieto di lasciare la propria regione a meno che non sussistano evidenti ragioni di necessità.
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Coronavirus, anche la Sicilia pronta alla "fase 2": sì alle visite ai parenti e a vendita cibo d'asporto"

Via libera anche alla vendita di cibo d'asporto (non più solo il domicilio) fino a che non riapriranno i ristoranti (ovvero fino all'1 giugno). 
Confermata inoltre la riapertura per il 4 maggio di imprese di costruzioni e manifatture; per i negozi di vendita al dettaglio si deve però attendere il 18 maggio.
Consistono, a grandi linee in queste brevi descrizioni, le maggiori "libertà" della "fase due" che si aprirà in tutta Italia dal 4 maggio.
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Confermata la possibilità di visitare
i parenti muniti di mascherina
ma non ci potranno
essere riunioni di famiglia.
Tra le disposizioni previste dal
Dpcm anche il divieto di
spostamento tra le Regioni, se
non per comprovate esigenze
lavorative, situazioni di necessità
e motivi di salute. Al momento,
si apprende, è invece ancora aperta
 la discussione sulla possibilità di
consentire o meno di raggiungere
le seconde case.
Le novità -illustrate in tv da Conte- sono state passate nel pomeriggio di ieri al vaglio della cabina di regia Stato-Regioni dai ministri Francesco Boccia (Autonomie regionali) e Roberto Speranza (Salute), il commissario straordinario per l'emergenza Coronavirus Domenico Arcuri e i rappresentanti di Regioni, Province e Comuni. 
A rappresentare la Sicilia è stato il governatore Nello Musumeci. 
Tutti gli indirizzi resi noti nella riunione sono finiti nel nuovo Dpcm, illustrato ai cittadini in serata sulle principali reti tv dallo stesso Conte. 
Oltre al decreto nella giornata di oggi sono stati resi noti i protocolli con le aziende, affinchè la riapertura avvenga in sicurezza. 
Il controllo -da quanto si preannuncia sin da adesso- sarà capillare e costante, grazie al raccordo tra Enti, Iss e ministero della Salute. 
Ci saranno delle "soglie sentinella".  Se superate si interverrà con chiusure territorialmente delimitate.