domenica 10 febbraio 2019

Beni culturali. I DECRETI DI ENTELLA ESPOSTI AL MUSEO ARCHEOLOGICO SALINAS...... di Domenico Cuccia


















Un contessioto appassionato della storia del proprio paese e dei beni culturali provenienti dal territorio di Contessa Entellina, dovrebbe, dopo avere visitato il locale Antiquarium di Entella, fare una visita ai principali musei della città di Palermo e al Museo Diocesano di Monreale.

La visita dovrebbe iniziare dal Museo archeologico Salinas, recentemente ristrutturato, anche se non sono state ancora aperte al pubblico le sale del primo e del secondo piano.

Nella parte già ristrutturata del pianterreno, dove sono esposte con moderni e razionali criteri didattico illustrativi le principali testimonianze della Sicilia antica, quali le metope dei templi di Selinunte, le bocche di leone del Tempio della Vittoria di Imera, i reperti archeologici di Solunto, di Tindari e di Agrigento, i sepolcri etruschi, il frammento di un fregio proveniente dal Partenone di Atene, sono esposti anche i decreti di Entella.

In particolare sono esposti quattro decreti, di cui uno è stato dichiarato non autentico dal professore Nenci (la didascalia distingue quelli autentici da quello falso, in alto nella foto). I decreti sono allocati nell’ultima sala a destra, entrando nel secondo cortile, assieme alla celeberrima “pietra di Palermo”, uno dei reperti archeologici più importanti custoditi al Salinas, risalente al 2900-2700 avanti Cristo. 

I testi dei decreti sono riportati oltre che in greco antico anche in italiano e in inglese. Nelle didascalie viene brevemente illustrata la storia della città di Entella e le modalità con cui i decreti (asportati illegalmente da tombaroli e venduti clandestinamente) sono stati recuperati grazie al lavoro degli inquirenti e all’opera del professore Nenci della Normale di Pisa.

Nella nuova esposizione museale la città elima di Entella viene ad avere, quindi, un proprio spazio espositivo come altre città di origine greca e punica della Sicilia antica.
Non sono invece riuscito a individuare tra le opere esposte il capitello di Entella, di cui parla la dott.ssa Antonia Fici, nella sua tesi di laurea, e il prof. Giuseppe Nenci, a pag. 112 della sua pubblicazione “Alla ricerca di Entella” pubblicato a Pisa nel 1993.

Non sono riuscito nemmeno a individuare il Cratere a figure rosse del pittore di Syricos, proveniente da Entella, risalente al V secolo a.C. e raffigurante Dioniso su kline e Menade. Probabilmente sarà custodito nel primo piano del Museo non ancora riaperto al pubblico.

Forse sarebbe il caso di esporre, così com’è stato fatto per altre località (Selinunte, Imera et c.), tutte le opere provenienti da Entella in un unico ambiente espositivo.

Concludo allegando qualche foto dell’esposizione e invitando altri cittadini di Contessa a visitare il Museo Salinas. Entro il mese di marzo si può visitare anche al primo piano (solo una piccola parte è stata riaperta) la mostra contenente numerosi reperti che i re della dinastia Borbone hanno donato al museo archeologico palermitano e altri reperti e opere provenienti dalle città vesuviane di Pompei, Ercolano e Torre del Greco, che ordinariamente sono custoditi ed esposti presso il Museo archeologico di Napoli. Ne vale veramente la pena e il prezzo del biglietto è contenuto (tre euro, gratis la prima domenica del mese).
Domenico Cuccia

































































































































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