sabato 27 ottobre 2018

La striscia di una lunga Storia -6-

Dopo Costantinopoli

Costantinopoli, la città erede dell'Impero Romano e capitale del filone di Cristianesimo che più di quello romano coltivava  le radici patristiche, una volta divenuta capitale dell'Impero islamico-ottomano cambia nome e diventa Istambul

Nel 1481 Bayazit II ereditò da Mehmet il Conquistatore i domini vastissimi che in Medio Oriente erano stati nel tempo sottratti all'Impero cristiano. Questo nuovo impero islamico delle origini non era, per la verità, molto compatto al suo interno. I vari principi e maggiorenti del nuovo Impero organizzavano complotti e insidie fra loro stessi e contro il trono.

 GIORGIO KASTRIOTA SCANDERBERGH

(Kruja, 6 maggio 1405 – Alessio, 17 gennaio1468)
E' tra le figure più rappresentative 
del XV secolo europeo.
E' stato condottiero, diplomatico e patriota albanese.
Principe albanese e re d’Epiro riunì i principati 
del Paese animando la resistenza  e bloccando 
per decenni l'avanzata dei turchi-ottomani verso l'Europa.
E' interessante notare che da subito dopo la presa di Costantinopoli i regnanti turchi avviarono una politica che potrebbe apparire controversa ma che di fatto favorì -e parecchio- proprio con l'aiuto dei cristiani il consolidamento del nuovo potere islamico di Mehmet il Conquistatore e dei suoi successori. 
Strategicamente i Sultani formarono o comunque favorirono la costituzione di un partito, quello dei devshirme, i cui aderenti in gran parte venivano reclutati in giovanissima età (addirittura da bambini) dopo averli sottratti alle famiglie di origine "cristiana" per far svolgere loro anzitutto il servizio militare e per affidare sempre a loro successivamente le funzioni amministrative anche di rilevantissima importanza all'interno dell'apparato imperiale del Sultanato.

Contro questo partito, formato quindi da ex-cristiani che divenivano mussulmani in seguito alla formazione culturale ricevuta sin da ragazzi e ormai aggressivi e feroci contro i cristiani, stava il partito dei patrizi o dell'aristocrazia turca che spesso si vedeva scavalcato nell'occupazione delle più alte cariche del nuovo stato islamico.

Nel partito dei devshirme di Istambul, sin da ragazzo quando fu sottratto alla propria famiglia cristiana albanese ed  educato all'islamismo, fece parte per ben venti anni Giorgio Castriota, colui che (avvedutosi da adulto della strategia cultural-espansiva anticristiana della Corte di Istambul) diventerà l'eroe  della cristianità nei balcani e terrà in scacco per molti anni gli eserciti ottomani, il cui obiettivo finale era, e resterà ancora per decenni, Vienna, nuovo simbolo di resistenza della cristianità dopo la caduta di Costantinopoli.

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