La Tasi, a Contessa Entellina (ma il
discorso vale per migliaia di altri Comuni ritardatari), potrebbe essere meno
cara del previsto. Il consiglio comunale ha infatti tempo solo fino al 10
settembre per poter approvare le aliquote che dovranno stabilire su chi e in
che modo peserà la nuova tassa sui servizi indivisibili. Un’imposta introdotta
dal governo nazionale e che reintroduce di fatto la tassazione sulla prima
casa, gravando per una piccola parte anche sugli affittuari. Il problema per il
Comune di Contessa Entellina (ma lo ripetiamo: il discorso vale per migliaia di
altri Comuni) è che entro il 10 settembre dovrà approvare le tariffe, altrimenti il
governo nazionale interverrà imponendo un’aliquota base dell’1 per mille (e non
l’ipotesi che vorrebbe la giunta di Sergio Parrino) e facendo pagare tutto a
dicembre e non in due rate (Ottobre-Dicembre).
Potrebbe
trattarsi di uno spauracchio per l’amministrazione, che potrebbe incassare in questo modo meno del previsto. La maggioranza ovviamente tenterà
di dare un’accelerata all’iter in Aula della prossima settimana, ma il rischio in
tutti i Comuni che si erano distratti rispetto alla scadenza del 10 Settembre è
che le opposizioni si mettano di traverso.
La
tecnica che in tutti i Comuni stanno usando le opposizioni è la presentazione di decine e decine di
emendamenti.
La
Tasi, introdotta dal governo Letta, ha avuto una storia travagliata. I comuni
avrebbero dovuta istituirla prima del 23 maggio, così da farla pagare a giugno
e a dicembre. Migliaia di enti locali però non l’hanno fatto e così Roma ha
concesso una proroga: approvare entro il 10 settembre e incassare in due rate
(16 ottobre e 16 dicembre). Chi sfora anche questo termine, dovrà far pagare
tutto in unica rata entro il 16 dicembre.
La
Tasi servirà a coprire il costo dei servizi indivisibili come l’illuminazione
pubblica, il verde, il decoro urbano e la pubblica sicurezza. Ma la scadenza di
mercoledì 10 pesa come una come una
spada di Damocle sui già precari conti di migliaia di Comuni ritardatari.
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