giovedì 26 giugno 2014

Borghi Eras di Contessa Entellina ... ... di Calogero Raviotta

Dopo i vari testi sui borghi Eras, già proposti ai lettori, credo che possa risultare interessante la relazione "50 anni di Eras a Contessa Entellina" del dott. Mario Candore", presentata dal dott. Mario Candore nell’anno 2002, presso l’aula consiliare comunale di Contessa Entellina nel corso del convegno “50 anni di ERAS a Contessa Entellina”, organizzato dall’Associazione Culturale “Nicolò Chetta”. Di seguito viene riportato il testo integrale dell'intervento.
di Calogero Raviotta

"50 anni di ERAS a Contessa Entellina"
di Mario Candore
Introduzione
La celebrazione di una giornata culturale sui 50 anni dall’applicazione della Legge di Riforma Agraria a Contessa Entellina non è solo un fatto doveroso, considerati i risvolti di ordine economico, sociale e culturale che la Riforma ha causato, ma è, a mio parere, anche un’occasione per riflettere su alcuni temi attuali, che riguardano la nostra comunità e il nostro territorio e che dalla Riforma discendono. Dico subito che il mio intervento non ha la pretesa di esaurire un argomento tanto importante qual è quello della Riforma Agraria in Sicilia; tuttavia, al di là dell’aspetto puramente celebrativo, questa relazione vuole pure essere l’occasione per stimolare l’Amministrazione Comunale, le forze politiche, le realtà socioculturali ed altri ad adoperarsi per l’organizzazione di altri momenti ben più impegnativi di quello di oggi per l’approfondimento di questa tematica.
Come premessa è utile ricordare che il Governo regionale, presieduto dall’On. Franco Restivo, presentò il 7 giugno 1950 all’Assemblea Regionale Siciliana un proprio disegno di legge sulla Riforma Agraria, il quale, dopo un aspro scontro tra i vari gruppi parlamentari, venne approvato come Legge n° 104 del 27 dicembre 1950. L’approvazione di questa Legge avvenne in risposta alle diverse lotte per la terra che avevano insanguinato la nostra Regione subito dopo la fine della guerra. I contadini, nelle loro manifestazioni per condizioni di vita più dignitose e per la rivendicazione dei propri diritti, chiedevano l’applicazione delle leggi emanate dallo Stato (i Decreti Gullo e Segni) per l’assegnazione delle terre incolte e la ripartizione dei prodotti; lo scenario nel quale si inquadra la vicenda era già comunque duramente provato da cinque anni di guerra e occupazione. Le condizioni di povertà e di arretratezza nelle campagne aveva raggiunto dei livelli allarmanti e la lotta contro la fame era il problema con il quale erano costretti a convivere molti contadini, anche nel territorio di Contessa.
Queste manifestazioni pacifiche, in molti casi, degenerarono non solo in scontri violenti con le forze dell’ordine, ma anche in sanguinose repressioni ad opera di bande armate e mafiosi al servizio dei latifondisti. «La Sicilia intera – come afferma Giuliana Saladino – dal 1944 in poi, è un’isola in rivolta e in armi. Si uccide o si viene uccisi, in conclusione tutti sconfitti».
Ecco quindi il panorama per nulla incoraggiante nel quale s’inserì la Legge 104 del ’50.
I punti essenziali di questa Legge, in estrema sintesi, erano i seguenti:
     esproprio di superfici superiori ai 200 ettari (ad eccezione dei boschi); erano oggetto di esproprio solo i seminativi, mentre non erano comprese le colture arboree e specializzate e i terreni irrigui (in pratica i terreni migliori);
2.      facoltà di conferimento da parte del proprietario. Il proprietario cioè poteva scegliere quali terreni destinare al conferimento;
3.      assegnazione delle aree espropriate in lotti di superficie variabile dai 3 ai 6 ettari, a seconda della tipologia del terreno;
4.      assegnatari iscritti in elenchi comunali di lavoratori agricoli capifamiglia manuali-coltivatori, con un reddito totale, comprensivo anche delle case di abitazione, non superiore a £. 100.

La Riforma Agraria a Contessa
A Contessa Entellina, in un periodo compreso tra il 1952 e il 1963, furono oggetto di esproprio alcuni feudi, per una superficie di circa 780 ettari, la quale fu assegnata a 165 contadini senza terra. La prima assegnazione mediante sorteggio ebbe luogo il 19 ottobre 1952 in Piazza Umberto I. In questa occasione furono assegnati 96 lotti.
La strada di accesso a borgo
Castagnola (Contessa Entellina)
Complessivamente, durante tutto il periodo, a Piano Cavaliere furono assegnati n. 53 lotti; n. 10 in contrada Gorgo; n. 1 in contrada Carrubba; n. 10 in contrada Carrubbelle; n. 20 in contrada Roccella; n. 24 in contrada Castagnola; n. 14 in contrada Petraro; n. 8 in contrada Portone; n. 4 in contrada Costiere; n. 1 alle contrade Sommacco, Chiappetta e Mazzaporro.
Analogamente ad altre zone della Sicilia, i lotti di terreno sorteggiati avevano una superficie media di 4 ettari. Si trattava esclusivamente di terreni seminativi, la cui unica possibilità di coltivazione era quella estensiva, ad indirizzo cerealicolo-foraggero.
Successivamente all’assegnazione dei lotti, l’ERAS (Ente per la Riforma Agraria in Sicilia), procedette alla costruzione di 5 borghi rurali, rispettivamente a Piano Cavaliere, Roccella, Pizzillo, Cozzo Finocchio e Castagnola. In tutti questi - con l’unica eccezione di Borgo Pizzillo, dove gli edifici esistenti erano costituti da una chiesa e un fabbricato annesso per uso comune - le opere di urbanizzazione ebbero come obiettivo primario quello di garantire l’insediamento dei coloni nei terreni assegnatigli dalla Riforma e ridurre pertanto il disagio di un trasferimento giornaliero da Contessa, con i mezzi di trasporto dell’epoca (ricordiamoci che dopo la guerra era fortunato chi possedeva un mulo). La tipologia di costruzione prevalente in questi borghi fu quella della casa colonica, che in vario numero furono costruite a Piano Cavaliere (n. 40 case, una chiesa con annessa la casa parrocchiale, un edificio scolastico con annessi i locali di abitazione per l’insegnante), Castagnola (n. 4 case e una chiesa, Roccella (n. 20 case e un edificio scolastico) e Cozzo Finocchio (n. 14 case).

Le case coloniche costruite dall’ERAS erano costituite da un porticato, un locale cucina, una camera da letto, un servizio igienico, un magazzino, una stalla e un fienile, quest’ultimo ubicato al piano superiore. Ogni casa era recintata e dotata di una piccola superficie di terreno da destinare ad orto o frutteto.
(segue)

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