venerdì 28 marzo 2014

Obama. L'Italia non può avere una politica estera limpida

Barak Obama è stato chiaro: "C'è un divario troppo grande nelle spese per la difesa tra gli Stati Uniti e l'Europa. Gli Usa spendono il 3% del Pil per la difesa, l'Europa l'1%, l'Italia lo 0,89%".
Nessun giro di parole, Obama è venuto a Roma per dire che la ... spesa per gli F35 non si tocca.
Renzi ha tergiversato per allontanare da sè l'amaro calice dei trattati firmati dall'Italia per l'adesione nella Nato che esigono che il nostro paese è tenuto (assieme al resto dell'Europa) a spendere in armamenti e difesa il 2% del Pil.
Il Presidente Usa in termini diplomatici ha fatto capire a Renzi, e ai partners europei, che sono finiti i tempi in cui l'ombrello americano assicurava la protezione all'Europa. 
L'Italia ha -tra l'altro- obblighi precisi in ambito Nato che la impegnano ad essere il guardiano dell'Occidente nel bacino Mediterraneo e al contempo di concorrere alla sicurezza continentale per quanto riguarda le intenzioni russe.

Allora ?
Renzi si è dichiarato comprensivo per quanto attiene il discorso sviluppato da Obama ma la settimana scorsa si era pure dichiarato comprensivo con le ragioni della Merkel, la quale è guardinga nel controllare le intenzioni russe ma al contempo vuole continuare fare affari con Putin, con la Russia.
Renzi quindi auspica che la Merkel sia conseguente ai suoi desideri e non dia troppa retta ad Obama in quanto l'Italia non può mostrarsi dura con la Russia dal momento che 1/3 (un terzo) del suo fabbisogno  energetico è targato Federazione Russa.

Conclusione:
L'Italia continuerà ad avere una politica estera ambigua per necessità; energia da un lato e necessità di tagliare la spesa pubblica nell'ordine dei miliardi (F35) per far decollare l'economia.

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