martedì 31 luglio 2012

Regione. Le dimissioni di Raffaele Lombardo sono arrivate

Con queste parole riferite all'Assemblea Regionale, Raffaele Lombardo passa adesso a condurre vita privata:
"Se lascio tutto, la presidenza della Regione, le cariche politiche, lo faccio con serenità. Credo di aver toccato l'apice di un percorso politico. Per questo non ci sono rimpianti, anzi, una grande soddisfazione. Credo di aver fatto, pur tra mille limiti, il mio dovere. Ringrazio il popolo siciliano e auguro a tutti voi 90 di servire, e servire meglio, la Sicilia".
Poco prima l'Assemblea aveva approvato l'assestamento di bilancio. Sono saltati gli interventi per il trasporto pubblico, le comunicazioni con le piccole isole e i dissalatori.
E' scomparsa dal vocabolario dell'Assemblòea Regionale (dei "90") la spending review, divenuta sicilianamente "Cu veni appressu cunta li pidati".
Armao precisa: "La attueremo per via amministrativa".
Raffaele Lombardo non ha smentito la fama di "macchina che nomina": Mario Zappia pochi minuti prima della comunicazione di dimissioni presentata all'Assemblea Regionale è stato scelto come commissario straordinario dell'Asp di Siracusa mentre Nicola Vernuccio va ad occupare il posto di Caterina Chinnici all'assessorato Autonomie locali.

Assemblea Regionale. Pochi zompi si aggirano per il palazzo, sperando che le dimissioni di Lombardo non arrivino

Nella mattinata di ieri i “90” inconcludenti di Palazzo dei Normanni hanno approvato sette leggi. Hanno impiegato meno di due ore e non perché alle porte c’è la pausa estiva, ma perché la politica deve dare una risposta agli elettori.
Che tipo di risposta non ha importanza. Uno dei 90 infatti mentre a braccio del suo capogruppo usciva dall'Aula per prendere un caffè gli ha chiesto “ma chi liggi sunnu ?”.
Nel pomeriggio la seduta è proseguita per l’esame dell’assestamento del bilancio della Regione per l’anno finanziario 2012. Si tratta del nodo più difficile da sciogliere per il Parlamento dell’isola, dal momento che è all’attenzione dell’Aula con l’emendamento presentato dal Governo sulla revisione della spesa che contiene gli obiettivi annunciati al Governo nazionale nell’incontro del presidente Raffaele Lombardo con il premier Mario Monti.
Un provvedimento che -è scontato-  non potrà essere votato nella versione “Arrmao” che va a creare scompiglio nell’organico dei dipendenti regionali.
Anche se l’Assessore all’economia ad ogni gruppetto di deputati in cui si imbatte ripete  “Sono state fugate le preoccupazioni di licenziamenti; nessuno perderà il lavoro, ma attraverso misure di accompagnamento alla pensione e procedure di mobilità si abbasseranno i costi per il personale regionale e la quiescenza che superano oggi 1,6 miliardi di euro”.
Il testo “Armao” alla fine è stato presentato quale emendamento al disegno di legge sull’assestamento, con l’obiettivo di offrire al Parlamento “un contributo propositivo ed uno stimolo a far presto”.
Ieri la commissione Bilancio per velocizzare l’iter del provvedimento aveva tolto dal testo i tagli al personale e le norme in materia sindacale, mentre per la riduzione della pianta organica della Regione era stato pensato un intervento con uno specifico disegno di legge, ovviamente per dopo le vacanze (Cu veni appressu cunta li pidati).

QUESTA MATTINA
L’Assemblea Regionale sembra un luogo di ritrovo per fantasmi. Si respira un'aria strana le mura di quello che fu Palazzo Reale. I deputati (pochissimi i presenti) continuano a chiedersi con circospezione: ma Lombardo si dimette o no?
Le dimissioni sono fissate con una “comunicazione” all’Aula per le 16,oo. Ed i fantasmi che bivaccano  da un locale all’altro in cuor loro sperano che le dimissioni non arrivino.
Col clima che c’è, secondo i sondaggi, nessuno delle attuali formazioni maggiori (PDL, PD, UDC, MPA) potrebbe raggiungere consensi elettorali a due cifre, in Sicilia, se si dovrà votare ad ottobre.
I parassiti-fantasmi sperano di poter durare (a €. 20.000,oo al mese) per un altro semestre abbondante.
Però il gioco (all'apparenza) lo ha in mano Don Raffaele.

lunedì 30 luglio 2012

Sanità. Con un emendamento il governo consente la facoltà ai medici di indicare sulla ricetta la marca del farmaco (oltre che il principio attivo)

Il maxiemendamento sulla spending review (quella nazionale: nulla a che fare quindi col "cu veni appressu cunta li pidati" dell'Assemblea siciliana) che domani sara' votato dall'Aula del Senato non cambierebbe la sostanza di quanto gia' stabilito dalla Commissione Bilancio riguardo la stretta sui farmaci griffati.
Rimane l'obbligo per il medico di famiglia di indicare sulla ricetta il principio attivo.
Il testo stabilisce pero' che il medico ha facolta' di indicare sulla ricetta il nome del farmaco giustificando la scelta con una sintetica motivazione scritta.
L'indicazione del medico - si precisa nel testo del maxiemendamento - e' vincolante per il farmacista.
Il medico, recita il disposto modificato nel maxiemendamento del governo, ha ora la "facolta'" di indicare la ragione per la quale prescrive un determinato farmaco oltre al piu' generico principio attivo.

Grecia. Un paese che possiede una classe politica inaffidabile.

La Grecia
Il paese che per tanti versi somiglia alla regione Sicilia è arrivata ad un passo dall'uscita dall'Euro, con l'economia e la società in ginocchio, migliaia di imprese che chiudono e oltre la metà dei giovani senza lavoro.
In questi giorni è in libreria un racconto della tragedia greca curato di Patrizio Nissirio - 'Ouzo amaro - La tragedia greca dalle Olimpiadi al gol di Samaras'- (Fazi, pp. 128, 4,90 euro), che indaga tra economia, politica ed impatto della catastrofe economica sulla società ellenica.
Le cause del baratro:
- una classe politica incapace di rinunciare a qualche privilegio in nome dell'interesse comune.
- incapace di guardare avanti, al futuro delle generazioni a venire,
- incapace di prendere decisioni che soltanto tre anni fa avrebbero potuto salvare il Paese dal baratro in cui e' sprofondato.
- poi la speculazione finanziaria che cavalca la crisi economica globale,
- una diffusa corruzione che imbatta su politicanti, burocrati e chiunque si ritenga detentore di potere,
- un disinteresse molto diffuso per la 'cosa pubblica, da tutti, tutti i greci ritenuta non meritevole di rispetto.
L'inizio del disastro, per l'autore di “Ouzo amaro”, viene arbitrariamente fissato alle Olimpiadi del 2004. ''Quando si spensero le luci della cerimonia finale, la realta' inizio' a prendere forma cancellando il sogno: quei sedici giorni di grande sport rappresentavano anche una voragine finanziaria e sarebbero diventati una serie interminabile di occasioni mancate''.
La crisi ellenica non e' soltanto frutto dell'egoismo della sua classe dirigente. E' anche figlia dei trucchi contabili che hanno spinto la Grecia a un passo dal collasso. E poi ci sono i partner europei ''che danno lezioni ad Atene, ma continuano a curare in maniera spesso spregiudicata i propri interessi''.
Cosa puo' ancora accadere alla Grecia ?
Le elezioni del 17 giugno hanno prodotto un governo di coalizione debole, guidato da Antonis Samaras (omonimo del calciatore che ha segnato simbolicamente contro la Germania agli ultimi europei) e che ha di fronte scelte durissime: tagli, riforme impopolari, abolizione di privilegi. Cosa che proprio non gli piace portare avanti.
Quando l'autore descrive la classe dirigente greca pare che abbia sotto esame, che scriva ciò che vede a Palazzo dei Normanni e Palazzo d'Orleans, a Palermo.
Capire la 'tragedia greca' puo' servire comunque ad immaginare il prossimo, difficile futuro dell'Europa.
Per un lettore siciliano sembra si tratti di una anticipazione di ciò che debba -prima o dopo- capitare dalle nostre parti.

Rifiuti Solidi in Sicilia. Si allungano i tempi per chiudere l'epoca Ato

I sindaci della provincia di Palermo, al seguito di Luca Orlando, hanno preso -qualche giorno fa'- posizione contro la Legge Regionale che riforma il sistema degli Ato Rifiuti.
 Al centro della riunione nella sede della Provincia era l’insediamento dei 34 Sindaci eletti nell’ultima tornata elettorale ma soprattutto la questione della riforma del sistema di gestione dei rifiuti varata dalla Regione e che prevede la messa in liquidazione degli attuali Ato e la nascita delle SRR, Società di Regolamentazione del servizio Rifiuti.
Una legge con la tempistica dettata dalla legge e che -a sentire i sindaci-  risulta di difficile applicazione soprattutto in mancanza di chiarimenti su molti aspetti del provvedimento; che contiene  l’obbligo di approvazione da parte dei Consigli Comunali e del Consiglio Provinciale del provvedimento che segna la nascita delle SRR pena il commissariamento da parte della Regione.
I sindaci hanno rivendicato le prerogative degli Enti Locali che -alla luce della normativa regionale- appaiono  meri esecutori di una riforma che però finirà col pesare proprio sulle casse degli Enti Locali e sulle tariffe da applicare ai cittadini.
A sentire i sindaci la legge non prevede stanziamenti certi per la fase di start-up, ne' garanzie per i lavoratori.
Secondo Leoluca Orlando: “Bisogna riappropriarci del nostro ruolo di Amministratori e impedire che un Governo e un Assemblea Regionale ormai a fine mandato ci obblighino a dare vita ad una riforma che peserà interamente sulle spalle dei Comuni e dei cittadini. Per questo c’è bisogno di una presa di posizione unitaria da parte di tutti, al di là dei partiti di appartenenza e al di là delle dimensioni delle nostre città. Una voce unica che parli a nome di tutti i nostri cittadini”.
Nel corso dell'incontro è stato concordato che i Sindaci predisporranno i provvedimenti previsti dalle Legge Regionale e li presenteranno ai Consigli ma contemporaneamente a un Ordine del Giorno nel quale si evidenziano tutte le criticità della legge e si chiede uno slittamento dei tempi di attuazione delle norme.
I Consigli si limiteranno ad approvare l’ordine del giorno e accantoneranno invece la trattazione del provvedimento di creazione delle SRR.

A Roma la chiamano "spending review", a Palermo "cu veni appressu cunta li pidati"

Chi ci avrebbe creduto ?
Lombardo domani dovrebbe andare via e all’Assemblea Regionale lascia degli emendamenti di assestamento di bilancio che riprendono lo spirito della “spending review”. Il pacchetto comprende scelte impopolari, tagli dolorosi, ma necessari, va dicendo in giro Gaetano Armao. I 90 “lazzaroni” riuniti a gruppetti fra loro si guardano negli occhi e dicono “mai in quest’aula sono arrivate decisioni di questo tipo con le elezioni imminenti”. In effetti i settori da sottoporre ai tagli sono molto delicati: dal personale, ai permessi sindacali, dalle società partecipate, ai consulenti, passando per affitti e auto blu.  Ed i “lazzaroni” impensieriti si dicono: “se mettiamo mano a queste cose chi andrà nei paesi, nei quartieri, a chiedere i voti ?”. I risparmi previsti da Armao per il primo anno (2012)  sono di circa 150 milioni di euro, che dovrebbero crescere negli anni successivi
L’emendamento sulla spending review si articola in  62 commi. I primi prevedono delle limitazioni per appalti superiori a 100 mila euro e anche per le spese di beni e servizi, i cui costi andranno ridotti, per il triennio 2012-2014 di circa il 20%. La riduzione riguarderà sia l'amministrazione centrale della Regione, sia gli enti a essa collegate, comprese le società partecipate.

Le riduzioni del personale
I dirigenti verranno ridotti del 25%, mentre il personale non dirigenziale verrà ridotto del 20%. I “90 lazzaroni” non esaminano il merito della questione però hanno la premura di usare i termini “appropriati”, ed i più svegli di loro si affrettano a far cancellare dalle relazioni alcune espressioni: "non chiamiamoli licenziamenti".  Le vittime della “manovra” sono quantificati in  circa duemila dipendenti regionali. I tagli verranno definiti attraverso i decreti del Presidente della Regione, da adottare entro il dicembre del 2012. Insomma, quei tagli, quasi certamente, non li firmerà Raffaele Lombardo. Entro sei mesi, si procederà con la riorganizzazione degli uffici attraverso concentrazioni e unificazioni. Il personale “in più” verrà considerato in esubero e messo in “disponibilità” con una indennità corrispondente all'80% dello stipendio, per un periodo massimo di 24 mesi. Che potrà estendersi a 60 mesi “laddove il personale collocato in disponibilità maturi entro il predetto arco temporale i requisiti per il trattamento pensionistico”. Questo personale, confluirà in un elenco per una eventuale ricollocazione nei posti che potrebbero risultare vacanti in seguito a un monitoraggio operato dal dipartimento della Funzione pubblica. Previsto anche il taglio del 90% dei permessi sindacali. Una decisione che ha scatenato nei giorni scorsi un botta e risposta tra Armao e alcune sigle sulle cifre effettive di questi permessi. Da notare che le sigle che si lamentano sono quelle che nella “formazione” regionale non hanno le quote che invece altre …. Gustano.

Gli affitti
Tutti gli enti regionali, compresa l'amministrazione centrale, si concederanno tra loro l'uso gratuito di immobili, scongiurando così il ricorso a locazioni ad esterni. Prevista persino la possibilità per la Regione di recedere dai contratti in corso, in deroga ai termini di preavviso. E dal primo gennaio i canoni verranno ridotti del 15%.
Auto blu
  L’argomento viene affrontato da due anni. Finora non è successo nulla: quando Lombardo esce per la città viene seguito da una processione di auto al punto che la gente ritiene che stia passando l’emiro del Qatar.
L’emendamento prevede risparmi anche sulle auto di servizio, la cui spesa dovrà essere dimezzata rispetto al 2011, mentre le auto blu del presidente della Regione e degli assessori sono concesse solo per esigenze di servizio del titolare. Ossia tutto come prima. Gli autisti in esubero verranno assegnati a mansioni diverse. Scende anche il “buono pasto” dei dipendenti della Regione (non potrà superare i 7 euro).

Consulenti e uffici di gabinetto
Sarà vietato all'amministrazione regionale e agli enti collegati, di attribuire incarichi a personale in pensione, mentre scende il numero massimo di consulenti dei quali potrà dotarsi il presidente della Regione (non più di due) e ogni assessore (un solo consulente; immaginate quel “compagno di trent’anni fa: con la tessera pci in tasca è stato nominato assessore all’agricoltura ed ha trovato 11 consulenti e avendoli ritenuti insufficienti ne ha nominati altri due)”, mentre non potranno essere più di tre gli esperti esterni del dipartimento della Programmazione, e non più di due quelli nominati dal dipartimento del Bilancio (divieto assoluto di consulenti invece per il dipartimento delle Finanze e del Credito).
Il governo, poi, avrebbe previsto anche una riduzione dei costi dell'Assemblea regionale. Ma in questo caso, ha lasciato “ai competenti organi” dell'Ars la quantificazione del “taglio”. Infatti i 90 dicono che mai nessuno al “Parlamento Normanno” ha richiesto di ridurre il parassitismo; mai durante i gloriosi tempi del “Regno” nessuno ha osato dire ai “parassiti” andate a lavorare.

Gli uffici di diretta collaborazione del presidente della Regione e degli assessori vengono accorpati in un unico Ufficio di gabinetto composto da dieci unità e coordinato da un dirigente di ruolo (quindi non più un esterno) con almeno 15 anni di anzianità di servizio.
Verranno riorganizzati anche gli uffici periferici della Regione, con un risparmio previsto di circa il 15% sulle “spese di funzionamento”. Prevista la creazione di un unico servizio informatico degli enti regionali soppressi, verranno dimezzate le spese per l'utilizzo della carte nelle comunicazioni agli utenti, così come le spese di telefonia mobile. Ridotti del 5 % nel 2012 e del 10% nel 2013 i trasferimenti della Regione agli enti per i consumi intermedi.

Enti e società partecipate
Ma alla spending review dovranno adeguarsi anche comuni e province, che dovranno provvedere alla fusione e all'accorpamento di enti e organismi in modo tale da ottenere un risparmio non inferiore al 20%.
Se entro nove mesi non si sarà completata quest'operazione di riorganizzazione gli enti e gli organismi verranno soppressi. Ma una riduzione netta spetterà anche alla Regione che dovrà ridurre le società partecipate dalle 34 esistenti e dalle 14 previste dal piano di riordino di Armao ad appena cinque per altrettante aree strategiche. 
Una norma che va nella direzione del decreto Monti sulla spending review.
Seguiamo la telenovela "Cu veni appressu cunta li pidati"
30 luglio 2012 - ore 12,00
"Cu veni appressu cunta li pidati"
Armao intuisce che i "90" tutto sono disposti a votare, tranne che mettere i conti della Regione a posto. L'MPA, il partito di Lombardo, ha un mal di pancia terribile ... figurarsi il Pd, il pdl, l'udc e tutto il resto dei ... pèarassiti.
“Faccio un appello a un riguirgito di autorevolezza della classe politica siciliana” per approvare la spending review. Seduto da solo nella sala di Governo dell’Ars mentre rivede gli ultimi emendamenti, l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao e’ reduce dall’incontro avvenuto questa mattina con i sindacati per dicutere del provvedimento fermo in Comissione Bilancio. “Noi come governo intendiamo andare avanti – ha aggiunto Armao – non si capisce perche’ in queste ore alcune forze politiche che sostengono il Governo a Roma debbano appoggiare il provvedimento a livello nazionale, ma non qui in Sicilia su misure che replicano quelle a livello nazionale. Mi chiedo se non sia coerente che non venga votato pure qui, con tutti i distinguo del caso e gli adattamenti, naturalmente. Sono convinto che, ad esempio l’Mpa appoggi il provvedimento. Spero che la Sicilia non si distingua. Se qui andiamo sotto con il Governo non si capisce perche’ a Roma dovrebbe invece funzionare”.

30 luglio 2012 - ore 12,30
"Cu veni appressu cunta li pidati"
Armao: "Far approvare la spending review sarà missione impossibile, ma il Governo andrà avanti lo stesso per evitare rischio default.
Se in Sicilia non si approvano i tagli aumenta infatti il rischio defaul e cresce la perdita di credibilità.
30 luglio 2012 - ore 12,35
"Cu veni appressu cunta li pidati"
I "90", non avendo tempo da perdere con le parole di Armao, decidono di stralciare dall'emendamento di bilancio (i tagli proposti da Armao) i commi dal 7° al 18 bis, ossia tutti gli interventi sul personale (taglio del 25% dei dirigenti, contrazione dell'organioco regionale di 2.000 unità) e sulle prerogative sindacali (taglio del 90% dei permessi finora fruiti).
I "90" hanno detto (ad Armao ?, ai siciliani ? a Monti ?) che l'Assemblea Regionale di quegli interventi farà un disegno di legge ad hoc.
Cu veni appressu cunta li pidati.

30 luglio 2012 - ore 13,00
"Cu veni appressu cunta li pidati"
Ma non è vero che l'Ars non lavora: Nella mattinata ha votato 7 leggi
1) Istituzione del garante per l'infanzia
2) Modifica del regolamento interno dell'Ars
3) promozione della mutualità volontaria e istituzione del relativo albo
4) Modifica alla gestione integrata dei rifiuti,
5) Promozione della ricerca sanitaria
6) Promozione della paità uomo-donna nella Regione,
7) Introduzione del quoziente familiare.
Come si fa a dire che i "90" non lavorano ?
Lo stralcio delle disposizioni dei tagli all'apparato burocratico della Regione  è stato fatto proprio da Armao, in quanto l'incontro con i sindacati si era espresso per una nuova versione che stabilisca le linee guida per poi inserire -dopo le vacanze- i contenuti in un regolamento. "Cu veni appressu cunta li pidati"



Era tutto previsto. Noi siciliani riteniamo (dall'assessore, ai 90 parassiti) di essere furbi. La verità è che siamo "inconcludenti".

domenica 29 luglio 2012

Sicilia. Solamente adesso i 20.000 dipendenti della regione cominciano a capire ...

''C'e' un pezzo della societa' siciliana che non ha colto i segnali della crisi. Il paradosso riguarda i 20 mila dipendenti regionali: nessuno di loro si rende conto del rischio che corre''. Lo dice il vice presidente di Confindustria Ivan Lo Bello. ''Forse solo adesso - aggiunge - visto il ritardo negli stipendi dell'Ars qualcuno comincia a capire. Come i pensionati pagati direttamente per cassa. Una procedura molto pericolosa che esiste solo in Sicilia. Effetto di un'autonomia che purtroppo ha finito per danneggiare tutto e tutti''.

Il Servizio Sanitario vuole risparmiare sui farmaci.

Arriva una modifica sulla prescrizione dei farmaci: il medico non dovra' indicare il nome del farmaco, ma solo il  principio attivo.
La novita'  non piace alle case farmaceutiche, che ovviamente non hanno interesse a promuovere l’adozione dei principi generici.
In cosa consiste ?
I medici saranno tenuti ad indicare sulla ricetta il nume principio attivo (ad esempio: acido acetilsalicilico) se esistono diversi farmaci equivalenti, non potranno indicare la marca.
Potranno continuare ad avere i farmaci di marca solo i malati cronici che già lo utilizzano.
Perchè l'avversione dei medici ?
Oltre che le case farmaceutiche sono pure preoccupate le associazioni dei medici di famiglia per i “rischi” che una simile norma introdurrebbe, come l’importazione di principi a basso prezzo da paesi extra-Ue (ossia, Cina).
Le aziende farmaceutiche (rappresentate da Farmindustria) dal canto loro vedono minacciato il ricco mercato dei farmaci di marca in Italia (il 90% dei farmaci venduti in Italia è di marca, contro circa il 38% della Germania e circa il 30% della Gran Bretagna. La media in Europa è il 50%).
Il medico che indicherà la marca del farmaco dovrà aggiungere la motivazione per cui lo prescrive.
Per i medici di famiglia indicare il principio attivo ingenererà confusione nella ricetta, con l’effetto che il medico non saprà effettivamente quale farmaco in concreto il paziente utilizzerà.  Inoltre, secondo il presidente della Federazione dei medici di famiglia non ci sarà un risparmio per il Servizio Sanitario Nazionale, che comunque rimborsa solo il farmaco generico equivalente a costo minore (ora l’eventuale differenza, se un paziente sceglie un farmaco di marca, è a carico del paziente stesso). Nel 2011 la spesa pubblica per farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale è stata pari a 12 miliardi, con un meno 4,6% rispetto al 2010.

Estate calda. Agricoltura in difficolta'

Sopra i 30 gradi, scrive Coldiretti in un comunicato, “le piante di pomodoro vanno in stress perché non riescono più a lavorare e si fermano, nonostante l’irrigazione che non riesce a sopperire neanche al fabbisogno idrico delle coltivazioni di granoturco. Le coltivazioni in questa fase stagionale si trovano in un momento critico di sviluppo e hanno bisogno dell’acqua per completare il ciclo produttivo. A soffrire con le alte temperature sono anche gli animali negli allevamenti dove le mucche arrivano a produrre anche il 10 per cento di latte in meno nonostante gli accorgimenti adottati per garantire il refrigerio (doccette, ventilatori, ecc.)”.

Mpa, pd. Il gioco delle parti

Gran parte dell'attuale legislatura regionale e' stata gestita congiuntamente dal Pd, dall'Mpa ed altre forze minori (fli e gente senza casa). La legislatura, al di la' del tanto agitato piano di rientro dalla spesa sanitaria (tutto da dimostrare nonostante l'enfasi -sospetta- dell'assessore Russo, stante che la spesa sanitaria nel 2011 e' aumentata di mezzo miliardo di euro rispetto all'anno precedente) e' proseguita, nonostante la presenza del pd nel parassitismo e nell'inconcludenza. La spesa sulla "formazione", di cui la polemica in questi giorni e' alta, ne e' trstimonianza. Spunta adesso una ipotesi (fatta apposta per il gioco delle parti). ''Il presidente Lombardo anziche' dimettersi potrebbe dare un senso alla sua esperienza istituzionale operando per l'approvazione di una manovra di revisione della spesa piu' incisiva di quella proposta dall'assessore Armao, per accelerare la dismissione degli enti regionali inutili, per ridurre le consulenze, per adottare un piano di vendita del patrimonio regionale non utilizzabile a fini istituzionali''. Lo dice Giovanni Barbagallo, deputato regionale Pd. ''Lombardo - aggiunge - avrebbe anche a possibilita' di applicare la riforma di riduzione dei deputati regionali e di eliminare le indennita' aggiuntive percepite dai parlamentari'. Domanda: come mai nel corso della gestione pd-mpa queste cose non si sono volute fare ?

sabato 28 luglio 2012

Sicilia che affonda. L'assessore non si adopera ma fa considerazioni come qualsiasi cittadino

"Abbiamo assunto personale a dismisura, senza qualifiche, senza professionalità. Lì dove una unità lavorativa sarebbe stata più che sufficiente ne abbiamo messe quattro o cinque. In questa attività assolutamente clientelare la politica ha avuto un complice inconsapevole e al tempo stesso irresponsabile: il sindacato".
A scrivere queste cose e' un assessore regionale, Li Vecchi. Assessore da poche settimane, il quale -piuttosto di decidere un piano sul come utilizzare al meglio cio' che esiste- riflette, come se non fosse suo compito trovare soluzioni.

venerdì 27 luglio 2012

La formazione in Sicilia. Mangia il pd, mangia fli, mangia mpa, e verosimilmente tutti gli altri

Il più in vista è Francantonio Genovese, deputato del Pd e figlio e nipote d’arte (il padre Luigi è stato senatore della Dc per sei volte, mentre lo zio Nino Gullotti otto volte ministro): ha piazzato la moglie, due nipoti e tre cognati nel ricco business dei corsi di formazione in Sicilia con quattro società che nell’ultimo anno hanno incassato quasi 2 milioni di euro. Lo scrive Panorama in un articolo pubblicato sull numero in edicola da giovedì 26 luglio.
Genovese non è l’unico politico siciliano i cui familiari sono attivi nei corsi di formazione, un settore sul quale, nel 2012, sono piovuti 455 milioni di euro che servono, in larga misura, per pagare gli 8.612 dipendenti: il business è bipartisan.
A Taormina, scrive Panorama, impera incontrastato  il Cufti, finanziato con 2 milioni. La direttrice del centro è Fina Maltese, moglie di Carmelo Briguglio, parlamentare del Fli. Mentre la direttrice dei corsi è la di lei figlia, Claudia Viola. Altro ente ad alta densità parentale è l’Anfe. Vincenza Dentino, consorte del consigliere regionale del Pid, Nino Dina, è in forza alla sede di Palermo.
Nella sede di Catania, invece, ha lavorato fino al 2009 Saveria Grosso, moglie del governatore Raffaele Lombardo. Tutti soldi e corsi che, secondo Panorama, non servono a far calare il numero delle persone senza occupazione: in Sicilia la disoccupazione giovanile sfiora il 30 per cento, benché la sola Ue dal 2003 al 2010 abbia finanziato corsi per 1,5 miliardi di euro.
Scatteranno mai le manette ? No, in Sicilia no.

Lombardo va via (forse): la giunta di governo chiedera' il blocco immediato di trivellazioni sul territorio isolano e sul mare sul mare

 La Giunta regionale chiedera' al Governo nazionale "il blocco temporaneo e immediato di tutte le autorizzazioni per progetti di ricerca e perforazione off-shore, comprese quelle la cui istruttoria risulta ad oggi in itinere, in attesa di una celere e puntuale regolamentazione della materia". 
Nella nota diffusa oggi pomeriggio la giunta sollecita "la rapida istituzione anche nel Canale di Sicilia di una Zona di Protezione Ecologica, cosi' come nel mar Ligure e nel mar Tirreno, che permetta di applicare a questa importante area marina, le norme dell'ordinamento italiano e del Diritto dell'Unione Europea in materia di protezione degli ecosistemi marini, comprese quelle relative ai Siti di Interesse Comunitario".
In altri due punti dell'ordine del giorno si auspica "la definizione dei Siti di Interesse Comunitari ai sensi della direttiva Habitat per tutelare aree marine di rilevante pregio ambientale nelle acque territoriali nel Canale di Sicilia" e "la regolamentazione piu' puntuale della materia di autorizzazioni e concessioni delle trivellazioni, compresi i sondaggi, finalizzato ad una piu' adeguata qualificazione delle capacita' tecniche economiche e finanziarie delle imprese proponenti, compreso l'adeguamento dei canoni di concessione e delle royalties a carico delle imprese concessionarie". 

Regione. Ancora una mazzata sui conti della regione

Lombardo dovrebbe dimettersi fra quattro giorni.  Prima del 31 luglio e' comunque arrivato il comunicato dell’agenzia di rating Moody’s che abbassa il rating della Sicilia da Baa2 a Baa3 con addirittura la possibilità di veder ulteriormente diminuito il rating, in mancanza di interventi strutturali convincenti sulla struttura del bilancio dell’isola.
L'agenzia Moody’s scrive: “Il downgrade riflette le crescenti tensioni sul bilancio che hanno portato un aumento del debito e delle fatture da saldare. La revisione del rating guarderà alla situazione di liquidità della Regione e alla credibilità ed efficacia delle azioni correttive, autoimposte o dettate dal governo centrale. Ci aspettiamo di ricevere con tempestività e completezza le informazioni necessarie per concludere il nostro esame. L’impossibilità di monitorare l’andamento del cash-flow regionale in modo puntuale potrebbe portarci a ritirare i ratings".
La settimana scorsa l’altra agenzia di valutazione Standard and Poor’s aveva sospeso il suo rating sulla Sicilia (BBB-plus) per mancanza di informazioni. 
La decisione delle due agenzie potrebbe produrre effetti devastanti sul bilancio dissestato della Regione.
L’assessore all’Economia, Gaetano Armao, ha dichiarato che “laddove il nostro rating scendesse troppo, noi dovremmo rientrare dai derivati e quindi dovremmo versare un miliardo di euro cash ed è chiaro che questo porterebbe al default della Sicilia perchè a quel punto non ci sarebbero soldi per pagare gli stipendi”, ha quindi aggiunto che il debito siciliano di 5,2 miliardi “è sereno”, quasi integralmente a tasso fisso e con la Cassa depositi e prestiti.
L’Assemblea Siciliana deve approvare le misure sul taglio dei dirigenti e dei dipendenti entro questo mese prima delle dimissioni di Lombardo e lo scioglimento della stessa Assemblea. Una disperata corsa per evitare il tragico default, finora sempre negato.

Unione Comuni del Corleonese. Nuovo presidente

Savona Leoluchina, sindaco di Corleone, e' stata nominata Presidente dell'Unione dei Comuni del Corleonese per il prossimo biennio.
All'Unione aderiscono, oltre a Corleone, i comuni di Roccamena, Contessa Entellina e Campofiorito.

Via D'Amelio. I cittadini onesti sono col giudice Scarpinato

E' passata una settimana dal ventesimo anniversario della strage di via D'Amelio e le polemiche divampano pericolosamente sul modo di interpretare il vivere civile nella notra Italia.
Il fatto
Nel corso delle varie celebrazioni uno dei magistrati più in vista dell'isola, Roberto Scarpinato, procuratore generale di Caltanisetta definì "imbarazzante partecipare  alle cerimonie ufficiali per le stragi di Capaci e via D'Amelio per la presenza -talora nelle prime file, nei posti riervati alle autorità- di personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione dei valori di giustizia e di legalità per i quali Borsellino si è fatto uccidere".
Su questa frase che, ne siamo certi, la stragrande maggioranza degli italiani onesti condivide, il Consiglio Superiore della Magistratura, quell'organo che per anni è stato diretto da un uomo grigio come Nicola Mancino, ha aperto un fascicolo a carico del magistrato. Su di lui l'organo di autogoverno della magistratura mostra di voler agire con la scure del trasferimento e con un procedimento disciplinare.

Chiesa Ortodossa in Italia. Raggiunta l'Intesa fra Stato-Arcidiocesi d'Italia con sede a Venezia

La prima realta' giurisdizionale  ufficiale degli Ortodossi in Italia e' l'Arcidiocesi d'Italia del Patriarcato di Costantinopoli, costituita come tale con tomo patriarcale solo nel 1991.
Essa conta oltre un’ottantina di parrocchie, da quelle più antiche – Venezia, Napoli e Trieste – a quelle di formazione più recente (alcune delle quali di lingua italiana), e alcuni monasteri, maschili e femminili presenti soprattutto in Calabria.
Essa collabora con istituti di studi legati all’ampia gamma della cultura greca in Italia – l’Istituto di Studi Bizantini e Postbizantini di Venezia e la Fondazione Ellenica di Cultura di Trieste –, fornisce supporto a varie asociazioni laicali e mantiene una fitta rete di interazioni con le presenze diplomatico-consolari greche.
Come e' noto, dal patriarcato di Costantinopoli dipendono nel mondo direttamente oltre che i fedeli della diaspora greca anche alcune arcidiocesi e diocesi di russi, ucraini e carpato-russi della diaspora. Una stima dei fedeli conta circa sei milioni di persone, di cui più di metà nell’America del Nord. 
In Italia è indicata a titolo orientativo una cifra di 150.000 persone, ma è difficile stabilire quanta percentuale sia costituita da residenti temporanei (in particolare, la presenza di studenti greci ortodossi nel mondo universitario italiano, oltre alla mobilità dei residenti greci in Italia, favorita dall’appartenenza all’Unione Europea).
Un aspetto notevole dell’attività dell’Arcidiocesi, di cui e' guida S.E. Gennadios, con sede a Venezia è la rinascita della presenza ortodossa in diverse aree dell’Italia Meridionale e insulare, tradizionalmente segnate da forti legami con l’ortodossia greca. 
L’Arcidiocesi è stata la prima presenza ortodossa a competenza territoriale nazionale a ricevere la personalità giuridica in Italia (D.P.R. 16 luglio 1998).
Il 18 luglio 2012, pochi giorni fa', la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha inoltre dato il via libera in sede deliberante al disegno di legge n. 2233-B relativo all’Intesa fra lo Stato Italiano e la Sacra Arcidiocesi ortodossa d'Italia ed Esarcato per l'Europa Meridionale. 
Il che significa anche che sul modello di dichiarazione dei redditi del prossimo anno sara' possibile nel nostro paese attribuire l'8 per mille anche all'Arcidiocesi Ortodossa costantinopolitana oltre che alla Chiesa cattolica e a quelle protestanti.

“Fjala e t’in’Zoti”. Esiste ancora la volontà di voler conservare la cultura tramandata ?

Due anni prima di Giacomo Alberione inventò la stampa religiosa, con altri mezzi e in un contesto "ostile".
Ora la serie completa del foglio domenicale è introvabile, gelosamente nascosta. 
Il nostro e i suoi collaboratori hanno inventato le parole, senza la scorciatoia greca, coniandole di bel nuovo ma con i criteri popolari antichi, fondativi della nostra lingua stessa. 
Per questo è un opera di alta cultura al servizio del popolo, anche perché questo lavoro oggi non lo si fa più, inaridendo la fonte di vita della lingua stessa.
Diamogli un po' di spazio a Mons. Paolo Schirò. Dalla crisi non si esce senza una boccata di cultura nuova... anzi antica.
Siamo pochi ma se ci muoviamo uniti possiamo uscirne vincenti, shtuara = in piedi = a gritta. 
Buon vacanze
Paolo Borgia

Tra Sisifo e Prometeo
Mons. Paolo Schirò
Scendere a Palermo da Piana e fare ritorno in paese con una cavalcatura o con un calesse in tutte le stagioni dell’anno, cento anni fa – e ancor oggi, nonostante il manto di asfalto – significava  viaggiare per cinque ore buone.
C’era, allora, chi ogni settimana si sobbarcava questo strapazzo per portare un foglio manoscritto in tipografia per stamparlo, per correggere la bozza dello scritto della settimana precedente e per ritirare l’ultimo numero di “Fjala e t’in’Zoti”, la Parola di Dio. Rivista settimanale diretta da Antonio Masi, dal  25.2.1912 al 28.2.1915 (nei numeri di aprile, giugno, luglio dell’anno 1912 comprendeva anche “Fjalori”, vocabolario, vocaboli premessi alla rivista): dove Antonio Masi era famiglio nell’Episcopio e la rivista era un foglio scritto in arbrescio, distribuito per la liturgia domenicale. La chiusura del periodico coincise con l’inizio della grande guerra e con la sua opprimente ombra di morte caduta su molte famiglie della nostra comunità.
L’idea, originale novità editoriale in assoluto, è di Mons. Paolo Schirò.
Ma per la comunità “Fjala e t’in’Zoti” è molto di più, è una manna di vita culturale (cfr.Norbert Jokl, Geitie, Guys, Holger Pedersen).
Insegnante di lettere greche a Trivento in Molise e a Bitonto in Puglia, il nostro conservò il gusto ardente per la ricerca. Ancora sei anni dopo la sua nomina a Vescovo ordinante degli Albanesi di Sicilia e Rettore del Seminario Italo-Albanese, ritrovò nel 1910 nella Biblioteca Apostolica Vaticana il “Messale” di Gjon Buzuku – prete latino di Kraja (Alb.) contemporaneo di Luca Matranga –. A quel libro dedicò lunghi anni di studio. Vera guida pastorale e intellettuale organico alla sua comunità non volle seppellire il talento e il proprio sapere nel fondo di un cassetto a futura memoria, ma volle divulgare la sua conoscenza profonda, facendo con essa una evangelizzazione, che fosse ad un tempo propugnatrice della identità arbrescia, del senso della dignità e della tradizione e, ancor più, condivisione culturale messa al servizio della sua comunità.
In anticipo sui tempi aveva intuito e messo a frutto la convinzione, che la cultura dà forza e coesione alla società (cfr.Gramsci) non quando resta rinchiusa nella mente degli intellettuali o nei cassetti impolverati, ma quando è scientificamente capace di raggiungere “i più”, senza svilire il sapere ma sapendo articolare la ineluttabile complessità dei testi in una divulgazione semplice e franca con un parlare che sappia esprimere la piattaforma su cui erigere “la nuova casa comune”.
Per le successive generazioni e per quanti si prodigano per la costituzione di una lingua arbrescia condivisa Fjala e t’in’Zoti è una miniera aurea.
Dal 1963 grazie al duro e paziente lavoro di Papas Emanuele Giordano – altro ardente audace patriota – le  solenni parole impiegate nel foglio domenicale arricchiscono il suo puntuale, vasto, prezioso e indispensabile “Dizionario degli Albanesi d’Italia”. Qui tale tesoro è distribuito nei termini contrassegnati con le sigle “Fj.T.” e “Fjal.”.
Oggi, però, il documento sembra scomparso. Ciò che manca alla comunità è una edizione disponibile della raccolta completa di tutti i fogli domenicali, per potere toccare con mano e gustare la aulica semplicità del testo, forse ancor più solenne dei testi antichi greci (cfr. Schirò Di Maggio).
Penso che con l’occasione del centenario dalla nascita del foglio domenicale e del cinquantenario dalla pubblicazione del nostro dizionario, dovremmo fare quadrato per trovare le risorse occorrenti per un momento culturale unitario dedicato alle nuove generazioni: stampare, mettere in rete la copia anastatica del prezioso documento.
Credo che operando in questo modo possiamo tentare di colmare le troppe lacune nell’area conoscitiva, in quella dell’agire e in quella del sentire, per rispondere così alle sfide attuali, non solo in termini di risposta tecnico-scientifica (aggiornata ed efficiente), ma anche e soprattutto divulgativa. Ripartire da situazioni, come questa, concrete e attuali, per penetrare fino al fondamento della società umana, per fare vera festa collettiva.
l.2012 Paolo Borgia
Në mes të Sisyfosit dhe të Prometheusit
Imzoti Pali Skiroi
Të zdrypesh (/dirgjesh) Palermë nga  Hora dhe të kthehesh me një kalë o mushk shale o me një karrocin te gjithë stinat e vitit, një kint vjet prapa – por edhe sot, megjithë veshjen asfalti – dejë të thësh se udhëtoje për pesë orë të bukura.
Kish, ahierna, kush nganjë javë mirrjë përsipër këtë ngostje për të sjellë një faqe të dorëshkruame te shtypshkronja për t’e botuar, për të ndrequr bocën e shkrimit të javës së mëparshme dhe për të marrë prapa të sprasmin numër të gatitur të “Fjalës së t’in’Zoti”, la Parola di Dio. Revistë javore drejtuar nga Antonio Masi, nga 25.2.1912 ngjera te 28.2.1915 (te numrat e prillit, qershorit, korrikut të vitit 1912 përmbajë edhe “Fjalorin”, vokabolario, vokaboli premessi alla rivista): ku Antonio Masi ish shërbëtor te Peshkopata dhe revista ish një fletë shkruar arbërisht, dhuruar për liturgjìnë e të diellës. Mbyllja e periodikut u përputh me të zënit fill të luftë së madhe e me  hjen shtypëse çë ra mbi shumë familje të bashësìsë sënë (/sonë).
Ideja botuese, origjinale gjë e re në absolut, është e Imzotit Pal Shkiroit.
Por për bashkësìnë “Fjala e t’in’Zoti” eshtë shumë më shumë, është bekim jete kulturore (krh. Norbert Jokl, Geitie, Guys, Holger Pedersen).
Mësues letrash greke në Trivento, Molize dhe në Bitonto, Pulje, yni ruajti dëshirën e ndezur për kërkimin. Ende gjashtëvjet pas emërimin e tij si Peshkop shugurues për Arbëreshtë e Sicilìsë dhe rektor të Seminarit Arbëresh, zbuloi në 1910 te Biblioteka Apostolike Vaticane “Mesharin” e Gjion Buzukut – prift nga Kraja (Shq.) bashkëkohës të Lekës Matranga –. Atij libri i kushtoi vjet e vjet studimi.  I vërtetë prift (/prijës) baritor dhe intellektual organik me bashkësìnë e tij ngë deshi të varrosjë talentin dhe dijturìnë e vet në fund të njëi sirtari për kujtesën e ardhshme, por deshi të përhapjë njohjen e tij e thellë, tue bërë me atë një vangjellizim, çë të ish në të njëjtin qërò mbrojtëse të njëjtësìsë arbëreshe, të ndjenjës së dinjitetit dhe të traditës e, ende më shumë, bashkëndarje kulturore vënë në shërbim të bashkësìsë së tij.
I pari mbi qëronjet, kish ndëlguar dhe vënë në frut bindjen, se kultura jep fuqì dhe lidhje shoqërìsë (krh. Gramshi) jo kur qëndron e mbyllur brënda mendjes së intelektualëvet o te të mpluhurosurit sirtarë, por është shkencëtarisht  e aftë të arrëjë “të shumtit”, pa poshtëruar dijturìnë por tue dijtur të nyjëzosh të pashmangëshmin ndërlikim të tekstevet në një përhapje të thjeshtë dhe të çiltër me një të folur çë t’ia dijë të shprehë platformën mbi të cilën të ngrëhet “shpia e re e përbashkët”.
Për  brezat çë vijnë pas dhe për ata ç’i jipen pa kursim veprës për themelimin e njëi gluhe arbëreshe të bashkëpranuame “Fjala e t’in’Zoti” është një xehe, një minierë ari.
Nga 1963 në sajë të së fortës dhe të së duruashmes punë të Papa’Emanueli Giordano – edhe ky trim i ndezur atdhetar – fjalët e përdorura te fleta e së dielës qosjën  të përpiktin, të gjerin, të çmueshmin, të domosdoshmin, “Dizionario degli Albanesi d’Italia”. Këtu ky thesar është shpërndajtur në termat shënuar me sigëlën “Fj.T.” dhe “Fjal.”.
Por sot, dokumenti duket i zbjerrë, i zhdukur. Ajo çë lypset bashkësìsë është një botim gati, me mbledjen e tërë e të gjithavet fletat të së dielës, për të pasur mundësìnë t’e ngasësh (/ngaç) me duart dhe t’e gëzosh të lartën thjeshtësì të tekstit, ndoshta edhe më solemn se tekstet të lashtë grekë (krh. Skirò Di Maxho).
Llojas me veten se me rastin e njëqintvjetorit të lindjes së fletës javore dhe të pesëdhjetit vjetor nga botimi i fjalorit tënë, duhej të vënim bashkë gjithë fuqìtë për të gjetur burimet të duhur për një moment kulturor të bashkuar, të kushtuar brezavet të ardhshëm: për të ribotuar, për të vënë në rrjetë riprodimin anastatik  të të çmueshmit dokument.
 U’ kam besë se tue vepruar në këte mënyrë mënd të kërkojmë të mbushim  të shumtat mbrazëtì te lëmi njohës, tek ai i të vepruarit dhe tek ai i të ndierit, sa t’i përgjegjemi kështù sfidavet të sotme, jo vetëm në terma përgjegjeje tekno-shkencore (e përditësuar dhe veprues), por edhè e mbi të gjitha  popullarizues. Të rinisemi nga gjëndje, si kjo, konkrete dhe aktuale, për t’u futur ngjera të themeli i shoqërìsë njerëzor, për të bërë festë e vërtetë e përbashkët._
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l.2012 Pal Borxha