In Grecia il buco sui conti pubblici 2011 che deve ancora essere coperto è di 6,5 miliardi di euro. Lo Stato, il governo, dopo avere già tagliato stipendi, pensioni e tassato tutto quanto era tassabile passa adesso a vendere i gioielli: privatizza con immediatezza l’azienda telefonica, il gigante Ote (leader del settore in tutti i Balcani), le Poste, il porto ateniese del Pireo e quello di Salonicco.
Sono queste le condizioni minime per non perdere gli ulteriori aiuti promessi dall’Unione Europea e dal Fondo Monetario.
Sulla medesima barca della Grecia, stanno a rischio di tracollo Irlanda e Portogallo.
Atene è però in una situazione più delicata; ha assoluto bisogno di soldi per fronteggiare le scadenze più ravvicinate sul fronte dei titoli (debiti in scadenza).
Tra la vendita dei “gioielli di famiglia è anche la Deh, l'azienda dell'energia elettrica, per ora esclusa dalle decisioni prese in questi giorni, ma in procinto di dover essere messa sul piatto, nonostante le resistenze dello stesso governo socialista, che per ironia della sorte sta conducendo la politica restrittiva e di privatizzazione.
La riflessione ?Votare a destra o a sinistra nel terzo millennio è la stessa cosa. Tanto è il Fondo Monetario Internazionale a fissare la strategia economica.
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