La Mafia dalle origini del
latifondo ai giorni …
Addirittura tutte le grandi aziende latifondistiche della Sicilia Occidentale erano gestite da figure che risultavano fratelli, cugini e comunque familiari di banditi e di briganti ricercati dalle forze dell’ordine. Una delle figure che caratterizzava tutte le grandi aziende agricole latifondiste era la presenza del campiere (una sorta di sorvegliante). Questa figura era ovunque molto apprezzata dai latifondisti, che in genere abitavano a Palermo, dove, generalmente, diventava loro incombenza di adoperarsi di togliere dai guai giudiziari i loro campieri che, quasi nella loro generalità, erano coinvolti in omicidi, violenze etc.
Sempre in quel periodo, tutte le contrade che caratterizzavano il latifondo siciliano erano date in affitto o comunque sotto la direzione (gabellati) di persone appartenenti al mondo ambiguo, ossia a gente che stava ai margini della legalità.
E’ interessante per chi ha voglia di leggere atti archivistici, o giornali dell’epoca, scoprire che tutti i latifondistici che ingaggiavano al loro servizio personaggi di malaffare, quando venivano interrogati dalle “forze dell’ordine”, si dichiaravano vittime di uno stato di necessità, costretti ad ingaggiare personaggi delinquenti per evitare danni personali e/o patrimoniali.
I giornali post-unità d’Italia riportano, anche frequentemente, risultanze di inchieste della polizia e/o polemiche giornalistiche dov’è il raggio di complicità (manutengolismo) e di collaborazione fra latifondisti e delinquenti (…sicari) era abituale, in qualche caso per quieto vivere ed in altri per usarli come sicari …
(segue)
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