mercoledì 23 ottobre 2024

Clima culturale … della contemporaneità: il senso… del vivere

 E si arriva alla "Teoria Quantistica"

Max Planck

 L'energia associata alla radiazione
 elettromagnetica è trasmessa in
unità discrete o quanti, successivamente
 identificati nei fotoni.



Alla fine del XIX secolo, la meccanica newtoniana risulta perfezionata e sistematizzata. Essa riesce a sistematizzare tutti gli avvenimenti visibili, dall'azione visibile di due palle da bigliardo al movimento di due corpi celesti, mediante formule verificate sperimentalmente. La "Fisica" in buona sostanza viene attestata come modello universale.

Stranamente però non si riesce ad integrare le formule sui campi elettromagnetici alla fisica newtoniana. All'inizio del 1900 esistono in pratica due modelli parallelli (apparentemente inconciliabili): la teoria delle particelle e  quella delle onde. Un ulteriore terzo campo di "ricerca" fisica è la termodinamica costituita dal cosidetto "corpo nero", struttura ideale che dovrebbe assorbire le radiazioni elettromagnetiche incidenti senza rifletterle, emettendo a sua volta radiazioni "pure" (=prive di riflessi). Dal 1700 era noto che i materiali posti in un forno diventano incandescenti, ed irradiano calore, alla stessa temperatura. Ciò significa che le radiazioni emesse  dipendono solamente dalla frequenza delle onde e dal calore, e non dalla natura del corpo irradiante.

 Serviranno tre anni di studi ed il 9 ottobre del 1900 Planck pubblica i risultati delle ricerche. Avvalendosi di una costante matematica sviluppò una teoria valida per tutte le frequenze e per facilitare il calcolo  suddivide l'energia in unità elementari. Detto in altri termini, egli partendo dall'ipotesi che anche l'energia, come qualsiasi materia, sia composta da particelle minime indivisibili (=i quanti), sulla cui base, Planck costruisce i postulati: l'energia, come ad esempio la luce, consiste di molti quanti con diverse frequenze: quanto più grande è la frequenza emessa, conseguentemente la radiazione è ricca di energia.

Nei suoi calcoli Planck introduce la costante elementare h, che rappresenta un fattore di proporzionalità tra l'energia irradiata e la sua frequenza. Einstein baserà su questa base le sue ricerche che lo porteranno a formulare la teoria della relatività.  

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