giovedì 7 marzo 2024

Aree interne della Sicilia. Mancano i giovani, e i pochi presenti vivono di risorse p.a.

 Il solo rimboschimento non porta riscatto  

Quando su questa pagina del blog evochiamo territori caratterizzati da marginalità ci stiamo riferendo alla lontananza dai servizi e dalle funzioni vitali per il benessere dei cittadini e alle connesse  carenze di opportunità di lavoro e di vita, secondo i canoni del terzo millennio.

La viabilità di accesso ai  piccoli 
paesi dell’Isola, compresa quella
a servizio del territorio,
 molto frequentemente rievoca 
le trazzere.



Con questa premessa intendiamo dare una chiave di lettura sul gravissimo problema di tanti centri dell’interno siciliano, fra cui Contessa Entellina, paese questo dalla capienza abitativa post-terremoto ‘68 secondo l’Istat di 8mila abitanti ma dove ufficialmente risiedono poco meno di 1500 unità, che poi di fatto diventano più o meno mille. 

 Nei centri abitati come Marineo, o altri della cintura palermitana, la mobilità per ragioni di lavoro significa  pendolarismo di breve raggio, in quelli come Contessa E. dove non esiste una viabilità esterna adeguata alle esigenze dei tempi e comunque realtà  comunitarie lontane dalla cintura del capoluogo, mobilità significa trasferirsi, per non usare l’espressione più effettiva di emigrare.

La dizione Aree interne, entro cui sta posizionata Contessa Entellina, non vuole significare semplicemente particolare situazione geografica o distanza dalle città, bensì marginalità rispetto alle aree agglomerate, quelle che Manlio Rossi Doria (1905- 1988) nei tempi andati, definiva della polpa in contrapposizione a quelle dell’osso, attribuito alle aree interne.

 In Sicilia la contrapposizione  tra aree geografiche interne-marginali e aree costiere  è pressoché totale; quasi tutte le zone interne infatti sono definite quasi per antonomasia aree marginali o extra-marginali e solo in alcuni casi intermedie. Si tratta in genere di Comuni con meno di 3.000 abitanti, e di comuni che da decenni hanno subito veri e propri spopolamenti. Una delle tante classificazione in uso attribuisce l’attributo di centri extra-marginali a quei centri che dal 1971 ad oggi hanno subito un calo demografico superiore al 25%. E Contessa E. supera abbondantemente quella percentuale.

E’ il caso di perdersi d’animo per chi vive nei paesini? Noi riteniamo di no. Tutto dipende dalla Politica, dalle Idee, e dalla Volontà. Nelle aree interne, quelle soggette allo spopolamento, esistono delle luci, delle eccellenze e pure delle suggestioni e basterebbe che Politica e Volontà sapessero sfruttarle congiuntamente all'individuazione delle risorse finanziarie che, pure, consistentemente stanno stanziate nei Bilanci di vari soggetti giuridici  pubblici nazionali ed europei, e assurdamente, in più casi, non vengono attinte.

(Segue)

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