lunedì 18 marzo 2024

Ancora su Crispi (3)

 A Torino Crispi si ritrovò ad essere uno fra migliaia di altri (oltre vewntimila) provenienti per ragioni politiche da ogni parte della penisola. Aspirò ad avere assegnata una cattedra ma non l'ebbe e dovette condurre una vita "spartana" alla periferia della città dove riuniva amici, che però fossero a lui subalterni. In questa fase della sua vita scrisse de saggi sulla Sicilia e intrecciò una fitta corrispondenza con Mazzini, circostanza che non passò inosservata alla poliozia dei Savoia. Fu arrestato e invitato a lasciare il Piemonte.

Partì alla volta di Malta con una ragazza originaria della Savoia, regione piemontese confinante con la Svizzera e la Francia, Rosalia Montmasson, una semianalfabeta. Anche nell'Isola Crispi, per la sua inquietudine politica, si dimostrò terra ingrata e soprattutto non gli riuscì di legare con i tanti fuoriusciti italiani che lì risiedevano. Fondò una rivista senza che venisse disturbato dalle autorità locali finchè si occupava di vicende italiane, ma quando volle puntare l'attenzione sulle cose dell'isola fu immediatamente invitato a lasciare l'Isola. Dopo avere sposato in chiesa la sua Rosalia si imbarcò per Londra dove lo attendeva Mazzini. Anche nel contesto dei tanti espatriati italiani, Crispi di carattere ombroso, non si trovò mai a suo agio e soprattutto non amava passare come uomo subordinato a Mazzini. In questo quadro di insofferenza non tardò a trasferirsi a Parigi. Qui però la Polizia era molto più attenta a tenere d'occhio gli esuli italiani con motivazioni politiche. Quando il mazziniano  Federico Orsini attenta alla vita di Napoleone III, colpevole di aver posto fine alla Repubblica romana e di aver tradito gli ideali della Carboneria, la sera del 14 gennaio 1858, immediatamente, pure Francesco Crispi viene arrestato. Gli storici, in verità, non hanno mai saputo definire il tipo di rapporto che corresse fra Orsini e Crispi. Questi nei verbali di polizia ammise di avere conosciuto Orsini a Londra, ma di non averlo mai più incontrato. Eppure uno dei complici di Orsini dichiarò alla Polizia che questi mezz'ora prima dell'attentato si era incontrato con Crispi. La realtà storica comunque ci fa sapere che le autorità francese decisero semplicemente l'espulsione immediata dal territorio d'oltrealpi.  Fino a metà del 1859 con passaporto argentino girò per più luoghi fra Lisbona e Londra intrattenendo frequente messagistica con Giuseppe Mazzini e molti amici che vivevano in Sicilia.

(Segue)

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