martedì 2 gennaio 2024

Flash sulla Storia Patria (7)

 Problemi enormi

Con una serie di brevi flash sulla vicenda storica dell’Italia unita ci proponiamo di ripercorrere oltre centosessant’anni di unità del Paese Italia, soffermandoci sulle principali vicende sociali, politiche ed economiche. 

Cosa puo' proporsi un piccolo blog con le disamine che di volta in volta va sviluppando? Semplicemente di provare a diffondere coscienza civica.

1861 e poi ...

Quel Garibaldi


Nel gennaio del 1861, restavano ancora da sottrarre ai Borboni le tre cittadelle di Gaeta, Civitella del Tronto e Messina, e tuttavia Cavour decise che quello era il momento per indire le prime elezioni politiche per insediare il primo Parlamento italiano. Effettivamente Cavour non mancò di intuito; il suo partito "moderato" vinse trionfalmente.

In aprile si tenne la prima seduta, e da subito venne a trovarsi davanti enormi problemi creatigli dalla minoranza di "Sinistra", attraverso la figura molto ingombrante di Giuseppe Garibaldi. Questi, all'inizio del mandato fece sapere ai suoi che non intendeva occuparsi di politica, ma sulle insistenze dei suoi estimatori, di Crispi in particolare, decise di partecipare ai primi lavori della Camera.

I testi di Storia sottolineano che Egli non si recò alla Camera, ma vi irruppe in camicia rossa e poncho grigio sulle spalle. I deputati della Sinistra lo accolsero con un lungo applauso, i parlamentari della maggioranza, di contro, lo accolsetro con un lungo mormorio di disapprovazione e di sarcasmo.

Dopo avere ascoltato i discorsi di Ricasoli e di Fanti chiese di poter parlare: "Dovendo parlare dell'armata meridionale dovrei narrare dei fatti ben gloriosi: i prodigi da essa operati furono offuscati solamente quando la fredda e nemica mano di questo ministero (rumori) faceva sentire i suoi effetti malefici (urla). Quando, per amore della concordia, l'orrore di una guerra fratricida provocata da questo stesso ministero ...". E scoppiò nell'Aula un grandissimo pandemonio con Cavour che urlava: Non è permesso di insultarci!. E Garibaldi che ancora più forte gridava: "Si, una guerra fratricida!". 

La seduta venne sospesa per il tempo necessario che si calmassero gli animi, quindi ripresero i lavori d'aula con Bixio che prosegui il discorso, avviato da Garibaldi, che manifestava il disagio dei garibaldini tutti. Riprese quindi nuovamente Garibaldi: "Quando arrivai a Torino, -riferendosi alla campagna militare del 1859- accorrevano i volontari, ma a me non si davano che i gobbi e gli storpi...": una frase che riempì di orgoglio i banchi della Sinistra, ma subito Cavour intervenne: "C'è, tra il Generale e me, un fatto che ci separa: io ho creduto di adempiere il mio dovere consigliando al Re la cessione di Nizza".

Effettivamente fra Garibaldi e Cavour c'era quell'iniziativa governativa di avere ceduto la citta natale di Garibaldi alla Francia di Napoleone III; ma non solamente quell'episodio. Nell'Italia unita era iniziato il confronto prettamente politico fra destra/sinistra, fra moderati/progressisti. Ognuno dei fronti prettamente politici intendeva rivendicare il merito dell'Unita del paese e soprattutto il diritto di tracciare il volto della nuova Italia. Per più decenni prevarranno i moderati e addirittura i conservatori.

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Nell'Ottobre del 2017, sulla scorta di alcune carte pervenuteci da un amico oggi deceduto, avevamo pubblicato sul blog il testo che qui riproduciamo integralmente, sul periodo post-garibaldino contessioto.

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6.Ottobre.2017

Il plebiscito 1860

Il 21 Ottobre, fino ad alcuni decenni fa, è stata una data che gli anziani, i nonni dei nostri nonni ricordavano. Non sempre con compiacimento bensì con più di qualche rammarico.

Con l'arrivo dei Mille di Garibaldi, nel 1860, le masse siciliane si erano illuse, avevano sperato, che sarebbe finito il regime di privilegio dei pochi, dei pochissimi, a beneficio dei molti se non di tutti.   
Nel Corleonese l'attesa dopo la cacciata dei Borboni era grande; qui infatti grandi figure ed amanti del progresso sociale avevano guidato i moti popolari in vista di un assetto più equilibrato della società. A Contessa erano stati soprattutto esponenti della famiglia Vaccaro a confidare nel nuovo assetto ed avevano portato decine di persone ad unirsi ai garibaldini. La delusione dei siciliani non tardò comunque ad arrivare. 
In quell'8 settembre del 1860 per le strade di Contessa e pure del Corleonese vennero diffusi dei manifestini rivolti alla pro-dittatura: "Or il detto popolo fa sentire all'autorità loro, che non dia ascolto a questi sconsigliati; altrimenti il popolo cancerà i suoi pensieri ...).
Pensieri ancora illuminati, malgrado l'evidente orientamento conservatore che ormai caratterizzava la coda di quella che era stata la rivoluzione garibaldina. 
A Contessa i Vaccaro e le decine e decine di braccianti che ad essi si erano uniti speravano in una nuova società che non escludesse i contadini che pure avevano contribuito alla cacciata di Francesco II e adesso pensavano di detronizzare i vecchi signori della terra al grido "Unione ... Unione ... Viva Iddio ...e Garibaldi".
I Vaccaro attivarono la corrispondenza con Crispi, l'arbȅreshe vicino a Garibaldi per ricordare antiche promesse "e che la rivoluzione non si fece  pei galantuomini".
Alla Camera però già ai primi di Ottobre esponenti del governo piemontese dichiaravano. "Il governo della dittatura del sud non era un governo rivoluzionario alla francese".

Il 21 ottobre 1860 gli ex sudditi del Regno di Napoli furono chiamati a pronunziarsi sul quesito "Il Popolo italiano vuole l'Italia una e indivisibile con Vittorio Emanuele re costituzionale e i suoi discendenti".
Nel Corleonese si contarono solamente 13 no: 6 a Corleone, 6 a Contessa (su poco più di 100 aventi diritto al voto e su oltre 3.500 abitanti) e 1 a Bisacquino.
La vittoria di chi era stato a cavallo con i Borboni e adesso con i Savoia è stata grande.
Gli spiriti che sognavano una società giusta si accorsero che i Garibaldi, i Crispi sognavano il nazionalismo piuttosto che la società giusta.

I Vaccaro già alla fine del 1861 si trasferirono a New Orleans dove misero a profitto la loro intelligenza dedicandosi a costruire un impero economico fra i più importanti degli Usa. Al loro seguito decennio dopo decennio emigrarono in direzione di New Orleans migliaia e migliaia di contessioti, e quasi tutti nei primi mesi di insediamento lavorarono nelle fattorie dei Vaccaro. Era sorta una nuova Contessa nel Golfo Messico.       

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Vogliamo riesaminare  il passato per comprendere  

meglio il presente e noi stessi in tutte le nostre

dimensioni: ragione e cuore, coscienza e subconscio,

storia e società, scienza e cultura

(Hans Kung)

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