sabato 2 settembre 2023

I capitoli feudali e gli albanesi di Sicilia

Il castello dei
Cardona Peralta
a Giuliana

Fu castello di
Federico II di
Svevia nel XIII
secolo.

I capitoli sottoscritti fra gli immigrati albanesi ed i baroni siciliani fra il XV e XVI secolo, sono anche denominati “consuetudini ed osservanze” ed offrono -in linea generale- l’idea chiara delle condizioni di vita delle popolazioni immigrate (abitazioni, immunità e prerogative assegnate, situazione amministrativa relativamente autonoma rispetto ai piu' antichi residenti dell’Isola).

La narrazione vuole che la prima colonia arbëreshe  giunta in Sicilia dalle coste arbanesi, costituita da soldati al seguito di Demetrio Reres si era fermata per circa un biennio in un casale -Bisir- nei pressi di Mazara del Vallo e fino al 1448 per prevenire scorrerie saracene ai danni della monarchia aragonese.

Alla cessazione del mandato biennale concordato, una colonna di quei soldati accolse la proposta di don Antonio Cardona Peralta di insediarsi  in un'area nei pressi del Castello di Calatamauro, ricadente sui suoi vasti domini feudali  della Sicilia Occidentale. 

 All'iniziale stanziamento precario alle falde dell'altura  di Calatamauro di quegli arbëreshe, il Cardona punto', dopo attente valutazioni di convenienza, a che l'edificazione del nuovo abitato avvenisse in una zona di pochi chilometri più a est, dove oggi sorge Contessa Entellina. Si trattò per il Cardona di voler segnare nettamente il confine contro l'espansionismo e l'invadenza feudale dell'ecclesiastico Monastero di Santa Maria del Bosco che col favore regio era - in ogni direzione- in forte espansione.  Insediando la colonia arbëreshe sul sito su cui tuttora sorge Contessa Entellina, i Cardona posero fine  alle mire del Monastero, quanto meno, in direzione di Calatamauro.

(Segue)

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