sabato 30 settembre 2023

Quando le superstizioni, la diffidenza, l’ignoranza prevalgono sulla Scienza.

Il brano

 che segue è uno stralcio 

da un più ampio testo di Daniele Rielli

Hawaii a fuoco o Xylella: fake news e complotti piacciono perché indicano un bersaglio


sul Corriere della Sera

. . . 

 Sto parlando dell’epidemia di Xylella.

 Xylella è un batterio delle piante che viene individuato nell’agro di Gallipoli nel settembre del 2013. È il primo ritrovamento in Europa, il batterio è un pericoloso patogeno da quarantena, per cui le norme internazionali sono chiare: bisogna distruggere le piante infette e tutte quelle attorno. Si tratta di alcune migliaia di ettari, un territorio piuttosto esteso, ma non ci sono alternative: se non si agisce con tempestività le conseguenze saranno peggiori di diversi ordini di grandezza. In quel momento il Salento è sostanzialmente una monocultura di ulivi, milioni dei quali secolari, e proprio gli ulivi, fra tutte le piante colpite dal batterio, sono quelle che mostrano i sintomi più severi. Agire con rapidità significa quindi anche tutelare un patrimonio agricolo e paesaggistico straordinario e insostituibile.

Sul territorio si incominciano però rapidamente a diffondere tutta una serie di teorie del complotto che sostengono che il problema non esista o sia un processo reversibile. Si parla di avvelenamento dei terreni, della diminuzione di materiale organico nel suolo, di lebbra degli ulivi, di acque di irrigazione inquinate, di un fantomatico piano della multinazionale Monsanto per sostituire gli alberi secolari del Salento con degli alberi transgenici, dell’eccesso di vento di scirocco, del piano per costruire un gigantesco villaggio turistico a Gallipoli, di misteriosi avvelenatori che di notte si aggirano fra le piante con indosso delle tute anticontaminazione bianche. Niente di tutto questo è vero, neppure lontanamente. Eppure il vento del dubbio si diffonde sui social network, prende forza nelle piazze, trova consensi fra i politici e convince anche la magistratura che nel 2015 sequestra gli alberi destinati al taglio a nord di Lecce e indaga i ricercatori che hanno scoperto la malattia.

Quanto sia fondata l’indagine ce lo dice il fatto che verrà archiviata senza neppure arrivare a processo, nel frattempo però gli scienziati saranno rimasti per lunghi anni accusati di crimini gravissimi, come diffusione colposa di malattia delle piante. Nello stesso periodo l’epidemia è avanzata quasi indisturbata e dai 6-7 mila ettari iniziali ha distrutto tutti i 95 mila ettari di uliveti del Salento per poi passare alla provincia di Brindisi e sbarcare recentemente nella provincia di Bari. In questi anni sono morti 21 milioni di ulivi e molti, è certo, moriranno nei prossimi anni. Aver perso all’inizio la chance di contenere la malattia all’interno di un territorio ristretto ha avuto conseguenze devastanti nel prosieguo della crisi. Ho raccontato questa storia nel libro Il fuoco invisibile (Rizzoli, 2023), un «romanzo del reale» dove attraverso le vite vere di alcune persone chiave ricostruisco questa tempesta perfetta. Il titolo è dovuto all’effetto di Xylella sugli ulivi, simile a quello di un incendio: le piante appaiano bruciate, ma in realtà non c’è stata alcuna combustione.

Economia, Politica, Democrazia

 Discussioni sulla Modernità 

Convinzione diffusa, forse da antichi insegnamenti e ricordi scolastici, è che il Medioevo sia stato un lungo intervallo fra due civiltà ricche economicamente e culturalmente: il mondo romano da un lato e l’inizio della modernità dall’altro, con in mezzo appunto il Medioevo dominato dalle invasioni barbariche e dalla stagnazione sociale ed economica.

  Gli storici, alcuni, avanzano più recentemente l’idea che anche il mondo romano, al pari del Medio evo, sotto l’aspett1po economico-sociale fu un mondo “arretrato”. Per questo filone culturale, solamente con l’inizio della Modernità (dalla scoperta dell’America, o comunque, dal crollo di Costantinopoli), sul versante socio-economico ha inizio il dinamismo economico e la crescita “umana”. 

 Non tutti gli studiosi, comunque concordano; tanti ribaltano le valutazioni e ritengono il Medio Evo come inizio del tempo di progresso la cui fase non si è più interrotta fino ai nostri giorni. La calata dei barbari, per questo filone storico, ha segnato la fine del mondo antico e, in via di fatto, la nascita del mondo moderno.

 Esiste, in buona sostanza, un filone culturale che attribuisce al Medio Evo una tendenza al progresso (quanto meno tecnico) simile ai nostri giorni e porta quale testimonianza la esistenza, nelle città medievali, di una economia di mercato, che seppure di natura agraria e commerciale, invece che industriale, non era dissimile dalla nostra. In pratica il Medio Evo sarebbe stato la culla del nostro mondo attuale ed avrebbe gettato le basi del “progresso” innovando le tecniche organizzative, commerciali e bancarie. 

 Queste considerazioni, tutto sommato, di natura culturale, sono state, e continuano ancora oggi, ad essere contestate dall’Europa Continentale. Il mondo protestante ritiene che la “Modernità” affonda le sue radici nella Riforma Protestante. E vedremo i perché in prosieguo.

(Segue)

Un Personaggio

Sergio Zavoli:
 è stato un giornalista, scrittore, politico e conduttore televisivo italiano. 

Nascita: 21 settembre 1923, Ravenna
Morte: 4 agosto 2020, Roma



La questione
Dio






La questione coinvolge tutti,

dalla dimensione dei deboli,

degli attardati, degli sconfitti

alle congerie dei cosiddetti “poteri

forti”, cominciando da quelli della

politica, dell’economia e della finanza,

senza dire della televisione, della

della pubblicità e, in generale, delle

strutture identificabili nell’informazione,

nell’intrattenimento, nella telefonia,

in Internet, in tutte quelle forme del

mondo mediatico e comunicativo,

capaci di creare fenomeni imitativi che,

affermandosi danno luogo a veri, 

consolidati costumi.

Lo strisciante indebolimento etico, 

culturale, interiore che ne deriva attraverso 

ideologie, sistemi politici e pulsioni religiose

specie in una parte del pianeta, l’Occidente,

dove la “questione” ha prodotto una 

diffusa, endemica inquietudine.

venerdì 29 settembre 2023

La Chiesa e Papa Bergoglio

 C’è attenzione della stampa sul Vaticano. Papa Francesco si approssima alla creazione di 21 nuovi cardinali. Gli osservatori laici immaginano che col significativo incremento dei componenti del Collegio che verosimilmente dovrà scegliere -prima o dopo- il successore, verrà inevitabilmente consolidata la presa bergogliana anche per il post Bergoglio. 

 Facendo i conti con questo Concistoro «il pontefice argentino avrà nominato 99 dei 137 ecclesiastici che possiedono i requisiti per eleggere il prossimo papà — per partecipare alla votazione secondo le regole della Chiesa non bisogna infatti  aver superato gli 80 anni. Un candidato ha bisogno solo di due terzi dei voti per l’elezione. Da qui la deduzione tutta giornalistica  di leadership papale in continuità con quella attuale di inclusione, apertura dottrinale e leadership non occidentale». 

«Ma si tratta di una previsione azzardata», secondo Massimo Franco, sul Corriere della Sera, «la storia dimostra che la Chiesa cattolica segue strane dinamiche quando è chiamata a scegliere il successore di San Pietro all’interno della Cappella Sistina». E dunque, «il prossimo conclave potrebbe essere influenzato dalla crescente insoddisfazione dei cardinali nei confronti del papato di Francesco: la sua gestione del Vaticano, il suo approccio alla politica globale e le misure dottrinali, per citare solo alcune delle lamentele che i leader della Chiesa hanno espresso dall’elezione di Francesco nel 2013».

Il legislatore italiano. Per affrontare i problemi, si sveglia seguendo gli spot della tv

Ci fu un tempo in cui in Sicilia i politici affrontavano i problemi da risolvere nelle sedi pubbliche  giocando a briscola, al bar. 

Lo spot di Esselunga che racconta
 una storia nell'ambito di una
famiglia con genitori separati,
 ribaltando in parte lo stereotipo
della famigliola felice delle pubblicità,
sta dividendo l'opinione pubblica.
C'è chi lo trova bello ed
emotivamente forte, ma anche
chi ci vede una difesa "politica"
della famiglia tradizionale.




I media italiani, dai giornali alle tv, sopratutto quella di Stato, hanno creato da alcuni giorni un caso in relazione ad uno spot televisivo. 

 Una bambina, con lo stratagemma di un frutto, una pesca, prova di far riavvicinare i propri genitori separati. Si tratta di una semplice pubblicità commerciale promossa da un supermercato. E pero’ ha riaperto discussioni di vita comunitaria italiana superate da più decenni che vede in questi giorni parteciparvi persino la presidente del consiglio dei Ministri e addirittura i leader dell’opposizione. 

 Il tutto origina da uno spot !

  Nei giorni correnti dei cittadini di un grande paese come è l’Italia ci sono grossi problemi che i politici non affrontano, e se lo fanno mostrano la loro insufficienza culturale (p.e. gli italiani fanno via via meno figli, la proliferazione nucleare per uso militare agitata da Putin viene ignorata, esistono sempre meno posti di lavoro per i giovani che escono dalle università, la moneta si svaluta nel breve tempo di una settimana), eppure in Italia dal premier all’ultimo politico di cosa parlano? di rivedere la legge del divorzio che balza all'improvviso, sulla scorta di uno spot !

... e si torna a parlare del divorzio, sulla scorta di uno spot!

 In Svizzera il giudice non ha obbligo di provare penosamente di riconciliare la ex coppia. In Germania se un matrimonio finisce non si cerca di cogliere per colpa di chi.  Da noi le coppie più giovani si separano facilmente, forse troppo: come se fosse impossibile perdonarsi, attendersi, ritrovarsi.

L’Istat prevede un calo drastico della Popolazione italiana

 


L’Italia Paese per vecchi. 

L’affermazione fotografa la realtà di un Paese che vede la mortalità ancora elevata e la natalità che tocca il minimo storico: 

—meno di 7 neonati e più di 12 decessi per 1.000 abitanti. 

Sono dati contenuti del recente report Istat sugli indicatori demografici, secondo cui il calo della popolazione residente, (all’1 gennaio 2023 contava i 58 milioni e 851mila unità, 179mila in meno sull’anno precedente) «è frutto di una dinamica demografica sfavorevole che vede un eccesso dei decessi sulle nascite, non compensato dai movimenti migratori con l’estero».

Le conseguenze saranno importati per il mercato del lavoro e per la sanità.

 L’Istat sostiene 

==59 milioni di residenti al 1° gennaio 2022 

== scenderemo a 58,1 milioni nel 2030,

==  a 54,4 milioni nel 2050 

== fino a 45,8 milioni nel 2080.

  Una perdita complessiva di 13,2 milioni di residenti rispetto a oggi. Lo rileva l’Istat nel rapporto sulle “Previsioni della popolazione residente e delle famiglie”.

= = = 

Si avranno inoltre famiglie mini. 

Meno coppie con figli

Più coppie senza

 Entro il 2042 solo una famiglia su quattro sarà composta 

= da una coppia con figli, 

= più di una su cinque non ne avrà. 

Nel giro di venti anni nel nostro Paese avremo l’ aumento di oltre 850 mila nuclei familiari: da 25,3 milioni nel 2022 si arriverà a 26,2 milioni nel 2042 (+3,4%). Ma si tratterà di famiglie «sempre più piccole, caratterizzate da una maggiore frammentazione», il cui numero medio di componenti scenderà da 2,32 persone nel 2022 a 2,13.

= =  =

Riflessioni sul territorio agrario di Contessa Entellina

 Non è facile, allo stato delle ricerche archivistiche attuali, ricostruire l’assetto umano, socio-economico e civile del Cinquecento contessioto. Si era nella fase di costituzione della realtà comunitaria locale, che peraltro presentava un quadro fluido fra nuclei familiari che si spostavano da Contessa a Palazzo Adriano o Piana e viceversa. Si trattava comunque di comunità che attendeva di trovare condizioni e basi solide per il proprio vivere e quello dei discendenti. Sicuramente i Cardona-Peralta avevano indirizzato i profughi arbereshe al fine di vitaliziare il tessuto agricolo-produttivo dell’area di Calatamauro e non tanto tenendo d’occhio le necessità e le propensioni professionali dei nuovi arrivati dall’area greco-albanese dei Balcani. 

Sciacca, uno dei centri-politici- cinquecenteschi, per qualche tempo sede della signoria dei Cardona-Peralta, era, grazie anche al porto, un centro attivo di produzione oltre che piazza importante di importazione (per la successiva distribuzione sul territorio). L’attività artigianale era vitale nella cittadina in quanto era pure al servizio dell’entroterra ed ancora oggi la ricerca storica è dedita ad esplorare quali comparti e quali tecniche di produzione erano in uso nella cittadina, sede per un certo periodo persino di una zecca, propria della locale Signoria feudale.

 È certo comunque che l’artigianato locale era florido, seppure privo di qualsiasi ruolo civico, competenza esclusiva dei Signori feudatari. Era quello tempo in cui l’economia siciliana ed il ruolo politico si identificavano con il feudo e la ricchezza era identificata con le risorse agrarie. Gli arbereshe per la conservazione della loro identità poterono, per qualche tempo, contare sull’arcivescovato Greco-ortodosso che allora conservava la sede di Agrigento. Il metropolita apparteneva alla giurisdizione dell’Arcivescovo di Achrida (Ohrid) oggi Stato della Macedonia, su delega del Patriarca di Costantinopoli, per la cura spirituale delle comunità greche e albanesi di rito bizantino, nei primi decenni del sec. XVI.

(Segue) 

Un Personaggio

Pavel Aleksandrovic Florenskij: è stato un filosofo e teologo, scienziato e sacerdote della Chiesa russa, fucilato nel 1937 dopo anni di confino. È considerato uno dei maggiori pensatori del XX secolo ed è autore di centinaia di titoli tra saggi, studi scientifici, recensioni, lettere e scritti autobiografici.

Nascita: 22 gennaio 1882

Morte: 8 dicembre 1937



L’iconostasi


L’icona vuole essere il tentativo

di fissare ed esprimere la più alta

visione artistica, con la quale entriamo

in contatto nella creazione. Se l’altare

è un luogo intelligibile, ciò significa

che il confine tra esso è il mondo

dovrà essere segnato da guardie vive,

santi reali. L’iconostasi che separa

l’altare è una catena di angeli, che

non ci lascia spiritualmente raggiungere

il mondo celeste, il luogo intelligibile.

È poiché la loro presenza non per tutti

e non sempre è manifesta, vengono 

come monito dipinte le icone, per 

mezzo delle quali ci eleviamo dalle

immagini agli archetipi.

Un personaggio

Eugenio Scalariè stato giornalista, scrittore e politico italiano. Considerato uno dei più grandi giornalisti italiani del XX secolo, contribuì, con altri, a fondare il settimanale l'Espresso ed è stato fondatore del quotidiano la Repubblica. 

Nascita: 6 aprile 1924, Civitavecchia
Morte: 14 luglio 2022, Roma


Leggere la Storia

con interpretazioni soggettive


I fatti culturali sono di grandissima importanza

poiché interagiscono col comportamento degli

individui e delle collettività. La nostra è una

specie socievole e dalla società ricava l’immagine

che ha di se’. Ma è pur vero che i fatti sono il frutto

di combinazioni casuali e le linee di movimento

che si determinano possono essere rovesciate senza

che ve ne sia una plausibile ragione.

Leggere la storia, del resto, è un esercizio quanto mai

arbitrario perché l’osservatore vi entra dentro già 

armato dei propri pregiudizi dei quali difficilmente

riuscirà a liberarsi. Con quale risultato se non quello

di passare ad un’altra interpretazione altrettanto

soggettiva.

giovedì 28 settembre 2023

Bilancio dello Stato. Qualcosa che spesso i cittadini evitano di cogliere

Scopo del blog è di rendere familiari i 
concetti della finanza pubblica.

La prima legge di bilancio (2024), frutto della visione politica del governo di Centro-Destra, è nelle grandi linee (Nadef) già definita. 
Ci saranno, preannunciano i portavoce dei partiti di maggioranza, sgravi per i redditi più bassi e rinnovi dei contratti di lavoro nella p.a., il tutto nonostante l’economia mostra per il 2024 segni di recessione. 

Il governo fa sapere che i finanziamenti li troverà incrementando l’indebitamento (il deficit immaginato sarà di 14md., con conseguente passaggio dal 3,6 al 4,3%). Il debito complessivo raggiungerà la montagna di quota 140,1% del pil.

Il Ministro del Tesoro Giorgetti riconosce che si è sopra le regole europee del 3% di deficit, ma ritiene che l’Europa, politicamente, potrà convincersi della bontà di fondo della manovra.

La gente verosimilmente -di contro- continuerà, però, ad avere a che fare con l’inflazione che va decurtando, in via di fatto, stipendi e pensioni. 

 È interessante cogliere, all’interno della manovra, che per far quadrare, in qualche modo i conti, si darà mano anche ad alcune “privatizzazioni”. Si proverà, detto in altri termini, a far cassa anche per via di privatizzare beni pubblici.

Economia, Politica, Democrazia (7)

La Contemporaneità 

Il periodo napoleonico

 Nel 1801 il Regno di Napoli, nel clima di guerra continua attraversato dall’Europa per le inesauribili campagne militari di Napoleone, venne a trovarsi in una situazione di “effettivo” ed assoluto deficit delle finanze pubbliche. Lo stato affondava le sue radici nell’antico regime feudale (ancien regime), mentre la “Contemporaneità “, con tutto ciò che  il concetto implicava, e le continue guerre napoleoniche esigevano l’impostazione di un moderno sistema tributario. 

 Il rimedio, immediato e più facile per la situazione, fu ancora una volta l’inasprimento delle sole imposte indirette, che ovviamente imbattarono soprattutto sulla povera gente. Il Regno in questo contesto e su quest’impianto politico si dotò di una amministrazione finanziaria (intendenze provinciali e, per la prima volta, del “bilancio ufficiale dello Stato” con stanziamenti fissi per le spese e di un fondo di ammortamento del debito pubblico). 

 Ai fini sostanziali socio-economici, però continuò a dilagare l’inflazione, il disavanzo di bilancio ed il debito dello Stato in crescendo. L’impotenza della monarchia a governare la realtà, in quel continuo regime di guerra, stava nella resistenza dell’aristocrazia che -in maniera assoluta- rifiutava l’introduzione di un sistema tributario che poggiasse sulle imposte dirette e personali. Continuarono, di contro, a persistere le tasse, le gabelle, le imposte indirette che inevitabilmente ricadevano pesantemente a carico dei popolani poveri.

Un Personaggio

Jacques Monod è stato un biologo e filosofo francese, vincitore del Premio Nobel per la medicina nel 1965. Ricevette numerose altre onorificenze e distinzioni, tra le quali la medaglia della Legion d'onore. Ha inoltre partecipato alla resistenza francese al nazismo durante la seconda guerra mondiale. 

Nascita: 9 febbraio 1910, Parigi, Francia
Morte: 31 maggio 1976, Cannes, Francia



Il caso e 
la necessità 







Qualunque avvenimento di oggi

non aveva, a priori, nessuna

possibilità di verificarsi; ma 

poiché nell’universo deve pur

accadere qualcosa, ogni mutamento

è un caso, a priori, e diventa, a posteriori,

una necessità. Quanto a noi, non si è 

gettato un dado e d’un tratto è 

apparso l’uomo, si è tirato miliardi

e miliardi di volte l’equivalente di

un dado.

Vale a dire che, partendo da organismi

primitivi presenti in natura, si

sono verificate mutazioni per

un indicibile numero di volte, e da

quelle innumerevoli mutazioni solo

un’infima parte è sopravvissuta per

creare la biosfera e l’insieme degli

esseri viventi. Tra questi l’uomo non

è il frutto di un caso: è il risultato di

di un’immensa catena di casi che si

estende su almeno tre miliardi di 

anni, e che si sono organizzati, appunto,

dentro la necessità.



mercoledì 27 settembre 2023

Riflessioni sul territorio agrario di Contessa Entellina

 Casali, si.

Casali, no.

  Più volte sul blog ci siamo soffermati sui casali (piccoli aggregati di famiglie dedite alle culture dei campi, da due-tre a meno di dieci componenti per nucleo) che sussistevano sul territorio dell'attuale Contessa Entellina. Si trattava di residue famiglie saracene, sottomesse e dedite all'agricoltura, per conto degli Svevi prima e quindi degli Angioini. Con l'inizio del dominio Aragonese (1282) le campagne dell'interno dell'Isola erano più covo del brigantaggio che delle attività produttive.

  Il sostanziale ruolo dei "casali", quali poli più o meno vivaci dell'agricoltura, era quindi ampiamente già venuto meno all'arrivo degli Aragonesi. L'isola si avviava politicamente a diventare una vera e propria colonia dell'Impero spagnolo, un mercato di esportazione di prodotti agricoli e nel contempo di importazione di manufatti e prodotti finiti.

  L'armata di Pietro III d'Aragona che era arrivata  in Sicilia per combattere gli Angioini (1282), oltre a produrre la desertificazione delle campagne e dei casali, rimodulò pure la geografia della produzione cerealicola.

   Il Val di Mazara, alla cui periferia sta situato l'attuale territorio di Contessa, soprattutto nelle aree costiere, fu destinato -appunto- alla cerealicoltura attivando contemporaneamente la funzionalità dei porti costieri di Mazara, di Sciacca e Marsala, ed altri minori. Gli Aragonesi, sempre limitatamente al Val di Mazara (retto dai Peralta, imparentati con i regnanti), pretesero forniture, nella stessa quantità sia di grano che di orzo, cereale questo che in quei secoli serviva per l'alimentazione dei contadini e dei soldati.

Le chiacchiere a vuoto. Perché i media danno spazio alle inesattezze di Salvini ?

A che pro il centro destra attacca la Germania ?

.

Salvare vite è dovere, e non è affatto vero che i migranti

stanno invadendo l’Italia.  La gran parte li accoglie, da sempre, la Germania.

  

pull factors 
 Nei processi di migrazione
 umana con il termine
 push factors ci si riferisce
alle condizioni che spingono
un singolo individuo o un
 gruppo umano a migrare.
Nello stesso processo
migratorio, i pull factors
sono le condizioni che
attraggono un individuo
o un gruppo umano, che
è spinto a muoversi per
raggiungerle.








La Germania oltre che accogliere lavoratori dell’UE (sono più numerosi i contessioti e loro discendenti che li risiedono che coloro che risiediamo a Contessa E.) è il Paese in Europa che l’anno scorso ha accolto in assoluto più richiedenti asilo: * un quarto di tutte le domande fatte nell’Ue (pari al 25% del totale),

* contro il 16% della Francia, 

* il 12% della Spagna, 

* l’11% dell’Austria (che però ha una popolazione molto più piccola degli altri Paesi, solo 9 milioni di persone) 

 * e soprattutto contro il 9% dell’Italia 

Tra gennaio e agosto di quest’anno (2023) già 204 mila persone hanno chiesto asilo in Germania, il 77% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, quando erano stati in totale 218 mila. Quasi la metà proveniva da Siria e Afghanistan.

 Ancora, la Germania dall’inizio dell’invasione Russa ha accolto anche 1,1 milioni di ucraini, il maggior numero di ogni altro Paese Ue (l’Italia ne ha accolti 160 mila).


Si chiede da più parti -allora- perché la polemica anti Germania attivata dalla Lega, e non solo da essa, sull’attività anti naufragio curata dal governo tedesco, anche nel Mediterraneo, mediante i sostegni alle ong.?


Un Personaggio

Sergio Zavoli: è stato un giornalista, scrittore, politico e conduttore televisivo italiano. 

Nascita: 21 settembre 1923, Ravenna
Morte: 4 agosto 2020, Roma




 risposte con

esami di coscienza



La mistica della militanza sia

superata dell'etica della persuasione;

l'esemplarita' dei modelli venga 

messa in causa, di continuo, dalle

verifiche umane e politiche;

l'ideologia si liberi dal mito per 

confrontarsi con la vita e il privato

non diventi, necessariamente, tutto

politico, perché in una società che

accettasse quest'altro dogma non

rimarrebbe spazio per le libertà 

personali; che la scienza cessione di

essere una conoscenza senza

amore e prima preveda cosa ci serve 

poi quanto è in grado di darci; che

il progresso si trasformi, per paradosso

in un errore dopo l'altro, a patto di

far giustizia del precedente, e così

via.



martedì 26 settembre 2023

Demografia. Gli italiani non fanno figli…. e fingono di non accorgersi che …

Dal 2008 la
diminuzione di
nascite è stata
costante in Italia,
passando da quasi
10 neonati ogni
mille abitanti ai
poco più sei neonati
 per mille abitanti
 nel 2021
.
 All'opposto, l'Italia
 registra, sempre
 nel 2022, la prima
 quota di ultra
65enni (24%).
Italia prima in
 Europa per anziani
 e ultima per giovani,
dunque.













Il vero problema è di come dover essere 

Attrattivi per chi vuole venire in Italia

Alessandro Rosina (Docente universitario e saggista. Studioso delle trasformazioni demografiche, dei mutamenti sociali), scrive nel suo saggio(Storia demografica d’Italia, Carocci): 

i trentenni oggi sono un terzo in meno dei cinquantenni. 

E i nuovi nati sono un terzo in meno rispetto agli attuali trentenni.

Senza una vera strategia per l’immigrazione, in combinazione con politiche familiari inclusive, ci si estingue. 

 Uno studio Teha Ambrosetti ha previsto che, di questo passo, l’ultimo italiano nascerebbe nel 2225. Poveraccio. 

Dunque, il vero problema è essere attrattivi per chi vuole venire in Italia, regolarmente, con la volontà di integrarsi (c’è già una classe media immigrata che fatichiamo a vedere e riconoscere) perché ci considera la terra del proprio futuro — come fecero i nostri antenati in altri Paesi — ne accetta le regole e ne diviene sperabilmente interprete. Altre strade purtroppo non ce ne sono.



Giorgio Napolitano e Papa Francesco

 Riconoscere sempre il “prossimo”

Giorgio Napolitano, il già  “migliorista” dell’ex pci e “primo presidente ex comunista” nella storia della Repubblica, ha scelto per sé i funerali «laici».

 Francesco, il Papa che, nell’enciclica «Fratelli tutti», a proposito della parabola evangelica del Buon Samaritano, ha scritto che «a volte, coloro che dicono di non credere possono vivere la volontà di Dio meglio dei credenti», ha espresso nel telegramma alla sig.ra Clio «sentimenti di commozione e riconoscenza» per un «uomo di Stato» del quale «ho apprezzato l’umanità e la lungimiranza nell’assumere con rettitudine scelte importanti, specialmente in momenti delicati per la vita del Paese, con il costante intento di promuovere l’unità e la concordia in spirito di solidarietà, animato dalla ricerca del bene comune». 

Un Personaggio

Gesualdo Bufalino: è stato uno scrittore, poeta e aforisma. Per gran parte della vita insegnante, si è rivelato tardivamente, nel 1981, all'età di 61 anni, grazie all'amicizia con Leonardo Sciascia.

Nascita: 15 novembre 1920

Morte: Vittoria, 14 giugno 1996



La Sicilia


“Capire la Sicilia significa, dunque, 

per un siciliano capire sé stesso, 

assolversi o condannarsi. 

Ma significa, insieme, definire il 

dissidio fondamentale che ci travaglia, 

l'oscillazione fra claustrofobia e claustrofilia, 

fra odio e amor di clausura, secondo 

che ci tenti l'espatrio o ci lusinghi l'intimità 

di una tana, la seduzione di vivere la 

vita con un vizio solitario. 

L'insularità, voglio dire, non è una 

segregazione solo geografica, 

ma se ne porta dietro altre: della provincia, 

della famiglia, della stanza, 

del proprio cuore. Da qui il nostro 

orgoglio, la diffidenza, il pudore; 

e il senso di essere diversi”.