sabato 30 settembre 2023

Economia, Politica, Democrazia

 Discussioni sulla Modernità 

Convinzione diffusa, forse da antichi insegnamenti e ricordi scolastici, è che il Medioevo sia stato un lungo intervallo fra due civiltà ricche economicamente e culturalmente: il mondo romano da un lato e l’inizio della modernità dall’altro, con in mezzo appunto il Medioevo dominato dalle invasioni barbariche e dalla stagnazione sociale ed economica.

  Gli storici, alcuni, avanzano più recentemente l’idea che anche il mondo romano, al pari del Medio evo, sotto l’aspett1po economico-sociale fu un mondo “arretrato”. Per questo filone culturale, solamente con l’inizio della Modernità (dalla scoperta dell’America, o comunque, dal crollo di Costantinopoli), sul versante socio-economico ha inizio il dinamismo economico e la crescita “umana”. 

 Non tutti gli studiosi, comunque concordano; tanti ribaltano le valutazioni e ritengono il Medio Evo come inizio del tempo di progresso la cui fase non si è più interrotta fino ai nostri giorni. La calata dei barbari, per questo filone storico, ha segnato la fine del mondo antico e, in via di fatto, la nascita del mondo moderno.

 Esiste, in buona sostanza, un filone culturale che attribuisce al Medio Evo una tendenza al progresso (quanto meno tecnico) simile ai nostri giorni e porta quale testimonianza la esistenza, nelle città medievali, di una economia di mercato, che seppure di natura agraria e commerciale, invece che industriale, non era dissimile dalla nostra. In pratica il Medio Evo sarebbe stato la culla del nostro mondo attuale ed avrebbe gettato le basi del “progresso” innovando le tecniche organizzative, commerciali e bancarie. 

 Queste considerazioni, tutto sommato, di natura culturale, sono state, e continuano ancora oggi, ad essere contestate dall’Europa Continentale. Il mondo protestante ritiene che la “Modernità” affonda le sue radici nella Riforma Protestante. E vedremo i perché in prosieguo.

(Segue)

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