giovedì 6 luglio 2023

Ritagli di Storia, in breve

 Alle origini di Roma: archeologia

In estrema sintesi: secondo il prof. Ogilvie,
Roma sarebbe sorta per la ovvia circostanza
che gli Etruschi dalla Toscana avevano la
tendenza di espandersi verso Sud per
congiungersi con le comunità
etrusche che sorgevano in
Campania (Capua ed altre 
località).

Verso la fine del VII secolo a,C.
gli Etruschi cominciarono
massicciamente ad infiltrarsi
entro le comunità di capanne
dell'iniziale Roma. Fu da allora
che gli Etruschi si fusero con gli
elementi nativi.



Secondo lo storico scozzere Robert M. Ogilvie ( 5 giugno 1932 – Saint Andrews, 5 giugno 1981), la Roma primitiva era una comunità pastorale i cui abitanti costruivano capanne sulle cime dei colli e durante il giorno conducevano greggi e mandrie nella campagna circostante.

I fondi (=resti di alcune di quelle capanne;  grandi necropoli a incinerazione)  sono stati portati alla luce e danno l'idea del loro aspetto delle "urne" in cui venivano conservate le ceneri dei defunti.

Gli archeologi (e lo storico Ogilvie, a cui ci rifaremo in questa panoramica) asseriscono che i primi abitanti furono un ramo di Italici (popolazioni indoeuropee, diffuse lungo la penisola già nel 1500 a.C.). La crescita umana nell'area dell'attuale Roma sarebbe tuttavia avvenuta attorno all'anno mille avanti Cristo ad opera di immigrati provenienti dai Balcani.
Viene da chiedere come fanno gli archeologi ad essere certi nel datare, più o meno precise datazioni?  Punto di partenza sono -inevitabilmente- i reperti che vengono alla lece. Nel caso specifico delle popolazioni che hanno urbanizzato Roma ci piace riportare la competenza del prof. Ogilvie, il quale sostiene che popolazioni balcaniche si insediarono da prima a Tarquinia e in altri luoghi e si distinguevano per l'uso di seppellire i morti in urne a due piani, rifacendosi... alle grandi culture dei campi d'urne della Romania fiorite dal 1600 a.C. circa. Il professore prosegue: In Italia questa cultura, che assorbì la popolazione indigena, è chiamata villanoviana. I Villanoviani aumentarono intorno al 700 a.C. in seguito ad una nuova ondata migratoria provenienti presumibilmente dall'Asia Minore a causa degli sconvolgimenti provocati dalle invasioni dei Cimmeri. I nuovi arrivati portarono con sé  molte idee feconde, compresi i gusti per l'arte greca e fenicia, nuove tecniche di lavorazione dei metalli, consuetudini religiose del vicino Oriente e, sembra, una sofisticata lingua non indoeuropea, conservata in numerose iscrizioni ma non ancora pienamente compresa, che noi chiamiamo etrusca. Questa mescolanza di elementi trasformò i Villanoviani in Etruschi, una semplice popolazione agricola in una nazione urbanizzata di artigiani e mercanti, con una rete di città che si estendeva dal Po al Tevere.


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