lunedì 17 luglio 2023

Ambiente e Riflessione (12)

 Tutti a parlare di

Transizione ambientale 

 Siamo in Italia, ed in tutti i paesi UE, in piena campagna elettorale. Il tema dominante, su cui effettivamente l'UE può incidere in termini politici ed economici, è, e sarà, via via sempre più "centrale" è la transizione ambientale. Più in particolare, i partiti politici ci spiegheranno prossimamente e ci chiederanno il consenso sulle proprie ipotesi politiche per rallentare il riscaldamento della terra. La data delle elezioni europee è fissata dal 6 al 9 giugno 2024.

 Obiettivo dichiarato sia dagli ambienti scientifici che da quelli politici europei è che bisogna entro il 2050 raggiungere la neutralità carbonica, ossia fermare entro quella data l'aumento dell'anidride carbonica (Co2) diffusa nell'atmosfera. La spiegazione che si legge sui documenti europei è che più Co2 si accumula nell'atmosfera, meno il calore del sole si disperde e conseguentemente più si alza la temperatura della terra.

 L'obiettivo di de-carbonizzazione deve quindi subire una significativa accelerazione se si pensa che fra il 1990 e il 2017 le emissioni di Co2 sono diminuite di 35 megatons; e per non mancare l'obiettivo, sin da adesso e fino al 2030 (fra sette anni) dovrebbe ridursi di 130.

Dal 2035 l'unica auto
in commercio sarà
quella elettrica.


Nell'aprile 2023 il PE ha votato un provvedimento che riguarda le automobili: dal 2035 vetture e mezzi di trasporto non dovranno più essere del tipo che emettono Co2 (ossia niente motori a combustione). L'Italia si è astenuto rispetto a questo obiettivo; ha ottenuto solamente che le nuove regole non riguardino alle aziende automobilistiche di "nicchia" (=Ferrari, Maserati, Lamborghini, Piaggio e Ducati).

 La decisione significa che le tantissime aziende padane che producono pezzi automobilistici per tutte le case automobilistiche europee (italiane e tedesche sopra tutte) o sapranno riconvertirsi, o dovranno chiudere.

 Ovviamente il problema de-carbonizzazione non è solo europeo. Il governo Usa ha stanziato per la transizione tecnologica 1.200 miliardi di dollari. I paesi europei o si preparano alla transizione o assisteranno al trasferimento di tante aziende negli Usa per fruire di quei benefici. Certo, esiste ed è difficile trovare soluzioni, il problema di quei paesi, come l'Italia, che essendo già oggi super indebitati non sanno da dove iniziare la ri-conversione.

 Il problema è di quelli "immensi". Paesi come Francia e Germania hanno impostato i programmi in vista di quel 2035, l'Italia -allo stato- sembra ingessata.

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