mercoledì 26 aprile 2023

Flash sulla nostra Storia

La piccola storia dei territori occasionalmente

incontra la grande Storia continentale

  La narrazione localistica, su Contessa, sugli arbëreshe, sul territorio, sui baroni ci riporta -sia pure per piccole nozioni- ad informazioni sui Peralta, sui Cardona, e molto meno sui Gioeni, sui Colonna etc. 

  Conseguenza di questa scarsa informazione è che le ricerche non sono mai andate oltre al ripetere le narrazioni degli antichi e classici padri sulla storia locale. Eppure basta sfogliare i testi sulla vicenda storica locale di Chiusa Sclafani o di Giuliana o ... per ricomporre un quadro che risulta (non sempre, però)  quasi  conforme.

  Cominciando dal dopo Vespro Siciliano e dall'insediamento in Sicilia degli Aragonesi sappiamo che il 20 gennaio 1338 Raimondo Peralta, personaggio legato da rapporti di parentela con la monarchia spagnola, viene investito della conduzione della Contea di Caltabellotta, Calatubo, Borgetto e Castellamare del Golfo.

  Si è trattato in pratica di quasi tutti i territori che erano già stati -storicamente- di Federico d'Antiochia, un figlio illegittimo dell'Imperatore Svevo, Federico II.

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 Federico d'Antiochia (1222/1224 – Foggia, 1256), figlio naturale dell'imperatore Federico II, fu conte di Albe (dal 1240 circa), di Celano e Loreto (dal 1252), vicario generale imperiale in Toscana dal 1245 al 1250 e podestà di Firenze. Combatté per molti anni al fianco del fratello Manfredi, in difesa degli ideali e degli interessi ghibellini in Italia.

  La dinastia sveva, riportano i libri di Storia, nella linea legittima si estinse con la morte di Corradino nel 1268, la discendenza illegittima, di cui uno dei capostipite fu, appunto, Federico d'Antiochia, continuò ancora per più generazioni. Nelle genealogie italiane vengono attribuiti a lui fino a otto figli. Sono documentati però soltanto Corrado, nato verso il 1240-41 e morto dopo il 1301, e Filippa, nata verso il 1242, che nel 1258 sposò il gran camerario di Manfredi, Manfredi Maletta, e morì nel carcere di Carlo d'Angiò nel 1273. 

 Dopo la morte di Corrado, avvenuta poco dopo il 1301, la discendenza di Federico d'Antiochia si divise in due rami, uno rimase nel Lazio (Anticoli, Piglio), l'altro si trasferì in Sicilia, dove ottenne da Pietro d'Aragona la contea di Capizzi. 

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