martedì 7 febbraio 2023

Storia e Cultura


 Rinascimento e Liberazione della Politica 

Per Macchiarelli le istituzioni presunte universali del Papato e dell'Impero erano irrilevanti per il mondo reale. Il mondo politico di Machiavelli consisteva semplicemente di entità distinte (fu allora che si cominciò a chiamarli "stati") che non riconoscevano alcuna autorità superiore.
Per Macchiarelli i problemi della politica consistevano sul come conquistare e conservare il potere  tale da garantire la sopravvivenza degli stati, uniche entità in grado di garantire un certo grado di ordine sociale. Per lui la "politica" non era altro che l'arte del possibile, un adattamento costante alle sfide e al cambiamento.

Per Macchiarelli il cambiamento, per quanto minaccioso potesse essere, era inevitabile nelle cose umane; non poteva farsi altro che contenerlo. Suo principio per mantenere il miglior "ordine" possibile era di tipo quantitativo, non qualitativo. All'ideale statico della "gerarchia", negli stati e fra gli stati, sostituì l'equilibrio  flessibile costantemernte adattato alle realtà mutevoli dell'esistenza, fatto di soluzioni costituzionali finalizzate a conservare un equilibrio-instabile fra gli interessi all'interno degli stati e un equilibrio di poteri fra gli stati.

In relazione a queste visioni sul mondo sociale, furono ovvi  gli attacchi degli idealisti, fossero cattolici o protestanti. Nei paesi cattolici le sue opere furono messe al bando.
 In realtà, la gran parte della società e della cultura cinquecentesca andava "secolarizzandosi" sotto più aspetti. Con gli stati che via via andavano ben organizzandosi e governati da principi secolari e con le città dominate dalla via via crescente classe media sempre più sicura del proprio ruolo, i laici che andavano assumendo responsabilità in precedenza demandate alla Chiesa (istruzione, assistenza ai poveri ..).
 Atteggiamenti "laici" nei confronti della politica andavano emergendo in molti ambiti, talvolta imprevisti. Il "miglior consiglio sulle questioni di stato" elargito dall'eminenza grigia del cardinale Richeliu, padre Giuseppe, fu che esse dovevano essere trattate sulla base di "una conoscenza particolare dello stato stesso". Apparve evidente che uomini convintamente di fede, turbati dalla consapevolezza cher la religione si stava trasformando in strumento politico, dovettero accettare a malincuore il nuovo realismo.

(Segue)

Nessun commento:

Posta un commento