Dal Quotidiano di Sicilia
Stralcio dall'intervista a Paolo Amenta, neo Presidente dell'Anci Sicilia:
Domanda: Il Governo Meloni sta portando avanti il progetto per l’autonomia differenziata. Il disegno di legge è stato da poco approvato dal Consiglio dei ministri. Quali timori ci sono per i Comuni siciliani?
Risposta: “I timori riguardano il fatto che sono passati quasi tredici anni prima di potere discutere la Legge 42 del 2009 che regolamentava il federalismo fiscale, che poi s’incrocia con l’autonomia differenziata, perché la Sicilia è a statuto speciale. Solo ad ottobre 2021 si è iniziato a parlare di fabbisogni standard e io penso che in Sicilia non si possa nemmeno cominciare a parlare di autonomia differenziata su alcune materie. Settori come sanità e pubblica istruzione sono di competenza del Governo nazionale.
Essere Regione a statuto speciale ci ha portato a ritardare l’applicazione della 42 del 2009 e ciò ha comportato il ritardo nell’individuazione dei fabbisogni standard. Ad esempio: si è stabilito che in tutti i Comuni debba esserci un asilo nido e che tutti i bambini da 0 a 36 mesi, il 33% dei bimbi da 0 a 36 mesi, devono frequentarlo. Se non stabiliamo i fabbisogni standard, prima di applicare l’autonomia differenziata, se non stabiliamo i livelli essenziali nelle prestazioni e non stabiliamo la capacità fiscale di ogni territorio per finanziarli e non riusciamo ad avere certezza e contezza su quanti anni ci vogliono per raggiungere i livelli a cui potenzialmente sono arrivati gli altri Comuni nazionali, l’autonomia differenziata diventa complicata da applicare e diventa addirittura un suicidio perché è molto difficile abbandonare la spesa storica per passare a costi standard per bisogni standard, se prima concretamente non facciamo questo passaggio”.
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