mercoledì 7 dicembre 2022

Valle Belice. Qualcosa sul 1968 e qualcosa sui nostri giorni.

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Le promesse vanificate 

del dopo-terremoto  

Quadro socio-economico: la viabilità? un disastro

L'intera Valle del Belice, di per sé, non costituisce una unità ed una conformità, in altri termini non possiede al suo interno, proprietà sistemiche, anche se nei decenni successivi al sisma '68 è evidente l'avvio di un sia pure lento processo di omogeneizzazione. Di fatto ai nostri giorni non sussistono nemmeno "confini" che distinguano l'intera Valle rispetto ai sistemi  e alle interazioni verso l'esterno. Restano comunque -all'interno della Valle- le distinte sub-aree e gli specifici centri di gravitazione ma ad influire sono più le distinzioni territoriali-amministrative che le realtà socio-economiche.

La densità media per abitanti/km è di gran lunga inferiore alla media regionale (186 ab/kmq). L'intera Valle è ancora, ad oltre mezzo secolo dal sisma, ai margini di ogni iniziativa di sviluppo e i centri abitati ricostruiti nel post-terremoto restano in buona sostanza dis-abitati e persino privi di voce dal momento che sia la politica che l'impegno sindacale sono -nella vera sostanza- piuttosto spenti. La media della Valle indica 64 abitanti per Kmq.

Contessa Entellina dal 1968 ad oggi ha perso la gran parte della popolazione residente. Se i dati anagrafici indicano residenti per circa 1500 unità, la realtà è di gran lunga inferiore dal momento che in tanti lasciano il paese speranzosi di dover un giorno tornare.

L'area belicina, in particolare quella del palermitano, è ai nostri giorni situata ai margini di qualsiasi iniziativa (reale) di sviluppo. L'immobilismo nei confronti delle aree interne, lo ha voluto segnare, nella gestione interne del palermitano, la conduzione della Provincia Regionale di Palermo degli anni più recenti. Non una sola strada di collegamento di Contessa Entellina col mondo esterno attualmente può essere giudicata decente. Il giudizio unanime è che l'area è sostanzialmente abbandonata a se stessa e lasciata ai margini di qualsiasi iniziativa di sviluppo. In tutto ciò influisce il disinteresse della politica nei confrontio dei piccoli centri rurali dispersi su vasti territori (isolamento geografico ed economico, lo definiscono gli economisti; ma i critici del modello di sviluppo aggiungono che si tratta di fenomeni della cattiva politica. Quella politica che non si accorge della disgregazione demografica e sociale: cecità).

(Segue)

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