venerdì 18 novembre 2022

L’intelligenza dà la felicità? Se lo chiede sul Corriere Elena Tebano

Riassumendo

La giornalista Tebano fa rispondere  Elsbeth Stern, 64 anni, dirigente de l’Istituto per le scienze comportamentali del Politecnico federale di Zurigo, premettendo che sono più intelligenti della media le persone che hanno un Qi (Quoziente di intelligenza) da 115 in su, cioè circa il 15% della popolazione. Solo il 2% della popolazione ha un Qi di 130 o superiore. 

 Stern definisce l’intelligenza come «la capacità di elaborare rapidamente le informazioni e di sviluppare nuove conoscenze a partire da quelle esistenti» «è importante memorizzare le informazioni in modo efficiente, ma è quasi più importante bloccare le informazioni che non servono al momento per poter «fare buon uso delle vostre risorse di pensiero»

1. L’intelligenza, spiega Stern, è un «fattore protettivo contro gli eventi negativi della vita». Le persone più intelligenti, per esempio, hanno una probabilità più bassa della media di rimanere disoccupate per lunghi periodi di tempo o di cadere in povertà, di finire in carcere, di avere gravidanze indesiderate o di divorziare. Secondo la Stern questo dipende dalla loro maggiore capacità di prevedere e prevenire anche gli scenari peggiori

2. Le persone intelligenti hanno una maggiore probabilità di avere successo nel lavoro.  In generale le persone intelligenti sono più capaci di realizzare i propri obiettivi, e questo è qualcosa che dà soddisfazione nella vita.

3. Una maggiore intelligenza è «correlata» anche a reddito e salute. Il che non significa necessariamente che le persone intelligenti siano ricche, quanto piuttosto che tendono ad evitare i problemi economici. «Tra tutti i tratti della personalità, l’intelligenza è quella più fortemente correlata al reddito. Ma l’effetto non è enorme, ci sono molti modi per ottenere denaro. Diventare ricchi non è necessariamente l’obiettivo delle persone intelligenti. Tuttavia, hanno una maggiore familiarità con l’economia e sono in grado di valutare bene i rischi finanziari, il che può salvarli da un disastro» 

5. Le persone intelligenti stanno particolarmente male quando non possono sviluppare e applicare la propria intelligenza. «Non amano che qualcuno meno intelligente dica loro cosa fare» spiega ancora Stern. .

Quelle sinteticamente riportate sono tendenze generali, che nulla possono dire sulla felicità e infelicità dei singoli individui. La felicità, però, è un’altra cosa: ha una componente soggettiva, ancora più sfuggente, che dipende anche dal criterio con cui la si misura. A cominciare dagli obiettivi che ci si pone.

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