giovedì 4 agosto 2022

Società feudale. Come funzionava il "potere"

 Piccoli dati: 

Capire come veniva governata Kuntisa

 Per tutto il periodo medievale e per oltre i tre secoli della modernità (fino al 1812), in Sicilia, nei territori che furono governati -nell'ordine temporale- dai Peralta, dai Cardona, dai Gioeni e poi dai Colonna, territori vastissimi situati sia nella Sicilia Occidentale che in quella Orientale e di cui avremo modo di riportare sul Blog la mappatura, il sistema di gestione fu uniforme sia temporalmente che territorialmente. 

Come ricordato in una precedente pagina, tutti gli affari di "governo" dei vastissimi domini non vennero -se non nelle linee generali- mai attenzionati dai titolari delle baronie, ma sempre vigilati con scrupolo dai loro "maestri procuratori generali" ed ovviamente dal sistema di governo che lo coadiuvava. 

 Ogni singola baronia, compresa quindi Kuntisa, era - come già ricordato nella precedente pagina- affidata ad un "maestro procuratore" il quale era tenuto periodicamente, in quanto socius et familiaris del barone, a presentare il rendiconto sull'amministrazione dell'intera baronia a lui affidata. "Socius et familiaris" non sta a significare un rapporto di parentela col barone ma un grado fortemente fiduciario di conduzione e governo sulla singola baronia affidata.

Per baronia non si intendeva solo la conduzione agraria (in regime feudale) ma anche il governo del centro abitato di Kuntisa, che oggi definiamo civico; governo civico peraltro in ottica  non solamente amministrativa ma anche di mantenimento dell'ordine pubblico, giudiziario e di governo in ottica gestionale su tutti i feudi del territorio baronale, che oggi definiremmo comunale. 

 Il "maestro procuratore", in linea generale era un uomo di legge e rappresentava sul territorio di Kuntisa (che per estensione era durante il regime feudale in estensione il doppio degli attuali 13mila ettari) l'alter ego del barone; barone che - per quanto ci è dato conoscere- mai mise piede a Kuntisa lungo tutto l'intero regime feudale (venuto a cessare in Sicilia  dopo il 1812).

 Pare che il rendiconto annuale, che il maestro procuratore di Kuntisa (per la conduzione sia della comunità abitata che di ciascun singolo feudo del territorio) era tenuto a curare, venisse presentato al Procuratore generale del Signore del tempo (dei Cardona, Gioeni, Colonna) su pergamena. Su questo risvolto servono  molti ulteriori accertamenti, che non risultano di facile  esecuzione. Si può evidenziare pero' che la conduzione amministrativo-baronale dei Colonna fu, diremmo oggi, "non ordinaria". Si svolse infatti per la maggior parte del tempo in regime, che oggi definiremmo, giudiziario.

(Segue)

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