Draghi è stato in Turchia! Alla fine la necessità ha prevalso sui principi!
La politica ha le sue esigenze e l'Occidente non esita a chiudere gli occhi quando all'orizzonte di "caudilli" peggiori di Erdogan si intravedono i Putin e, andando più in là, certe figure cinesi che di Hong Kong puntano a farne una caserma.
Effettivamente la forza del complesso militare-industriale della Turchia, e il disimpegno degli americani dal Medio Oriente, hanno fatto della Turchia il pilastro, o il presunto pilastro, dell'Occidente in Medio Oriente. Il ritiro da quell'area degli americani soddisfa le ambizioni geopolitiche di Erdogan in Iraq, Libia e Siria, e permette sia l’estensione delle operazioni navali nel Mediterraneo, sia l’istallazione di basi turche in Qatar e Somalia.
Nonostante la Turchia sia parte dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (Nato), il Cremlino è stato finora per Erdogan il referente per ogni intervento su scala internazionale e ha definito i limiti del dispiegamento della sua zona di influenza. Erdogan e Putin si intendono e gli Americani di Biden cominciano a coltivare, al contrario di Trump, più di qualche dubbio sul personaggio.
Erdogani, in piena autonomia si erge a campione dell’islamismo moderno, ed esempio della capacità di attrazione sia nel mondo mussulmano che in quello dei dittatori alla Putin, in un clima di crescente sospetto per i partner della Nato, da cui rivendica autonomia strategica, mettendo in questione (o addirittura, ignorando) i valori dell’occidente.
La verità è che la posizione geografica della Turchia è strategica, è quella che fu -a suo tempo- l'area avanzata dell'Impero Romano d'Oriente. Impero che mai esitò ad esercitare un ruolo tutto suo, rispetto a Roma.
Cercheremo nelle prossime pagine di cogliere come i "romani d'Oriente" si comportavano rispetto ai "Romani d'Occidente".
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