venerdì 10 giugno 2022

Era il 10 Giugno

 1924 

Il giovane deputato e segretario del Partito Socialista unitario, Giacomo Matteotti, viene rapito e ucciso da una banda di fascisti.

 Perché quel giovane deputato -agli occhi di Mussolini- meritava la morte?                         Quando, dopo la marcia su Roma, Mussolini conquista il potere, il giovane deputato Giacomo Matteotti compila una sorta di "Libro bianco" in cui dimostra, dati alla mano,  che i provvedimenti economici del nuovo governo da un lato sono iniqui e dall'altro rivelano un'incompetenza assoluta, e soprattutto raccoglie le "parole dei Capi" e le "cronache dei fatti": dichiarazioni incendiarie sui giornali fascisti e una catena infinita di brutalità. 
Secondo Valter Veltroni, che recentemente ha curato -con una sua Introduzione- il libro denuncia di Matteotti "Un anno di dominazione fascista", il deputato socialista vide "prima di altri la natura violenta e l'intenzione totalitaria del fascismo" ed infatti con quel libro denuncia, "in modo tanto puntiglioso e circostanziato quanto coraggioso, le violenze fasciste che si stanno intensificando in ogni parte d'Italia". Sul Blog contiamo di pubblicare -in più puntate e per stralci- quel libro, minuzioso di fatti e circostanze, che a Matteotti costò la vita. Pubblichiamo già da oggi -in altra pagina-  l'introduzione curata da Valter Veltroni.==Con legge varata dal Parlamento il centenario dell'assassinio di Matteotti sarà celebrato nei prossimi ventiquattro mesi in tutte le istituzioni  pubbliche e nelle scuole, nelle Università e nei centri culturali.
Qui di seguito riportiamo l'introduzione al libro "Un anno di dominio fascista" scritto da Giacomo Matteotti e recentemente ri-edito nelle collane Corriere della Sera.
* * *Il Governo fascista giustifica la conquista armata del potere politico, l'uso della violenza e il rischio di una guerra civile, con la necessità urgente di ripristinare l'autorità della legge e dello Stato, e di restaurare l'economia e la finanza salvandole dall'estrema ruina.  I numeri, i fatti e i documenti raccolti in queste pagine dimostrano invece che mai tanto, come nell'anno fascista, l'arbitrio si è sostituito alla legge, lo Stato asservito alla fazione, e divisa la nazione in due ordini, dominatori e sudditi. L'economia e la finanza italiana nel loro complesso hanno continuato quel miglioramento e quella lenta ricostruzione delle devastazioni della guerra, che erano già cominciati ed avviati negli anni precedenti; ma ad opera delle energie sane del paese, non per gli eccessi o le stravaganze della dominazione fascista; alla quale una sola cosa è certamente dovuta: che i profitti della speculazione e del capitalismo sono aumentati di tanto, di quanto sono diminuiti i compensi e le più piccole risorse della classe lavoratrice e dei ceti intermedi, che hanno perduta insieme ogni libertà ed ogni dignità di cittadini.

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