venerdì 20 maggio 2022

Il Blog e le diverse vie per conoscere il mondo: La Letteratura (2)

 La pagina di Tommaso


Pagina del Codice Squarcialupi.
Biblioteca Medicea Laurenziana.
Firenze
La "parola", l'espressione linguistica, che sia scritta o letteraria, è già di per sé Storia (così: Carlo Emilio Gadda, scrittore e poeta), anche se da sempre esiste un dibattito mai concluso.

L'esperienza letteraria italiana affonda le radici più o meno attorno all'anno "mille" e si sviluppa fino ai giorni di Dante e Petrarca. Ad assecondare quell'esperienza influirono -quali presupposti- i cambiamenti in corso di origine sociale come la "rivoluzione" urbana, il progresso dell'attività mercantile, i tanti movimenti riformatori nell'ambito ecclesiale, l'epopea delle crociate ...

Già nell'undicesimo secolo in molte aree europee erano sorte varie cattedre di insegnamento e di cultura, cominciavano a diffondersi le biblioteche e persino alcune istituzione scolastiche con l'intento di formare il clero. Le conoscenze che venivano impartite cominciavano ad avere carattere filosofico e pure scientifico, tutte branche fino ad allora estranee al sapere monastico dell'alto medio evo. Era quello un periodo in cui si erano sviluppati gli studi giuridici e pure le "arti sermocinali" (ossia: grammatica, dialettica, retorica). Era un tempo quell'inizio dell'anno mille in cui si meditava tanto sulla metafisica e sulla teologia mediante delle vere e proprie tecniche "logiche" e soprattutto "disputatorie". I temi da sviluppare arrivavano comunque dal mondo bizantino e da quello arabo, dove mai era cessata la tradizione speculativa greca.

Dall'anno mille e per tre secoli a seguire la cultura -come ricordato sopra- fu di impronta medio orientale; dal XII secolo già gli studi teologici e canonisti e tutti gli aspetti della vita intellettuale si erano estesi pure alla letteratura, alla medicina, al diritto e alle arti matematiche e di astronomia. Resistettero contemporaneamente e quasi ovviamente molti studi tipici del basso Medioevo, come a voler additare il "ritorno all'antico" e la ripresa dello studio dei classici. Nel XII secolo comunque furono moltissime le opere arrivate dal mondo bizantino ed arabo di impronta filosofica che assimilarono l'intero Occidente cristiano alle concezioni speculative e scientifiche dell'antichità classica. Tutto ciò accadeva perché gli "scolastici" si diedero ad apprezzare le reliquie della civiltà letteraria romana, ne ammiravano la purezza stilistica dei modelli ciceroniani. Tanti lettori di Virgilio, Ovidio difendevano, contro i custodi della rigida cultura religiosa, quella "sacra", il valore della formazione letteraria umanistica. Gli storici, ai nostri giorni, hanno ravvisato il segno di un atteggiamento intellettuale nuovo che nel breve volgere di qualche tempo avrebbe condotto alla nuova figura del chierico "dotto".

Questi dotti chierici non tardarono a venire a contatto col mondo dei mercanti, imprenditori, uomini di affari e artigiani che da parte loro si contrapponevano alle vecchie strutture gerarchiche della società feudale.  Erano strati sociali che non si riconoscevano nelle idee e nel linguaggio che avevano nei secoli consentito il fiorire della cultura monastica ed i suoi modelli di perfezione.

(Segue)

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