giovedì 10 febbraio 2022

Una parola al giorno. Un vocabolo per gustare la Storia

Quel Medio Evo nel Regnum Siciliae 

I fenomeni naturali ed i loro condizionamenti 

sono utili per capire la Storia degli uomini di quel periodo

  * *  **  **  ** 

Il 14 marzo del 1347 nel centro urbano
di Siracusa, il 
magister Iacopo de Romano,
davanti al notaio Angerio de Balena
vendeva un servo di nome Dimitri a
Pietro
 de Colloridi di Lentini.
Dimitri ha appena dieci anni ed il
notaio specifica che è originario della
Romania, cioè proveniente dall’Impero
d’Oriente (era quindi un "cristiano").
 Il servo è venduto al prezzo di undici
augustali e mezzo, specificando il
valore della moneta in quel tempo
«
imperrialibus et karlensibus argenti
ana sexaginta per unciam computatis
».

Durante i secoli del Medio Evo in Sicilia esistette il fenomeno umano e sociale della "schiavitù", e non fu un fatto marginale. Fin tanto che ci furono le guerre di conquista normanne contro i mussulmani al fenomeno si diede carattere di comportamento risarcitorio per il peso della guerra. Tuttavia il fenomeno continuò nei secoli successivi  con le tratte degli schiavi africani che venivano esposti "a modo di bestie" nei mercati e nelle fiere dei centri siciliani. Altri esseri venivano razziati nelle coste africane e transitavano dai porti siciliani per essere poi venduti in tutti i porti mediterranei dell'Europa occidentale. Si trattava di saraceni, ma anche di tartari, circassi, negri e pure di uomini catturati nei Balcani e in territori russi. 

Il fenomeno non suscitava alcuna indignazione nè di tipo cultural-umanitaria nè di tipo religiosa e -a posteriore- certa letteratura occidentale provò a giustificare quel disonorevole commercio con la drastica contrazione di popolazione verificatasi nei paesi europei (cattolici) che si affacciavano sul Mediterraneo e con la persistente carenza di manodopera che si ebbe nel Quattrocento e persino nel Cinquecento. Gli "schiavi" in quei tristi secoli trovarono occupazione, in Sicilia, come altrove in Europa, prioritariamente nel lavoro dei campi, nell'artigianato e nel servizio domestico presso la nobiltà.

Ancora nell'età moderna e fino alla Rivoluzione Francese  il regime giuridico della "schiavitù" rimase in vigore, anche se col trascorrere dei decenni andava -in via pratica- andando scemando nei fatti e nelle coscienze collettive, per rimanere tuttavia palese solo nella formazione delle ciurme delle galere e nelle forme di ostentazione di lusso presso i casati nobiliari-aristocratici.

Su questa tematica avremo modo di tornare quando svilupperemo -più ampiamente- l'intero percorso storico dai Normanni al 1812.

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