lunedì 6 dicembre 2021

Piccole, grandi Riflessioni

 Nell’opera autobiografica La mia vita, Nietzsche ricorda la sua nascita avvenuta in un piccolo paese di campagna vicino Lipsia, in una regione della Turingia annessa alla Prussia.

 Nell'Opera "Il viandante e la sua ombra" riporta invece le sue riflessioni durante un viaggio a Saint Moritz, dove soggiorna tre mesi durante i quali si dedica a contemplare i paesaggi che vede passeggiando per i boschi ai piedi dei ghiacciai o sulle rive dei laghi alpini.

 Come filosofo, Nietzsche nasce schopenhaueriano, quindi pessimista. Il pessimismo di Schopenhauer configura la presenza del mondo soltanto di dolore, ignoranza e illusione, in quanto il mondo è nel campo di azione di una Volontà cieca e implacabile.

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(1)

L'albero della conoscenza

-Verosomiglianza, ma non verità: parvenza di libertà, ma non libertà- è per questi due frutti che l'albero della conoscenza non può venir scambiato per l'albero della vita.

(2)

La ragione del mondo

-Che il mondo non sia la quintessenza di un'eterna razionalità si può dimostrare definitivamente con il fatto che quella parte di mondo che noi conosciamo - e cioè la nostra ragione umana - non è eccessivamente razionale. E se essa non è sempre e completamente saggia e razionale, allora neppure la rimanente parte del mondo lo sarà. Qui vale la deduzione a minori ad majus, a parte ad totum, e anche con forza determinante.

(3)

"In principio era

-Glorificare l'origine- è questo l'impulso metafisico che riemerge dall'osservazione della storia e fa credere senz'altro che al principio di tutte le cose vi sia ciò che ha più valore ed è più essenziale.

(4)

Misura per il valore della verità

-Per misurare l'altezza delle montagne, non è certo un criterio la fatica dell'ascesa. E nella scienza dovrebbe essere diverso! -ci dicono alcuni che si considerano iniziati -, la fatica affrontata per giungere alla verità dovrebbe già decidere sul valore della verità! Questa sciocca morale deriva dal pensiero che le "verità" non siano altro che attrezzi ginnici con i quali dovremmo esercitarci valorosamente fino alla stanchezza, -  una morale per atleti e ginnasti domenicali dello spirito.

(5)

Uso del linguaggio e realtà.

Esiste un disprezzo simulato per tutte le cose che in effetti gli uomini considerano più importanti, ossia per tutte le cose più vicine. Si dice per esempio "si mangia per vivere" -una maledetta bugia come quella che parla della procreazione dei figli come del vero scopo di qualsiasi voluttà. Viceversa l'apprezzamento delle "cose più importanti" non è quasi mai del tutto autentico: i preti e i metafisici ci hanno sì abituato a usare a questo proposito un linguaggio ipocriticamente eccessivo, ma non hanno persuaso il sentimento,  il quale non attribuisce a queste cose più importanti il valore che dà alle disprezzate cose più vicine. - Una incresciosa conseguenza di questa duplice ipocrisia è comunque che le cose più vicine, come ad esempio mangiare, abitare, vestirsi, avere rapporti,  non vengono fatte oggetto di costante, imparziale e generale riflessione e trasformazione, ma poichè sono considerate degradanti si distoglie da esse la propria serietà intellettuale e artistica: cosicchè l'abitudine e la frivolezza prendono facilmente il sopravvento sugli sconsiderati, soprattutto nella gioventù inesperta: mentre d'altra parte le nostre continue infrazioni alle più sempliciu leggi del corpo e dello spirito ci portano tutti, giovani e vecchi, a una umiliante dipendenza e mancanza di libertà - voglio dire a quella dipendenza, in fondo superflua, dai medici, insegnanti e curatori d'anime, la cui pressione si esercita ancor oggi sull'intera società.

Friedrich Wilhelm Nietzsche 

Filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo

1844 - 1900

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