mercoledì 29 dicembre 2021

Cultura, arte e storia (2)

 Quando si parla di civiltà

La cultura di tutti i paesi europei
individua le proprie radici uniche
nella grecità.
Eppure frequentemente
spuntano  sentimenti
nazionalistici in più paesi europei.

A che serve, allora, richiamarsi
alla comune radice culturale greca?
Secondo John Stuard Mill, 1806-1873(filosofo ed economista britannico, uno dei massimi esponenti del liberalismo e dell'utilitarismo e membro del Partito Liberale britannico) se l'esito della battaglia di Maratona, fra Greci e Persinani (nell'agosto o nel settembre del 490 a.C. nell'ambito della prima guerra persiana che vide contrapposte le forze della polis di Atene, comandate dal polemarco Callimaco, a quelle dell'Impero persiano, comandate dai generali Dati e Artaferne) fosse stato diverso (ossia, se non avessero vinto i Greci), ancora oggi i popoli occidentali vagherebbero nelle foreste.

Le parole non solo implicano che le radici comuni della civiltà occidentale risiedono nella grecità, ma danno pure per dimostrato il valore preternazionale e fondativo della civiltà occidentale. In buona sostanza la Storia greca dell'antichità è per noi occidentali tutti "storia universale" e snodo indispensabile per capire i nostri giorni, quelli del terzo millennio dopo Cristo.

Perchè si è arrivati a scegliere come carattere fondativo della civiltà occidentale, la vittoria dei Greci nella giornata di Maratona? E perchè si identificano i Greci di quella giornata complessivamente con gli europei di oggi?

La spiegazione degli storici è che da allora, dal 490 a.C., viene fissato il c-a-r-a-t-t-e-r-e , proprio a partire dalla grecità, di accentuato dinamismo e continuo progresso dei popoli europei.

E' stato Hegel a sentenziare "Al nome Grecia, l'uomo colto europeo subito si sente in patria".

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 Con questa prima pagina ci proponiamo di scavare sulle origine della visione di vita e della cultura europea.

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