In pratica, la desertificazione si
manifesta con la diminuzione o la scomparsa della produttività e complessità
biologica o economica delle terre coltivate, sia irrigate che non, dei pascoli,
delle foreste o delle superfici boschive causate dai sistemi di utilizzo della
terra, o da uno o più processi, compresi quelli derivanti dall'attività
dell'uomo e dalle sue modalità di insediamento, tra i quali l'erosione idrica,
eolica, etc; il deterioramento delle proprietà fisiche, chimiche e biologiche o
economiche dei suoli; e la perdita protratta nel tempo di vegetazione naturale.
Se quelle sopra rievocate hanno un
senso e una origine tecnico-scientifica, la gran parte dei "contessioti", i residenti a Contessa Entellina, per "desertificazione" intendono invece lo stato di sostanziale abbandono della
"POLITICA" per il destino dei paesi dell'entroterra, che per secoli
avevano avuto la funzione di produrre grano per le città e le realtà costiere e che
oggi sanno che a quella funzione assolvono con costi accettabili, niente che di meno, il Canadà e gli Stati
Uniti. All'antico ruolo fino ad oggi (terzo millennio inoltrato) non è subentrato altro ruolo che quello di essere fonte di emigrazione di forza
lavoro sia manovale che di giovani diplomati e laureati.
Adesso, in questi giorni, apprendiamo che persino la speranza di vedere irrigate le terre del perimetro comunale e comprensoriale rischia di svanire perchè i nostri alti funzionari regionali, coloro che guadagnano parecchie migliaia di euro mensili, non sanno stendere i progetti per utilizzare i fondi del Piano di ripresa e resilienza europeo.
Chi bloccherà la desertificazione umana e persino fisica delle aree interne dell'Isola?
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