giovedì 1 luglio 2021

Castelli e casali. Dagli arabi agli aragonesi: piccoli appunti e suggerimenti (6)

 Il governo bizantino in Sicilia

Chiesa bizantina di Rometta
(prov. Me)
Foto Paolo Damanti

Giustiniano mirò alla ricostruzione dell'Impero
romano. Per lui la Sicilia aveva un ruolo  
strategico: era ponte naturale tra Africa
e Italia sia per i commerci e base per la
riconquista della penisola e di Roma.

La Sicilia costituì una provincia indipendente,
governata da un governatore civile
che dipendeva direttamente da Bisanzio.
Successivamente per difenderla dalle
intenzioni arabe la provincia fu
trasformata in Thema (governatorato
militare).


Per oltre cento anni dall'accorpamento all'Impero Romano d'Oriente la Sicilia godette di pace e di relativa prosperità. Siracusa, capitale della Provincia siciliana e poi del Thema militare  bizantino vide in tempi differenziati risiedere lì sia un Imperatore bizantino (Costante II) che un papa di Roma (Vigilio). Questa circostanza evidenzia la rilevanza che negli equilibri politici del tempo possedeva l'Isola.

Interlocutori dello Stato (l'Impero) in quel periodo furono, in rappresentanza della società siciliana, le famiglie delle grandi proprietà, sia laiche che ecclesiastiche (i vescovi). La fiscalità dello Stato apparve allora piuttosto efficiente, in relazione ai tempi, al punto che l'amministrazione pubblica si attrezzò di mappe catastali del territorio, di concetti reddituali per il fisco e strutture annonarie locali. Quest'ultima funzione (annona locale) fu affidata alla vigilanza dei grandi proprietari e dei vescovi locali, quale forma di privilegio giuridico e politico rispetto all'Impero.

A conferma dell'intenzione imperiale di tenere buoni sia i grandi proprietari che i vescovi locali, a costoro fu concesso di scegliere loro, in loco, -tra i loro pari- lo iudex provinciae. Fino ad allora, con i goti compresi, le autorità giudiziarie erano sempre state competenza delle famiglie della nobiltà romana. La scelta di Giustiniano di tagliare il legame con l'aristocrazia dell'Urbe è considerato, dagli storici, come uno dei motivi che nel tempo condurrà all'allontanamento fra Roma e Costantinopoli. 

 Per meglio intendere  la portata, il significato e le conseguenze politiche della strategia di Giustiniano bisogna tenere presente che ancora fino al Settecento molti governatori e primores dell'Isola sono stati frequentemente scelti fra i membri della nobiltà senatoria romana (citiamo un cognome  per tutti: i Colonna, ma non solamente loro). Giustiniano fu, quindi, in qualche maniera alle origini dei nascenti malumori fra Roma e Costantinopoli, nominando nei ranghi di alta amministrazione e di giustizia in Sicilia persone non legate alla nobiltà romana. 

Non sono pochi gli storici che fanno cominciare da qui, dalla Sicilia, la diffidenza fra le due città che sono state, entrambi, capitali dell'Impero Romano ed entrambi sedi delle autorità religiosa cristiana. Sopratutto quando il governo civile bizantino cede il passo alla trasformazione in governo militare dell'Isola (Thema bizantino) la diffidenza e lontananza della Sicilia rispetto al destino che toccherà al resto della penisola (estraneazione ed isolamento, o, spirito autonomistico) diventeranno sempre più marcati.

(Segue)

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Ci stiamo dilungando nel tracciare le modalità di presenza bizantina nell'Isola perchè ci consentiranno di capire molti frangenti della successiva storia siciliana (autonomismo, insularità popolare, anticlericalismo verso il papato etc.).

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