giovedì 27 maggio 2021

Recovery Plan. Scorriamolo poco alla volta (6)

 Le questioni sociali

 Il "Piano" contempla un intero capitolo su “inclusione e coesione”  che affronta temi e misure sociali in senso stretto. 


 A questo  risvolto della società italiana vengono destinate quasi il 20% delle complessive risorse del Piano.   Le tantissime sono le misure riportate per far sprigionare un balzo di civiltà e di crescita umana complessiva all'intero "mondo del vivere italiano". 

 Noi che viviamo in un piccolo centro, Contessa Entellina, abbiamo assistito nei decenni scorsi al variare -spesso artificioso- della raggiera professionale della popolazione. Negli anni cinquanta/sessanta molti capifamiglia ai soli fini di godere dell'assistenza sanitaria posedevano la qualifica di coltivatori diretti pur possedendo un tumulo di terra o comunque pur dedicandosi ad altro; negli anni settanta in tanti qui da noi erano iscritti artigiani (camiciaie, pantolonai etc) pur di godere sia dell'assistenza sanitaria che di immaginarie prospettive, successivamente -per merito della sindacatura Di Martino- tantissimi divennero braccianti per accedere alla vasta iniziativa di forestazione del territorio. E quest'ultima visioone è stata la più duratura e concreta per i benefici ecologigi ed umani.

 Si è trattato, all'interno del corpo sociale locale, di dover trovare, nello scorrere del tempo, di rimedi per per garantire sopravvivenza alla reale e purtroppo diffusa situazione di "dissocupazione diffusa" della nostra realtà. 

 La vera valvola di sfogo umano alla fine -protrattasi per decenni- fu l'emigrazione di massa ed accanto ad essa il vasto processo di "ricostruzione edilizio" post-terremoto. Oggi assistiamo ad una situazione nuovamente di lenta estinzione della vita umana e sociale del paese; nessuno trova più accorgimenti per far sopravvivere questa realtà. Il Recovery Plan qualcosa, sul piano sociale, prevede; ma noi dobbiamo mirare alla crescita economica e culturale che altre parti del Piano consentono; se li sapremo cogliere.


Torniamo al Piano di rinascità sociale.

1) Per noi che siamo cresciuti in un contesto contessioto prettamente agricolo è significativa la lettura secondo cui si vuole dare un “sistema di protezione per i lavoratori autonomi” che da noi coinvolgerà quindi i veri coltivatori diretti, gli artigiani ed i commercianti i cui diritti sociali finora erano di gran lunga carenti e diseguali rispetto ai lavoratori dipendenti.


2) E' previsto un programma di “housing temporaneo” per i senza-tetto. Circostanza che non coinvolge i residenti a Contessa dove esistono fra i 6-7mila vani inutilizzati e comunque in eccesso rispetto agli standard. Eccesso dovuto allo sfollamento (emigrazione) che continua senza che alcuno sappia trovare rimedi ed inventare soluzioni.

Ancora, econdo il Piano Draghi, si passerà dallo stato attuale di indolenza dei servizi sociali comunali, o dalle iniziative di carità della Chiesa, alla iniziativa attiva -nei confronti di chi vive il disagio sociale- dello Stato. 


3) La terza cosa apprezzabile che si legge sul testo del Piano  è il programma vasto di alloggi a) per gli agricoltori, b) per l'eliminazione delle baraccopoli e c) la strategia di concreta lotta al caporalato nelle campagne.


I braccianti non collocati e sfruttati, i cosidetti  "invisibili”, quei lavoratori generalmente immigrati e privati della dignità di esseri umani non sono più tollerabili nel contesto di quella che si intende affermare sempre più come la "civiltà europea". Nel Recovery plan di Draghi si pensa anche a loro, a questi esseri umani che non potranno e non dovranno ulteriormente essere sfruttati.

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