giovedì 27 maggio 2021

Contessa Entellina. Quella domenica di cinquantatre anni fa

 Estratti dalla

RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PARLAMENTARE 

D'INCHIESTA SULL'ATTUAZIONE DEGLI INTERVENTI PER LA RICOSTRUZIONE 

E LA RIPRESA SOCIO - ECONOMICA DEI TERRITORI DELLA VALLE DEL BELICE 

COLPITI DAI TERREMOTI DEL GENNAIO 1968 

(Istituita con legge 30 marzo 1978, n. 96)  

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CAPITOLO VI

LE REALIZZAZIONI A FRONTE DEI PROGRAMMI 

Opere di urbanizzazione secondaria.. 

(Infrastrutture scolastiche ed attrezzature collettive). 

b) Analisi delle quantità fisiche (cubatura delle opere). 

Per quanto riguarda l'oggetto specifico di questo paragrafo, ossia le infrastrutture scolastiche e le altre attrezzature collettive definibili, nel complesso, come opere dì urbanizzazjione secondaria, l'unico dato che si evince con chiarezza dalla documentazione esistente è quello relativo alla cubatura di ogni opera (o gruppo di opere) realizzata, per 13 lei 14 Comuni più gravemente colpiti dal sisma. 

Se attendibile, il valore di questo parametro potrebbe essere di estremo interesse, poiché consentirebbe una valutazione molto precisa della dimensione delle opere, nonché una stima abbastanza accettabile dei costi. Purtroppo, però, tale dato non è confortabile con le informazioni contenute nei programmi di trasferimento, se non nel caso di 4 Comuni (Menfi, Sambuca di Sicilia, Camporeale e Contessa Entellina) e solo limiitatamente alle attrezzature collettive, con esclusione delle scuole di ogni ordine e grado. Si tratta, inoltre, delle prime versioni dei programmi di trasferimento che, come si è già visto in questo ed altri capitoli della presente Relazione (cfr. il Cap. su « il trasferimento totale o parziale degli abitati »), hanno in seguito subito sostanziali modifiche. Ne consegue che l'unico confronto possibile — e non in tutti i casi — è quello con le previsioni ISES. 

Un tale confronto non sarebbe però molto significativo, poiché tali previsioni sono state effettuate su base parametrica, senza poter tenere sufficientemente conto delle situazioni locali, né dal punto di vista geo-morfologico né, a maggior ragione, dal punto di vista economico ed amministrativo. Con ogni probabilità, è proprio nel troppo superficiale ed affrettato passaggio da indicazioni meramente parametriche alla realizzazione delle opere che si deve individuare uno dei principali motivi dei rilevantissimi aumenti delle quantità fisiche, delle spese e dei tempi di esecuzione dei lavori. Come è messo in luce nel già citato capitolo relativo allo svolgimento dei singoli appalti, tali aumenti vanno molto al di là di quella che potrebbe ritenersi una misura ragionevole, sia pure in circostanze difficili.

D'altra parte, la transizione tra una progettazione di larga massima (in cui il metodo parametrico può essere ritenuto non solo accettabile, ma anche opportuno) ed una progettazione esecutiva che possa servire di base all'appalto dei lavori, dovrebbe avvenire attraverso una serie di approfondimenti successivii, tra cui si collocano anche i necessari rilievi topografici di dettaglio e le indagini geognostiehe, assolutamente indispensabili in un territorio sconvolto da importanti movimenti sismidi recenti. Da quanto risulta agli atti, invece, non sembra che tali necessari approfondimenti siano stati condotti seguendo un disegno organico razionalmente impostato. Al contrario, partendo dalle indicazioni parametriche fondite dall'ISES, ed erroneamente assunte come fondamento della programmazione esecutiva, si è proceduto ad una serie di successivi aggiustamenti « caso per caso », che in mancanza di precisi elementi di riferimento e di una severa ed assidua azione di controllo, non potevano condurre se non a continui aumenti delle previsioni iniziali. Queste considerazioni, pur di per sé non esaustive, possono tuttavia contribuire a spiegare i motivi per cui sia per il settore delle abitazioni che per quello delle opere di urbanizzazione primaria, le previsioni ISES sono state largamente superate nella redazione dei programmi di trasferimento prima, e nelle realizzazioni poi, facendo registrare a volte aumenti dei valori unitari e complessivi dell'ordine del 2-300 per cento. L'unica impressione che si può ricavare dall'esame dei dati è che, nel settore delle opere puntuali di urbanizzazione secondaria, il grado di realizzazione delle opere sia stato (e sia destinato a rimanere) inferiore a quello degli altri due settori considerati in questo capitolo. 

e) Analisi delle superfici complessive. 

Nel più volte citato capitolo sui programmi per il trasferimento totale o parziale dei 14 Comuni più gravemente colpiti, sono riportate in forma analitica le quantità di superficie per le diverse categorie di opere, espresse in metri quadrati per abitante, secondo le previsioni dei programmi di trasferimento dei diversi Comuni. Poiché tra le categorie di opere esaminate sono comprese le urbanizzazioni secondarie, sembrerebbe di poter finalmente disporre di un elemento certo. Malauguratamente, però tali dati si rivelano di scarsa utilità ai fini di un confronto tra programmi di trasferimento ed opere realizzate. Infatti, mentre si conosce con buona approssimazione il numero dei vani costruiti in ciascun Comune a totale carico dello Stato e da questo numero è possibile risalire al numero degli abitanti potenziali applicando il valore-indice di 1,2 vani-abitante, per quanto riguarda le abitazioni ammesse a contributo è nota solo la quantità dei progetti approvati e finanziati, ma nulla si sa della loro consistenza espressa in vani. Data la grande variabilità dimensionale degli edifici realizzati dai privati che hanno usufruito del contributo statale, ogni tentativo di stima globale sarebbe potenzialmente fuorviante e certamente soggetto ad un margine di errore non accettabile per la presente relazione, considerato anche che l'edilizia residenziale ammessa a contributo rappresenta l'85 per cento circa delle nuove costruzioni nelle zone di trasferimento. Il quadro, come si può agevolmente notare, non è molto più confortante di quello fornito nel paragrafo precedente. Anche qui sono possibili confronti con le previsioni effettuate dell'ISES (limitatamente alla sola edilizia scolastica ed in riferimento a 10 Comuni su 14), ma solo per 5 Comuni su 14 è possibile confrontare il dato relativo alle opere realizzate con quelli contenuti nell'ultima (e presumibilmente definitiva) versione dei programmi di trasferimento. I cinque comuni sono: Montevago, Vita, Partanna, Santa Margherita Belice e Camporeale e comprendono, nel complesso, 15.024 abitanti nelle zone di trasferimento (1). Balza agli occhi il più che considerevole incremento delle superfici previste dai programmi di trasferimento, rispetto a quelle previste dall'ISES. Tale aumento è di quasi 3 volte, per le superfici totali (2) e per l'insieme dei 14 Comuni; di quasi 4 volte per i Comuni a trasferimento totale; superiore a 2,6 volte per i Comuni a trasferimento parziale. Per quanto riguarda le opere edilizie (edifici scolastici ed attrezzature collettive) il fattore di aumento delle superfici dei suoli ad esse destinate è di 2,9 volte per l'insieme dei 14 Comuni e di ben 5 volte per i 4 Comuni a trasferimento totale, mentre scende a poco più di 2 volte per i 10 Comuni a trasferimento parziale (3). Inquadrata in tal modo la situazione, si può passare ad esaminare il sotto-insieme formato dai 5 Comuni per i quali è possibile un sia pur limitato confronto tra le superfici previste dai programmi di trasferimento e le superfici su cui insistono le opere ultimate (4). Per tale sotto-insieme, le valutazioni parametriche dell'ISES indicavano una superficie di 140.360 metri quadri da destinare alle scuole ed alle attrezzature collettive, mentre i programmi di trasferimento definitivi prevedevano una superficie complessiva di 329.100 metri quadri. Il fattore di aumento è pari a 2,3 — inferiore alla media dei 10 Comuni a trasferimento parziale, ma pur sempre ragguardevole. Se ora si guarda alle superfici su cui insistono le opere realizzate (sempre per il sottoinsieme dei 5 Comuni) ci si accorge con sorpresa che, nel complesso, esse misurano appena 85,230 metri quadri, pari al 60,7 per cento della cifra desunta dalle previsioni ISES, ed al 25,9 per cento delle superfici stabilite dai programmi di trasferimento. Ciò stupisce vieppiù ove si ricordi che nel settore residenziale ed in quello delle opere stradali la percentuale di opere realizzate e di superfici occupate si aggirava intorno al 75-80 per cento delle indicazioni dei programmi e che, non di rado, all'atto della realizzazione si è verificato un ulteriore sensibile aumento dei valori unitari. 

Per quanto limitata possa essere la validità di un'analisi condotta in riferimento a soli 5 Comuni su 14, essa conferma le impressioni riportate nel paragrafo sull'« Analisi delle quantità fisiche ». Sembra infatti che, dopo la « febbre di crescita » che ha portato a notevolissimi — e non sempre giustificati — incrementi della quantità e delle dimensioni delle opere e delle superfici occupate nel settore residenziale ed in quello della viabilità, si stia attraversando oggi una fase recessiva di cui risente, in particolar modo, la realizzazione degli edifici scolastici e delle strutture destinate ai servizi sociali nonché, ed in misura ancora maggiore, la messa in opera di spazi verdi attrezzati, destinati al gioco ed al tempo libero. 

(1) Benché il confronto sia limitato a 5 Comuni ,che rappresentano il 35,7 per cento dei Comuni soggetti a trasferimento totale o parziale degli abitati ed il 35,2 per cento del numero degli abitanti da trasferire, esso è abbastanza significativo. Ciò proprio a causa del fatto che il confronto avviene sulla base dei dati relativi ai programmi finali mentre, considerando la cubatura delle opere realizzate, ci si doveva basare sulle prime versioni dei programmi stessi (verbali nn. 4 e 6 delle riunioni della Commissione ex articolo 12) che, in linea di massima, assumono i valori dedotti in via parametrica dell'ISES 

(2) Compreso il verde attrezzato. 

(3) Il quasi incredibile aumento delle superfici che si riscontra nei 4 Comuni a trasferimento totale, può essere messo in relazione alle proposte di una conurbazione che avrebbe indotto a concentrare molti dei servizi che si sono definiti « foot-loose ». Benché l'idea della conurbazione sia stata di fatto accantonata, anche per l'opposizione delle popolazioni interessate, essa ha tuttavia condizionato, almeno in parte, i programmi di trasferimento e la realizzazione di alcune opere (si veda, ad esempio, l'ormai famoso « asse del Belice »). 

(4) Il confronto ha validità limitata. Non solo perchè l'Ispettorato non ha fornito alcun dato circa le superfici di verde attrezzato realizzate (delle impressioni riportate nei sopraluoghi, esse sembrerebbero ben poca cosa, se non affatto inesistenti) ma sopratutto perchè i dati forniti dall'Ispettorato non sono sempre omogenei tra di loro per quanto riguarda le superfici misurate.

riportate nel paragrafo sull'« Analisi delle quantità fisiche ». Sembra infatti che, dopo la « febbre di crescita » che ha portato a notevolissimi — e non sempre giustificati — incrementi della quantità e delle dimensioni delle opere e delle superfici occupate nel settore residenziale ed in quello della viabilità, si stia attraversando oggi una fase recessiva di cui risente, in particolar modo, la realizzazione degli edifici scolastici e delle strutture destinate ai servizi sociali nonché, ed in misura ancora maggiore, la messa in opera di spazi verdi attrezzati, destinati al gioco ed al tempo libero. 

Segue 163

d) Analisi delle infrastrutture scolastiche. 

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